Il mal di stomaco

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anche lo stomaco, che si fa portavoce dei nostri disagi con i disturbi psicosomatici più diffusi: gastrite, nausea, ulcera, reflusso. Il mal di stomaco e la digestione difficile sono spesso legati allo stress accumulato, alla rabbia inespressa, al fatto di non poter manifestare apertamente le proprie emozioni. Per la salute del nostro apparato digerente è importante dunque non solo una corretta alimentazione, ma anche imparare a esprimere se stessi. In questo libro spieghiamo come farlo, con esercizi e consigli che aiutano a spegnere i bruciori gastrici che hanno un’origine psicologica.

LA LETTURA PSICOSOMATICA DEGLI ORGANI

a “mandare giù” un problema, ne risente

LO STOMACO

o una situazione, se non ce la facciamo

LA LETTURA PSICOSOMATICA DEGLI ORGANI

Se non riusciamo a “digerire” una persona

LA LETTURA PSICOSOMATICA DEGLI ORGANI

RIZA GASTRITE • ULCERA • REFLUSSO • NAUSEA

IL MAL DI STOMACO QUANDO NASCE DALLO STRESS I disturbi digestivi dipendono spesso da rapporti conflittuali con chi ci circonda • Reflusso: c’è qualcosa che non riesci a mandar giù

• Acidità: è dovuta alla rabbia repressa

• Nausea: quando qualcosa ci disgusta e non abbiamo il coraggio di dirlo

• Difficoltà a digerire: sopportiamo troppo le cose che non ci vanno

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RIZA

Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

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IL MAL DI STOMACO QUANDO NASCE DALLO STRESS I disturbi digestivi dipendono spesso da rapporti conflittuali con chi ci circonda

RIZA


Il mal di stomaco Testi a cura di Patrizia Peri Editing: Giuseppe Maffeis Grafica di copertina: Roberta Marcante Immagine di copertina: Alberto Ruggieri Foto: 123rf, Fotolia © 2016 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.


Sommario Introduzione Digerire il mondo e le emozioni ............................................................. 7 Capitolo 1 Fisiologia e interpretazione psicosomatica .......................................................... 11 Capitolo 2 L’origine dei disturbi gastrici ................................................ 31 Capitolo 3 Come garantire il benessere dello stomaco ................................. 111



Introduzione

Digerire il mondo e le emozioni Lo stomaco non è solamente un “deposito” che accoglie i cibi, è anche un organo attivo e selettivo, un vero e proprio laboratorio chimico, nel quale la materia che ingeriamo viene scomposta per liberare da essa l’essenza, che per il nostro corpo significa l’energia e i materiali necessari a “costruire” organi e tessuti o per ripararli e rinnovarli. Perché digerire non vuol dire solo trasformare il cibo in sostanze nutritive pronte ad essere assorbite e distribuite nel corpo ma, in un’ottica più ampia, significa trasformare la materia grezza in energia: passare dallo spesso al sottile, come direbbe un alchimista. Digerire vuol dire prendere e dare, in quanto il processo che inizia portando il cibo alla bocca ha come esito finale l’espulsione degli scarti che non servono al corpo. In altre parole, digerire significa fare una cernita tra ciò che ci fa bene e ciò che non ci serve. 7


Introduzione

Questo vale non solo per il corpo, ma anche per la psiche. Non sorprende, quindi, che le malattie psicosomatiche più diffuse riguardino proprio l’apparato digerente. Si stima, infatti, che circa il 40% dei disturbi che riguardano la digestione (acidità, nausea, gastrite, ulcera) siano collegati ad aspetti emotivi. I disturbi digestivi, così come le patologie infiammatorie dell’apparato digerente, sono tra le prime malattie per le quali è stata riconosciuta un’origine psicosomatica. L’associazione tra gastrite o ulcera e stress, infatti, è ormai accertata, gli esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che le cavie, sottoposte a stimoli avversi inevitabili, sviluppano delle lesioni gastriche. La comparsa di disturbi digestivi avviene spesso anche in concomitanza di eventi o di cambiamenti percepiti come traumatici. In un’ottica psicosomatica, ciò che avviene nel corpo altro non è che la versione più materiale e fisica di ciò che avviene a livello più “sottile” nel cervello. Se lo stomaco non lavora bene, se soffre di acidità o altri malesseri, le cause vanno ricercate non solo nei fattori fisici locali ma anche in aspetti generali che riguardano l’insieme corpo-mente.

Lo stomaco sente le tensioni Il mal di stomaco e la digestione difficile sono spesso connessi a un rapporto conflittuale, tortuoso, frustrante con l’ambiente esterno. Lo testimonia anche il linguaggio che usiamo quotidianamente, intriso di espressioni che rimandano allo 8


Digerire il mondo e le emozioni

stomaco. Ad esempio, quando dobbiamo affrontare una prova importante sentiamo di avere “lo stomaco chiuso”, così come percepiamo “un peso sullo stomaco”, quando non abbiamo la coscienza a posto. In molti casi sull’apparato digerente si riflette anche la frustrazione per il fatto di non riuscire ad affermare le proprie esigenze, per l’incapacità di far valere la propria autonomia nei confronti delle persone che sono attorno a noi. In quest’ottica, i disturbi gastroenterici nascono dalla difficoltà a digerire esperienze “pesanti” e rapporti interpersonali “indigesti”. Digerire bene, in questo senso, vuol dire riuscire a incorporare in noi il mondo esterno senza subirne conseguenze dannose. Da queste considerazioni emerge il fatto che a influenzare il processo digestivo non è solamente la scelta degli alimenti giusti, ma è anche il nostro modo di entrare in contatto con tutto ciò che ci nutre e ci circonda, anche a livello simbolico. In particolare, lo stomaco è il contenitore su cui si riverberano alcune emozioni non vissute e non manifestate: rabbia inespressa, rimpianti, sensi di colpa e paure zittite; questi sono fattori irritanti e pericolosi per la mucosa gastrica. Ma attenzione: uno stomaco sensibile, facile a infiammarsi, non è un nemico, ma un “informatore”, perché ci segnala che qualcosa non va nel modo di affrontare la vita e di valorizzare la nostra unicità; la consapevolezza delle origini del disturbo può avviare la presa di coscienza delle nostre esigenze più profonde, un passo fondamentale per il nostro benessere, che ci può liberare anche dai disturbi dello stomaco. 9



Capitolo 1

Fisiologia e interpretazione psicosomatica Lo stomaco è l’organo che maggiormente risente dei rapporti difficili con le persone e con le situazioni: lo stress ostacola la digestione, le emozioni trattenute “bruciano” dentro di noi e facilitano gastrite e ulcera; ciò che proprio non mandiamo giù ci provoca nausea e reflusso gastroesofageo


Capitolo 1

Lo stomaco: com’è fatto e le sue funzioni Lo stomaco è l’organo principale della digestione. È situato nella parte sinistra della zona superiore dell’addome ed è collegato in alto con l’esofago, che scende lungo la gola, fino all’imboccatura dello stomaco, attraverso la sezione chiamata “cardias”; la parte terminale dello stomaco, nella parte inferiore, è collegata con il primo tratto dell’intestino tenue, il duodeno. Lo stomaco è lungo circa 25-28 cm, largo 10-12 cm e ha una forma a “j”, ma è un organo elastico, che cambia forma e dimensioni a seconda del cibo che contiene e che trasporta; può dilatarsi fino a raggiungere una capienza di 4 litri. Lo strato più esterno è costituito dalla tonaca sierosa, il rivestimento che avvolge completamente l’organo. Procedendo verso l’interno troviamo la tonaca muscolare, uno strato di muscoli che, contraendosi, permette il rimescolamento del cibo. La parete più interna dello stomaco, invece, è rivestita dalla mucosa gastrica, che crea l’ambiente acido necessario alla digestione. Infatti in questa zona sono presenti le ghiandole che producono i succhi gastrici, sostanze composte da enzimi, muco e acido cloridrico, capaci di “aggredire” i cibi e procedere dunque alla digestione. L’eccesso di acido cloridrico, però, è anche la causa scatenante di molte patologie (come la gastrite): ciò avviene in particolare quando una sostanza prodotta 12


Fisiologia e interpretazione psicosomatica

dallo stomaco, la mucina, non è più in grado di proteggere le pareti dell’organo dall’aggressività dell’acido stesso. Quando il cibo è stato immagazzinato al suo interno, lo stomaco si contrae, producendo dei movimenti chiamati “onde peristaltiche”. In alcuni punti, le pareti dello stomaco si stringono fino ad assumere un calibro di pochi millimetri e, di conseguenza, il cibo viene letteralmente “tritato”. Nell’ultima fase, invece, gli acidi e gli enzimi presenti sulle pareti gastriche cominciano a dividere le molecole di cibo, trasformandole in sostanze utili per il corpo. È solo all’interno dell’intestino, però, che si completa il processo digestivo. Le nostre pareti intestinali, infatti, assorbono la maggior parte delle sostanze prodotte dalla digestione, immettendole poi nella circolazione sanguigna.

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Capitolo 1

La funzione principale dello stomaco, dunque, è quella di scomporre le molecole contenute negli alimenti ingeriti: in questo modo il cibo viene “semplificato” e preparato per essere assorbito dall’intestino tenue. I succhi gastrici e gli enzimi avviano la trasformazione dei grassi e delle proteine suddividendoli in sostanze molto più semplici. La digestione dei carboidrati all’interno dello stomaco è invece limitata perché l’ambiente di questo organo è fortemente acido, mentre per scomporre i carboidrati è necessario un ambiente basico. In un tempo massimo di quattro ore, l’organo trasforma totalmente il cibo solido proveniente dall’esofago, riducendolo a una sostanza semifluida che viene inviata verso il nostro intestino.

Come avviene il processo digestivo La prima tappa della digestione avviene nella bocca, dove gli alimenti vengono sminuzzati dai denti e umidificati contemporaneamente dalla saliva, fino a diventare una poltiglia chiamata “bolo”. La saliva ricopre un ruolo molto importante, dato che è ricca di enzimi digestivi, i quali aiutano a scindere il cibo in componenti più piccoli e assimilabili (cioè utilizzabili dal nostro organismo). In particolare nella bocca entra in funzione un enzima, chiamato ptialina, che serve a scomporre i carboidrati in zuccheri più semplici. Anche per questo motivo, una masticazione lenta, che spezzetta i cibi e 14


Fisiologia e interpretazione psicosomatica

prolunga la loro permanenza in bocca, rende più facile la digestione. Attraverso l’esofago, il bolo raggiunge lo stomaco, un ambiente estremamente acido, in cui il cibo è scomposto e trasformato. Il bolo, che in questa fase viene chiamato chimo, rimane nello stomaco per un periodo che varia dalle due alle quattro ore, durante le quali subisce numerose trasformazioni chimiche grazie all’azione dei succhi gastrici e degli enzimi. Il passaggio successivo prevede poi il trasferimento dei cibi semidigeriti dallo stomaco all’intestino, dove le sostanze nutritive vengono assorbite. In particolare, nella prima parte del tratto intestinale (chiamato intestino tenue) si completa la “digestione” delle sostanze nutritive contenute nei cibi, che vengono ridotte alle componenti di base e quindi assimilate dal nostro organismo, passando nel sangue attraverso la parete intestinale. Nell’intestino crasso, che è la seconda porzione del canale intestinale, la digestione prosegue con il riassorbimento dell’acqua e dei sali minerali. Dopo l’assorbimento, la massa alimentare che non è stata digerita, viene spinta verso il retto grazie ai movimenti peristaltici dei muscoli enterici. Durante il passaggio, il chimo si trasforma in feci ed è pronto per essere eliminato. Tutto il processo di digestione ha tempi che variano molto da persona a persona e in base agli alimenti che sono stati ingeriti, al tipo di cottura e alle combinazioni alimentari. L’accostamento di cibi con esigenze digestive diverse, infatti, disturba il “lavoro” dello stomaco e dell’intestino e ne prolunga la durata. 15


Capitolo 1

Significato dello stomaco a livello simbolico Lo stomaco è la fucina che fornisce quotidianamente nutrimento vitale per ogni distretto del nostro organismo. Nello stomaco, infatti, il cibo viene “bruciato”, e in questo modo si trasforma in carburante e materiale indispensabile per la vita. Possiamo dire che la nostra sopravvivenza è garantita grazie al lavoro dello stomaco. Questo organo si fa carico simbolicamente di tutto ciò che riguarda l’elaborazione del nutrimento di cui abbiamo bisogno. E tra i nutrimenti indispensabili non ci sono solo quelli materiali, i cibi, ma anche quelli spirituali: gli affetti, i legami, le emozioni e i sentimenti che ci alimentano, ci fanno crescere, ci fanno sentire vivi e ci danno benessere. Anche l’aspetto morfologico dello stomaco ha una valenza significativa: in quanto organo cavo, rimanda all’idea di contenitore e di caverna, entrambi simboli del femminile, ovvero del luogo, sia concreto che simbolico, in cui la materia viene tenuta in gestazione e si trasforma in vita. Lo stomaco accoglie, avvolge, nasconde, allo scopo di favorire la nostra crescita, proprio come fa il grembo materno. Lo stomaco, dunque, può essere inteso come il ventre della Madre Terra, simbolo primordiale di nascita e di crescita. Ma è anche legato all’istanza psichica maschile: la digestione avviene, infatti, a opera dell’acido cloridrico, sostanza “attiva” (corrode e “brucia”) e in quanto tale fa riferimento a simboli maschili. 16


Fisiologia e interpretazione psicosomatica

Digerisce anche le emozioni Analizzando le funzioni che lo stomaco compie si comprendono bene le ragioni per cui quest’organo è così facilmente esposto alle somatizzazioni, soprattutto nelle fasi di passaggio e cambiamento durante l’esistenza e tutte le volte che il nostro rapporto col mondo e la nostra capacità di trasformare e di trasformarci incontrano degli ostacoli. Il mal di stomaco o la digestione difficile sono facilmente connessi a un rapporto con l’ambiente conflittuale, tortuoso e spesso frustrante. Chi soffre frequentemente di disturbi gastrici ha la tendenza a non ammettere di avere bisogno degli altri, del loro affetto e del loro aiuto. Ha una grande smania di indipendenza, ma nasconde la disperata necessità di ricevere affetto. Questo atteggiamento lo porta a contare sempre e solo su di sé e quindi a essere inflessibile e ipercritico verso ciò che lo circonda. Non è abituato a rivolgere all’esterno i suoi istinti, e finisce per logorarsi in profondità. Quando lo stomaco produce un eccesso di acidi gastrici è come se volesse in qualche modo “digerire” ciò che invece la persona interessata non riesce a fare. L’aumento della secrezione gastrica, in altre parole, rappresenta lo sforzo richiesto allo stomaco nel tentativo di riuscire ad assimilare ciò che non riesce ad accettare. Quindi, quando una persona soffre di problemi gastrici come ad esempio nausea, acidità, dolore, bisogna sempre chiedersi se c’è qualcosa che potrebbe non aver “digerito” nella propria vita. 17


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