Vie del gusto ottobre novembre 2015

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Ottobre-Novembre 2015 EURO 3,50 www.viedelgusto.it

PUGLIA NEL CALICE: I GRANDI VINI DEL SOLE INTERVISTA ALLO CHEF STELLATO GENNARO ESPOSITO VIAGGIO ATTRAVERSO LE EMOZIONI DEL CAMPIONE MONDIALE DEI SOMMELIER VIE DEL GUSTO JUNIOR FA TAPPA A SPOLETO CON EDUEAT PUGLIA BEST WINE SFILA A BRERA

ITINERARI DEL GUSTO FOTORACCONTO: AUTUNNO IN UMBRIA

SULLE ORME DI GRAZIA DELEDDA. BARBAGIA: BELLA E SELVAGGIA DA MONACO A VENEZIA: FANTASMAGORICHE EMOZIONI PER I BIKE LOVER JAEGERSBORGGADE: LA VIA DEL GUSTO A COPENHAGEN ALLA SCOPERTA DELL’IRPINIA LA LAGUNA SEGRETA. VENEZIA NON SOLO TURISMO DI MASSA

(SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - REGIME LIBERO 70% DCB ROMA)



Ph. Mario Rebeschini

EDITORIALE

Tavola e dieta mediterranea, per 8 italiani su 10 un rito da difendere di Giancarlo Roversi

Da sempre simbolo di appagamento non solo materiale e non solo di piacere conviviale, la tavola rappresenta per gli italiani un elemento essenziale del loro stile di vita. Secondo il 78% degli abitanti del Bel Paese sedersi di fronte a una bella tavola imbandita significa compiere delle scelte che travalicano l’innato bisogno di mangiare e coinvolgono la sfera emotiva ed affettiva. Quindi non un semplice nutrimento, bensì un’occasione per socializzare (78%), per confrontarsi sugli stili di vita (62%) e per condividere la cultura e le tradizioni alimentari, in particolare quelle legate alla Dieta Mediterranea (59%). Connubio inscindibile tra l’ambiente culturale e la compagine sociale,

la dieta mediterranea e la tradizione alimentare italiana conquistano nuovi adepti in ogni parte del globo, come rivela anche il successo decretato dall’Expo di Milano. È quanto si evince da una ricerca condotta dal Polli Cooking Lab in occasione dello show cooking ispirato allo “star bene a tavola” che ha avuto come protagonista la chef stellata Cristina Bowerman, volto Ambassador per Expo 2015. La ricerca ha voluto mettere a fuoco cosa simboleggia per gli italiani il rito della convivialità e capire perché la carta dell’Italian way of fooding risulta vincente nel mondo. Quindi non un semplice pasto, ma un rito irrinunciabile di appartenenza al retaggio culturale, umano

ed esperienziale di un Paese come l’Italia che possiede il caleidoscopio di specialità gastronomiche e agroalimentari più ricco del mondo e col più diversificato ventaglio di sapori. E questo grazie alla sua estensione geografica verticale e di modesta larghezza, che si protrae come una lancia sul Mediterraneo ed è influenzata da situazioni climatiche differenti e dall’apporto di ben quattro mari. Un privilegio che ha sempre consentito all’Italia di coniugare i cibi nordici, che sanno di alpeggio, con le fragranze marine di quelli della Sicilia e della Sardegna e con i gusti palatali che si incontrano a mano a mano che si scende attraverso le varie regioni dalla Pianura Padana fino al tacco La Fruttivendola è un dipinto olio su tela (145x215 cm) di Vincenzo Campi, databile al 1580 circa e conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano. è il dipinto più celebre di una serie che comprende anche la Pollivendola, la Cucina, la Pescivendola

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Umberto Desiderio Direttore Editoriale

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Sommario

www.viedelgusto.it

IN COPERTINA 4 EDITORIALE: TAVOLA E DIETA MEDITERRANEA DI GIANCARLO ROVERSI 10 CON IL MOZART DEI FUNGHI SINFONIE A TAVOLA E NON SOLO... DI GIOVANNI BALLARINI 14 FOTORACCONTO: AUTUNNO IN UMBRIA DI MARIANNA MASTROPIETRO 20 VIAGGIO ATTRAVERSO LE EMOZIONI DEL CAMPIONE MONDIALE DEI SOMMELIER DI LUCA MARTINI 22 I GRANDI VINI DEL SOLE: ALLA SCOPERTA DELL’ENOLOGIA MADE IN PUGLIA DI MAURIZIO DERA 28 APPUNTAMENTI GUSTOSI 30 DA MONACO A VENEZIA SULLA “CICLOVIA DELL’AMICIZIA” DI VITTORINA FELLIN 34 JAEGERSBORGGADE: LA VIA DEL GUSTO A COPENHAGEN DI ROBERTO ROSSELLI TEDESCO 38 LA LAGUNA SEGRETA. VENEZIA NON SOLO TURISMO DI MASSA DI VITTORINA FELLIN 42 INTERVISTA ALLO CHEF STELLATO GENNARO ESPOSITO DI MARIANNA MASTROPIETRO 44 LA “MORETTA” IL PUNCH SIMBOLO DELLA MARINERIA DI FANO DI MARCO GIOVENCO 46 LE RICETTE DI FEDERICO VALICENTI “RICERCATORE DI SQUISITEZZE” DI FAUSTA TRICARICO 48 LA CARTA UNIVERSALE DEI DIRITTI DELLA TERRA COLTIVATA DI SARA FUGACCI 50 NOTIZIE GOLOSE

Brindisi: la vendemmia a Tenute Rubino Ph. Gianpaolo La Paglia 64 VIAGGIO IN IRPINIA SULLE NOTE DI VINICIO CAPOSSELA DI CHIARA GIACOBELLI

78 CINQUE FORMAGGI CHE NON AVETE MAI ASSAGGIATO PRIMA DI M.M.

66 I MILLE VOLTI DELLA CAMPANIA DEL GUSTO DI FRANCESCA MAISANO

80 IN MOSTRA A LONDRA LA “NEUROGASTRONOMIA” DI MARGRETA MOSS

68 LA MAGIA DELLE FESTE: I MERCATINI DI NATALE DI ALESSANDRO BATTAGLIA

82 IL VINO ETICO DI LUIGI VALORI DI GIOVANNI LUPI

52 GRAND HOTEL MAJESTIC “GIÀ BAGLIONI” 69 LE MIGLIORI PASTICCERIE ECCELLENZA ITALIANA NEL CUORE DI BOLOGNA DI SICILIA DI F.G. DI MARIANNA MASTROPIETRO 54 SULLE ORME DI GRAZIA DELEDDA. BARBAGIA: BELLA E SELVAGGIA DI ANTONELLA FIORITO

70 I SEGRETI DELLA VERA TIELLA DI GAETA DI UMBERTO NATOLI

58 IL CINEMA NEL BICCHIERE. LA LIBERTÀ DEL VINO DI MARCO SPAGNOLI

74 LA TAVOLA SI FA SOCIAL CON GLI HOME RESTAURANT DI MARIANNA MASTROPIETRO

62 VINOTERAPIA: CHICCHI DI BENESSERE DI GLORIA CROSI-VERAN

76 BURRO, PANNA E FORMAGGI: LA RIVINCITA DEI GRASSI DI MATTEO DESIDERIO

84 SEDUZIONI DEL PALATO SULLE DOLOMITI DI FRANCESCA MAISANO 86 CARPENÈ MALVOLTI DINASTIA DEL PROSECCO SUPERIORE 88 ACETI DI FRUTTA DI GRAZIANO ALDERIGHI 89 GAMBE GONFIE? UN PO' DI CIOCCOLATO FONDENTE FA BENE DI R.T. 91 VIE DEL GUSTO JUNIOR FA TAPPA A SPOLETO CON EDUEAT



Umbria, la campagna che circonda il lago Trasimeno

Fotoracconto

Benvenuti in Umbria

Viaggio al centro dei sapori di olio e di vino

di Marianna Mastropietro

Una gemma preziosa incastonata nel centro della penisola, simbolo di pace, meta di pellegrinaggi verso la bellezza, il gusto e la santità . Le sue province sono ricche di tesori unici, antichi, opera del lavoro armonico di uomo e natura: gli innumerevoli borghi, il Lago Trasimeno, le Fonti del Clitunno, la Cascata delle Marmore, fino alla maestosità dell’arte di Assisi, Perugia e Orvieto dove rimangono le tracce indelebili dei piÚ grandi maestri, da Giotto a Pietro Lorenzetti, Simone Martini, Luca Signorelli e Beato Angelico. 14


La cascata delle Marmore. In basso una distesa di ulivi

Orvieto

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wine passion

I Grandi vini del Sole:

alla scoperta dell’enologia made in Puglia Una terra che si estende sul mare, dove la civiltà della vite è millenaria. La Puglia è sempre più Terra di grandi vini. L’esperienza del Consorzio Puglia Best Wine e la “missione” di valorizzazione dei vitigni di tradizione. Riflettori accessi su Negroamaro, Primitivo, Nero di Troia e altre varietà della tradizione. di Maurizio Dera La Puglia del vino di qualità oggi è una solida realtà e non solo da un punto di vista quantitativo, che ne fa una delle regioni italiane più produttive, dopo Veneto ed Emila Romagna. La qualità dei vini prodotti in questa terra immersa nel Sole è sempre più riconosciuta ed apprezzata, soprattutto a livello internazionale. In tutto il mondo i

La Basilica di San Nicola a Bari

vini pugliesi iniziano a comparire con più costanza negli scaffali delle enoteche e nelle carte dei vini dei ristoranti più alla moda. Il merito di questo cambio di passo è tutto della nuova leva di produttori e di alcuni grandi nomi storici, che hanno creduto nel rilancio d’immagine di una regione che ha scelto, senza esitazione,

di produrre qualità, partendo da una viticoltura mirata a recuperare il valore e l’apporto “storico” del patrimonio ampelografico di una Terra di civiltà per la vite ed il vino. “Questo percorso di emersione qualitativa dei vini pugliesi - spiega Luigi Rubino, Presidente del Consorzio Puglia Best Wine - è

La Cattedrale di Brindisi


stato iniziato dai nostri genitori che hanno creduto nel mantenimento del vigneto, preservandone l’autenticità. La seconda o la terza generazione è impegnata a valorizzarne l’identità e il valore anche sui mercati più lontani ed esigenti. L’esperienza del Consorzio Puglia Best Wine - giunto al suo quinto anno di attività - è valida se a supporto dello sviluppo e della crescita del Brand Puglia in Italia e nel mondo”. La Puglia del vino è entrata in una nuova stagione di sviluppo e miglioramento dell’immagine che, oltre a comunicare storia, identità, innovazione, intende intercettare il gusto delle “nuove generazioni” di wine-lovers e in tutto il mondo. In questi anni il grande lavoro dei produttori pugliesi ha avuto il me-

Brindisi: la vendemmia delle donne a Tenute Rubino (a destra Luigi Rubino Presidente del Consorzio Puglia Best Wine). Ogni anno la vendemmia diventa una grande festa in campagna aperta alle famiglie e a tutti gli appassionati per celebrare il territorio e la cultura contadina pugliese Ph. Gianpaolo La Paglia Particolare della Basilica di Santa Croce, Lecce

Chiesa Madre a Salice Salentino


sapori autentici del Bel Paese Le DOCG in Irpinia

Tesori d’Irpinia

I mille volti della Campania del gusto di Francesca Maisano

Fiano di avellino: è prodotto con uve Fiano (min 85%) in 26 comuni della provincia di Avellino. Rappresenta una delle punte di diamante dell’enologia bianca nel Meridione: acidità, finezza e incredibile propensione all’invecchiamento lo rendono uno dei vini più apprezzati da neofiti e appassionati. Greco di tufo: è prodotto con uve Greco (min 85%) ed eventualmente Coda di volpe (max 15%) in 8 comuni della provincia di Avellino nelle tipologie bianco e spumante. La coltivazione della vite nell’area si perde nella notte dei tempi. taurasi: è prodotto con uve Aglianico (min 85%) in 17 comuni della provincia di Avellino nelle tipologie rosso e rosso riserva. Questo antichissimo vitigno è probabilmente originario della Grecia. Si ritiene che sia stato introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C. e Tito Livio lo cita nel suo Ab Urbe Condita Il Parco Archeologico di Aeclanum III sec a.C. a Mirabella Eclano

Vite plurisecolare di Aglianico allevata “alla taurasina” (www.vinotaurasi.it)

La Campania sa raccontare storie affascinanti che prendono vita dai suoi antichissimi vitigni autoctoni e dai celebri vini: a partire dal Greco di Tufo, dal Fiano di Avellino e dal Taurasi. Queste tre DOCG, delle quattro totali prodotte in tutta la regione, sono figlie di un unico areale: l’Irpinia, territorio storico-geografico ricompreso per la maggior parte nella provincia di Avellino. Il turismo di massa qui non è arrivato, ed è forse per questo che la tradizione si è conservata viva ed emozionante. Il secolare patrimonio etno-antropologico rivive nelle sue manifestazione carnascialesche, nei grandiosi carri di

Il comune di Tufo (www.viaggioinirpinia.it)

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Cantine Antonio Caggiano

paglia, nei riti arcaici della Settimana Santa, nei falò propiziatori e nelle leggende tramandate oralmente. A poco più di 50 chilometri dalla Costiera Amalfitana ecco mostrarsi un intimo angolo campano bucolico e slow, tra oasi protette e cultura gastronomica. Qui, infatti, le fertili ceneri vulcaniche regalano sfumature olfattive e gustative senza eguali ai frutti della terra: come la Cipolla Ramata di Montoro, l’olio dell’Ufita, il Tartufo nero di Bagnoli, la Castagna di Montella IGP o le nocciole irpine. A questo si aggiunge la sapienza e la manualità dell’uomo nell’arte casearia e salumiera.

Il castello medievale di Taurasi


Prodotti tipici irpini

Pecorino di Carmasciano Torrone d’Irpinia (www.torronedellirpinia.it) Olio extravergine di oliva “Irpinia-Colline dell’Ufita” DOP (www.condottaufitataurasi.it) Nocciole irpine Castagna “Marrone di Santa Cristina” Castagna di Serino Castagna di Montella IGP Tartufo nero di Bagnoli Pane di Montecalvo Irpino Salame di Mugnano del Cardinale

VISITE IN CANTINA info: consorziovinidirpinia.it Il Pecorino Bagnolese è prodotto con il latte di una razza ovina autoctona a limitata diffusione e per questo inserita nel progetto Arca del Gusto di Slow Food. I pascoli naturali ad alta quota e la lavorazione manuale conferiscono genuinità e artigianalità a questo formaggio tipico, da provare in abbinamento ad un vino da uve Aglianico se stagionato più di otto mesi. www.pecorinobagnolese.com

Mastroberardino www.mastroberardino.com Atripalda, Avellino www.radiciresort.com - Mirabella Eclano, Avellino Quintodecimo www.quintodecimo.it Mirabella Eclano, Avellino Tenuta Cavalier Pepe www.tenutacavalierpepe.it Sant’Angelo all’Esca, Avellino Feudi di San Gregorio www.feudi.it - Sorbo Serpico, Avellino Azienda Agricola Antonio Caggiano www.cantinecaggiano.it - Taurasi, Avellino

INFORMAZIONI TURISTICHE www.irpiniaturismo.it www.viaggioinirpinia.it www.eptavellino.it

Dolce e delicatamente aromatica, anche la Cipolla Ramata di Montoro è uno dei prodotti inseriti nell’Arca del Gusto. Il nome deriva dagli splendidi riflessi delle bucce esterne (dette tuniche). Al suo interno presenta un’alternanza di bianco e carminio. Bella da vedere e buonissima da mangiare, si esalta in preparazioni culinarie caratterizzata da lunghe cotture. Questo particolare ecotipo è stato selezionato ormai da secoli dagli intraprendenti e laboriosi contadini del Montorese, al confine tra le provincie di Avellino e Salerno.www.cipollaramatadimontoro.it

Sopra, la cantina di Mastroberardino

Vigneti della Tenuta Cavalier Pepe

Cantine Antonio Caggiano Azienda vinicola Feudi di San Gregorio

Azienda vinicola Quintodecimo


Leccornie nascoste: il Lazio Gaeta

La pizza ripiena di Gaeta che profuma di mare

I segreti della vera tiella di Umberto Natoli

Ricetta antica la tiella di Gaeta, memoria medioevale che arriva ai nostri giorni conservata nella sua eletta semplicità e che sicuramente può essere annoverata tra le preparazioni più immutate nel tempo, nel grande patrimonio gastronomico d’Italia. Da secoli in molte famiglie di questa splendida città del basso Lazio e addirittura nella tradizione di ogni singolo rione, come Porto Salvo e via Indipendenza, Gaeta Vecchia e Piaia, si tramandano piccoli segreti nella ricetta di questa sorta di pizza rustica, che arriva al gusto moderno sempre graditissima nella sua preparazione base e nei vari ripieni con cui viene proposta.

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Anzi, oggi sta vivendo un momento di grande popolarità che la sta portando a varcare rapidamente i confini dello splendido territorio gaetano, per imporsi sempre più come appetitoso pasto veloce, o come spuntino nutriente da portare in una gita fuori porta e, perché no, servita a piccole e gustose trance anche tra le portate di un pasto importante. A parlarcene diffusamente è lo storico del territorio Lino Sorabella. Il documento più antico sulla tiella, ci racconta, è probabilmente un contratto su pergamena dell’anno 997 conservato nell’Archivio della Diocesi di Gaeta. Il documento riporta quale canone enfiteutico di un mulino duodecim bitzae, ossia dodici pizze ed altre derrate. Probabilmente è la citazione più antica del termine pizza e verosimilmente si riferisce proprio alla tiella.


Lino Sorabella, storico e studioso del territorio di Gaeta, che ha condotto studi approfonditi sulla tradizione gastronomica della tiella

Carlo Avallone, maestro di tielleria, con la figlia Giorgia, mentre preparano due tielle con le ricette base: scarola e olive e polpo con pomodorini

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Gastrotendenze Home Restaurant Napoli

Home Restaurant Napoli

Gagini restaurant (foto Salvo Mancuso)

La moda delle cene casalinghe sbarca in Italia

La tavola si fa social con gli Home Restaurant di Marianna Mastropietro

A New York li chiamano Supper Club, cene casalinghe tra sconosciuti con un padrone di casa ai fornelli e commensali che socializzano. È il frutto della social economy, una doppia opportunità per chi è in cerca di nuovi amici e chi ha voglia di mettersi in proprio. Questa moda da qualche anno è una realtà anche in Italia, dove gli Home Restaurant proliferano da Palermo, Napoli fino a Milano grazie anche a piattaforme online dedicate al social eating che permettono a domanda e offerta di incontrarsi. 74

“Tutto è iniziato in vacanza a San Francisco – spiegano Lele e Melissa di Ma’ Hidden Kitchen Supper Club – quando ci siamo imbattuti in un sito dove le persone invitavano gli utenti a cenare a casa loro. Così siamo finiti a Oakland con altri sconosciuti, e ci siamo divertiti così tanto che rientrando ci siamo detti: facciamolo anche noi a Milano”.


Ma’ Hidden Kitchen Supper Club Milan (foto Dennis Valle)

Un progetto inizialmente concretizzatosi in due social dinner al mese e che oggi è una vera e propria rete di intrattenimento. Lele e Melissa infatti organizzano dai tre ai cinque eventi settimanali tra cene, aperitivi con spettacolo e bike tour, in collaborazione con Teatroxcasa, Anothermilan e Dudebike. La tipologia dei partecipanti a questi eventi è variegata anche se in maggior parte sono le donne le più curiose. A livello professionale i settori più coinvolti sono design, moda, comunicazione con un’età media che va dai 25 ai 45 anni. “È consigliabile conoscere l’inglese – aggiunge Lele – perché capita spesso che ci siano ospiti stranieri: nordeuropei, asiatici, statunitensi per la maggior parte.” Al sud la storia è un po’ diversa, più che coinvolgere designer ed esperti di comunicazione è un modo per creare degli spazi alternativi e mettere in rete una filiera del cibo buono. Anche qui partecipano stranieri, turisti più che altro, come spiegano i fratelli Elisa e Dario che hanno messo sù il loro Home Restaurant Napoli. In pratica condividono la tavola con i propri ospiti ma anche i fornelli con i cuochi in cerca di uno spazio per le cene. “Siamo soci Scec e promuoviamo

un’economia alternativa scambiandoci beni e servizi nella nostra comunità – dice Dario – in perfetta ottica di sharing economy. Lo Scec è come una moneta: ad esempio se il contributo ad una nostra cena è 20 euro noi effettuiamo uno sconto di 3 euro ai soci Scec. Questi 3 euro, quindi, mi vengono pagati con 3 Scec, che spenderò presso un esercente locale per rifornirmi di ciò di cui ho bisogno. Quindi una buona parte delle nostre materie prime arrivano dalle attività di altri soci Scec che sono produttori locali o negozi bio.” E il mondo della ristorazione come reagisce a queste novità? I più illuminati non battono ciglio, anzi alla professionalità aggiungono anche un tocco di modernità. Come nel progetto del Gagini Social Restaurant di Palermo, rinomato ristorante dove la cucina siciliana diventa una vera e propria esperienza sensoriale. Qui c’è la possibilità di accomodarsi ad una tavolata dedicata a chi ha voglia di conversare, conoscersi e confrontarsi. Una sorta di “aggiungi un posto a tavola” che trova spazio anche nella trasformazione del locale alla fine del pasto: un grande salone in cui gustare in amicizia distillati, vini da meditazione e sigari cubani. www.viedelgusto.it

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Benvenuti in Italia.

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tempo libero: occorre attrarre la loro attenzione, costruire un’attesa, mobilitarne l’entusiasmo. Per riuscirci è necessaria una narrazione dei luoghi adatta al loro sentire e una mediazione efficace che affidiamo ai GOVUT (Gustino, Olfat, Vistella, Udino, Tattone), i supereroi dei sensi che difendono il cibo buono e sano. Li abbiamo già incontrati nel numero precedente, dedicato a Fabriano, ma vale la pena approfondirne la conoscenza avvicinandoci a Spoleto, la bellissima città umbra che racconteremo nelle pagine successive. Per stimolare e facilitare la “complicità” dei genitori vale la pena riflettere su alcune caratteristiche dei GOVUT, così che mamme e papà possano giocare di sponda con loro in un percorso turistico davvero vissuto con lo sguardo dei bambini e in cui l’esperienza del cibo diventa il collante di un’esperienza intensa e completa. Iniziamo da Gustino. E’ un folletto molto attivo. Incarna la curiosità e il desiderio di conoscenza ed è disposto ad assaggiare tutto e a conoscere ogni cosa senza pregiudizi, con equilibrio, buon gusto, curiosità e sperimentazione. Lo gnomo Olfat vive nei boschi e custodisce tesori. L’olfatto è un tesoro nascosto perché allenare il naso alla consapevolezza degli odori significa stimolare l’intuito, l’investigazione e il gusto della scoperta. La fata Vistella possiede la magia della vista: sa cogliere i particolari nascosti, prestare attenzione a ciò che la circonda. Le sue parole d’ordine sono osservazione, memorizzazione, visione, focalizzazione e memoria.

Udino è un elfo con l’udito molto sviluppato. L’udito è capacità di ascoltare, comprendere, apprendere il valore delle parole e le emozioni che trasmettono, che sono importanti anche nel cibo, perché riescono a raccontarlo e a stimolare aspettative. Per concludere troviamo Tattone, creatura ruvida ma benevola che incarna il tatto e percepisce la fisicità delle cose: se sono dure o molli, consistenti o fragili, calde o fredde. Nelle pagine successive il racconto delle bellezze di Spoleto sarà arricchito dalla presenza di questi supereroi, un modo per attrarre i bambini e per far sentire loro una vicinanza aggiuntiva e particolare con questa splendida città dell’Umbria. Trovare una nuova via del gusto junior e percorrerla assieme ai bambini e ai loro eroi è un modo per emozionare e coinvolgere tutta la famiglia, che è poi il vero desiderio di queste pagine.

foto di: Domenico Carbone

Eccoci di nuovo con Vie del Gusto Junior, l’appuntamento dedicato al turismo delle famiglie e ai percorsi di conoscenza di luoghi e territori che possono dare stimoli e sensazioni importanti ai bambini. La rubrica si basa su un approccio nuovo: considerare i bambini i veri protagonisti delle scelte turistiche, dei luoghi da visitare e delle specificità enogastronomiche da degustare. La sfida è quella di farlo costruendo una comunicazione calda tra genitori e figli e operando affinché il turismo family friendly diventi un’esperienza sensoriale capace di incidere e lasciare il segno dell’entusiasmo nella memoria della famiglia e nel ricordo dei bambini. Per animare l’entusiasmo dei bambini, a volte, non è sufficiente partire e raggiungere una meta di vacanza né prospettare qualche ora o qualche giorno di


Spoleto, il Ducato dei Due Mondi Spoleto è uno dei centri artistici e culturali più belli e importanti d’Italia; un vero tesoro di emozioni per chi decide di farci un salto e molto adatto ai bambini perché ricco di storia e di suggestioni naturali e sensoriali che restano impresse nella memoria. La prima emozione la possiamo “spendere” lungo la via Flaminia. Giusto qualche chilometro prima di Spoleto, provenendo da Roma, bisogna aguzzare gli occhi, come farebbe la fata Vistella, e cercare una deviazione che conduce a una località con meno di cento anime: Strettura. In questo borgo si produce da secoli un pane rinomato – il Pane di Strettura – cotto in forni di mattoni infuocati da fascine della macchia appenninica e caratterizzato da un aroma particolare che stimola naso e palato dei grandi e dei bambini, aiutati in questa esperienza dalla sapienza di Olfat e Gustino. Dopo questa deviazione si può riprendere la via Flaminia e preparare i bambini perché Vistella regala un’appassionante esperienza visiva: l’improvvisa apparizione della Rocca Albornoz sulla sommità del colle sant’Elia che sovrasta Spoleto e del Ponte delle Torri, una poderosa costruzione medievale, alta 80 metri e lunga 230, che serviva per portare in città l’acqua delle sorgenti del Monteluco.

foto di: Nicoletta Di Cicco Pucci

Osservandola da lontano la Rocca sembra giungere da un cartone animato e anche il percorso per raggiungerla non risparmia stimoli creativi, visivi e panoramici. La Rocca – fatta costruire da Papa Innocenzo VI per affermare il potere della Chiesa nell’Italia centrale, dopo il ritorno da Avignone – è stata utilizzata come carcere e dal 2007 è la sede del Museo del Ducato di Spoleto. Ma riprendiamo la strada perché stavolta ad apparire di colpo è proprio Spoleto vista dalla sua sommità, dato che si adagia su colle sant’Elia per scendere, a valle, fino al torrente Tesfoto di: Massimo Menghini

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sino. Arrivando da Roma si può costeggiare la città cogliendone il profilo medievale tipicamente compatto, le costruzioni affastellate e la sequenza di tetti interrotta dal campanile della bellissima chiesa di Santa Maria Assunta, duomo della città, dove si possono ammirare alcuni affreschi del grande pittore Filippo Lippi. Giungere a destinazione e visitare Spoleto assieme ai bambini è come entrare in un grande libro di storia, accompagnati dai racconti di Udino e dalle meraviglie visive di Vistella. A Spoleto troviamo vestigia romane come il Teatro Romano del I° secolo a.C – tuttora utilizzato per alcuni spettacoli, in particolare durante il Festival dei Due Mondi, che si svolge dall’ultimo venerdì di giugno alla seconda domenica di luglio – l’Arco di Druso e Germanico eretto nel 23 d.C., la Casa Romana del I° secolo d.C., probabile residenza di Vespasia Polla, madre di Vespasiano; Porta Fuga, sorta su un antico varco della cinta muraria di epoca romana, deve invece il suo nome all’episodio del 217 a.C., quando gli abitanti di Spoleto costrinsero Annibale alla fuga. La fortuna di Spoleto è proseguita



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