Magri da morire

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MAGRI DA MORIRE Ivana Brigliadori ď›™ 2014 Ivana Brigliadori Prima Edizione ebook Enrico Massetti Publisher ISBN 978-1-312-01655-2


Libri ebook, DVD e CD-mp3 rari di tango e non solo tango http://tango-dancers.com Alma poesis Poeti della Romagna contemporanea

A mia figlia Caterina al nostro cane, Bacco a tutti i miei parenti a tutti i romagnoli


PRESENTAZIONE di Flavia Falcone La poesia di Ivana Brigliadori, che in questa silloge raccoglie il meglio della propria produzione poetica, non è una poesia facile, né “bella”. È invece una poesia difficile e dolente, dai suoni aspri, dal ritmo disarmonico, dai versi estremi, cortissimi o lunghissimi. Così come sono difficili ed estremi gli argomenti che l’autrice affronta; argomenti scomodi, che preferiamo rimuovere, liquidandoli con la stessa semplicità con cui cambiamo, con un clic del telecomando, il canale che non ci piace. Ivana Brigliadori ci impedisce di continuare a ignorare il male intorno a noi e di assuefarci; lo fa con una poesia che colpisce allo stomaco, duramente, proprio come il calcio che in Lardo, scagliato con violenza fuori dal normale, costringe il protagonista a vomitare e a prendere perciò coscienza della sua condizione di bulimico. Lo stile inquietante, surreale costringe il lettore a soffermarsi più volte e con attenzione su quel che sta leggendo e di conseguenza lo costringe a riflettere. L’anoressia, la bulimia, l’immigrazione clandestina, l’ipocrisia di certi matrimoni/paravento, la crudeltà degli ospizi, quella degli allevamenti intensivi, l’obnubilamento delle coscienze operato dalla TV e molto altro ancora è quello che troviamo in queste pagine. Nonostante questa analisi spietata dei mali del nostro tempo, l’approccio dell’autrice non è affatto pessimistico. Reagire a tutto questo si può: voltando pagina, come in “Amore andato”, oppure con la tenerezza di quella mano, materna, profumata di gerani, che, nella bellissima “Sera”, si immerge nei capelli dell’autrice, per alleviare la fatica. Spero che molti vorranno leggere questo bel libro, per trarne la forza di guardare intorno a sé, senza paura. Per reagire all’ignavia che ci immobilizza.


Magri da morire " la legge è uguale per tutti gli straccioni" Carlo Alberto Pisani


AUTUNNO Aggrappata al mio magnaccia su altissimi tacchi a spillo lungo i primi fuochi delle rive del Reno, spero che una piena, coi miei quattro stracci, e i miei sogni, che mi sono portata dalla Romania, mi porti via.


LA GATTA sui miei ceri ed i miei fiori. È nel guardare una farfalla come se volesse prenderla, afferrarla, che, come la direzione di un taglio, si lascia cadere e con un fiume di lacrime inonda la mia lapide come se volesse scavarla. Il suo corpo minuto mi attraversa come una lama affilata, ed è così“Perché non mangi? Perché sei così strana? Perché piangi?” Muta la sua vocina davanti la T.V: modelle belle, piatti succulenti in primo piano, bimbi che muoiono di fame più lontano. Con lo sguardo vuoto sui pezzi di pane e le banane, un sibilo di dolore antico, ar cano come se venisse da lontano: “Non ho fame” Tutta bocca e grandi occhi, i capelli raccolti sulla nuca, un girocollo nero sulla gonna dimessa, ora è seduta sulla mia tomba. Vent’anni e sembra l’ombra di una vecchina. A voce bassa incomincia a farfugliare preghiere e mantra poi a correre e a gridare a parole scandite e chiare con le mani rivolte al cielo per tutto il cimitero: “Come si fa ad avere fame, appetito, in un mondo così infame, così inaudito? È strano il mondo


non io, dov’è Dio?” Le parole rimbombano fra la sua pelle e le sue ossa e sembrano raschiare la sua carne stanca. Poi si ferma e tace per delle ore con lo sguardo fisso sui miei ceri ed i miei fiori. E nel guardare una farfalla come se volesse prenderla, afferrarla, che, come la direzione di un taglio, si lascia cadere e con un fiume di lacrime inonda la mia lapide come se volesse scavarla. Il suo corpo minuto mi attraversa come una lama affilata, ed è così che ho sentito il dolore come fossi viva come se non me ne fossi mai andata. Ma è con le sue ultime parole che il mio corpo ha ripreso a respirare, il mio cuore a battere ancora ed è entrato nella vita di una gatta sperduta che stanotte, dal tetto, entrerà nella sua camera da letto: “Mamma non mi lasciare sola!”.


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