J2493_PROTOCOLLO REALE

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Care amiche, il 2013 si apre con una bellissima novità:

completamente rinnovato. Ancora più bello, ancora più conveniente e naturalmente ancora più romantico. Ogni mese, appuntamento con 4 titoli singoli, tutti diversi ma tutti pronti ad emozionarvi.

Ogni amore ha una storia, ogni storia un lieto fine. … e il vostro lieto fine, lo trovate in JOLLY. Buona lettura!


IL PRINCIPATO DI AMBRIA: la saga dei DeAngelis

Il Principato di Ambria è un piccolo regno che nel passato ha dovuto subire un vero e proprio colpo di stato. I legittimi regnanti, i DeAngelis, sono stati spodestati dalla famiglia dei Granvilli. Il re e la regina sono stati uccisi, i figli, ancora piccoli, della reale coppia, invece, con l'aiuto dei pochi sudditi leali sono stati fatti scappare sotto mentite spoglie e dati in adozione a famiglie fuori dal regno. La resistenza ha aspettato che i ragazzi crescessero prima di rivelare loro chi fossero realmente e quale ruolo dovessero, per nascita, ricoprire nel principato. I primi tre romanzi della saga, usciti nel 2011: Un principe in fuga, Una sorpresa per il principe e Il principe tradito, ci hanno fatto conoscere David Dykstra, Joe Tanner e Monte DeAngelis. Ora è venuto il momento di incontrare anche gli altri tre fratelli: Kim Guilder, Mikal Marten e Max Arragen. Così la famiglia sarà al completo e niente e nessuno riuscirà più a dividerla.


Raye Morgan

PROTOCOLLO REALE


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Taming the Lost Prince Harlequin Mills & Boon Romance © 2012 Helen Conrad Traduzione di Carlotta Picasso Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly gennaio 2013 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2012 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2493 del 29/01/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Il principe Max si sporse oltre la ringhiera di ferro battuto del balcone che si affacciava sull'ampio giardino del castello. Una pioggerella fitta e sottile rendeva lucida ogni superficie e il prato sottostante brillava di un verde intenso. Indifferente alle gocce d'acqua che gl'imperlavano la fronte, si domandò che cosa sarebbe successo se si fosse buttato di sotto. Troppo tardi. Qualche settimana prima avrebbe avuto il coraggio di porre fine alla sua vita con un gesto plateale e a nessuno sarebbe importato. Ma adesso il suo nuovo ruolo gl'imponeva delle responsabilità e la gente riponeva in lui grandi aspettative. Eppure la tentazione di lanciarsi nel vuoto e di volare era forte. Doveva solo spiegare le ali e abbandonarsi alla corrente, ma in quel modo sarebbe precipitato in pochi secondi. Sapeva che cosa significava solcare i cieli. Aveva volato su dei vecchi velivoli che erano stati usati in guerra e pilotare era l'unica cosa che era in grado di fare. Non avrebbe sfidato il destino, lanciandosi di sotto a corpo morto. Sarebbe stato un suicidio premeditato. 5


Sospirando, rigirò tra le dita la piuma di pavone che aveva trovato nel giardino del castello. Aprì la mano e ci soffiò sopra. «Vola e sii libera» sussurrò, osservando il lungo e tortuoso percorso che l'avrebbe portata al suolo. «Vai, piccola. Fai il tuo dovere» la incitò, mentre la piuma si avvitava in una stretta spirale prima di adagiarsi per terra. Aveva compiuto il suo breve volo ed era atterrata incolume. «Ehi!» una sdolcinata voce femminile lo distolse dai suoi pensieri. «Non sporgerti in quel modo. Rischi di cadere di sotto.» Lui chiuse gli occhi per un momento. «Stai bene?» domandò la donna. Max si voltò lentamente, chiedendosi se la sua interlocutrice sapesse chi aveva di fronte. Forse no. Era vestito in modo sportivo, non da sera, ma ricordò di averla già vista e qualcosa nel suo sguardo gli parve familiare. Si riscosse dai suoi pensieri e la scrutò con maggiore attenzione. Conosceva la procedura. Poteva rivolgerle un piccolo cenno del capo e andarsene, oppure sorriderle in modo accattivante e dirle che era pronto e seguirla. La vita era breve e andava vissuta. Per quanto tempo ancora sarebbe stato libero di seguire le proprie inclinazioni? «Sì, sto bene» rispose dopo un po', accompagnando le sue parole con un sorriso. «Sei tutto bagnato» osservò lei con civetteria. Lui annuì, poi scosse la testa spargendo un ventaglio di schizzi. «Faresti meglio a venire da me ad asciugarti» gli suggerì la ragazza ammiccando. «Da te?» 6


«Sì, la mia camera si trova proprio su questo piano. Non vorrai prenderti un raffreddore!» Max sembrò riflettere, poi l'avvolse in uno sguardo che non tralasciò nulla. Prese nota delle sue forme, dell'esiguità della vita, ammirò il rosso fuoco dei suoi capelli, la linea morbida delle sue labbra. Sapeva di essere insolente, ma sapeva anche che quella ragazza era il tipo di donna a cui piaceva essere guardata in quel modo. «Sì, in fondo perché non dovrei accettare il tuo invito?» Max non aveva voglia di raggiungere gli altri reali al ballo che la regina aveva organizzato in grande stile. Qualche ora in compagnia di quella ragazza l'avrebbe aiutato a sbarazzarsi del malumore. «Sei un angelo della misericordia, non è vero? Sempre pronta ad aiutare qualcuno in difficoltà?» «Non proprio» rispose lei con un luccichio malizioso negli occhi. «Sono piuttosto selettiva.» Lui aggrottò la fronte. «Vuol dire che io ho superato l'esame?» «Oh, sì» confermò la ragazza, dilatando gli occhi. «Ne sono onorato.» Lei sorrise e gli fece strada. La regina Pellea raggiunse Kayla Mandrake nel suo ufficio. «E lui dov'è?» domandò irata. Kayla si alzò di scatto dalla scrivania, scuotendo la testa. «Non l'ho visto. Credevo che fosse con lei...» Pellea strinse le mani intorno allo schienale della sedia con tanta forza da sbiancare le nocche. «Avrebbe dovuto. Gli erano state date delle istruzioni e come 7


al solito le ha disattese. Lo aspettano tutti nella sala da ballo.» «Potrei fare un annuncio al microfono» suggerì lei. «Oh, Kayla... Sei stata a Parigi per poco tempo, ma non hai idea di quello che nel frattempo è successo qui. Quel ragazzo mi sta facendo impazzire.» Lei trattenne un sorriso. Max faceva perdere la testa a chiunque. «Si calmerà» azzardò senza convinzione. «Una volta che capirà come funzionano le cose» aggiunse. «Ne dubito. Più si renderà conto di come è organizzata la vita al castello e più si farà beffe delle regole. Devi rintracciarlo al più presto» sbuffò Pellea, impaziente. Indossava uno splendido abito di seta blu ricamato in oro, aderente, senza spalline, lungo fino alle caviglie intorno alle quali il tessuto si muoveva sinuoso a ogni passo. Al suo confronto, con una semplice gonna e un maglioncino, Kayla si sentì trasandata. «Spero tu sia pronta a ucciderlo appena lo troverai» dichiarò in tono drammatico Pellea. «Vostra Maestà...» tentò lei di calmarla, cercando qualcosa da dire che giustificasse il comportamento di Max. «Non dire una parola» le intimò la regina, sollevando una mano. «Voglio che il principe Maximillian si presenti davanti a me. Devo punirlo per il suo atteggiamento scanzonato e irriverente. Voglio la sua testa su un piatto d'argento. Ho reso l'idea?» Kayla annuì, soffocando un sorriso. Pellea era fuori di sé ma quel ragazzo non avrebbe mai smesso di farla arrabbiare. «Sì, Vostra Maestà. Farò del mio meglio.» 8


«Allora trovalo e in fretta!» La regina le voltò le spalle e sparì, veloce come il vento. La sua assistente respirò a fondo. Come e dove avrebbe scovato quel principe ribelle che non voleva essere rintracciato? Max era uno spirito libero. Difficile mettergli le briglie al collo. Non seguiva mai le regole, agiva di testa propria, assecondando il suo istinto. A volte era davvero irritante, ma a lui si perdonava sempre tutto. Era l'uomo più affascinante che Kayla avesse mai conosciuto e l'idea di rivederlo le faceva tremare le gambe. Come poteva lavorare in quelle condizioni con le tempie che le pulsavano e il pensiero rivolto a lui? Cominciò facendo qualche telefonata. Le guardie erano sparse ovunque, così come le telecamere a circuito chiuso. Se Max non aveva lasciato il castello, qualcuno doveva averlo visto. Finalmente trovò l'indizio che cercava. «Grazie. Avrei dovuto immaginarlo» mormorò lei. Uscì dal suo ufficio e s'incamminò verso la camera della ragazza dai capelli rossi che lo aveva adescato con facilità. Ma una volta salita in ascensore, il suo cuore cominciò a battere all'impazzata. Come avrebbe dovuto comportarsi? Bussare alla porta e interrompere un idillio appena sbocciato? «Accidenti a te, Max!» Pensò all'ultima volta che lo aveva visto. Erano passati due anni ormai e lo ricordava abbronzato, con i capelli scarmigliati e gli occhi tristi. Quella notte avevano vissuto una tragedia che aveva colpito tutti. Le porte dell'ascensore si aprirono silenziose e con 9


il cuore in gola e la testa ovattata, si fermò a pochi passi dalla porta. Il suo cellulare squillò in quel momento. Era Pellea. «Sì?» rispose subito. «Lo hai trovato?» «So dove si trova e stavo giusto per...» «Fai attenzione. Se c'è un balcone, salterà di sotto.» Kayla sussultò. «Non penserà che voglia suicidarsi?» «Per l'amore del cielo, no! Ama sfidare la morte per il semplice gusto di sentire la scossa di adrenalina, quel brivido che ti fa sentire vivo, ma non credo sia disposto a un tale sacrificio. Quando si sente braccato, fugge. La settimana scorsa tutti i principi si sono riuniti nello chalet di montagna per conoscersi meglio, ma Max ha pensato bene di fare di testa propria. È andato sulla motoslitta con le due figlie del responsabile dello chalet e non è più tornato.» «Oh!» «E il giorno seguente non si è nemmeno scusato. Pensava di risolvere tutto offrendo uno dei suoi sorrisi affascinanti.» «Capisco» mormorò Kayla a disagio di fronte allo sfogo della regina. Una parte di lei avrebbe voluto difenderlo, ma il suo comportamento non aveva scusanti. «L'altra sera eravamo a cena con l'ambasciatore italiano per siglare un accordo e Max non si è presentato. La sua giustificazione? Vuoi ridere? Ha detto di essere stato intrattenuto in un pub per giudicare una gara di karaoke e di aver perso la cognizione del tempo.» «Accidenti!» «Perciò... non perdere di vista il balcone. Potrebbe 10


annodare una cima alla balaustra e fingere che sia una liana. Non lasciartelo scappare.» «Non lo farò» confermò Kayla, sperando di essere risoluta. Pellea sospirò. «Dimmi esattamente dove ti trovi. Ti manderò un paio di guardie per darti una mano.» «Darmi una mano?» «Per essere sicuri che non scappi di nuovo. Se necessario lo legherete e lo trascinerete qui.» Non sarebbe stato facile. Quella faccenda si stava trasformando in un incubo. Kayla fissò la porta dell'appartamento. Le avevano detto che Max si era appartato insieme a una donna. Non era in quel modo che aveva immaginato il loro primo incontro. «Lo devi cogliere di sorpresa. Non lasciarti scoraggiare» la esortò Pellea. Lei inorridì al pensiero della scenetta che le si sarebbe parata davanti agli occhi. «Vuole dire che devo piombare nella stanza senza bussare?» «Sarebbe meglio. L'importante è che lui non fugga di nuovo. Chiamami quando sarete insieme.» «Sì, Maestà. Certamente.» Kayla riagganciò nel momento stesso in cui la raggiunsero le due guardie del corpo. «Sergente Marander al suo servizio, signora. Questo è il passe-partout.» Lei si morse le labbra. «Possiamo bussare prima?» Lo sguardo del sergente era di ghiaccio. «Temo di no, signora. La regina si è raccomandata di sorprenderlo. Teme che lui...» «Scappi, buttandosi giù dal balcone. Sì, lo so.» Il sergente la fissò aggrottando la fronte. «Mi scusi, signorina. Le istruzioni della regina non sono da pren11


dere alla leggera. Sono ordini» precisò. Kayla inspirò a fondo. «D'accordo» acconsentì, raddrizzando le spalle e avvicinandosi alla porta. «Eccoci.» Chiuse gli occhi e girò la chiave nella serratura, facendo ruotare la porta sui cardini. «Max?» lo chiamò, senza osare guardare all'interno. «Sei qui?» Ci fu un attimo di sbigottimento, poi una voce profonda urlò il suo nome. «Kayla! Che cosa ci fai qui?» La ragazza tirò indietro la testa. Max era pochi passi da lei, completamente vestito. «Oh, Max» sussultò, ridendo nervosa. «Non riesco a credere che sia davvero tu» mormorò, finendo tra le sue braccia. Lui la strinse con forza, le baciò le guance e le labbra, poi la scostò per guardarla. «Sei uno splendore. Quanti anni sono passati? Due?» Lei annuì, la testa le girava vorticosamente. Max era ancora il ragazzo più bello che avesse mai conosciuto, muscoloso, affascinante, dal sorriso contagioso. Una splendida canaglia, dagli occhi azzurri luminosi come due fari, circondati da ciglia lunghe e scure. Era esattamente come lo ricordava. Vederlo in quel momento le fece capire quanto le fosse mancato! «Allora! Che cosa ci fai qui?» insistette lui. «Sono venuta per... per arrestarti» rispose lei a disagio. «Arrestarmi?» Max lanciò un'occhiata alle due guardie che attendevano dietro di lei. «Che cosa ho fatto per meritarmi una tale punizione?» «Oh, Max! Perché per una volta tanto non ti comporti come si deve?» gli chiese lei esasperata. 12


«Kayla, tesoro mio, sai che non so come si fa» scherzò lui, visibilmente contento di rivederla. Gli era bastata un'occhiata per essere catapultato indietro nel tempo, a due anni prima, quando avevano vissuto lungo la costa e la sera si ritrovavano seduti all'aperto, accarezzati dalla brezza mite e dagli ultimi raggi del sole, mentre ascoltavano suggestive canzoni locali e sorseggiavano qualche bevanda fresca. Non aveva dimenticato niente, le cose brutte e quelle belle. Rivedere Kayla fu una vera gioia, come sempre del resto. «Ti presento Kayla» mormorò lui alla ragazza rossa alle sue spalle che la scrutava in silenzio, spaventata forse dalla presenza delle guardie del castello che erano entrate nel suo appartamento. «Suo marito è stato uno dei miei migliori amici. Volavamo insieme.» «È un piacere conoscerti, Kayla.» «Altrettanto» replicò lei, abbozzando un sorriso. Max si accorse del suo disagio. Era comprensibile che lei pensasse di aver interrotto un momento romantico. Anche se la ragazza dai capelli rossi si era mostrata disponibile nei suoi confronti, lui non aveva ceduto al suo gioco di seduzione. Era stato cortese, aveva chiacchierato del più e del meno, bevuto un drink e arginato i suoi tentativi di avvicinamento. Si era affacciato alla finestra a guardare le stelle che risplendevano nel cielo color inchiostro e aveva ascoltato la musica che proveniva dalla sala da ballo sottostante, perso nei suoi pensieri. Prima che potesse spiegare alla sua vecchia amica il senso di quella fuga, le due guardie lo ammanettarono. «Che diavolo fate?» domandò, accigliandosi. «Signore... Si consideri sotto la custodia delle guar13


die del castello» dichiarò il sergente. Max strabuzzò gli occhi. Non potevano mettergli le manette. Che scherzo di pessimo gusto! Pensò subito a un modo per liberarsene, ma il suo sguardo incrociò quello di Kayla e ci ripensò. La sua immagine l'aveva perseguitato per due anni. Ricordava nei minimi dettagli il suo viso dai lineamenti delicati, gli occhi scuri e intensi, i capelli folti, le labbra sensuali... Sfuggire alle guardie significava allontanarsi ancora una volta da lei e non voleva. Ora che l'aveva ritrovata non voleva perderla. Aveva bisogno di parlarle. C'erano delle questioni insolute tra loro e non potevano restare sospese ancora a lungo. Se fosse riuscito a stimolare i suoi ricordi, forse sarebbe riuscito a scacciare i demoni che lo tenevano sveglio la notte. «Per favore, Max» mormorò lei, posandogli una mano sul braccio. «È importante per la regina Pellea che tu vada al ballo.» Lui sorrise. «È quello che desidero» mentì senza pudore. «E ora che sei qui, ho qualcuno con cui ballare.» «Oh, non alluderai a me? Non posso venire al ballo con te. Ti è permesso danzare solo con donne del tuo rango.» Max la fissò. «Ne sei sicura? Non puoi rifiutare l'offerta di un principe. E se ho capito bene lavori per la famiglia reale, non è così?» Kayla annuì. «Sì. Conosco la regina da quando eravamo due bambine e il marito di mia sorella è una guardia del castello. Quando Pellea mi ha offerto questo lavoro, l'ho accettato immediatamente. Mi piace molto e non voglio rischiare di perderlo.» 14


Come era cambiata quella ragazza che aveva conosciuto a Trialta, pensò. Aveva creduto che fosse uno spirito libero, una vagabonda in cerca di emozioni forti, ma adesso sembrava molto seria e posata, rispettosa delle regole, timorosa di commettere un passo falso. «Almeno... accompagnami fino alla sala da ballo» mormorò Max dopo un breve silenzio. «Però vorrei arrivarci senza manette, se possibile.» Detestava le imposizioni, ma sapeva di non avere scelta. Kayla indugiò con lo sguardo sui suoi polsi, poi affondò gli occhi in quelli di lui. «D'accordo» sospirò, chiedendosi se valesse la pena correre quel rischio. «Liberatelo» intimò alle guardie. «Ma... signorina.» «Mi assumo ogni responsabilità. Se scappa, dichiarerò alla regina che è stata solo colpa mia.» Il sergente scrollò le spalle e obbedì. Max ruotò i polsi e lanciò un'occhiata al balcone. Avrebbe potuto raggiungerlo con due balzi e in pochi secondi guadagnare la libertà. Aveva predisposto tutto. Perché allora tentennava, sapendo quello che lo attendeva?

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2490 - Vietato amarti di L. Banks Philippa Devereaux è la più giovane delle sorelle della famiglia regnante a Chantaine. Lei è una ragazza molto tranquilla che non ha mai deluso la sua famiglia. Le cose cambiano quando Pippa incontra l'affascinante e tenebroso Nic Lafitte. Primo appuntamento con STIRPE REALE. 2491 - Abito bianco in agenda di N. Marsh Gemma Shultz non può permettere a quella società costruttrice di distruggere delle spiagge incontaminate. L'unico modo per farsi ascoltare è incatenarsi, perché di legarsi all'affascinante imprenditore Rory Devlin non ci pensa proprio! SIGNORE E SIGNORI IL MATRIMONIO È SERVITO! 2492 - Milionario da prima pagina di L. Fielding Claire Thackeray è euforica: sta per scrivere il pezzo che le svolterà la vita. La proprietà in cui vive da sempre sarà venduta, ma nessuno ancora lo sa. Hal North, il ragazzo ribelle che le ha rubato il cuore di adolescente, è l'acquirente. Claire avrà così lo scoop e anche lui. 2493 - Protocollo reale di R. Morgan Max Arragen è l'ultimo principe di Ambria. Non avendo mai ricoperto quel ruolo, viene affiancato dalla dolce e preparata Kayla Mandrake, con la quale lui ha trascorso un'unica notte di passione. Kayla lo riconoscerà? Ultimo appuntamento con il PRINCIPATO DI AMBRIA.


2494 - Fidanzamento a palazzo di L. Banks Coco è senza parole: lei è una principessa! E i suoi fratelli e sorelle la invitano al castello di Chantaine per conoscersi. Accettare o no? Benjamin, il suo affascinante capo, sarà il suo finto fidanzato. Secondo e ultimo appuntamento con STIRPE REALE. 2495 - Un'isola per amare di L. Gordon Darius Falcon ha perso tutto, tranne quell'isola nel Canale della Manica e in più vi ha trovato anche la bella Harriett con il suo cane, che scorrazza sulla sua spiaggia privata. Mandarli via? Niente affatto! Primo appuntamento con i FRATELLI FALCON. 2496 - Una romantica eccezione di M. James Per Rachel quello chalet è perfetto per ritrovare se stessa. Lo pensa anche il proprietario del lussuoso albergo, il bell'Armand, che per quella donna così affascinante potrebbe infrangere la sua regola d'oro: mai farsi coinvolgere troppo da una cliente. 2497 - Baci dopo il lavoro di L. Ashton Sophie ha ricevuto una proposta molto interessante da un emerito sconosciuto, l'enigmatico e intrigante Dan. Lui sarà il suo fidanzato al matrimonio della sua amica e lei, in cambio, lavorerà nel suo locale per qualche sera a settimana. Accettare? Ma certo!

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