Cosmonautica Magazine - N° VI

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Vela latina: la parola non ha nulla a che fare con i latini, con la città laziale e tanto meno con il ballo bensì deriva da “vela alla trina”, ossia vela triangolare proprio perché, a differenza delle vele quadre, si sviluppava su tre punti, murati uno alla sommità o penna, uno alla base dell'antenna ed uno a prua. Le barche a vela latina regnarono nel mar Mediterraneo per più di cinque secoli; un bel primato se si pensa che fecero la loro apparizione in epoca tardo medievale e vennero utilizzate per scopi commerciali fino all'immediato dopoguerra, quando ancora i leudi (particolare tipo di barca molto maneggevole, in grado di raggiungere piccole insenature) arrivavano a Sestri Levante per portare botti di vino e di olio.

Oggi, con il trionfo dei motori marini e la necessità di andare sempre più in fretta hanno destinato il loro uso esclusivamente allo svago e all'agonismo. Nel 1983 è stata istituita a Stintino la prima regata di vele latine, nata per salvaguardare la numerosa flotta locale e da lì in avanti sono sorte alcune associazioni che, tra Liguria, Sardegna e Toscana, hanno lo scopo di diffondere le tradizioni veliche e divulgare i lavori/capolavori dei maestri d'ascia. Una di queste è Invelare (INiziative VEle LAtine e REgate) - www.invelare.it - portabandiera del concetto di slow sea ossia di un modo consapevole di andar per mare che, in analogia a quanto avviene con lo slow food, consente di assaporare l'atmosfera marina e privilegiare così le andature “dislocanti” o lente. Grazie al suo fondatore, l'architetto Roberto Roccati, è stato possibile provare alcune barche della flotta e passare un'intensa giornata di manovre nel golfo di Lerici.

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