D1891 INGANNO TENTATORE - D. LECLAIRE

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ogni libro Harmony è... ... un grande amore da vivere insieme alle nostre eroine. Un amore spesso contrastato, a volte gioioso, a volte esaltante, drammatico o commovente. Ma sempre vittorioso. Un amore che ti farà scoprire le passioni del cuore umano, oppure rivivere le emozioni sopite in te.

Quando la grande avventura Harmony è cominciata

nel lontano 1981, queste, in sintesi, erano le parole con cui ogni collana della casa editrice dava il benvenuto alle proprie lettrici. Anche la collana Destiny esordiva in quei primi anni, per la precisione nell'ottobre del 1983 con "Un sogno, una notte, un'estate..." di Susanna Collins, e la serie si dimostrava fin da subito votata alla passione, con i suoi amori scritti nel destino. Nel corso di quasi trent'anni sono state molte le autrici che hanno reso celebre Destiny, da Jo Ann Ross e Barbara Delinsky, che hanno contrassegnato con il loro stile gli anni Ottanta e Novanta, a Kristi Gold e Alexandra Sellers, vere maestre nell'affrontare uno dei temi piĂš apprezzati, ovvero l'esotismo di un magico incontro d'amore nel deserto, dove sceicchi moderni rapiscono il cuore di giovani donne; fino alle icone letterarie dei nostri giorni,


Diana Palmer, Brenda Jackson e Maureen Child, capaci di creare personaggi indimenticabili e setting esclusivi per far sognare anche le lettrici piĂš esigenti. E giĂ nuove stelle stanno sorgendo nel variegato firmamento di questa collana: Olivia Gates, dotata di una forza immaginifica unica e Michelle Celmer, abile nel tratteggiare personaggi di sangue blu assolutamente aristocratici, ma anche realistici e capaci di passioni travolgenti. La forza di Destiny consiste nel sapersi rinnovare pur nel solco della tradizione e oggi le sue storie incarnano il mito dell'alta societĂ , in cui famiglie altolocate di forti tradizioni e nuovi protagonisti, ricchissimi e potenti, sono alle prese con il piĂš disarmante, antico e attuale dei sentimenti: l'amore. Che dunque il desiderio continui e che altre generazioni di lettrici possano vivere con la serie Destiny: "Passioni travolgenti e giochi di potere in storie d'amore scritte nel destino."

Grazie a tutte e buona lettura

Paola Ronchi

Direttore generale Harlequin Mondadori


Day Leclaire

INGANNO TENTATORE


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Dante's Temporary Fiancée Silhouette Desire © 2010 Day Totton Smith Traduzione di Roberta Canovi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny maggio 2011 Questo volume è stato impresso nell'aprile 2011 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470 Periodico settimanale n. 1891 del 3/05/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


LE GRANDI FAMIGLIE: I DANTE

Con un tocco riconoscere l'anima gemella. E cadere in un Inferno di passione. Un'attrazione istantanea. Un solo sguardo e la sensazione di essere alla fine di una lunga ricerca. Un semplice tocco e la certezza di averla trovata. È lei, l'anima gemella. Colpo di fulmine? No, è l'Inferno! Day Leclaire ci presenta la famiglia Dante, la quale si tramanda da generazioni, insieme al nome, alle ricchezze e al potere una benefica maledizione che coinvolge tutti i figli maschi. Già sperimentata dai cugini Severo, Marco, Nicolò e Lazzaro, oggi tocca a Luc, Rafe e Draco fare i conti con l'Inferno dei Dante. Quando chiama, si può solo rispondere, anche se non ci si crede, anche se il momento non è quello giusto, anche se si fa di tutto per cercare di sfuggirgli. La passione divampa senza più controllo nel momento in cui le donne del destino entrano in contatto con i tre irresistibili fratelli Dante. Non ha senso contrastarla. L'unica possibilità è lasciarsi consumare.

LE GRANDI FAMIGLIE: il loro fascino è leggendario come il nome che portano.



1 Stavano proprio esagerando. Rafe Dante fissò la schiera di donne che, con più o meno tatto, i parenti gli avevano fatto sfilare sotto il naso. Aveva perso il conto di quelle a cui aveva dovuto stringere la mano. La loro motivazione era evidente: volevano trovargli una moglie. Fece una smorfia. No, più di una moglie. Tutti speravano di trovargli la sposa infernale, in base alla leggenda di famiglia che rischiava seriamente di sfuggire loro di mano. Per qualche strano motivo, tutti i consanguinei erano convinti che fosse sufficiente un solo contatto perché si forgiasse una qualche mitica connessione tra un Dante maschio e la sua anima gemella, cortesia dell'Inferno. Possibile che non si rendessero conto di quanto fosse ridicolo il concetto? Rafe non solo non credeva all'Inferno, ma non aveva neppure alcuna intenzione di provare di nuovo la beatitudine matrimoniale. La sua defunta moglie, Leigh, gli aveva insegnato la lezione nel breve lasso di tempo tra il Lo voglio e Il mio avvocato si metterà in contatto con te. Certo, quella telefonata non era mai arrivata: diciotto mesi prima la moglie si era imbarcata su un aereo privato diretto in Messico, per riprendersi dalla tragedia del proprio matrimonio, e aveva incontrato un fato ben peggiore quando il velivolo si 7


era schiantato sul fianco di una montagna senza lasciare superstiti. Il fratello Draco lo raggiunse e incrociò le braccia sul petto. Restò in silenzio per qualche istante, ad ammirare la sala e il suo contenuto scintillante – in carne, ossa e diamanti. «Sei pronto ad arrenderti e a sceglierne una?» «Sii serio.» «Lo sono. Assolutamente.» Rafe si voltò, più che lieto di sfogare almeno in parte la propria irritazione. «Hai una vaga idea di cosa sono stati gli ultimi tre mesi?» «Certo. Ho osservato dalle retrovie, nel caso non lo avessi notato. E sono anche perfettamente consapevole del fatto che, una volta che ti sarai arreso all'Inferno, io sarò il bersaglio successivo del plotone d'esecuzione. Fosse per me, vorrei che tu resistessi il più a lungo possibile.» «Ci sto lavorando.» Riportando l'attenzione alla sala, Rafe sospirò. Il ricevimento internazionale della Dantes Jewelry offriva tutto ciò che un uomo potesse desiderare: vino, donne e brillanti – e niente che lui volesse. Il vino proveniva da Sonoma, California, una cantina a poche ore dagli uffici di famiglia di San Francisco. L'etichetta sulle bottiglie era esclusiva quanto la lista degli ospiti. Le donne erano belle, ricche e sfavillavano quanto le fedi nuziali in esposizione nella mostra riservata. E per quanto riguardava i brillanti... Be', di certo non era una vista inusuale per lui, dato che la Dantes Courier Service aveva il compito di trasportare i meravigliosi diamanti di fuoco e i metalli preziosi con i quali venivano lavorati. Eppure, Rafe provava un fastidioso senso di noia. Quante volte aveva preso parte a simili ricevimenti? Sempre allerta. Sempre l'occhio vigile nell'ombra. 8


Sempre il lupo solitario in guardia, istintivamente evitato dagli ospiti, fino a quanto un parente non indirizzava una potenziale sposa nella sua direzione. Era una trama che si era ripetuta talmente tante volte da perderne il conto. In quell'occasione particolare si celebrava il lancio esclusivo dell'ultima collezione della Dantes, la linea di anelli Eternity, di cui veniva creato un solo esemplare per modello; ogni pezzo combinava i diamanti di fuoco, che avevano portato ai massimi livelli il nome di famiglia, con il platino di ghiaccio prodotto dalla Billings, l'azienda di proprietà della cognata di Rafe, Téa Dante, che aveva sposato il fratello maggiore Luc tre mesi prima. Il solo vedere quegli anelli, simbolo di amore e devozione reciproca, riempiva Rafe di amarezza. Ci era già passato, e ne portava ancora le cicatrici. Poi la vide. Il minuto folletto biondo che vagava per la sala a servire gli ospiti non poteva certo reclamare il titolo di esemplare più affascinante del ricevimento, ma per qualche motivo Rafe non riuscì a toglierle gli occhi di dosso. Non era in grado di spiegare perché avesse attirato la sua attenzione, né il motivo del fremito che gli aveva suscitato. Garantito, i suoi lineamenti erano piacevoli, una struttura delicata e fine con fantasia sufficiente a renderla interessante. Forse erano stati i suoi capelli, della stessa sfumatura delle bianche sabbie caraibiche. O i suoi occhi, del glorioso turchese delle onde dell'oceano che si infrangono su quelle spiagge incontaminate. E poi c'era quel fremito che non riusciva a spiegarsi, un vago prurito che lo spronava ad avvicinarsi a lei in ogni modo possibile. Si aggirava per la sala esposizione della Dantes come se danzasse, e in realtà aveva un corpo da balleri9


na, snello e aggraziato, anche se un po' minuto, messo in risalto dai pantaloni neri e dal gilet rosso attillato della divisa. Scomparve tra la folla, il vassoio di tartine tenuto sollevato, e lui la perse di vista. Per un secondo fu tentato di inseguirla. Poi, pochi minuti dopo, il folletto ricomparve con un vassoio di flûte di champagne, ma diretto nella direzione opposta a dove si trovava lui. La cosa lo infastidì. Deciso a forzare un incontro, fece per avviarsi in una traiettoria di intercettazione, ma fu trattenuto dalla mano di Draco. «Che cosa c'è?» gli domandò seccato, inarcando un sopracciglio. «Ho sete.» Il fratello rispose con un'occhiata scettica. «Strano. Avrei detto che avessi fame. E con tutti gli occhi puntati su di te, ti consiglio di evitare di saziare il tuo appetito finché non ti troverai in un luogo e in un momento più adeguati.» «Diavolo!» «Rilassati. Dove c'è la determinazione...» Draco indicò una delle vetrinette e cambiò deliberatamente argomento. «Pare che l'ultima linea di Francesca sarà un grande successo. Sev ne sarà esaltato.» Cedendo all'inevitabile, Rafe annuì. «Penso che sia più esaltato dalla nascita del figlio» replicò. «Ma questa probabilmente sarà la ciliegina sulla torta.» Draco inclinò la testa, dopodiché regalò al fratello un'espressione divertita. «Allora, dimmi. Finora quante di queste adorabili fanciulle ti sono state presentate dai nostri adorabili nonni?» I lineamenti di Rafe si fecero arcigni. «Almeno una dozzina. Me le hanno fatte toccare tutte, come se si aspettassero i fuochi di artificio o qualcosa del genere.» «La colpa è tua. Se non avessi detto a Luc che tu e Leigh non avevate mai sperimentato l'Inferno, non avresti tutta la famiglia alle costole.» 10


Il fatto che così tanti tra i suoi parenti fossero caduti vittima della leggenda di famiglia non faceva che aumentare l'amarezza nei confronti della propria breve nuotata nelle turbolente acque matrimoniali. Potevano anche sostenere di aver trovato l'anima gemella grazie all'Inferno dei Dante; Rafe, più razionale e pragmatico di tutti loro, adottava un punto di vista molto più semplice e diretto, ancorché cinico: l'Inferno non esisteva. Non esisteva alcun legame eterno stabilito quando un Dante toccava per la prima volta la propria anima gemella, allo stesso modo in cui quegli anelli in esposizione non potevano promettere che i matrimoni per i quali venivano acquistati sarebbero durati un'eternità. Qualcuno aveva fortuna, come i suoi nonni. E qualcuno non l'aveva, come era successo a lui con quel disastro di matrimonio. Di pessimo umore, Rafe rimase a guardare Luc e la moglie Téa, sposati da tre mesi. Stavano ballando, piroettando per la sala, lo sguardo fisso l'uno nell'altra come se fossero gli unici due esseri viventi al mondo. Nelle loro espressioni era evidente ogni emozione, palese perché chiunque potesse vederla. Diavolo!, nemmeno nei momenti di passione più sfrenata Rafe e Leigh si erano guardati in quel modo. In effetti, Rafe era stato accusato da diverse donne di essere troppo concreto, e la sua logica rigida e fredda – quella che lo rendeva un lupo solitario – fluiva nella sua vita personale con frequenza allarmante. La fiera passione che dimostrava in camera da letto compensava quel lato troppo cerebrale del suo carattere, così come il suo aspetto aitante. Emotivamente distante. Freddo. Intimidatorio. Per ragioni che gli sfuggivano, quella parola era sempre accompagnata da un brivido. Ciò che nessuno pareva comprendere era che lui non era il tipo da lasciarsi andare all'amore. Né il bru11


tale ti ho sposato perché sei un Dante ricco e potente di cui era stata paladina la defunta moglie, né il disinvolto incendiamo le lenzuola e godiamocela finché dura delle donne che da lui volevano solo un'avventura. E sicuramente non quell'e vissero per sempre felici e contenti tanto elogiato dai parenti più emotivi e sentimentali di lui. Rafe si conosceva fin troppo bene. Poteva affermare con assoluta certezza non solo che non era equipaggiato per quello, ma anche che non aveva e non avrebbe mai sperimentato l'amore dell'Inferno. Il che gli andava più che bene. «La prima volta che mi hanno dondolato davanti al naso una potenziale sposa è stato fastidioso» informò il fratello. «Dato che sono stati i nonni, non ho potuto protestare. Ma adesso è presa la smania a tutti: non posso fare un passo senza che mi venga proposta una sventola mozzafiato.» Draco fece un cenno a qualcuno alle spalle di Rafe. «Condanna peggiore della morte» osservò fingendo un brivido. «La considereresti tale se fossi tu al centro dell'attenzione.» «Ma non è così.» Draco si tese oltre di lui e recuperò un bicchiere di champagne. «Vuoi?» «Certo.» «Consideralo il tuo giorno fortunato. Il vassoio è proprio dietro di te.» Gli rivolse un'occhiata furbesca. «E poi non dire che non ti faccio mai favori.» Confuso dall'osservazione, Rafe si voltò per prendere un bicchiere e si ritrovò di fronte l'elusivo folletto. Da vicino era ancora più attraente. Sollevò la flûte nella sua direzione. «Grazie.» Il sorriso della ragazza si allargò, illuminando il suo viso, la stanza e qualche angolo buio e freddo nel cuore di Rafe. «Non c'è di che.» Persino la sua voce era 12


attraente, piena e ricca con una cadenza quasi musicale. Draco osservò lo scambio divertito. «Sai, se vuoi che il parentado ti lasci in pace, c'è una soluzione.» L'affermazione attirò l'attenzione del fratello. «E sarebbe?» «Trova la tua sposa infernale.» «Razza di...» Rafe trattenne a stento l'insulto. «Te l'ho già detto: non ho intenzione di risposarmi, non dopo ciò che è successo con Leigh.» Colse il brusco inspirare del folletto nel momento stesso in cui le flûte sul suo vassoio cominciarono a dondolare precariamente. I cristalli tintinnarono uno contro l'altro, e lei fece del proprio meglio per mantenere l'equilibrio, riuscendo quasi nell'impresa, prima che a mo' di domino le flûte rovinassero a terra. Il vetro andò in frantumi e lo champagne si sparse in una larga pozza. Reagendo d'istinto, Rafe prese la ragazza per la vita e la trascinò via dalle schegge. Un calore imprevisto lo bruciò attraverso il tessuto della sua divisa, suscitandogli immagini di curve candide e nude illuminate dal chiaro di luna, di braccia e gambe vellutate intrecciate intorno a sé, di soffici gemiti che riempivano l'aria come una sinfonia musicale e accompagnavano la loro unione. Rafe scosse il capo, sforzandosi di concentrarsi. «Stai bene?» riuscì a chiedere alla ragazza. Lei fissò lo sguardo sul disastro sul pavimento e annuì. «Penso di sì.» Poi lo sollevò su di lui, gli occhi spalancati di un azzurro impossibile, l'unica punta di colore nel suo viso bianco come un lenzuolo. Rafe non intravide alcun accenno dello stesso desiderio che si era impossessato di lui; soltanto rimorso e un inizio di panico. Ma nemmeno una piccola scintilla di passione. Un vero peccato. 13


«Sono desolata» si scusò la cameriera. «Stavo indietreggiando e sono scivolata.» «Non ti sei tagliata?» «No.» Rilasciò il fiato in un sospiro. «Mi dispiace davvero, sono mortificata. Pulisco subito.» Prima che potesse darsi da fare, comparve un altro membro del catering – un responsabile, a giudicare dal modo discreto e impeccabile con cui assunse il controllo della situazione. In un batter d'occhio raccolse i vetri frantumati e asciugò il pavimento; la ragazza si diede da fare senza dire una parola, ma quando ebbero finito, il responsabile la accompagnò da Rafe. «Larkin, devi dire qualcosa al signor Dante?» la invitò. «Vorrei di nuovo porgerle le mie scuse per l'inconveniente che ho causato» esordì lei. Rafe sorrise prima alla ragazza, poi al responsabile. «Gli incidenti capitano. E in questo caso, è stata tutta colpa mia. Temo di aver urtato Larkin, facendole cadere il vassoio.» L'uomo sbatté le palpebre e Rafe capì che avrebbe accettato la bugia se Larkin non avesse protestato. «Oh, no. È tutta colpa mia. Il signor Dante non c'entra niente.» Il responsabile sospirò. «Capisco. La ringrazio per la cortesia, signor Dante. Larkin, per favore, ritorna in cucina.» «Sì, signor Barney.» Rafe la osservò allontanarsi. A suo parere, restava comunque la ragazza più aggraziata della stanza. «La licenzierà, vero?» «Vorrei non essere costretto, ma il supervisore adotta una politica piuttosto rigida riguardo agli incidenti con la nostra clientela più esclusiva. È un vero peccato: Larkin è la nostra cameriera più carina. Certo, se fosse per me...» 14


Rafe sollevò un sopracciglio. «Suppongo non si possa far finta che non sia successo niente, eh?» «Mi piacerebbe» replicò Barney. «Ma ci sono troppi testimoni e non tutto il nostro staff ha il buon cuore di Larkin. Se ignorassi l'incidente, si saprebbe in giro e allora ci ritroveremmo in due senza lavoro.» «Capisco. Immagino che sarebbe stato d'aiuto se mi avesse permesso di assumermi la colpa.» «Non ne ha idea» si lasciò sfuggire il responsabile. «Ma Larkin è fatta così.» «Una qualità fin troppo rara.» «Già.» Barney sollevò un sopracciglio. «Se c'è altro di cui lei o la sua famiglia avete bisogno...?» «Glielo farò sapere.» I due uomini si strinsero la mano e Barney scomparve in direzione della cucina, senza dubbio per licenziare Larkin. Rafe si accigliò. Forse avrebbe dovuto intercedere; o meglio ancora, trovarle un nuovo posto. I Dante avevano attività praticamente in ogni ramo, di certo avrebbe potuto trovarle qualcosa. Diamine!, era presidente della Dantes Courier Service: poteva inventare un posto per lei, se non ne avesse trovato uno. L'idea del sorriso radioso di Larkin che lo accoglieva al lavoro ogni giorno gli parve fin troppo attraente. Draco si avvicinò. «Allora? Hai pensato alla mia idea?» Rafe gli presentò uno sguardo vacuo. «Quale idea?» «Non mi hai ascoltato?» «Di solito è meglio se non lo faccio. La maggior parte delle volte i tuoi suggerimenti conducono allo stesso risultato.» «Guai?» sorrise Draco. «Appunto.» «Be', non questa volta. Non devi far altro che tro15


varti una sposa infernale e tutti ti lasceranno in pace.» Rafe scosse il capo. «A quanto pare neanche tu ascolti molto. Dopo il disastro del matrimonio con Leigh, non ho alcuna intenzione di risposarmi.» «Chi ha parlato di matrimonio?» «Spiegati meglio.» «Sai, per essere un tipo così intelligente e analitico, certe volte sei decisamente ottuso.» Draco parlò lentamente scandendo bene le parole. «Trova una donna. Annuncia che hai sperimentato l'Inferno. Mantieni l'illusione per qualche mese. Fingi di essere follemente innamorato.» Rafe storse la bocca. «Io non mi innamoro follemente.» «Se vuoi che tutti ti lascino in pace, è questo che devi fare. Dopo un breve fidanzamento, fatti mollare. Fa' in modo che a lei convenga andarsene molto lontano e restarci.» «In tutti questi anni hai avuto più di un'idea balzana, ma questa dev'essere in assoluto la più...» Rafe si interruppe e si voltò verso la cucina. «Oh.» Draco ridacchiò. «Dicevi?» «Penso di aver avuto un'idea.» «Non c'è di che.» Lanciò al fratello un'occhiata minacciosa. «Se dici una sola parola a qualcuno...» «Scherzi? La nonna e Primo mi ucciderebbero, per non parlare di mamma e papà.» «Ucciderebbero te?» Puntandogli il dito sul petto, il fratello sorrise malizioso. «Non ti crederebbero tanto intelligente da escogitare un piano del genere.» «Non credo che intelligente sia l'aggettivo giusto. Scaltro, magari?» «Diabolicamente brillante.» «Giusto. Continua a ripeterlo, forse alla fine uno di 16


noi ti crederà. Nel frattempo, ho una sposa infernale da conquistare.» Rafe si avviò verso la cucina. Arrivò giusto in tempo per vedere Larkin rifiutare il denaro che Barney stava cercando di metterle in mano. «Non avrò problemi, signor Barney.» «Ne hai bisogno per l'affitto.» L'uomo le infilò le banconote nel taschino del gilet e l'abbracciò. «Ci mancherai, ragazzina.» A uno a uno il resto dello staff fece altrettanto. Poi Larkin si voltò verso la porta e Rafe colse lo scintillio delle lacrime nei suoi occhi. Per qualche motivo fu sopraffatto da un fiero istinto di protezione. «Larkin» la chiamò. «Potrei parlarti per un istante?» Lei si girò di scatto, senza nascondere la sorpresa. «Certo, signor Dante.» Invece che tornare verso la sala del ricevimento, però, lui la accompagnò lungo il corridoio che portava agli uffici. «C'è qualche problema?» gli domandò Larkin. «Spero che non ritenga il signor Barney responsabile per il mio errore. Mi ha licenziato, se può essere d'aiuto.» Ohi. «Non è niente del genere» la rassicurò mentre raggiungevano una porta sulla cui targa si leggeva Rafaelo Dante - Presidente - Dantes Courier Service. Azionò il telecomando che aveva in tasca e la porta si aprì, dopodiché sfiorò un pulsante su un pannello accanto all'ingresso e una luce accogliente illuminò le poltrone all'interno, lasciando nel buio la scrivania. «Siediti. Vuoi qualcosa da bere?» Larkin esitò, poi abbozzò una risata. «So che dovrei dire di no, ma gradirei dell'acqua, grazie.» «Arriva subito.» Recuperò due bottigliette d'acqua dal frigobar e andò a sedersi sul divano accanto a lei. Starle tanto vici17


no poteva essere un errore: il suo profumo fresco che in qualche modo lo permeava e penetrava, il calore e l'energia del suo corpo, il modo in cui la luce si impigliava nei suoi capelli lasciando in ombra gli occhi azzurro cupo... Aveva sperato che l'atmosfera dell'ufficio affievolisse la reazione che gli suscitava, invece la privacy non fece che incrementare la sua percezione. Si avvolse nel proprio autocontrollo come in un mantello, costringendosi ad affrontare la questione per cui l'aveva convocata. «Mi dispiace per il tuo impiego» offrì porgendole l'acqua. «Il licenziamento mi pare un po' eccessivo per un semplice incidente.» «Di solito non lavoro nei ricevimenti più esclusivi; era la mia prima volta.» Fece una smorfia. «E anche l'ultima.» «La società non può utilizzarti per occasioni più modeste?» Sospirò. «A essere sincera, ne dubito. La responsabile di quella sezione non è una mia grande sostenitrice.» «Conflitti personali?» La domanda la mise a disagio. «Non proprio.» Se voleva assumerla, doveva avere tutte le informazioni possibili su di lei, specie se aveva dei problemi a rapportarsi con le figure ai posti di comando. «Allora di cosa si tratta, esattamente?» «Il suo ragazzo era nello staff, e...» «E?» «Ci ha provato con me» confessò Larkin riluttante. «L'hai incoraggiato?» Con sua sorpresa, lei non si offese, anzi, scoppiò a ridere. «JD non ha bisogno di alcun incoraggiamento. Come si suol dire, per lui basta che respirino. Spero che Britt si renda conto di che razza di tipo è: lei si merita di meglio.» Per un attimo, Rafe non trovò le parole. «Sei preoc18


cupata più per il tuo supervisore che per il tuo impiego?» «Io posso sempre trovare un altro posto, anche se si tratta di fare la lavapiatti» spiegò Larkin con estremo pragmatismo. «Ma Britt è una brava ragazza... quando non si infuria perché JD flirta con le cameriere. Io sono stata semplicemente presa nel mezzo.» Oh. Affermazione interessante. «E ora?» Per la prima volta una punta di apprensione le serpeggiò nello sguardo, facendole irrigidire l'espressione. «Sono sicura che andrà tutto bene.» «Hai bisogno di un altro lavoro.» Larkin piegò la testa da una parte. «Suppongo che lei non stia cercando qualcuno, eh?» Gli piaceva la sua franchezza. Niente ammiccamenti. Niente occhi da cerbiatto, finta ritrosia o qualsiasi altra forma di approccio sessuale. Solo una semplice domanda diretta. «Potrei avere un lavoro per te» ammise lui cauto. «Ma prima devo fare una rapida ricerca sul tuo passato. Hai qualche obiezione?» E allora lo vide. Solo un lampo di esitazione prima che scuotesse il capo. «Nessuna.» «Bene.» Non proprio, però. Non se lei stava nascondendo qualcosa. Non poteva prendersi in casa un'altra bugiarda che si fingeva innocente prima di svelarsi per la vipera che era. Rafe si rifiutava di avere a che fare con una donna del genere. «Nome completo?» «Larkin Anne Thatcher.» Gli fornì la data di nascita e i dettagli dei documenti senza bisogno che lui glieli chiedesse. Rafe prese il cellulare e mandò un messaggio a Juice, un ex collega del fratello. Avrebbe potuto passare attraverso Luc, ma non voleva che sorgessero domande imbarazzanti quando avesse presentato Larkin come la propria sposa infernale. Meglio tenere un profilo basso. Nel frat19


tempo, poteva togliere di mezzo le questioni fondamentali. «Sei mai stata arrestata?» iniziò. Larkin scosse il capo. «No, mai.» «Droghe?» Nel suo sguardo aperto comparve un lampo di indignazione, ma sparì in un istante prima che lei rispondesse con calma. «Mai. In passato ho dovuto sottopormi a diversi test per ottenere un impiego, compreso quest'ultimo. Non ho alcuna obiezione a farne un altro, se vuole.» «Problemi di bancarotta o fallimenti?» L'indignazione si trasformò in divertimento. «A parte l'essere costantemente al verde? No.» «Problemi di salute?» «Nessuno.» «Servizio militare?» «No, non mi sono mai arruolata.» «Curriculum lavorativo?» A quel punto lei sorrise apertamente. «Quanto tempo ha?» Rafe la adocchiò curioso. «Così tanti?» «Oh, sì. La lista è tanto lunga quanto diversificata.» «C'è un qualche motivo particolare?» Lei esitò di nuovo, ma Rafe non colse alcun accenno di evasività, solo riflessione. «Sto cercando.» «Il lavoro giusto? Il posto giusto?» Parve compiaciuta che lui avesse compreso all'istante. «Esatto.» «Non posso prometterti che sia ciò che cerchi, ma potrei offrirti qualcosa di temporaneo.» Per un qualche motivo lei ne parve sollevata. «Temporaneo è perfetto per me. Anzi, è ciò che preferisco.» «Non intendi restare a lungo a San Francisco?» Cercò di porre la domanda con disinvoltura, ma consi20


derato quanto la riteneva attraente, di certo avrebbe avuto meno problemi a proporle ciò che stava per proporle se lei si fosse trasferita di lì a qualche mese. «Non lo so. In realtà, sto cercando qualcuno. Penso che possa essere qui.» «Qualcuno.» Non prometteva bene per il suo piccolo progetto. «Un ex?» «No, niente del genere.» Indagò più a fondo. «Chi stai cercando?» «Ritengo che la cosa non la riguardi, signor Dante» rispose con gentilezza. «Quello che posso dirle è che la cosa non avrà alcuna interferenza con il posto che pensa di offrirmi.» Lasciò perdere, per il momento. «D'accordo.» Il cellulare vibrò e Rafe controllò il messaggio, sorpreso nel vedere che Juice aveva già completato la ricerca preliminare. Doveva essere un nuovo record. Oppure Larkin Thatcher non aveva un granché di passato su cui indagare. L'sms diceva soltanto Pulita, ma aveva in allegato un'e-mail con maggiori dettagli. Rafe si scusò il tempo sufficiente per spostarsi al computer e scorrerla. Niente di insolito, a parte il lungo elenco di impieghi diversi. Considerando che aveva solo venticinque anni, era impressionante. «È ancora interessato a offrirmi un posto?» gli domandò lei quando Rafe tornò a sedersi. Era la prima volta che tradiva un minimo di ansia, e non ci volle molto per comprenderne il motivo. «Quanto sei indietro con l'affitto?» Lei si posò la mano sul taschino. «Il denaro di questa sera mi metterà in pari.» «Ma non ti lascerà un granché per vivere, eh?» Sollevò una spalla, in un tacito gesto più che eloquente. Rafe si concesse ancora un istante per considerare le proprie opzioni. Avrebbe potuto proporle un lavoro 21


qualsiasi e trarla d'impaccio, dimenticando al contempo il piano di Draco, solo che... non sapeva per quanto ancora avrebbe potuto reggere l'assillo della famiglia. Prima che potesse prendere una decisione, Larkin si alzò in piedi. «Signor Dante» esordì con un sorriso, «la vedo esitante, e voglio semplificarle la vita: apprezzo molto la sua preoccupazione, ma non è la prima volta che mi ritrovo in questa situazione. Sono come un gatto, però: atterro sempre in piedi.» «Siediti, Larkin.» Lui addolcì la richiesta con un sorriso. «La mia esitazione non riguarda l'offrirti un impiego o meno, ma il tipo di lavoro da proporti.» Al che lei sbatté le palpebre. «Oh. Be'... sono in grado di svolgere la maggior parte dei compiti di ufficio, se serve: reception, segreteria, archivio...» «E cosa mi dici della posizione di mia fidanzata ufficiale?» Incrociò le braccia sul petto e inarcò un sopracciglio. «Pensi che saresti in grado di ricoprire anche questo ruolo?»

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1891 - Inganno tentatore

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1894 - Le regole della seduzione

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1897 - Patto matrimoniale

di Day Leclaire Chi è realmente Shayla, la donna che in una sola notte ha messo sottosopra la vita di Draco Dante? E perché si è volatilizzata senza lasciare traccia? LE GRANDI FAMIGLIE: I DANTE.

1898 - Traditi dal desiderio

di Leanne Banks Fino a quando gli affari erano tutta la sua vita e la Maddox il suo unico pensiero le cose filavano lisce per Brock. Ma ora che c'è Elle... Potenti e affascinanti sono I PADRONI DEL SUCCESSO.

1899 - Un erede da soddisfare

di Rachel Bailey Ryder non ha molto tempo. Per ottenere ciò che è convinto gli spetti di diritto, e cioè l'eredità paterna, deve convincere Macy, una perfetta sconosciuta, a sposarlo.

1900 - Confidenze proibite

di Katherine Garbera - Yvonne Lindsay Le passioni bruciano in UN'ESTATE DI SCANDALI. Sebastian seduce la sua segretaria Julia in Affari personali. E Richard riscopre il desiderio con Catherine in L'amante del magnate.

1901 - La proposta del conte

di Anna DePalo L'obiettivo di Sawyer, conte di Melton, è di costruire un impero mediatico senza precedenti. E per farlo ha bisogno dell'aiuto di Tamara, figlia ribelle del suo più temibile concorrente.

1902 - Intesa indimenticabile

di Charlene Sands Un incidente manda letteralmente a sbattere Nick Carlino contro il suo passato, che ha le forme seducenti e i capelli biondi di Brooke, la sua cotta di gioventù. I GIURAMENTI DI NAPA VALLEY.

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CALDA FOLLIA Brenda Novak Una pericolosa setta minaccia una pacifica cittadina dell’Arizona. E va fermata, prima che sia troppo tardi.

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