Prefazione Test fisiologici

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PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA

Le linee guida della BASES sulla valutazione fisiologica rappresentano un importante punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di valutazione funzionale dell’atleta e dello sportivo, sia in laboratorio che sul campo. Questo testo infatti presenta in modo chiaro ed organico i più comuni test utilizzati per la valutazione funzionale degli atleti e degli sportivi nel Regno Unito, molti dei quali sono utilizzati di routine anche in Italia. Tuttavia le linee guida non costituiscono solo un elenco più o meno completo di test di valutazione, ma sono piuttosto un vero e proprio testo scientifico, corredato da una ricca e fondamentale bibliografia, organizzato in sei parti, dove vengono illustrati esaurientemente i presupposti teorici e le implicazioni pratiche della valutazione funzionale, secondo il punto di vista della Scuola Inglese ed in particolare della BASES. Per questo motivo abbiamo lasciato nel testo tradotto i riferimenti originali agli enti, alle organizzazioni, alle leggi ed ai regolamenti del Regno Unito, senza tentare un inutile adattamento alla realtà italiana. Nella prima parte di queste linee guida sono trattati i principi generali ed in particolare i concetti di salute e di sicurezza, nonché le implicazioni etiche della valutazione funzionale. Nella seconda parte vengono trattate le implicazioni metodologiche della valutazione ed in particolare le problematiche legate all’errore, alla normalizzazione delle misure ed all’effetto dei ritmi circadiani. Queste prime due parti del testo sono a mio avviso particolarmente importanti, poiché evidenziano come sia complesso raccogliere ed analizzare un dato, dal quale verranno poi tratte delle indicazioni per modificare la prestazione di un atleta o di uno sportivo. Leggendo i capitoli di queste prime due parti, ci si rende conto di come la Scuola Inglese sia rigorosa nell’affrontare le tematiche generali della valutazione funzionale e di come sia difficile essere coerenti con i presupporti teorici.


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Nella terza parte si entra nel vivo delle procedure generali che vengono poi utilizzate specificamente nelle varie situazioni, ma che hanno comuni denominatori che derivano dalle conoscenze della fisiologia e della biomeccanica dell’esercizio; assieme ai presupposti teorici descritti nelle prime due parti del testo, devono essere ben padroneggiate da chi effettua la valutazione funzionale. Nella quarta parte si scende nel dettaglio delle varie discipline sportive, alcune delle quali sono poco praticate in Italia (ad esempio il cricket ed il rugby a 13), e viene offerto un interessantissimo panorama del mondo della valutazione funzionale nel Regno Unito, dove ampi spazi vengono dedicati alla valutazione sport-specifica sul campo; qui il lettore più accorto potrà trovare importanti stimoli per il suo lavoro. Nella quinta parte vengono affrontate le problematiche specifiche della valutazione funzionale dei bambini, degli anziani e delle donne che spesso sono ignorate e che possono dar origine a vari tipi di errore. Infine nella sesta parte, che nell’edizione originale inglese è pubblicata separatamente in un secondo volume, vengono trattate le problematiche valutative per i pazienti affetti da diabete, cardiopatie, pneumopatie, disturbi circolatori, insufficienza renale e malattie neuromuscolari. Complessivamente si tratta di un’opera molto importante, la cui conoscenza è secondo me necessaria, per accrescere il bagaglio culturale di tutti coloro che hanno a che fare oggi in Italia con la valutazione funzionale dei soggetti sani ed affetti da patologie varie. A conclusione di questa mia breve prefazione, non posso nascondere il fatto che curando l’edizione italiana di queste linee guida ho avuto modo di ripercorrere le tappe della mia formazione presso i laboratori dell’Istituto di Fisiologia Umana dell’Università degli Studi di Milano e del Centro Studi di Fisiologia del Lavoro Muscolare del CNR, quando le valutazioni dirette della potenza aerobica erano effettuate con i sacchi di Douglas, la determinazione del lattato era fatta con macrometodi complessi e la frequenza cardiaca non poteva ancora essere registrata con i cardiofrequenzimetri. In quegli istituti i miei Maestri, i professori Franco Saibene e Pierangelo Mognoni, che avevano studiato a lungo in Inghilterra, mi hanno insegnato, con il loro esempio e con il loro rigore, un approccio metodologico alla valutazione funzionale che è sostanzialmente quello che emerge da queste linee guida. A loro dedico questo mio lavoro, con l’augurio che possa contribuire effettivamente alla formazione di quanti si occupano o desiderano occuparsi di valutazione funzionale. Giulio Sergio Roi Gruppo Medico Isokinetic Education and Research Deparment Bologna, giugno 2010


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