N°13 Febbraio 2013

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Orfani di politica di Valeria Grimaldi

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Porcellum dentro e fuori (sede) di Emilio Roberto Brucato

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Emilia-Romagna, qui la politica è di casa di Salvo Ognibene

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Rivoluzione Civile: vera alternativa? di Giulia Silvestri

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Ci siamo quasi. A breve, tutti a votare. Il 24 e 25 febbraio sarà l'ora della politica, forse, dopo la parentesi del governo tecnico. Gli scenari sembrano mutare, in quanto a volti: alcuni sempre gli stessi, altri per fortuna diversi. Il centrosinistra, nella coalizione PD-SEL-Centro democratico, è reduce dalla volata guadagnata attraverso le Primarie, che hanno visto vincitore il segretario Bersani. Renzi, lo sconfitto, nonostante il pressing dei sostenitori, è tornato nella sua bella Firenze e si è messo a disposizione del partito, dunque senza crearne uno proprio, al contrario di come siamo stati abituati in questi anni. Il centrodestra, nella

esperienza il Movimento Arancione del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e il leader dell'IDV Antonio Di Pietro. Tra delusioni ed entusiasmi per questo "impegno" (come gli piace chiamarlo) nella sua schiera di ammiratori e sostenitori per il suo lavoro da magistratro, recluta come plotone di battaglia personalità tra le più diverse (Ilaria Chucchi, Sandra Amurri, Saverio Lodato, Franco La Torre e molti altri). Facce nuove e vecchie, dicevamo. Una fra tutte, la più insopportabile: il Porcellum, questo odioso sistema elettorale che non garantisce alcuna stabilità e che mette tutto il potere nelle mani dei segretari di

leghisti). La bella politica italiana. E noi, che stiamo quaggiù...eilà, ci sentite? Siamo uomini, donne, e soprattutto giovani che stanno cercando di capire. La crisi economica ci sta mangiando uno per uno, non c'è lavoro, non c'è futuro, non c'è presente. C'è solo l'attimo: l'attimo in cui pagare le bollette e le tasse senza avere i soldi; in cui realizzi che non potrai mai arrivare non a fine mese, ma alla seconda settimana del mese; in cui realizzi che hai 35 anni e non puoi permetterti una casa, una famiglia, una vita autonoma. C'è la mafia, la corruzione, l'ignoranza, la

Orfani di politica partito, di buona parte di quegli stessi partiti che in questi sei anni "non sono riusciti" a cambiarlo. Il PD ha provato a dare rimedio, riuscendoci in parte, tramite le "Parlamentarie" del 29 e 30 Dicembre, e successivamete, eliminando gli "impresentabili" (come Crisafulli) ma al tempo stesso tenendosene altri (come il di Valeria Grimaldi più votato, il messinese Francantonio Genovese). Anche il PDL è propenso coalizione PDL-LEGA (sempre quella), nell'eliminare i "perseguitati dai giudici" vede il ritorno di Berlusconi (anche se a (da un Nicola Cosentino che non ne vuole detta di tutti non è lui il candidato sapere, a persino il braccio destro del premier, nonostante si comporti come Premier Marcello Dell'Utri). Staremo a tale), alla faccia delle primarie tanto invocate: dopo l'anno di silenzio è tornato vedere se saranno dei veri silurati (improbabile), o dove verrano ricollocati. sulla scena più in forma che mai, portandosi dietro i suoi successi migliori Le cose sembrano lineari e trasparenti, e probabilmente è questo un primo punto di (i giudici comunisti, le colpe della sinistra, la riforma costituzionale per dare partenza. Ma se si fa qualche passo più poteri al premier) e individuando nel indietro e si guarda al quadro d'insieme, la suo radar l'obiettivo rosso da distruggere: situazione di oggi è meno confortante che mai. l'ex premier tecnico. Infatti il professor Monti è sceso in campo, e ricopre l'area di Grillo corre da solo. Ingroia corre da solo. Bersani apre-non apre a Monti, ma si centro: insieme a Fini e Casini ritrova con il suo coalizzato Vendola che (politicamente moribondi) crea la "lista non vuole Monti al governo, al massimo civica con Monti per l'Italia", ponendosi per le riforme. Allo stesso modo, Casini come alternativa al duopolio non vuole Vendola (e il sentimento è destra-sinistra, che secondo l'illustre perfettamente corrisposto). Maroni non bocconiano, in Italia non funziona vuole Berlusoni premier (ma intanto il suo granchè. E poi c'è Grillo: via i sindacati, via i partiti, via il vecchio, via la destra e nome è lì sul simbolo), e fa il nome di la sinistra, via tutto. Colui che è contro la Tremonti (con Berlusconi all'Economia): Tremonti non vuole Berlusconi televisione, ma che riesce ad utilizzarla più di tutti gli altri. Novità delle novità è all'Economia, e Berlusconi non vuole Tremonti come capo del governo. Intanto Antonio Ingroia: l'ex pm antimafia della Alfano ha compreso che è meglio sedersi Procura di Palermo, dopo il suo breve soggiorno in Guatemala (ancor più breve per aspettare di capire se continuerà ad essere il Delfino (di Berlusconi) o se di quello prefissato con l'ONU), ottiene l'aspettativa e si candida con "Rivoluzione potrebbe subentrare qualche Trota al suo posto (sembra ce ne siano tante fra i Civile": convergono in questa nuova

paura del diverso, l'egoismo, il curarsi il proprio orticello. Questo nostro immane sacrificio, ci date garanzia che serve e servirà a qualcosa?Qualcosa di reale che riusciremo in futuro a vedere con i nostri occhi? Una sola è la verità: ci sentiamo tutti orfani, soprattutto noi giovani. Orfani di quella politica che al tempo dei nostri genitori e nostri nonni, era un rito di passaggio e di iniziazione alla vita pubblica e sociale, dove formarti, dove capire il mondo e il Paese in cui ti trovi, per cercare di migliorarlo. Al contrario dei nostri padri e nonni, reduci dalla guerra o figli del sessantotto, che hanno visto i giorni migliori trasformarsi in quelli peggiori, noi abbiamo potuto vivere nei risultati inconcludenti, nei comportamenti meschini, sull'orlo di quel baratro che non abbiamo contribuito a creare ma che pesa tutto sulle nostre spalle. La vera antipolitica è quella dove siamo nati e cresciuti in questi venti anni. Ma forse, proprio per questo, riusciremo in futuro a mettere in atto una nuova ricostruzione. "Un impegno costruito giorno per giorno, alle prese con le gravi contraddizioni del reale. Sempre per costruire anzichè distruggere" Benedetta Tobagi

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Alla fine del 2011 viene formato un comitato spontaneo che in pochissimo tempo raccoglie 1,2 milioni di firme per l'abrogazione totale della legge. Qui però la Corte Costituzionale ne ha negata la validità perchè lo Stato rimarrebbe senza legge elettorale. Infatti la precedente, il Mattarellum, è stata abrogata. Per non parlare poi delle vane promesse di politici di tutti i colori che hanno vaneggiato lungamente su sistema maggioritari o proporzionali, sul collegio uninominale a mono o doppio turno, ispirandosi abusivamente a sistemi tedeschi, francesi, inglesi, spagnoli... senza concludere un bel niente.

Porcellum dentro e fuori (sede) regioni della stabilità sono sempre Lombardia, Sicilia, e Campania rendendo il meccanismo elettorale scorretto e inadeguato. L'unica certezza è che oggi come ieri, il porcellum consegna alle segreterie dei partiti il potere di decidere chi verrà eletto in parlamento perché impedisce agli di Emilio Roberto Brucato elettori di scegliere il candidato preferito. "Un po' meno orgoglioso sono della legge Non proprio in linea con il principio costituzionale di sovranità del popolo elettorale che si dovrà riscrivere, glielo dico francamente, l'ho scritta io ma è una nella scelta dei propri rappresentanti. porcata. Una porcata fatta volutamente per mettere in difficoltà una destra e una Tecnicamente è una legge elettorale di sinistra che devono fare i conti col popolo tipo proporzionale corretto con premio di maggioranza, un sistema che non piace a che vota" nessuno. In questi anni sì è parlato molto Era il 15 marzo 2006, sono passati 7 anni di modificarla o cancellarla ma ogni tentativo è andato a vuoto. Come i e la “porcata” ben presto rinominata referendum. Porcellum da Giovanni Sartori (già battista del Mattarellum), non solo non è Ci hanno provato nel 2007, Mariotto Segni e e il so entourage con tre referenstata riscritta ma vive e lotta insieme a dum abrogativi che modificavano solo noi. Per non morire, s'intende. alcune delle parti della legge neanche Le incredibili parole dell'allora ex troppo controverse. Peccato che la ministro delle riforme si riferiscono calendarizzazione prevista nel maggio all'attuale legge elettorale. Una legge che all'epoca, con le imminenti 2008 è stata stoppata a causa della stessa legge che ha reso il governo Prodi elezioni, era mirata essenzialmente a instabile. Il governo cade e i referendum impedire o ridurre al minimo la vittoria del centrosinistra. Infatti così fu, vinse la sono rinviati all'anno dopo il 15 giugno. Quorum mancato come da tradizione coalizione di Romano Prodi con una maggioranza risicata al Senato che non gli balneare. permise di durare più di 2 anni. Nel 2008 L'8 settembre del 2007 in piazza Maggiore a Bologna Beppe Grillo si tornò a votare di nuovo con la stessa raccoglie le firme per tre leggi di inizialegge ma il risultato fu l'opposto: il tiva popolare (Parlamento Pulito) di cui centrodestra vinse con una larghissima una sulle preferenze della legge Calderoli. maggioranza. Oggi si torna a votare Le firme però non verrano mai discusse in ancora con la stessa porcata e non parlamento e si estinguono con la fine di sappiamo tuttora chi favorirà perchè nel frattempo le carte si sono mescolate ma le questa legislatura.

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Ultimo in ordine di tempo è il governo tecnico che avrebbe avuto un senso solo se fosse stato capace di mettere d'accordo tutti su una nuova legge elettorale. Ennesimo fallimento e rieccoci di nuovo alle elezioni con quella “legge porcata” E come se non bastasse esiste anche un altro porcellum che fin dalla notte dei tempi (repubblicani) punisce il voto degli italiani all'estero. Negli scorsi giorni è stato molto dibattuto sui giornali la proposta di uno studente Erasmus che vorrebbe far votare chi si trova nelle sue condizioni per le politche. La proposta non è stata neanche presa in discussione dal Parlamento che in realtà soffre di inerzia anche su un'altra proposta (ddl 3054 al Senato) che permetterebbe ai circa 800mila fuori sede di votare nella prefettura del domicilio in tutta Italia. E' stata scritta da un gruppo di studenti siciliani e portata in Commissione dai senatori Ceccanti e Pardi. Il ddl è fermo lì, l'unico risultato concreto è stato l'impegno del Governo (dimissionario) a farsene carico. Purtroppo ancora oggi nell'Italia del voto universale e dell'uguaglianza sociale, la legge non prevede il voto di chi si trova fuori dalla propria residenza per studio o lavoro. I malpensanti potrebbero sospettare che proprio quelle sono le persone che, dotate di cultura elevata possano votare chi non regge con sfacciataggine le lusinghe del potere. E al potere conviene stare così.


“colonia” per candidati di ogni regione La Lega Nord conferma i parlamentari uscenti Gianluca Pini (capolista alla Camera) e Fabio Rainieri, secondo nella lista per il Senato alle spalle di Giulio Tremonti. Il capolista alla Camera per l’Udc è Gian Luca Galletti, parlamentare bolognese uscente. Al secondo posto della lista c’è Silvia Noè, cognata del leader dallo scudo crociato e attuale consigliera regionale. Sia l’Udc che Futuro e libertà di Fini hanno esibito le loro liste solo per Palazzo Montecitorio mentre al il Senato si presentano “Con Monti per l’Italia”.

Emilia-Romagna, qui la politica è di casa anni, precaria, che a sorpresa ha sbaragliato gli avversari alle primarie, è al ventiduesimo posto in lista. Insomma, niente Genovese o roba simile. I capilista per Camera e Senato sono Franceschini (seguito da De Maria) e Josefa Idem (campionessa mondiale e olimpica di canoa) seguita da Maurizio Migliavacca. Centro Democratico schiera Bruno Tabacci alla Camera e Gianni Rivera al Senato con qualche malumore del partito di Donadi. Sel inceve propone il suo leader Nichi Vendola per la Camera e Massimo Mezzetti e Elena Tagliani per Palazzo Madama.

Nel movimento a 5 stelle le capoliste per Camera e Senato sono Giulia Sarti e Michela Montevecchi, 372 e 234 voti nelle consultazioni online. Insomma, per i “grillini” le cose non vanno come per le scorse amministrative nel territorio. Matteo Viscardi, nono in lista al Senato, esce allo scoperto. “Per eleggermi l’M5S dovrebbe ottenere il 36% in Emilia-Romagna", ero stato zitto solo "per non rovinare il risultato elettorale del movimento". La reazione è dovuta alle dichiarazioni di Grillo "Ce li abbiamo ancora 3 o 4 rompicoglioni dentro le liste, per fortuna sono giù in basso ma ce li siamo tenuti".

Per l’Italia dei Valori potremmo anche parlare di “questione bolognese”, dopo le vicende che hanno coinvolto tutto il partito, adesso si ritrova senza simbolo ad appoggiare l'espulso più celebre dei 5 Stelle che accetta la chiamata per correre, dietro al capolista Antonio Ingroia e Dalla partecipazione record delle primarie davanti ad Antonio Di Pietro, nella lista dei “padroni di casa”, alla candidatura di Rivoluzione Civile in Emilia Romagna. Giovanni Favia, passando per il caso Al Senato Oliviero Diliberto, Antonio “Bolognesi-Zampa” ed arrivando perfino Borghesi, Mario Galasso. Resta fuori a Silvia Noè, cognata di Casini. Silvana Mura.

A seguito della candidatura di Giovanni Favia nella lista “Rivoluzione Civile”, si giocherà una partita nella partita. In Emilia Romagna i cinque stelle per la prima volta sono entrati nel consiglio comunale di una grande città, con Favia a Bologna, poi l’exploit in regione e Pizzarotti a Parma. Insomma la tenuta (o resa dei conti) del movimento cinque stelle passa da questa regione e non è un caso.

di Salvo Ognibene Primarie. Primarie. Primarie. Adesso i manifesti "L’Italia giusta" con Pierluigi Bersani capeggiano per le vie di questa regione e per il suo capoluogo, Bologna, punto fermo di quest’Italia, per tutti. Qui la politica è di casa e la partecipazione è sempre alle stelle, ma questa è un’altra storia come direbbe qualcuno. Nella campagna elettorale che si sta affrontando, personalità e vicende legate a questa regione sono passate alla ribalta nazionale non sono mancate sorprese e malumori, in tutti gli schieramenti.

Fini, Casini, Bersani, leader di diversi partiti che provengono tutti dalla stessa terra Insomma l’Emilia Romagna non si fa mancar nulla. Cécile Kashetu Kyenge, vive a Castelfranco Emilia ed è stata inserita al settimo posto nel listino regionale dei democratici, sarà la prima deputata “africana”. Di Modena è Giuditta Pini, 28

Anche Berselli dopo 30 anni saluta il Parlamento insieme a Bettamio e Garagnani. Capolista alla Camera sarà l'ex ministro Michela Vittoria Brambilla e al Senato Silvio Berlusconi, seguito da Anna Maria Bernini, Carlo Giovanardi e l'ex presidente del Coni Franco Carraro. Rivoluzione nel partito berlusconiano. Il Pdl perde quasi tutta Forza Italia ed implode così l’Emilia diventa una

Il caso “terremerse” è passato, il Presidente Errani, dopo il tragico evento della scorsa primavera, è stato nominato commissario straordinario per la ricostruzione e rumors dalla buvette di Viale Aldo Moro lo danno già nel prossimo governo se il Pd vincerà le elezioni. Sarà che si torna a votare prima dell’estate?

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Antonio Ingrioia ha deciso di impegnarsi in prima persona a queste elezioni, a metà Dicembre. Preceduta dalle voci di corridoio, la sua decisione è arrivata contestualmente al lancio del manifesto e con essa ha chiesto l’aspettativa per motivi elettorali al Consiglio Superiore della Magistratura. Varie voci dell’antimafia hanno espresso la loro contrarietà alla sua candidatura per vari motivi: la più grande preoccupazione, espressa molto bene da Nando dalla Chiesa in un articolo di fine anno su La Stampa, è la strumentalizzazione della sua candidatura a causa delle grandi inchieste di cui si è occupato in magistratura. Dalla

che in una votazione online rispondono positivamente. È Pepino che, in una lettera pubblicata sul sito del comitato, spiega le ragioni che hanno portato a una rottura: Cambiare si può aveva posto al centro del proprio programma due opzioni irrinunciabili . La prima è “una netta alternativa al liberismo e al governo Monti, sulla base di una diversa idea di Europa, di sviluppo, di politiche per uscire dalla crisi e di centralità del lavoro”. L’altra è, come accennato, “una netta alternativa al sistema politico che ha caratterizzato gli ultimi decenni”.

Rivoluzione Civile: vera alternativa? Chiesa scrive: “Proprio perché sei stato su un terreno così minato devi garantire agli occhi di tutti una personale condizione di terzietà”. Una nascita tra luci e ombre, quella di Rivoluzione Civile: ciò che si prefigge inizialmente è il mettere in prima fila la di Giulia Silvestri società civile e solo dopo i partiti che la Dieci punti esposti nel manifesto Io ci sto sostengono (Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, Comunisti riassumono il pensiero di Rivoluzione Italiani, Federazione dei Verdi, Civile e dei partiti e movimenti che la compongono. Dieci punti che riprendono i Movimento Arancione, La Rete 2018). Ciò che è emerso in questi giorni e che principi sanciti nella Costituzione: dall’affermazione della legalità a quella di continua a emergere, tuttavia, è che i partiti non hanno fatto quel passo indietro uno Stato laico; dal sostegno alla scuola che avrebbero dovuto fare; in più è stato pubblica, tramite la valorizzazione della contestato il metodo di scelta dei cultura, a uno sviluppo economico candidati, perché proprio sulla scia di rispettoso dell’ambiente e dei diritti, ribadendo soprattutto quelli dei lavoratori; quello dei partiti, e poco incline a dare da una politica antimafia efficace ad una ascolto ai territori. Quest’ultimo aspetto si è risentito anche lotta più profonda alla corruzione, in Emilia Romagna con la candidatura di passando attraverso gli incentivi per l’imprenditoria, l’eliminazione dei partiti Giovanni Favia, ex Movimento 5 Stelle: il comitato Cambiare si può della regione ha dai consigli d’amministrazione e dagli espresso il suo dissenso su come il enti pubblici, il ripristino del falso in candidato è stato scelto, cioè con bilancio e una vera legge sul conflitto un’imposizione dall’alto. Una scelta che d’interessi. Ingroia ha preso senza consultare chi vive Ciò che sorge spontaneo domandarsi è cosa in concreto voglia fare Rivoluzione dove Favia ha operato fino ad ora. Civile, per far sì che questo programma Proprio queste imposizioni e questo venga attuato. metodo sono stati uno dei motivi della Antonio Ingrioia ha deciso di impegnarsi rottura del comitato di gestione di in prima persona a queste elezioni, a metà Cambiare si può con Rivoluzione Civile. Dopo un’iniziale collaborazione, infatti, Dicembre. Preceduta dalle voci di Livio Pepino, Marco Revelli e Chiara corridoio, la sua decisione è arrivata contestualmente al lancio del manifesto e Sasso si distaccano rimettendo la decisione di proseguire insieme a Ingroia, con essa ha chiesto l’aspettativa per ai promotori stessi di Cambiare si può, motivi elettorali al Consiglio Superiore

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Seguendo il cammino verso le elezioni sorgono altre perplessità e alcune delle persone che prima hanno sostenuto Ingroia, chi con dei dubbi e chi con slancio e voglia di cambiamento, adesso cominciano a ritirare il loro appoggio. Nei giorni scorsi sembrava facesse parte di questa lista di persone, anche Salvatore Borsellino, ma lui stesso ha in seguito smentito ciò che hanno scritto alcuni giornali, spiegando che le sue critiche erano rivolte, ancora una volta, al metodo in cui si sta realizzando il progetto di Antonio Ingroia, e non al progetto stesso. La conferma di questi timori si è avuta proprio con la presentazione delle liste: Ingroia è primo alla Camera in tutte le circoscrizioni. Scorrendo, poi, i nomi di coloro che, se verrà raggiunto il 4%, verranno eletti, viene da chiedersi nuovamente dove sia la tanto preannunciata società civile, composta da persone capaci e attive in vari campi e nuove alla politica, così schiacciata dai partitini che, in un nuovo tentativo di auto-riciclarsi e accaparrarsi l’agognata poltrona, rischiano di ripetere l’errore della Sinistra Arcobaleno.


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Il foglio de

“A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare?” Giuseppe Fava

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gennaio 2013

IS IC IL IA N I. IT . w w w

ncora questo non è i Siciliani, ma solo un foglio in cui si parla di loro. I Siciliani giovani è in rete da un anno, è presente in una decina di città con una rete di giovani giornalisti che ha pochi eguali in Italia. E allora, come mai non siamo ancora in edicola? Semplice: i soldi. La sottoscrizione è riuscita bene fra i lettori poveri, ma non fra gli amici più titolati: la maggior parte dei quali ci colma generosamente di auguri e lodi, che però tipografi e cartiere tendono a non accettare. *** Dopo un anno di buon lavoro, sul livello professionale dei Siciliani giovani c’è poco - crediamo - da eccepire. In Lombardia come in Sicilia i nostri redattori fanno il loro dovere, scrivono, fanno inchieste, subiscono avvertimenti e querele. Vecchi colleghi e giornalisti nuovi lavorano tranquillamente a questo prodotto collettivo, che ha il suo baricentro (2013!) nella rete ma che ha bisogno anche dell’edicola come fatto simbolico e di “ritorno in campo” pieno e totale. Perciò abbiamo poco da aggiungere. Sostenete i Siciliani, in quest’ennesima incarnazione della sua lunga storia. E’ un giornale di giovani, è un giornale di profondissime radici. Ne ha bisogno la Sicilia, ne ha bisogno il Paese. Non tradite con la vostra indifferenza coloro che stanno lottando anche per voi.

TRATTATIVE L’anello mancante MILANO “Expo fugit”, sospirò il poeta...

CATANIA

Muro di gomma “La mafia? A Catania

Facciamoci l’Europa

L’Italia ormai è troppo piccola per risolvere da sola i suoi problemi: Cina, India, Giappone, Russia, l’America che raddoppia... Va bene, ma non abbiamo l’Europa per questo? Eh no che non ce l’abbiamo. L’Europa, fatta così, non ci appartiene: al massimo siamo utenti, non cittadini. Ma se provassimo a rifarla in un altro modo? Con più, come dicono i greci, più “dimokratìa”? E quindi con meno banchieri, per logica conseguenza. L’occasione ci sarebbe: nel 2013 in tre dei principali paesi europei (Francia, Germania, e noi) avremo con ogni probabilità tre governi di centrosinistra. Saranno tre altri governi delle banche? O possiamo provare a chiedergli qualcosa di meglio, a gran voce e tutti insieme? (1914-2014: fra poco è un secolo che l’Europa non c’è più)

non esiste”. “La mafia? Non c’è mafia a Roma”. “La ‘ndrangheta? Qualche caso isolato, qui a Milano”. Quante volte s’è sentito questo discorso, borbottato da un politico o elaborato con molti particolari mediatici da un giornale. Eppure la mafia c’era, fin dal primo momento. Pochi magistrati a combatterla, e fra noi giornalisti qualche collega eccentrico e qualche ragazzo. Così siamo arrivati fin qui. Ed ecco cosa c’era dietro il loro muro di gomma. Adesso, tutti i problemi sono esplosi - ma la mafia per prima, perché è la cultura mafiosa, l’economia mafiosa, il potere mafioso a far da modello per tutto il resto. La mafia, e tutti i suoi inconsapevoli allievi a ogni livello. Forse non è ancora troppo tardi, a condizione di muoversi subito e con durezza. A monte, una scelta precisa: non ci fidiamo più della loro informazione. Perciò ce la facciamo da noi. Facciamola tutti insieme (noi diciamo “in rete”, in più sensi), e oggi tecnicamente si può. Ma senza vip e senza guru. Da noi, al centro della nostra moderna e sofisticata rete c’è in fondo un modesto doposcuola di quartiere.

Mafia

E’ il principale problema d’Italia, quello che ci impoverisce di più. Non è una patologia criminale ma il principale potere economico del paese, che ormai fa da modello anche a molta economia legale. “Tratta” con tutti, e sempre ottiene qualcosa. Ma ha un punto debole: è molto vulnerabile alla mobilitazione popolare. Negli anni Novanta è andata molto vicina ad essere sconfitta, e s’è salvata solo grazie alla “timidezza” dello Stato. Adesso bisogna: - Confiscare TUTTI i beni mafiosi o frutto di malversazione, di corruzione o di grande evasione fiscale; - Assegnarli alle cooperative di giovani lavoratori, e sostenerle adeguatamente; anagrafe dei beni confiscati; sgravi fiscali ai commercianti che se ne fanno clienti; - Vigilare (comuni, regioni, assemblee cittadine) sull’applicazione, cacciando i funzionari incapaci; - Punire seriamente gli scambi politico-mafiosi (riforma 416ter).

ma io non sono Stato La mafia, se ci decidiamo davvero, può essere non solo sconfitta, ma eliminata del tutto. A condizione di cominciare dai sedicenti “non-mafiosi” (nelle imprese, nella politica, nello Stato) senza il cui aiuto e complicità non potrebbe sopravvivere un solo giorno.

“Ragazzo, niente sport: sei di Librino”

CULTURA Tutto il cinema di Giuseppe Fava

Operai

Era una parola nobile, adesso è schiavitù. La crisi economica non pesa perché gli operai “pretendono”, ma perché troppi imprenditori non sanno fare il loro mestiere (vedi Fiat) o portano tutto all’estero, alla faccia della (nostra) economia. Bisogna: - Applicare l’art.41 della Costituzione (”programmi e controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”); - Applicare l’art.42 della Costituzione (”esproprio per motivi di interesse generale”) per sanzionare le delocalizzazioni, l’abuso di precariato e il mancato rispetto degli accordi di lavoro; - Separazione fra capitale finanziario e industriale; tetto alle partecipazioni finanziarie nell’editoria; Tobin tax; - Regolarizzare i rapporti di lavoro precari o di fatto; - Gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali (scuola, università, difesa, acqua, energia, infrastrutture tecnologiche, credito internazionale); ristrutturazione della Rai su base pubblica; limite regionale per l’emittenza privata; - Progetto nazionale di messa in sicurezza del territorio, sul modello TVA, come volano economico soprattutto al Sud; divieto di ulteriori cementificazioni; - Responsabilità degli amministratori per il mancato uso di fondi; - Controllo del territorio nelle province ad alta intensità mafiosa.

e Sud


MILANO

Alla faccia dei Maya (e della ‘ndrangheta) Non è finito il mondo, creduloni che non siete altro. Niente asteroidi infuocati nè pestilenze. Almanacco gregoriano batte calendario Maya, un sospiro di sollievo per le agende 2013 di politici, tecnici e magistrati in coda alle urne dorate: son colme di appuntamenti, peccato dar buca a qualche coalizione. tanto di auguri per un felice anno Siamo salvi, per Giunone! Ci si nuovo e la sua foto. era allarmati tutti, qualcuno è Quasi in contemporanea, la casa fuggito sui monti, altri han fatto editrice Blu Edizioni decide scorta di farina. Una pendolare irrevocabilmente di chiudere i su un treno lombardo, più carro cronisti di provincia che battenti con la testata, condanmerci che passeggieri: "Io non nando l'intera redazione a morire tenacemente rompono le scatole voglio morire al lavoro, domani a 'ndrangheta e malapolitica. Per senza uscire nelle edicole. non vado in ufficio!". un 2013 libero nel diritto al A meno che qualcuno, Signori miei, non bisogna riconoscente di essere sopravvis- lavoro, libero nella pura bellezza campar cent'anni per profetizzare suto ai Maya, dia il suo sostegno della lotta antimafia. che questo mondo finirà solo Ester Castano evitando l'estinzione di questi quando finiremo noi di farci solleticare le orecchie coi talk show di prima e seconda serata. CON I SICILIANI Fuori dalla scatola parlante del salotto, oltre gli angoli del maxi schermo full hd, sono accaduti fatti incredibili: operai di destra e sinistra sono scesi insieme nelle piazze d'Italia e hann occupato le fabbriche. Giovani studenti L’idea dei Siciliani giovani è nata (in quest’ultima versione) in una riunione a casa di Giambattista Scidà nell’estate del 2011: fare una rete milanesi hanno sostenuto con di testate giovani di base, sia su carta che su web, sviluppare insieme presidi e manifestazioni le un sito, una rivista pdf e una serie di ebook e, prima o poi, riportare in vittime del potere mafioso: come edicola un giornale ispirato ai Siciliani di Giuseppe Fava. la piccola Denise Cosco, loro Le testate che hanno aderito coetanea, o Loreno Tetti, finora sono I Cordai, La Radio Marsala.it (Marsala), paninaro strozzato dagli usurai. Periferica e Ucuntu (Catania), Il DaSud (Calabria), Mamma! E mentre addobbavamo Clandestino (Modica), Telejato (Bologna), Antimafia Duemila, l'alberello mettendo al fresco lo (Partinico), Stampo Antimafioso Liberainformazione, Agoravox. champagne, il direttore di (Milano), Diecieventicinque Il giornale è fatto da Gian Carlo Altomilanese, settimanale (Bologna), CtZen (Catania), La Caselli, Nando dalla Chiesa, Domenica Settimanale (Napoli), d'inchiesta di Magenta, riceveva Giovanni Caruso, Giovanni Generazione Zero (Ragusa), Abbagnato, Francesco Appari, un proiettile in busta chiusa con Lorenzo Baldo, Valerio Berra, Nando Benigno, Mauro Biani, GIORNALI Lello Bonaccorso, Paolo Brogi, Luciano Bruno, Anna Bucca, Elio Camilleri, Giulio Cavalli, Arnaldo Capezzuto, Giovanni Caruso, Ester Castano, Salvo

NAPOLI OCCHIELLO

La nave per Catania, i carbonari, la Marsigliese Inutile girarci intorno: Napoli non è una città normale. Il giornalista deve fare il giornalista: documentare, indagare e fare domande e se non ti rispondono fare di nuovo domande. Almeno io cosi intendo la professione di cronista. L'esperienza più bella di quest'anno passa per l'imbarco sulla nave NapoliCatania. Il tempo dell'ormeggio e (in senso buono), i “Cordai”. già ero a gustarmi un cannolo Mi sono ritrovato in una riunione alla crema. Arriva la vecchia 500 di carbonari composta da di un volontario ed eccomi al volontari, attivisti, colleghi e ex Gapa nel cuore di San Cristoforo redattori di Pippo Fava, per i - zona della famiglia mafiosa dei nostri “Siciliani Giovani”. Santapaola. Qui un manipolo di Passione, grinta, scambi accesi, “pazzi” guidati dal capitano maleparole, riflessioni, visioni del Giovanni Caruso da circa 20 mondo: è come aver partecipato anni lavora con le bambine e i ad una sinfonia di orchestra che bambini, le ragazze e i ragazzi e intonava la Marsigliese. Ecco la le famiglie del quartiere realiz. stampa, bella, non la fermi. zando un mensile porta a porta Arnaldo Capezzuto

5 GENNAIO OCCHIELLO OCCHIELLO

Ricordare lavorando

Ogni anno a Catania i cittadini liberi si incontrano, il 5 gennaio, nel luogo dove i padroni della città fecero uccidere Giuseppe Fava. Saremo tutti lì alle 17. Più tardi, al Centro Zo, c’è un ricordo organizzato dalla Fondazione Fava. Infine, alle 21 a Cittàinsieme in via Siena, c’è l’assemblea dei Siciliani giovani, per fare il punto sul giornale e organizzare il lavoro e la solidarietà. Senza grandi parole ma col laoro

Tanti giornali giovani In rete e per le strade

Il disastro nascosto e il tempo di ricostruire

Sono stati pochi, nel giornalismo italiano, i giornali come i Siciliani di Giuseppe Fava, completamente liberi e senza - neanche indiretto - alcun padrone. Se tutti fossero stati così. Se tutti avessero potuto scrivere solo e semplicemente la verità. Se avessero avvertito in tempo chi si fidava di loro di ciò che l’Italia stava diventando. La mafia, non denunciata in tempo, è molto più potente di prima. Speculatori e corrotti, trattati come grandi industriali, hanno portato avanti la crisi. La politica stessa, fra adulazioni e carriere, s’è trasformata in un’altra cosa. Adesso, toccato il fondo, molti sentono che è tempo di risalire.

Catalano, Carmelo Catania, Giulio Cavalli, Antonio Cimino, Giancarla Codrignani, Dario Costantino, Tano D’Amico, Fabio D’Urso, Jack Daniel, Riccardo De Gennaro, Giacomo

Di Girolamo, Rosa Maria Di Natale, Francesco Feola, Norma Ferrara, Pino Finocchiaro, Paolo Fior, Enrica Frasca, Renato Galasso, Rino Giacalone, Giuseppe Giustolisi, Carlo Gubitosa, Sebastiano Gulisano, Bruna Iacopino, Massimiliano Nicosia, Max Guglielmino, Diego Gutkowski, Bruna Iacopino, Margherita Ingoglia, Kanjano, Gaetano Liardo, Sabina Longhitano, Luca Salici, Michela Mancini, Antonio Mazzeo, Martina Mazzeo, Emanuele Midoli, Lu-

GENERAZIONI

Non illusi, non rassegnati E’ possibile ricominciare la lotta, una generazione dopo, di un giornale come I Siciliani? Noi siamo sicuri di sì, perché noi questo filo non l’abbiamo interrotto mai. Molti dei nostri redattori non erano nati, al tempo dei primi Siciliani. Ma adesso, i Siciliani sono loro.

DA’ UNA MANO A RIPORTARE IN EDICOLA I SICILIANI: IBAN Banca Etica

ciano Mirone, Pino Maniaci, Attilio Occhipinti, Salvo Ognibene, Antonello Oliva, Riccardo Orioles, Pietro Orsatti, Salvo Perrotta, Giulio Petrelli, Aaron Pettinari, Giuseppe Pipitone, Antonio Roccuzzo, Vincenzo Rosa, Luca Rossomando, Giorgio Ruta, Luca Salici, Daniela Sammito, Miriana Schillaci, Mario Spada, Sara Spartà, Giuseppe Spina, Giudrppe Teri, Marilena Teri, Fabio Vita, Salvo Vitale, Chiara Zappalà, Andrea Zolea.

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I Siciliani giovani, registr.Tribunale Catania n.23/2011 del 20/09/2011, dir.responsabile Riccardo Orioles

Progetto grafico di Piergiorgio Maoloni (da un inedito del 1993)


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Copertina: Flavio Romualdo Garofano Sito web realizzato da Carlo Tamburelli Impaginazione e grafica: Ida Maria Mancini

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