Oxygen N. 20 - MEDITERRANEO. Un mare al centro del nuovo mondo

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Il mondo arabo aperto a # articolo di Simone Arcagni Giornalista

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Le recenti proteste nei Paesi arabi hanno determinato l’affermazione dei social network come creatori di community attive, in grado di sensibilizzare i media e superare le barriere dell’informazione, diventando un luogo di interesse anche dal punto di vista artistico. Recentemente i media hanno ricominciato a occuparsi di Primavera araba: una protesta locale nata a Istanbul si è infatti ingigantita e ora sta agitando l’intera Turchia, da sempre in equilibrio instabile tra Medio Oriente ed Europa. Si è parlato spesso del ruolo centrale giocato dai giovani, soprattutto universitari, e dalle nuove tecnologie e dal web e, più in particolare, dai social network, primo fra tutti Twitter. I social network hanno dimostrato di svolgere una funzione importantissima non solo per la comunicazione, ma anche per la creazione di community. Ma un altro loro ruolo chiave è stato quello di funzionare da agenzia di stampa, andando a sensibilizzare i media internazionali, fornendo interviste, reportage, testimonianze visive. I social network in Paesi a democrazia limitata sono diventati un veicolo straordinario, e facilmente accessibile, per trasmettere informazioni e organizzarsi. In qualche modo si può persino dire che le piattaforme sociali utilizzate dalle diverse proteste delle Primavera araba, come anche quelle degli Indignados spagnoli (per rimanere in ambito mediterraneo), i movimenti come il 5 stelle italiano, il Partito Pirata tedesco o Occupy Wall Street negli USA... queste piattaforme, si diceva, hanno dimostrato di essere un nuovo canale mediale, un giornale aperto e indipendente, partecipato, una web tv capace anche di far saltare le strette maglie del-

la censura. Queste aree del Mediterraneo sembrano in grado ora di contrapporre a modelli “pesanti” di comunicazione, a volte obsoleti e spesso controllati, piattaforme economiche, leggere, partecipate, inclusive. Nuove tecnologie per nuovi sistemi di comunicazione: non è un caso che proprio Paesi emergenti (si pensi alla Cina, all’India e al Brasile) o altri che vivono crisi più o meno sotterranee stiano lavorando sulle nuove tecnologie, sperimentando forme, pratiche e modi, attraverso scuole di formazione, accademie, festival, organizzando conferenze e workshop. E così un Paese come il Marocco, molto interessato allo sviluppo dei media (e con una tradizione cinematografica importante), promuove il Digital Marrakesch Festival (la seconda edizione è stata dal 6 all’8 dicembre 2012). Digital Marrakesch Festival promuove il cinema e il video digitale, performance multimediali, video installazioni, digital mapping, net art ecc. Il suo scopo fondamentale è quello di sviluppare le professionalità locali, mettendole a confronto con quelle internazionali, costruendo un modello formativo attraverso masterclass e workshop. In Turchia (come ci racconta Ekmel Ertan nel suo Brief History of New Media Art in Turkey pubblicato in “Rozenberg Quarterly”) la svolta avviene quando, nel 2005, l’Istanbul Technical University avvia un master in Information Technologies in Design. Prima di allora 123


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