Rivista20 n10

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ARTE E CULTURA NELLE 20 REGIONI ITALIANE

TORINO: JINDRA HUSARIKOVA

MILANO:Gustav Klimt

SORRENTO:Pablo Picasso Edito dal Centro Culturale ARIELE


BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CULTURALE

Direttore responsabile: Roberto Borra Vicedirettore: Nicoletta Balani

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Art director: Redazione:

Giovanna Alberta Arancio Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Ermanno Benetti Daniela Boarino Massimo Pasqualone Tommaso Evangelista Lodovico Gierut Laura Coppa Valentina Grecco Letizia Caiazzo Antonietta Campilongo Vincenzo Cignarale Alessandra Primicerio Francesco Mastrorizzi Roberta Panichi

Impaginazione: Enzo Briscese Ludovico Operti Marzia Mandrini Alice Ponzio

Segreteria:

Rosaria Di Dio

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Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio

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In copertina: Jindra Husarikova


L’editoriale di Roberto Borra

Arte contemporanea e fotografia Mi rendo conto di quanto nella storia dell’arte, la fotografia in passato abbia avuto un ruolo del tutto marginale. Il nodo cruciale che ha relegato quest’arte, nel novero del semplice mezzo di comunicazione di massa, è dovuto all’idea generalizzata che la fotografia possa al massimo”interpretare”il soggetto ma non “formularlo” ed in sintesi “costituirlo” in modo diretto e autonomo. In realtà, la stessa arte pittorica, dal sorgere del medium fotografico, si è ampliamente avvalsa dell’utilizzo della fotografia come base per la creazione dell’opera, senza porsi ulteriori interrogativi.Nel 1940, l’istituzione del Dipartimento di Fotografia del Museum of Modern Art (MoMa) di New York ha“sdoganato” e sancito in modo inequivocabile l’importanza del ruolo della fotografia nell’arte contemporanea. Và altresì osservato che, la storia dell’arte talvolta valorizza prima del mercato (vedi Bonalumi) ed è anticipatrice di innovazioni e nuove tendenze che “l’immaginario collettivo”, recepisce con grande lentezza. Nel 2004 il curatore del MoMa John Elderfield ha esposto il capolavoro pittorico di Paul Cèzanne “le baigneur”(1885) accanto ad fotografia a colori di grande formato dal titolo “Odessa, Ucraine, 4 August 1993”, della

giovane fotografa olandese Rineke Dijkstra. Le due opere entrambe raffigurano un bagnante adolescente. Per il dipinto, Cèzanne si ispirò ad una fotografia e dunque questa scelta curatoriale provocatoria, riaccese il dibattito sull’equiparazione tra pittura e fotografia. Al Salone Internazionale del Libro di Torino di maggio ho avuto occasione di incontrare il fotografo del National Geographic Steve McCurry, universalmente conosciuto per i suoi grandi reportage e per lo straordinario ritratto della profuga afgana. Lui stesso(oltre agli organizzatori) si è dimostrato stupito dalla grande affluenza nella capiente Sala Azzurra, più volte riempita da un pubblico davvero straripante, ma attento e qualificato. Steve Mc Curry ha mostrato grande apprezzamento per il fermento artistico e culturale che si respira a Torino ed il successo della sua presenza nella nostra città è un ulteriore segnale di quanto l’arte della fotografia sia capace di rappresentare e catalizzare l’interesse del grande pubblico, quando sostenuta come nel caso del National Geographic da un possente e capillare apparato mediatico.

Salone del libro di Torino (2014) Roberto Borra e Steve Mc Curry Photo Loredana Frisoli

Steve Mc Curry-National Geographic- Edizioni White Star


EVENTI

PIEMONTE

I PRERAFFAELLITI. L’ UTOPIA DELLA BELLEZZA 19 Aprile 2014 - 13 Luglio 2014 La mostra a Palazzo Chiablese di Torino, che Mario Turetta, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, non ha voluto farsi scappare, si preannuncia già un successo Preraffaelliti. L’Utopia della Bellezza è stata annunciata nella conferenza stampa del 21 Marzo e sarà inaugurata il 19 Aprile nello storico palazzo, patrimonio dell’Unesco, dove vi rimarrà fino al 13 Luglio. Dalla Tate Gallery di Londra arriveranno 70 opere a Torino: Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, Ford Madox Brown, William Hunt, John Williams Waterhouse saranno in mostra per ricordarci cosa sia la bellezza, o meglio l’utopia della bellezza, con opere che esercitano oggi più di ieri un fascino irresistibile. La mostra è promossa dal Comune con il sostegno della Direzione Regionale Beni Culturali Piemonte, del Polo Reale e del Sole 24 Ore Cultura. La contemporaneità del tema sulla bellezza è sottolineato dal concetto di “utopia”, che nell’arte contemporanea è stata superato, a volte contestandolo. I preraffaelliti , invece, prendevano la bellezza

molto sul serio e supportati dal critico Ruskin e da poeti come Baudalaire, Keats, Tennynson e Blake di cui Rossetti nel 1847 acquistò il quaderno di appunti, riuscirono a trarre liberamente ispirazione da altri del passato come Shakespeare e Dante per opporsi ai cambiamenti del loro tempo. Nelle opere dei Preraffaelliti risalta subito l’attenzione per la figura femminile immersa in una natura rigogliosa, minuziosa e realistica; ma sia la natura che la donna erano il tramite per la comprensione di una dimensione immaginaria e utopica. Sempre più importante fu il ruolo delle modelle, vere e proprie muse ispiratrici, difficili da sostituire dopo averle rese immortali. Christina, Annie, Jane, Elizabeth pur con diverse caratteristiche fisiche cominciarono nella delirante ricerca dell’Utopia dei Preraffaelliti a somigliarsi tutte e nella loro tragedia umana a diventare un tutt’uno con la natura circostante. Lontani dallo sfarzoso Rinascimento rappresentato da Raffaello, lo stile celebrava la bellezza per la bellezza, libera da ogni fine.

Palazzo Chiablese

Piazza San Giovanni 2– 10123 Torino info e prenotazioni: 011 0881178 Biglietto Intero: 13 € - Ridotto: 11 Orario di apertura: lun.14.30- 19.30 mar-mer-dom 9.30-19.30 gio-ven.-sab 9.30-22.30 Sito web: www.mostrapreraffaelliti.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra.


PROBLEMI MERCATALI E POLITICI

a cura di Enzo Briscese e Giovanna Arancio L’Italia, nonostante sia un paese con un ricco patrimonio artistico, gode di pessima fama presso tutti i mercati internazionali dell’arte. E’ una situazione apparentemente paradossale: gli artisti italiani, riconosciuti e stimati anche all’estero, faticano sul mercato interno e, per diversi motivi, su quello esterno. Il fatto che in Italia non ci sia il necessario movimento finanziario nei confronti dell’arte ha conseguenze gravissime che sono evidenti a tutti. L’alta tassazione a cui sono soggette le opere d’arte e le restrizioni che ostacolano l’esportazione scoraggiano le transazioni e relegano il nostro paese agli ultimi posti in fatto di scambi. Le normative italiane sono obsolete e, quando viene cercato qualche rimedio, la soluzione istituzionale si dimostra nei fatti peggiore del regolamento precedente. Pertanto il collezionismo privato ha il fiato corto e chi vuole comprare l’arte italiana è costretto a cercarla all’estero. In Italia l’opera d’arte è considerata un lusso e il venditore un probabile evasore fiscale. L’artista affermato incontra ostacoli nella circolazione fattiva della sua produzione ed è spesso oberato dalle notifiche vigenti; la notifica, che colpisce l’arte storicizzata, dovrebbe arrestare temporaneamente l’esportazione per favorire l’acquirente italiano, ed invece ha una durata lunghissima rispetto ad altri paesi europei senza peraltro garantire alcun beneficio di acquisto interno. In un mondo globalizzato il mercato dell’arte risulta, purtroppo, disomogeneo e inadeguato a discapito dei nostri beni artistici. Nel settore arte l’Italia si configura come una realtà frammentata e costituita alla base da un retroterra culturale potenzialmente ricco di iniziative ma abbandonato a se stesso, senza un politica capace di coordinare e supportare adeguatamente, e in modo differenziato, le varie situazioni e i conseguenti diversi livelli di sviluppo. Un po’ ovunque emergono gruppi spontanei, associazioni locali, regionali, realtà e aggregazioni in rete che cercano di emergere e solidarizzare in maniera spesso incerta e caotica. Nascono nuove figure professionali e si strutturano diverse gestioni espositive , sovente nelle sedi di nuovi centri culturali; le gallerie storiche resistono alla crisi mentre gli altri spazi vivono un futuro insicuro, a volte

fallimentare. La vita artistica italiana vive nel segno della precarietà, nell’indifferenza e nelle ristrettezze, affidata alla buona sorte del caso. Se è vero che l’arte potrebbe costituire una risorsa essenziale per il nostro paese diventa evidente che una politica capace e mirata potrebbe far da volano alle iniziative del settore con una ricaduta di benefici qualitativamente importanti. Il problema non è la mancanza di progettualità da parte di una considerevole parte di operatori del settore quanto la mancanza di attenzione, tempo e risorse dedicate al vaglio delle proposte culturali che vengono avanzate da associazioni, circoli di artisti, galleristi, curatori e da chi si impegna seriamente.

Incisione di “Giacomo Soffiantino”


Museo delle Antichità Egizie (Torino)

Tel. +39.011.5617776 - Fax: +39.011.5623157 e-mail: info@museitorino.it www.museoegizio.it Via Accademia delle Scienze, 6 - 10123 Torino (To) RIEPILOGO INFORMAZIONI, INDIRIZZO ED ORARI Orario: martedì-domenica 8.30-19.30; ultimo ingresso 18:30; lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura del museo. Aperture serali: Verrano rese note di volta in volta sul sito www.museoegizio.it Tipo ingresso: A pagamento

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Rivoli) Tel.: +39.011.9565222 - Fax: +39.011.9565230 E-mail: info@castellodirivoli.org, promozione@castellodirivoli.org www.castellodirivoli.org, www.castellodirivoli.tv Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli (To)

Restaurato a partire dal 1979 per volontà della Regione Piemonte, il castello, ampliato originariamente nel XVIII secolo dall’architetto Filippo Juvarra, diventa sede del museo d’Arte Contemporanea nel 1984, quando inaugura con “Ouverture”, un’ampia panoramica sulle ultime tendenze, e si accredita in breve tempo come uno

dei più importanti spazi europei per l’arte contemporanea. L’intervento dell’architetto Andrea Bruno sul corpo principale, completato nel 1984, ha portato da un lato alla rimozione di tramezzi e superfetazioni, fino a ristabilire la grande scala della distribuzione interna del castello originario, dall’altro, è consistito nella realizzazione di una serie di installazioni architettoniche volte a ridistribuire i percorsi (scala sospesa), a segnalare all’esterno la ristrutturazione (passerella a sbalzo), o a fornire particolari servizi al museo (sala-anfiteatro al piano terreno). Il primo nucleo della collezione del museo ha visto la luce grazie

alle numerose donazioni fatte da artisti e sostenitori pubblici e privati. Il primo artista a donare un’opera al museo è stato l’artista Sol LeWitt che nel 1991, scelta una sala del castello, vi ha realizzato una grande installazione tuttora visibile al primo piano. Oggi la collezione permanente al primo e al secondo piano, presenta opere di artisti di fama internazionale con particolare attenzione al minimalismo, all’arte concettuale, alla Land Art e all’Arte povera. Le opere sono talvolta concepite dall’artista per uno spazio o una sala particolare come dimostrano, fra le altre, l’ambientazione di Lucio Fontana, la sala dipinta di Sol Lewitt, le sculture di Claes Oldenburg o di Giovanni Anselmo. Particolare rilievo meritano le opere del gruppo dell’Arte Povera - Merz, Zorio, Penone, Pistoletto, Paolini, Mainolfi, Kounellis – e lo spazio dedicato ad alcuni stranieri come Beecroft, Oppenheim, Buren, Kirkeby, Horn. Con l’inaugurazione della manica lunga nel 1991, viene rifunzionalizzata anche questa parte del complesso monumentale della residenza sabauda, anticamente adibito a pinacoteca. L’edificio seicentesco lungo oltre 140 metri di lunghezza per 7 metri di larghezza, ospita le mostre temporanee e dispone di una sala convegni, biblioteca, videoteca, laboratori didattici, bookshop, sala lettura e caffetteria. Dal 2003 il museo d’Arte Contemporanea è anche sede del primo museo in Italia della Pubblicità. È il segno della grande passione per questa forma di comunicazione che a Torino ha avuto uno dei suoi geni più rappresentativi: Armando Testa.


L’opinione Giovanna Arancio L’IMMAGINE RICOMPOSTA

Da tempo si è verificata una progressiva ricomposizione dell’immagine, non come presenza dirompente tale da offuscare le altre forme espressive ma di sicuro come processo in pieno corso, potenzialmente aperto a nuovi sviluppi e oltremodo intrigante, capace di suggerire diverse riflessioni al proposito. Tuttavia ci pare di lavorare su un terreno particolare per l’inesauribilità di interrogativi insorgenti e per la ricchezza di connessioni che emergono durante la ricerca. Di primo acchito, quasi a livello istintivo, la nuova figurazione si riconosce per tratti che l’accomunano nonostante la miriade di modalità in fermento che essa propone; in seconda battuta, soffermandosi a considerare in che cosa consista questa comunanza sotterranea, è possibile tentare un’operazione ermeneutica di supporto. Anzitutto l’aspetto ricompositivo più marcato è l’innovazione disinvolta osservabile negli impianti spaziali in cui la zona figurale si impone attraverso decentramenti visivi oppure per mezzo di un’apparente centralità. Infatti anche la costruzione centrale ha perso i connotati storici ed è minata dallo sfondamento del rapporto tra i piani: vale a dire che questi ora sono inglobati gli uni negli altri originando una bidimensionalità del tutto contemporanea (ben diversa era la piattezza disgiuntiva dei campi, cioè soggetto-fondale, di derivazione orientale). Lo stesso effetto di anamorfica centralità si avverte quando l’immagine “affiora” o è alterata grazie al colore, al segno, ad inserimenti distorcenti che modificano la sensazione percettiva della profondità. Sovente, infine, anche quando siamo di fronte alla più antica contaminazione bizantineggiante lo spazio

acquista comunque una dimensione nuova: bastano dei frammenti di volume nella figura, degli effetti chiaroscurali che interrompono la classica campitura, per confermarci che stiamo vivendo una diversa sensibilità d’impianto non facilmente liquidabile. Sinteticamente si può accennare ad un altro punto controverso dell’immagine odierna. E’ forse pur vero che “ noi non viviamo il mondo ma la sua continua narrazione”, come affermava il grande Macke, tuttavia in ogni epoca il sincretismo tra realtà e inventiva è sempre stato accompagnato dal massimo sforzo possibile di definire i termini della fisicità. Nel secolo scorso perfino “La testa di ostaggio” di Fautrier o l’informale “Barricata” di Vedova ottemperavano a tale bisogno primario; è però innegabile che l’arte, disgregando la figurazione, abbia lanciato un chiaro messaggio di allertamento radicale. Nondimeno va detto che il colore– al singolare o al complesso plurale – oppure la sua assenza, la luce e la sua ombra, condizionano sempre lo sguardo angolandone il grado di vicinanza e intimità con l’esterno. Così l’ombra non è semplicemente buio né può esistere pura luce e la stessa colorazione proietta e non trasvola il contesto fisico. L’apparente banalità dell’osservazione è smentita appena ci si accosta all’attuale processo creativo e se ne coglie l’esigenza di rimandi al “reale”: davanti ai nostri occhi ecco scorrere una miscellanea artistica fluttuante che specchia sia l’artificialità cromatica in cui siamo perlopiù immersi sia il tentativo di integrare tale aspetto con una sperimentazione neoluministica dai contorni e dagli esiti ancora indefiniti.


TORINO . I RAPPORTI ARMONICI E L’ARTE DELLA BELLEZZA Testo e fotografie di Roberto Borra

In quei giorni di nuvoloni pittorici, assiepati dalle correnti atlantiche sulla pianura, Torino appare dalle colline circostanti come un convivio di luci barocche che al volger della sera ammantano ogni cosa e rendono divina l’arte dell’osservare. Ovunque si volga lo sguardo, le emozioni t’invadono il cuore e la città distesa all’ombra dei declivi dolci della sua collina pare un perfetto quadro impressionista. Le Alpi sullo sfondo, sono parte stessa di uno spettacolo che scandisce l’ardito connubio tra le architetture naturali e gli ardori barocchi, fusi, nel declinare tenue delle luci del giorno. Il fiume Po, dinamizza le architetture urbane e nel suo scorrere verso sud, come un fluido metronomo, scandisce il ritmo della natura e delle stagioni. E se dei contrapposti ritmi della contemporaneità ci parla il fiume ed il via vai frenetico delle vie cittadine, gli addensamenti e le stratificazioni della storia, sono narrati dalle mute voci di architetture e monumenti, preziosi simulacri del passato. Immergendosi lungo le vie di Torino, il barocco subalpino trionfa tra piazza Castello e piazza Carignano, collegate dal severo percorso pedonale di via Accademia delle Scienze. Nei dintorni v’è un tripudio di Palazzi storici, di prestigiosi Musei e di Residenze Sabaude, un menù d’arte, di storia e

di cultura da far invidia ai palati più esigenti e sopraffini. Le regole della simmetria dettate dall’architetto romano Vitruvio nel trattato “De Architectura” tra il 30 e il 20 a.C sono riscontrabili nel complesso architettonico della “Porta Palatina” il cui prospetto del corpo centrale, rispecchia fedelmente la pianta della Torino di epoca romana, un rettangolo il cui rapporto tra i lati è di 9/8 in ossequio alle leggi che regolano i cosiddetti rapporti “armonici”, elementi validi sia nella concezione dell’estetica visiva e scultorea, sia nella musica. Probabilmente, uno dei segreti della bellezza di Torino stà proprio nelle perfette consonanze e nelle simmetrie architettoniche enunciate dalla concezione pitagoricoplatonica di epoca romana rimasta nell’imprinting strutturale della città.. Paul Helbling, uno dei fotografi concettuali di spessore, del panorama artistico europeo, giunto a Torino per la personale “Varietè d’abstraction” alla Galleria 20, ha rivelato particolare interesse per la nostra città. Egli commenta: nei pochi giorni in cui sono rimasto a Torino, ho potuto osservare molte mostre ed esposizioni di grande interesse, più di quante mi fosse mai capitato di vedere in un tempo così breve. E’ stata affascinante la visita


alla mostra“il collezionista di Meraviglie. l’Ermitage di Basilevsky” nel bellissimo palazzo Madama. Interessante anche la mostra fotografo del svizzero Werner Bischof che mi ha meravigliato per l’affluenza di pubblico e per l’interesse che hanno dimostrato i torinesi in un settore artistico che in Italia è sempre stato un poco sotto tono nonostante la presenza di figure di grandi fotografi come Mulas e Ghirri. In realtà Torino nel contesto nazionale si presenta come degna capitale dell’arte moderna e di quella contemporanea in virtù di una strutturale presenza di emergenze museali, di mostre ed eventi di carattere internazionale, collocate in luoghi storici di straordinario interesse. Il Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, inserito nel circuito delle residenze sabaude, in oltre 7.000 metri quadrati di spazi espositivi, conserva ed espone il più vasto patrimonio di arte

contemporanea presente nel nostro paese. Al contempo a Torino sorge il più antico Museo d’arte moderna italiano, la GAM , Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea le cui collezioni conservano un patrimonio di circa 45.000 opere che spaziano dall’Arte Povera alle più recenti tendenze dell’Arte attuale. La Fondazione Merz e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo unitamente alla Reggia di Venaria Reale delineano sinteticamente i tratti di una vera capitale artistica in grado di attrarre visitatori da ogni parte del mondo. Tutto ciò, anche in virtù della straordinarietà del contesto morfologico, storico e paesaggistico in cui le collezioni torinesi sono collocate, nel pieno rispetto di quei “rapporti armonici”, sintesi estrema di quel concetto di bellezza tornato in auge dopo un preoccupante periodo di quasi totale indifferenza.


JINDRA HUSARIKOVA LA RIVISTA20 PRESENTA UNA GRANDE ARTISTA DELLA REPUBBLICA CECA “....Jindra Husarikova ha elaborato e successivamente fissato il proprio linguaggio sorprendentemente presto, come anche ha captato il modo con cui interloquire e guardare la realtà e nonostante i suoi quadri rievochino forse a tratti qualcosa di Chagall o di Ensor, si tratta soltanto di un’impressione superficiale, perchè la loro reale carica interiore scaturisce da una visione e percezione autentiche e originali dell’artista. L’interpretazione dei dipinti di Jindra Husarikova non è mai univoca, oscilla tra suggerimenti e simboli dei possibili chiarimenti. I suoi dipinti sono immagini delle favole popolate dalle figure umane, prevalentemente femminili con tratti caratteristici dei protagonisti delle culture primitive (i visi di profilo, gli occhi, le teste grandi, i corpi e gli arti “infantili” corti, sproporzionati, le espressioni fisse, sbigottite). I corpi sono solo leggermente schizzati, come se fossero nudi, con mani vuote e

piedi scalzi, in policromia innaturale - blu, giallo o verde; la scena è piatta, da quinta teatrale, a volte tutta monocroma o con un’altra tonalità, come se fosse immersa nel bagliore dei riflettori a colori. Su queste tele incontriamo i cavalieri del circo, giocolieri e acrobati, ballerine, musicanti girovaghi e pagliacci di campagna, figure femminili assorte ad un tavolo di caffè, o giovani madri in attesa. Non assistiamo mai a chissà quale dramma, piuttosto siamo testimoni dello scorrere di una silenziosa conversazione titubante e malinconica. Il destino e i protagonisti raccontano le loro storie dalle favole e dalle leggende fuori del tempo. Ad un primo sguardo si nota la consistenza dell’opera nei vari periodi; i cicli si evolvono e si tramutano in tappe più o meno lunghe, con sorprendente forte carica. E’ un fenomeno molto incoraggiante, per una pittrice così matura, e allo stesso tempo, promettente per gli anni successivi”. Renata Roubickova


“....La pittura di questa artista, visione poetica di sensazioni, umori, immagini ed esperienze formate dall’espressione suggestiva, richiede una comprensione mobilitata da una forte, sentimentale, sensoriale e razionale potenzialità. Quest’arte si sottrae sia al modo convenzionale di osservare sia all’ammirazione di coloro che adorano essere seguaci delle imitazioni epigone delle conquiste estere. La pittrice alterna nei suoi quadri i mezzi d’espressione più ricchi con quelli più modesti, fa uso di contrasti intenzionali delle costruzioni spirituali e delle cose reali, e con espressiva policromia simbolica insieme con stilizzazione consapevole delle forme, evoca il suo incantesimo, proprio del suo animo. Quest’opera figurativa ha indubbiamente la sua giusta ragione perchè ci consente di concepire i fenomeni dell’animo umano, non abbastanza apprezzati finora o trascurati, e di superare gli indizi della possibile aridità sentimentale e in quel modo raggiungere il sentire profondo e l’attività dello spirito. E’ certamente stimolante per Jindra Husarikova che con il passare degli anni ha acquisito innumerevoli sostenitori ed ammiratori da noi e all’estero: molte delle sue opere fanno parte delle collezioni private e pubbliche. Quanto detto non dovrebbe essere recepito come adorazione della pittura di Jindra Husarikova, perchè la condanna di Seneca anche oggi non perde la sua motivazione: - Cosa c’è di più ripugnante della filosofia che rincorre l’applauso?- e vale anche per l’arte figurativa. Ciò sarebbe in ovvio contrasto con l’essenza della personalità dell’artista e della sua opera”. (Jaroslav Mraz)

Se Frantisek Kafka, nel 1979 scrisse ..che Jindra Husarikova era all’apice della sua creatività, possiamo constatare dopo 15 anni con soddisfazione che l’artista non ha permesso che la sua opera scendesse neanche di un gradino da quell’alto livello. Questo è stato ovviamente pagato con incommensurabile fatica, laboriosità, forza e talento. Se per di più, la pittrice ha scelto la strada meno facile, la non congiunturale


strada dell’artista solitario, non c’è nulla da invidiare. Anche se, in verità, questa è probabilmente l’unica strada che nell’arte abbia veramente senso. La forza della pittura di Jindra Husarikova consiste nella risonanza delle idee contemporanee, degli umori e delle sensazioni senza dover rinunciare alla millenaria esperienza culturale. I suoi quadri sono la visione poetica delle impressioni, delle immagini e delle storie che emanano perenne fascino, a volte come favola, a volte come mito. Se l’essenza poetica è la capacità di rendere particolare un fenomeno e risvegliare dentro di noi una relazione con la bellezza, e se l’arte significa più inquietudine che certezza e allo stesso tempo non dimentica la grande componente del desiderio, tutto questo senza dubbio scaturisce, e si diffonda dall’opera figurativa della pittrice. Possiamo infine considerare i quadri di Jindra Husarikova come un invito e un appello per richiamare l’importanza dell’intensa percezione sensoriale ed intellettuale, valore che viene sempre meno considerato ai nostri tempi, in cui si assiste a troppi eventi crudeli ed in cui l’arte viene non solo appiattita, ma allo stesso tempo isolata. (Jaroslav Mraz) Le immagini di Hindra Husarikova si sospendono in una temperie di perenne incantamento: il reale smarrisce connotazioni e spessori consueti per tramutarsi in una apparizione improvvisa. Per tramutarsi, a dir meglio, in una “visione” in cui si riflette il grande spettacolo dell’umanità. Ora evocate in una pluralità di componenti ed ora invece conchiuse nel volgere breve di un frammento, le molteplici trame della vita sono comunque catturate sull’altro lato dello specchio, là dove risuona la

parola rivelatoria che illumina non già un momento esistenziale ma un destino. Sia pure sommariamente delineata , questa specific a intonazione dell’immagine attesta di Jindra Husarikova il saldo radicamento alle sue origini etniche e culturali, a quella humus mitteleuropea troppo sovente tradita da quanti hanno abdicato alla loro personalità per inseguire i cosiddetti linguaggi internazionali e diventarne squallidi epigoni.


Per cui si potrà subito notare che per questa artista non trovano alcuna consolidata motivazione critica taluni riferimenti a maestri e correnti della contemporaneità, avanzati in forza di supposte analogie stilistiche. E’ senz’altro vero che l’artista è dotata di profonda cultura, che nella sua fase formativa ha operato attente verifiche nei territori delle arti reputati congeniali, ma è altrettanto vero che ella mai si è congelata nelle mutuazioni acritiche, nel passivo accoglimento di altrui proposte, tanto da insediarsi nel contesto delle odierne esperienze in una posizione del tutto autonoma. Parlare, in altri termini, di riecheggiamenti chagalliani o di desunzioni surrealiste ha poco o affatto senso poichè dell’opera oggettivamente analizzata traspare in nitida evidenza che la Husarikova ha elaborato il proprio linguaggio in esclusivo ascolto di sè, di un patrimonio interiore che si alimenta per gli apporti di un corso di storia e di cultura tipico della sua terra. Jindra Husàrikovà potrebbe ben dire con Kafka: “Dentro di noi vivono ancora gli angoli bui, i passaggi misteriosi, le finestre cieche, i sudici cortili, le bettole rumorose e le locande chiuse. Oggi passeggiamoper le ampie vie della città ricostruita ma i nostri passi e gli sguardi sono incerti. Dentro tremiamo ancora come nelle vecchie strade della miseria. Il nostro cuore non sa ancora nulla del risanamento effettuato”. Anche l’artista, infatti, ricompone nei suoi dipinti una “città dell’anima”. E’ una città gremita da una popolazione di giocolieri e di amazzoni e di acrobati di circo equestre, di musicanti girovaghi e di guitti da teatrino di periferia, di figure femminili assorte a un tavolo di caffè e di giovani madri che teneramente vigilano sul bambino, anche di nudi librantisi in una polla di cristallo, di una umanità docile e disarmata che talora inclina verso una pensosa malinconia e tal’altro cela il tarlo di un dramma segreto. Carlo Munari


EVENTI

LOMBARDIA KLIMT. ALLE ORIGINI DI UN MITO 12 Marzo 13 Luglio 2014

La mostra, organizzata dal Comune di Milano, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura e Arthemisia Group, realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna e curata da Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vicedirettore del Belvedere, presenta per la prima volta a Milano alcuni dei più noti capolavori provenienti dai più importanti musei. Proprio il Museo Belvedere, in occasione del 150° anniversario della nascita di Klimt ha organizzato nel 2012 un grande mostra che dava conto della formazione, dello sviluppo e dell’apice della carriera artistica del genio austriaco, riunendo molti lavori di Klimt tra cui 40 oli. Nella mostra milanese, aperta dal 12 marzo al 13 luglio a Palazzo Reale, ve ne saranno 20, oltre ad altri suoi lavori e di artisti a lui vicini, a cominciare dai fratelli Ernst e Georg, per un totale di oltre 100 opere.La ricostruzione originale del “Fregio di Beethoven” – esposto nel 1902 a Palazzo della

Secessione a Vienna, fondata nel 1897 – chiuderà il percorso espositivo, occupando un’intera sala e “immergendo” il visitatore nell’opera d’arte totale, massima aspirazione degli artisti della Secessione viennese e tutto il percorso espositivo si avvarrà di un allestimento che integra tematiche e opere nel contesto di arte totale proprio della movimento. La mostra si propone dunque di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei, tra cui diversi capolavori come Adamo ed Eva (Adam and Eve), Giuditta II, Girasole (Sonnenblume) e Acqua mossa (Bewegtes Wasser).

Palazzo Reale

Piazza Duomo 12,Milano Orari: Lunedì 14.30–19.30/ martedì - domenica: 9.30-19.30 Giovedì e sabato: 9.30-22.30 Biglietti: Intero: € 11,00 - Ridotto: € 9,50* Infoline e prevendita 02 54917 Sito web: www.klimtmilano.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra.



PATRIZIA PATRONE

ARTE E CERAMICA Corso Casale, 85 (interno cortile) - Torino arteceramica.to@gmail.com patriziapatrone.jimdo.com Mobile 320.08 74 952


L’opinione Nicoletta Balani Gustav Klimt a Milano La mostra dedicata a Klimt espone venti oli dell’artista e numerose testimonianze del suo percorso artistico e umano attraverso un approccio scientifico che esamina l’opera dell’artista in relazione ai legami familiari e affettivi e al contesto storico e sociale della Vienna di fine Ottocento e dei primi del Novecento. Il percorso espositivo prevede una prima sezione dedicata proprio alla formazione del giovane Klimt. Il rapporto con la famiglia è fondamentale poiché il padre, incisore e cesellatore, ha certamente segnato l’educazione dei figli: diverse le opere esposte di Georg, Ernst e Gustav che analizzano le prime fasi creative e le influenze stilistiche sul giovane Klimt (verticalità dei quadri, motivi decorativi, inserimento di elementi quali gemme incastonate). L’apprendistato di Gustav, insieme al fratello Ernst e a Franz Matsch, presso la Kunstgewerbeschule (Scuola di Arti Applicate) di Vienna consente una formazione accademica che predilige l’imitazione degli stili del passato e fornisce anche una conoscenza approfondita delle varie tecniche decorative sotto la guida del professore Ferdinand Laufberger. In questo periodo Gustav ed Ernst Klimt, con Franz Matsch, fondano la Kunstler-Compagnie (Compagnia degli Artisti) e ottengono le prime commissioni ufficiali che testimoniano l’influenza della pittura storicista di Hans Makart ed il fascino delle sue figure e decorazioni di un barocco ridondante. E’ ciò che Freud definisce “horror vacui”, un colmare all’estremo il dipinto con

abbondanza di forme e decorazioni, caratteristico di molti quadri di Klimt soprattutto nel periodo successivo alla morte prematura del fratello Ernst e allo scioglimento della compagnia. Il rifiuto dell’accademismo e la nascita della “Secessione viennese” configurano la profonda crisi dell’arte viennese e la necessità per lo stesso Klimt di staccarsi nettamente dalla pittura storicista. Nel percorso di visita un’intera sala è stata allestita con la copia del Fregio di Beethoven, riproduzione del 1984 ricostruita in occasione della Biennale di Venezia dedicata a “Le Arti a Vienna”: è la prima opera della Secessione creata ed esposta dall’artista nel 1902 al Palazzo della Secessione di Vienna espressione del passaggio all’avanguardia internazionale e dell’affermazione dello Jugendstil. La mostra prosegue con due sezioni dedicate al ritratto e al paesaggio in cui, tra le altre, sono esposte le opere Signora davanti al caminetto, Ritratto femminile, Salomé, Dopo la pioggia, Girasole e termina con alcuni dipinti rappresentativi dell’ultima fase di Klimt (Fuochi fatui, La famiglia, Adamo ed Eva). L’esposizione affronta con metodo le “origini” della pittura di Klimt, il clima culturale di una Vienna ancora legata alla tradizione classica in forte mutamento: numerosi i dipinti e disegni di artisti vicini a Klimt e le testimonianze dell’epoca qui esposte (fotografie, lettere, cartoline, copie del Ver Sacrum, bronzi, incisioni) che permettono di cogliere a fondo la formazione e lo sviluppo dello stile di Gustav Klimt.


EVENTI

LIGURIA

JORN. OLTRE LA FORMA Dal 26 Aprile 2014 al 07 Settembre 2014

In occasione del centenario della nascita di Asger Jorn (Vejrum 1914 – Aarhus 1973), l’Associazione Culturale Arte DOC - con la collaborazione del Comune di Albissola Marina – propone un originale evento ideato e organizzato da Simona Poggi che trae origine da una definizione che Jorn diede alle Ceramiche San Giorgio da lui definite: La fabbrica dei sogni. Giovanni Poggi così si è espresso: “ E’ stato un grande privilegio poter lavorare insieme a Asger Jorn. L’artista è giunto alla San Giorgio nel 1959 e vi ha lavorato per circa quindici anni. È stato un periodo meraviglioso nel quale i più grandi pittori dell’arte contemporanea venivano a sperimentare la materia a Albisola. Jorn mi ripeteva spesso: “In questo laboratorio i miei sogni si trasformano in realtà: tutto prende vita, tutto prende forma. Questa per me è la fabbrica dei sogni”. Ricordo con emozione che dopo ogni lavoro importante Jorn era solito invitarci nella sua Villa – oggi tornata all’antico splendore – per festeggiare il nostro operato. Ne è testimonianza la famosa “Festa della Capra”durante la quale si mangiava, si beveva e Jorn si dilettava a strimpellare il suo violino. Aveva una grande passione per la musica infatti quando lavorava canticchiava sottovoce”. Nel 1959 Jorn riceve l’incarico dal Ministero della Cultura danese di realizzare un’opera di notevoli dimensioni da collocare su una parete dello Staatgymnasium di Aarhus,

importante centro dello Jutland. Nella preparazione del pannello intitolato “Il grande rilievo” intervengono attivamente tutti i collaboratori della San Giorgio e anche Ansgar Elde che rimane catturato dal grande lavoro e dal gesto brutale e affascinante intriso dello spirito “cobra”. Per ricreare la magica atmosfera di quegli anni e rivivere la storica vicenda di Jorn attraverso gli occhi del presente e con uno sguardo alla contemporaneità si vuole porre l’accento sull’ambiente lavorativo nel quale l’artista sperimentava la materia. Pertanto un grande calpestabile raffigurante il pannello del 1959 - all’epoca considerato il più grande lavoro in ceramica - verrà collocato nel negozio. Girovagando tra le mura della fornace sarà inoltre possibile vedere alcuni piatti e una significativa scultura maiolicata intitolata “Personaggio lunare” eseguiti da Jorn e “incontrarlo” virtualmente così come avveniva negli anni Sessanta: la realizzazione di figure sagomate ad altezza naturale raffiguranti il maestro danese insieme a Poggi, a Salino e a Silvana Priametto ci permetterà infatti di rivivere il passato e, attraverso un sistema di audio guide in italiano e in inglese, di ascoltare l’intera vicenda dell’artista danese alla San Giorgio. Simona Poggi ha detto: “Questa iniziativa non vuole essere soltanto un omaggio a Asger Jorn ma rappresenta anche un’occasione per vivere uno dei tanti desideri che sono nati e hanno preso vita in questa prodigiosa “Fabbrica dei sogni”

ALBISSOLA MARINA | SAVONA

orari: da lunedì a domenica dalle 9 alle 11.30 e dalle 15 alle 18.

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 019 40029280 E-MAIL INFO: cultura@comune.albissolamarina.sv.it SITO UFFICIALE: http://www.comune.albissolamarina.sv.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito museidigenova.


ROBERTO ROSSINI. MAGNUM CHAOS Dal 27 Giugno 2014 al 30 Agosto 2014

Il video d’artista, scontata la sua dimensione ’sperimentale’, diventa strumento di sogno - nella sua capacità di rappresentare i flussi mentali attraverso la simulazione dell’impossibile – nel cui contesto i corpi, i volti, le cose si presentano come pura superficie simulacrale, entità post-organica e immateriale. I suoni, gli spazi, gli oggetti, le parole, le azioni e anche i gesti si sono affrancati dal loro rapporto con lo spirito e con la vita, diventando a loro volta cose che sentono e che sono sentite. Territorio sperimentale - il corpo - di cui Rossini darà conto, nel corso dell’inaugurazione, attraverso una performance , la cui azione sarà sottolineata dall’hang suonato da Davide Ferrari. Nella video installazione, occhio, mano, piede – parti del corpo virtuale, corpo ’disseminato’ nell’immagine - diventano uno strumento potente di comunicazione, che consente l’innalzamento delle capacità immaginative di chi guarda,

attraverso una vera e propria dimensione ’discorsiva’, prodotta in tempo reale, con una forte analogia con la scultura. Dalla metà degli anni ‘70 è attivo sulla scena italiana della performance art. Ha realizzato lavori di videoarte, legati ai processi dell’inconscio e al concetto di ‘immagine-tempomovimento’. Ha partecipato a rassegne internazionali, con eventi ambientati spesso in spazi atipici come edifici industriali e storici, luoghi di culto e di cura, ambienti naturali o defunzionalizzati tra i più recenti. In particolare, torinoperformanceart, Torino; Pneumatic circUS, Berlin (D); Interakcje, Piotrków Trybunalski (PL); Center of Contemporary Art, Lucca; Corpi esposti, Rocca Grimalda; La voce del corpo, Osnago; Museo di Sant’Agostino, Genova; 53° Biennale - Eventi Collaterali, Venezia; Biennale - Pollination,London (GB); Luoghi dell’Utopia, Viareggio; Infr’Action, Séte (FR).

LUOGO: Galleria d’Arte Moderna Villa Saluzzo Serra - Genova COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 6, ridotto € 5 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 010 3726025 / 010 5574739 E-MAIL INFO: gam@comune.genova.it SITO UFFICIALE: http://www.museidigenova.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito museidigenova.


LORENZO CAPELLINI FOTOGRAFIE DAL 1954 A OGGI

Nei sessant’anni di vita con la fotografia Lorenzo Capellini, già fotografo de Il Mondo di Pannunzio, ha documentato il Novecento artistico e letterario: da Moravia a Hemingway, da De Chirico ad Alessandra Ferri e Sylvie Guillem, da Parise a Henry Moore, da Jonesco a Pavarotti, da Muti a Antonioni, da Pasolini a Marisa Berenson, da Mandela a La Capria. “Per la fotografia è indispensabile avere un occhio speciale, una mano ferma e delle buone gambe. Occorrono sensibilità e immaginazione: se non si hanno queste qualità, non c’è nessuna scuola al mondo che possa insegnarle. L’occhio del fotografo è come quello del pittore che gode della forma, della struttura, della luce. Le gambe devono essere a disposizione di una curiosità insaziabile, ma non indiscreta: una presenza lieve che disegna con la luce una immagine che solo lui, il fotografo, in quel momento

vede. La mostra antologica dei lavori di Lorenzo Capellini presenta con oltre 200 fotografie il percorso artistico e di vita che ha portato il grande fotografo a farsi testimone del mondo artistico, dal balletto alla musica, di quello industriale, della moda, dell’architettura. Il mondo dell’arte, dalla letteratura alla scultura e all’architettura, dal cinema al teatro alla danza alla musica classica e non, è rappresentato in una antologica del secolo, che tassello dopo tassello ricostruisce la storia della creatività e del pensiero del Novecento. Il mondi più intimo delle relazioni ci viene reso dalle straordinarie fotografie di personaggi incontrati e conosciuti, a cui spesso è legato da grande amicizia. E allora ecco Ernest Hemingway, Dino Buzzati, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Giuseppe Ungaretti, Giò Pomodoro, Raffaele La Capria e molti altri ancora.

Dal 14 Giugno 2014 al 21 Settembre 2014

GENOVA LUOGO: Palazzo Ducale COSTO DEL BIGLIETTO: € 5 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 010 5574065 E-MAIL INFO: palazzoducale@palazzoducale.genova.it SITO UFFICIALE: http://www.palazzoducale.genova.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito museidigenova.


BAMBOLE ARTISTICHE DEL GIAPPONE SCULTURE FIGURATIVE DI ONO HATSUKO Dal 06 Marzo 2014 al 27 Luglio 2014, presso il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova, è presente la mostra sulle bambole artistiche giapponesi, sculture create dall’artista Ono Hatsuko. Nella cultura occidentale le bambole sono state sovente guardate come giocattoli e opere d'artigianato minore, ma al contrario i giapponesi le hanno sempre considerate una forma d'arte che celebra la forma umana e ne esprime i poteri spirituali. Questo modo di vedere e questo apprezzamento sono stati trasfusi nella contemporanea tradizione di manifattura delle bambole. La mostra, curata da Mika Mori e Donatella Failla, intende far conoscere un'attività espressiva che assunse un'importanza crescente in tutta la società nipponica, in particolare nelle sue tradizioni popolari e religiose. L'esposizione si affianca alla contemporanea mostra "La rinascita della pittura giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova".

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 010 542285 E-MAIL INFO: museochiossone@comune.genova.it SITO UFFICIALE: http://www.culturainliguria.it

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EVENTI

VALLE D’AOSTA GIAN PAOLO BARBIERI. LA SEDUZIONE DELLA MODA 6 Giugno 2014- 2 Novembre 2014

L’esposizione ripercorre la carriera del fotografo attraverso 58 fotografie di grande formato, che raccontano la storia della moda dagli anni Sessanta fino ai primi anni Duemila: dalle campagne pubblicitarie per le maisons Valentino, Armani, Ferré e Versace, alle copertine di “Vogue”, in un percorso denso di suggestioni che, descrivendo l’evoluzione del suo stile, offre nel contempo uno spaccato sulla storia recente della fotografia di moda. Gian Paolo Barbieri ha ritratto nel suo studio le icone della moda e del mondo dello spettacolo: dalla magnifica Audrey Hepburn del 1969, alla top model Veruschka, a

Vivienne Westwood, fino a note celebrità del cinema e dell’arte come Monica Bellucci, Angelica Huston, Sophia Loren, Rudolph Nureyev, Jerry Hall, Gilbert&George. Barbieri, nato a Milano nel 1938, ha contribuito a creare l‘immagine di moda, lavorando a stretto contatto con gli stilisti e le testate di moda più famose. I suoi scatti glamour hanno ispirato molti altri fotografi di moda: nelle sue immagini si ritrova una rigorosa ricerca della perfezione formale e insieme il racconto e la narrazione di un mondo “altro”, quello della bellezza, del sogno.

Centro Saint-Bénin, Aosta

Orari: Dal martedì alla domenica 9.30-12.30; 14.30-18.30 Biglietti: intero € 4,00; ridotto € 3,00; Tel..0165.272687 Sito: www.regione.vda.it E-mail: u-mostre@regione.vda.it Tel.0165.272687 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra


Au Cœur de la matière Castello Gamba. Arte moderna e contemporanea Valle d'Aosta - Châtillon 14 Febbraio 2014 - 5 Ottobre 2014 OTTOBRE-MARZO 10.00 – 17.00 APRILE-SETTEMBRE 10.00 – 18.00 chiuso il lunedì e martedì

La mostra La mostra "Au Cœur de la matière" dell’artista valdostana Giuliana Cunéaz è stata studiata specificatamente per il Castello Gamba e affronta una riflessione sullo spazio interno della creazione, argomento fondamentale nell’indagine dell’autrice. In questa occasione sarà proposta al pubblico, accanto ad un emblematico lavoro storico, la sua più recente produzione, che

nasce dalla necessità di confrontarsi con una visione rinnovata della realtà. La riflessione artistica di Giuliana Cunéaz si pone in relazione con il mondo naturale e vegetale e la mostra consentirà al pubblico di conoscere la recente ricerca di un’artista che si esprime attraverso i vari media, dalla videoinstallazione alla pittura, dalla fotografia alla pittura sino agli screen painting.

MAR Museo Archeologico Regionale

Il recente allestimento permette al visitatore, superata la sala dedicata al collezionismo, di accedere ad un percorso cronologico che copre un ampio arco temporale; con il nuovo assetto sono stati predisposti supporti multimediali interattivi e molte delle vetrine sono state dotate di cassetti utilizzabili dagli utenti per scopi didattici. Le sale del MAR-Museo Archeologico Regionale presentano testimonianze significative della presenza dell’uomo nel territorio valdostano, dalla Preistoria al

Medioevo. L’epoca preistorica e protostorica sono rappresentate dai reperti provenienti dai primi insediamenti umani nel territorio valdostano e dalle stele antropomorfe rinvenute nell’area megalitica aostana di Saint-Martinde-Corléans. Gli spazi aventi come tema l’epoca romana comprendono gli allestimenti dedicati ad Augusta Praetoria, ai riti funerari e all‘epigrafia, ai culti, all‘edilizia pubblica, alla dimensione domestica e alla cura della persona.


MAURIZIO D’AGOSTINI

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.37 24 087


L’opinione Daniela Boarino presenta

Maura Banfo - Spring Residencies 2014 Maura Banfo, 1969, vive e lavora a Torino nel quartiere San Salvario , dove ha iniziato alla fine degli anni Novanta una ricerca con la fotografia, come linguaggio predominante, e il video. Attraverso inquadrature irregolari ed eccentriche crea immagini fortemente evocative raccontando storie nelle quali gli oggetti sono silenziosi testimoni. Nel suo percorso artistico esterno e l’interno convivono in armonica intimità e sono rappresentati iconicamente dai suoi famosi “nidi”. La realtà circostante diventa per questa raffinata artista una chimera, un tuffo emozionale nel mistero della forma. La sua ricerca guarda a 360° gradi attraverso la fotografia e il video, la scultura e l’installazione. Maura Banfo è intervenuta con progetti site specific a Palazzo Bricherasio a Torino, per il ciclo OUTISIDE, e nell’ambito di Eco & Narciso. Ha partecipato a

importanti mostre collettive in Italia e all’estero. Più volte protagonista di esposizioni personali le sue opere sono presenti in molte collezioni private e pubbliche come la Gam Galleria d’arte moderna e contemporanea di Torino, l’Unicredit Private Banking, il Museo della Fotografia di Cinisello Balsamo, l’Istituto Garuzzo per le arti visive. Recentemente è stata selezionata (unica artista italiana) per il programma Spring Residencies 2014 promosso dalla Napoule Art Foundation. Più di un mese al Castello dei coniugi Clews in Costa Azzurra, uno splendido edificio medievale a picco sul mare a pochi chilometri da Cannes dove l’artista ha realizzato una installazione. Le immagini si riferiscono all’installazione di La Napoule.


EVENTI

VENETO

Padova

Cappella degli Scrovegni

Cultura in Veneto

A chi viaggia anche per sapere di più del mondo e di sé stesso, a chi crede che per capire il presente sia necessario conoscere le proprie radici, a chi ama godere dei frutti della creatività e dell’abilità delle generazioni che ci hanno preceduto, il Veneto ha molto da raccontare. Civilizzato da tremila anni, reso unitario nell’immagine e nello spirito dai secoli della Serenissima Repubblica di Venezia, ma ancora oggi arricchito da vivaci identità locali, con esperienze culturali originali e inconfondibili, il Veneto può essere liberamente percorso, esplorato e riscoperto con soddisfazione dal turista appassionato di cultura, seguendo il filo dei propri prevalenti interessi: per una particolare materia o per l’opera di determinati protagonisti dell’arte e della cultura, per i complessi di beni culturali e paesaggistici dichiarati patrimonio dell’umanità, o ancora per conoscere luoghi e itinerari di particolare valore. Il Veneto è anche il cantiere privilegiato di sperimentazioni espositive e performative di livello internazionale, nei diversi rami delle arti contemporanee, frequentemente attente al dialogo col contesto che le ospita, e alla tradizione da cui provengono, superandola. Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito www.veneto.to


Fondo regionale per il cinema e l'audiovisivo 2014 DIPARTIMENTO CULTURA SEZIONE ATTIVITA’ CULTURALI E SPETTACOLO Settore Spettacolo Ufficio Cinema e Film Commission Tel. 0412792604 - 2793901 Fax 0412792794 Mail: filmcommission@regione.veneto.it La Giunta regionale con deliberazione n. 740 del 27 maggio 2014 ha approvato le modalità per la presentazione delle domande e i criteri di valutazione per erogare il Fondo regionale a sostegno della produzione cinematografica e audiovisiva, come prevede la legge regionale di settore sul cinema. Il bando è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 57 del 6 giugno 2014 e scade il 7 luglio 2014. Per l’anno 2014 il Fondo prevede uno stanziamento complessivo di 300.000 euro per contributi a favore di case di produzione nazionali ed estere che vengono a girare le riprese nel Veneto e riserva una quota di 50.000 euro per contributi a case di produzione, con sede in Veneto, per lo sviluppo di progetti cinematografici e audiovisivi. La documentazione è disponibile nel sito regionale al seguente link: http://www.regione.veneto.it/web/bandi-avvisi-concorsi/dettagliobando?_spp_detailId=2717555

Il Veneto, terra d’arte da sempre In sette millenni il Veneto ha raccolto alcune tra le maggiori testimonianze storiche ed artistiche dell’umanità, divenendo un bacino culturale senza eguali nella Penisola e meta fra le più ambite nel mondo. Il Medioevo presenta aspetti peculiari a seconda della zona. Nella laguna veneziana, visti i frequenti scambi commerciali col sud del Mediterraneo, si è fuso con elementi della cultura orientale lasciando segni evidenti nell’architettura dei palazzi e delle chiese. Spostandosi all’interno, incantano la pieve longobarda di San Giorgio in Valpolicella, il romanico di San Zeno Maggiore a Verona e la Chiesa dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza. E poi c’è Padova col realismo pittorico di Giotto: la cappella palatina affrescata verso il 1302 per il banchiere Enrico Scrovegni rimane un caposaldo dell’arte europea. Fondamentale per il rinnovamento del linguaggio è stato anche il Giorgione, artista di Castelfranco Veneto che ha influenzato Tiziano. L’affermazione del Rinascimento nel Veneto fu prerogativa di Padova col fiorentino Donatello per la scultura e Andrea Mantenga per la pittura. A Venezia invece sono conservate le opere immortali di Tiziano, del Tintoretto e del Veronese. Un discorso a parte merita il Rinascimento Palladiano. La geniale maestria architettonica di matrice classica del padovano Andrea Palladio si concentra soprattutto a Vicenza e zone limitrofe. Sempre nel veneziano, ma nell’ambito dell’intaglio del legno, lavorò il bellunese Andrea Brustolon il quale fornì sculture e mobili raffinatissimi per molte chiese e palazzi. Il vedutismo veneziano del Settecento, coi suoi effetti prospettici misurati a regola d’arte, ha sicuramente il maggiore rappresentante in Antonio Canal detto il Canaletto, ma trova altri nomi di tutto riguardo in Bernardo Bellotto e Francesco Guardi. Con la teatralità pittorica di Giambattista Tiepolo e Pietro Longhi che vela d’ironia i propri ritratti si chiude per Venezia un periodo particolarmente prolifico. Dei secoli successivi vanno ricordati lo scultore Antonio Canova, il ritrattista Francesco Hayez e nel Novecento lo scultore Arturo Martini e l’architetto Carlo Scarpa.


ANDREA BERLINGHIERI

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.37 24 087


L’opinione Ermanno Benetti presenta

Associazione Rivela Da dodici anni l’Associazione Rivela organizza mostre culturali nelle province di Verona, Brescia, Treviso e Venezia proponendosi alle realtà locali del territorio (Sagre – Fiere – Comuni – Circoscrizioni – Associazioni Culturali), puntando a coinvolgere persone volontarie del posto che si assumono responsabilità nell’organizzazione. L’associazione accompagna i volontari con la fornitura del materiale (mostra – strutture per l’allestimento – pubblicità – trasporti) e con la formazione delle persone che svolgono il servizio di guida per i visitatori. Ogni anno viene creato un calendario con tre mostre itineranti prodotte dal “Meeting per l’amicizia fra i popoli” di Rimini che tra a aprile a novembre coinvolge più di trenta località del territorio. I volontari impegnati nell’associazione sono circa trecentocinquanta. I visitatori complessivamente che ogni anno visitano le mostre sono circa 25.000. Le mostre in calendario per il 2014 sono: “Cor Magis. Gli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti a Siena” - “Danzica 1980. Soldarnosc” - “La felicità nel Paradiso di Dante”. Il titolo che accompagna l’intero calendario 2014 è una frase di” G.K. Chesterton: “Lanciare i propri cuori oltre le certezze per guadagnare ciò che il cuore desidera”. L’ideale che può animare il governo di una città é lo stesso che può guidare degli operai in lotta per ottenere

più libertà. Ed é ancora l’ideale della felicità che muove Dante a percorrere le tappe di ascesa alla visione di Dio nel Paradiso. E’ la tensione a ciò che é più giusto, più vero e più bello il motivo dominante che traspare dal contenuto delle tre mostre che Rivela propone per il 2014. Le prime tappe del 2014 hanno già dato buonissimi riscontri. La mostra sugli affreschi del Buon Governo di Lorenzetti apre ad un dialogo tra le guide e i visitatori sia sugli aspetti artistici dell’opera, sia sui contenuti sociali, particolarmente di attualità con la realtà dei nostri giorni. Collegati alla mostra ci sono stati incontri e confronti anche con amministratori locali che sentono i contenuti dell’opera del Lorenzetti particolarmente corrispondenti al desiderio profondo che dovrebbe animare un autentico impegno socio-politico. La mostra sul Paradiso di Dante esposta durante il Festival Biblico è stata inaugurata con una Lectio Magistralis del Vescovo di Verona Mons. Giuseppe Zenti. La terza mostra, sulla storia del sindacato polacco Solidarnosc, ha da poco concluso una esposizione presso la sede della Cisl di Verona. A fine maggio è stato organizzata una tavola rotonda sui temi della mostra con Sandro Chierici e il giornalista Luigi Geninazzi. In autunno alcune tappe delle tre mostre toccheranno le scuole il carcere di Verona.


EVENTI PROVINCIA

AUTONOMA DI TRENTO

ROBERTO PUGLIESE. CONCERTO PER NATURA MORTA Dal 28 Maggio 2014 al 01 Settembre 2014

Con la mostra Concerto per natura morta, l’artista Roberto Pugliese (Napoli, 1982) permette di ascoltare i suoni della natura, del bosco e dell’ambiente attraverso la mediazione dell’arte. La molteplicità delle forme naturali è, da sempre, fonte di ispirazione per artisti, poeti e musicisti che raccontano e interpretano l’ambiente attraverso l’immaginazione e la creatività e in quest’esposizione 13 tronchi di albero risuoneranno dell’interazione tra naturale e artificiale. Arte visiva, musica, teatro, scienza nel MUSE si plasmano e si fondono per coinvolgere i visitatori e trasmettere loro, assieme alle conoscenze specifiche, anche l’amore per la natura e l’ambiente, sempre protagonisti delle iniziative. Infine, la mostra costituisce la trasfigurazione in chiave poetica dell’esposizione

“WOOD. Legno, edilizia, tecnologia”, ospitata nella Galleria dell’innovazione in Trentino. Il legno, dunque, quale vero protagonista degli allestimenti del museo, sia nella dimensione pratica del costruire e del fare impresa,​sia in quella poetica della rappresentazione artistica.​​

LUOGO: MUSE - Museo delle Scienze - TRENTO COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 9, ridotto € 7, famiglie € 18 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0461 270311 E-MAIL INFO: museinfo@muse.it SITO UFFICIALE: http://www.muse.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della mostra


EVENTI

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

ar/ge kunst Galleria Museo di Bolzano Dal 14 giugno al 2 agosto 2014

La Galleria Museo di Bolzano si trova in via Museo, vicino al Museo Archeologico dell’Alto Adige. L’associazione ar/ge kunst, creata nel 1985, è un’ente privato senza attività di collezionismo e persegue i suoi scopi secondo l’idea del “Kunstverein”. Compito principale è da una

parte sostenere l’arte contemporanea e con essa gli artisti stessi e, dall’altra, diffondere la comprensione dell’arte nella società. La fondazione dell’ar/ge kunst fu ideata come forum per l’arte e l’architettura contemporanea, la fotografia ed i nuovi media espressivi, come associazione promotrice della Galleria Museo.

Metro

Metro è un progetto, proposto da ar/ge kunst Galleria Museo, finalizzato alla promozione ed al supporto di persone attive in campo culturale al di fuori dei consueti spazi istituzionali. Tale piattaforma promuove l'affermarsi di una rete culturale indipendente sostenendo, in ambito regionale, una nuova, ampia e stimolante forma di espresssione culturale contemporanea. Making Room - Spaces of Anticipation Info: ar/ge kunst Galleria Museo Via Museo 29 - 39100 Bolzano Tel. +39 0471 971601 - Fax +39 0471 979945 www.argekunst.it - www.argekunst-metro.com Orario di apertura: dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 Sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 Lunedì chiuso Ingresso libero


EVENTI

FRIULI VENEZIA GIULIA

MOSTRA MONOGRAFICA SUL PITTORE ANGIOLO D’ANDREA.

Museo Revoltella, Trieste 10 Aprile 2014- 21 Settembre 2014

La mostra segue il percorso compiuto dall’artista con un incedere cronologico, lasciando spazio ad approfondimenti sulle tematiche che più hanno interessato e impegnato Angiolo d’Andrea, portandolo a una pittura evocativa, sentimentale, ricca di poesia e di simbolismi che, a dispetto dell’oblio postumo, era molto apprezzata dai contemporanei. Circa 120 opere, tra dipinti e disegni (una novantina di proprietà della famiglia e della Fondazione Bracco, altre rivenute presso gli eredi di Angiolo D’Andrea o in collezioni private, nonché in collezioni pubbliche), saranno esposte a Pordenone, in collaborazione con il Comune di Pordenone presso la Galleria d’arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato” . Dodici opere nuove rispetto alla mostra milanese , che già esponeva lavori per la maggior parte inediti, daranno conto di ulteriori sviluppi negli studi e nella conoscenza di Angiolo D’Andrea: un eccellente colorista che sviluppò una complessa e diramata ricerca stilistica, influenzato anche dall’evolversi del contesto italiano e mitteleuropeo non solo culturale. Appare sempre presente un sentimento di forte spiritualità, sia che egli affronti il tema della natura e del paesaggio, la religiosità e il sacro, il dramma della Guerra o l’eros femminile e la maternità. Angiolo D'Andrea partecipò alle principali esposizioni del suo tempo e conquistò lusinghieri riconoscimenti di critica e di mercato: esordì con l'“Esposizione di Primavera” della Permanente del 1907, partecipò alle Esposizioni Nazionali di Brera, e alla Biennale di Venezia del 1922, ove Angiolo D'Andrea espone la grande tela Gratia plena.

Museo Revoltella

Via Diaz 27 34100-Trieste T. 040 675 4350 / 4158 Orari: Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica: 10 - 19 Biglietto: Intero 7,00 € Ridotto 5,00 € Sito www.museorevoltella.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Museo Revoltella.


SARKA MRAZOVA

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EVENTI

EMILIA-ROMAGNA LE QUATTRO STAGIONI Palazzo San Giacomo, Russi (RA)

Dal 6 al 24 agosto 2014

Associazione artistica no profit Artej-Ritagli d’arte Il movimento dei Fauves fu il primo a superare in modo consapevole il naturalismo o la ricerca della verità da “riprodurre o da ricreare”, secondo i postulati impressionistici, in nome di una verità da creare secondo se stessi. Il suo archètipo, Gauguin, soleva dire…”se tu quel mare lo vedi rosso, dipingilo di rosso” e noi aggiungiamo “ se quel colore lo senti dentro…vivilo” perchè ogni artista deve esprimere il principio della libertà verso cui è lecito trasportare il dato naturalistico secondo la propria visione. Perciò ogni processo creativo deve nascere dalla pura invenzione, dalla fantasia libera da ostacoli e da restrizioni estetiche e canoniche; si deve “astrarre” la forma nuova dalla natura con tutti i suoi colori che hanno una loro precisa risonanza interiore, una loro musicalità, una propria sonorità cantabile e modulante nelle variazioni cromatiche e tonali permettendo di esprimere la vita psichica dell’artista, in modo che ogni opera d’arte sia una creatura del suo tempo e madre dei nostri sentimenti. Ogni epoca di cultura realizza così una propria arte che non può essere ripetuta o riproposta a posteriori altrimenti non si farebbe altro che realizzare una copia fredda di un’originale a noi lontano storicamente e culturalmente. Nella complessità estetica del nostro tempo ogni manifestazione mostra, sia nella vita sia nell’espressione plastica, un desiderio di liberazione. Da ciò scaturisce il dinamismo spaziale da cui si dipartono le dinamiche morali e sensitive dell’individuo umano, i singoli colori e

e la loro più o meno intensa saturazione cromatica e il significato simbolico- allusivo di stati d’animo o di stati psichici particolari. In questa dimensione metafisica e culturale, in questo suggestivo mondo della pura poetica pittorica nasce la ricerca dei quaranta artisti dell’associazione artistica no profit Artej-ritagli d’arte che esporranno le loro opere nella rassegna d’arte “Le quattro stagioni”. Il tutto andrà in essere a Palazzo San Giacomo, Russi (RA) dal 6 al 24 agosto. La rassegna vuole sviluppare il concetto del parallelismo esistente fra le quattro stagioni ( primavera, estate, autunno, inverno) della natura e le quattro stagioni ( nascita, maturità, invecchiamento, morte ) dell’esistenza umana. Il tema della rassegna è molto interessante e sicuramente gli artisti che vi parteciperanno saranno in grado di conciliare gli elementi delle forme astratte e dei colori arbitrari che sono gli elementi fondamentali del linguaggio pittorico, con le verità di esperienze visive ed emotive. Tutti gli artisti hanno sempre presente nel loro ansimo creativo spazio, movimento, luce e quelle basi tonali che sono l’essenza della realtà percepita dai loro occhi inquieti e saranno capaci di trasporre questi dati in equivalenti pittorici la cui forma e tonalità esprimono con immediatezza gli elementi di scene naturali, di un loro e proprio vissuto esistenziale, che non necessariamente subirà i limiti espressivi del mondo esteriore senza che essi siano obbligati a qualificarli con inutili e superflui dettagli descrittivi. Vincenzo Cignarale


MARISA MILAN

Donna nell’arte….

Quando una donna, spinta da una ispirazione rinvigorita da una sete congenita ed atavica e in un anelito di ricchezza spirituale, si dedica all’arte le porte le si aprono con molta fatica. Spesso, questo anelito di sete spirituale ed artistico, questo bisogno di esprimersi attingono all’anima, da ciò e grazie alla lotta strenua e intelligente che la donna-artista combatte, essa, riesce ad abbattere gli ostacoli inserendosi anche in questa peculiare speculazione dello spirito che è l’arte. Marisa Milan incarna perfettamente questa definizione come s’identifica, anche, nella definizione eventualista di artista: essa lotta continuamente e strenuamente per la sua arte. La dimostrazione di ciò è la realizzazione di opere

che, come ho già detto altre volte, “piombano” addosso all’osservatore avvincendolo per non abbandonarlo più. I suoi colori sono liberi, guidati dal suo io creatore, e pastosi nello stesso tempo. Ogni suo lavoro è il messaggio di un determinato e preciso momento creativo. I contenuti sono diversi, ma tutta la sua produzione è unificata dalla coerenza stilistica in continua evoluzione. La bellezza della sua arte è un effetto psicologico individuale causato dall’intuizione, per lo più inconscia. In ogni sua opera sembra sottesa una nota musicale stregata che si sprigiona dal pentagramma dei silenzi del tempo che Marisa sa afferrare ed eternare sulla tela. Vincenzo Cignarale


ARTISTI IN PRIMO PIANO

Walter Reggiani - Emozioni riflessive di Vincenzo Cignarale

Il definire quei segni curvi, lineari, aggrovigliati e mobili dai quali nascono forme, ambientazioni, atmosfere e vari aspetti naturalistici di indiscussa intellettualità è come il volerci trasferire in un mondo di semplicità, di imprevedibili risorse e di spiritualità. Walter Reggiani compone i suoi lavori pittorici con una spontanea ispirazione poetica e con un’accavallarsi di sonorità evocative, filtrate con uno spirito creativo di notevole carica umanistica. La simbologia dell’amara vita quotidiana, che tutti o in gran parte di noi siamo chiamati a vivere, è espressa non con il pessimismo ma con una pacata serenità, volta ad indicarci come ritrovare il giusto “cammino” per il superamento della parte negativa. La trama poetica è costruita dalle piccole ed umili cose, da piccole pause, da tenere tensioni e da chiarori improvvisi che creano una atmosfera densa d’emozioni, una carica di sensazioni, fornendoci un chiaro invito alla riflessione, a guardare meglio in noi stessi e a ricercare quei rapporti esistenziali che spesso vengono a mancare. La morbidezza delle linee sta per la semplicità della

sua personalità, coerente nello stile, nella forma, nel pensiero ma anche nella fermezza per quel fluire della natura che si rivela allo spirito sensibile dell’artista. La diversa composizione delle opere trova la sua rispondenza nelle contrapposizioni delle masse scure con l’alternanza degli sprazzi di luce che danno movimento alle figure per assumere quasi, la direttiva completa dell’opera stessa. L’attenta dinamica del chiaro-scuro, lontana dal condizionare semplicemente le masse, appare in stretta relazione con l’equilibrio formale e contenutistico delle figure le quali non sono mai collocate nelle sterili e patetiche arrendevolezze ma conservano sempre un atteggiamento di concreta fierezza, colma di dolcezza. Reggiani coglie i motivi pittorici e poetici della natura, dalla realtà e dalla fantasia non tanto per il piacere di comporli armonicamente in una evocazione edonistica ma perché il “clima umano” si generalizzi affinchè i valori espressivi possano trovare dirette corrispondenze nella generalità in nome di quella natura che rifulge in tutta la trascendenza.


L’opinione Vi n c e n z o C i g n a r a l e Stefania Albertini Osservando le opere di Stefania Albertini mi vengono in mente alcune parole attraverso le quali L. Pareyson, in uno dei suoi libri, delinea i caratteri generali della costruzione artistica: “ …Fare inventando insieme il modo di fare”; effettivamente nelle opere dell’artista s’intuisce la ricerca effettuale diversa che ne determina le varie soluzioni formali; considerare la riuscita come criterio a se stessa e lo si vede in ogni colpo di pennello. Ogni movimento realizzativo compiuto è la piena estrinsecazione di un attimo interiore; produrre l’opera inventandone la regola individuale. Stefania determina così sulla tela l’essenza sua unitamente al soggetto proposto, componendo ed unificando dati naturali e ricongiungendo “esistenze cromatiche” per dare

alla realtà il gusto della polivalenza ed effondere sul tutto la concettualità del momento ispirativo. L’artista nel suo iter creativo non si distacca da un certo realismo obiettivo delle cose e dell’umanità creando un discorso pittorico strettamente personale sintetizzato in larghi piani plastici scanditi attraverso colorazioni pacate. Siamo ad una chiarezza che si rivela sottile nella sua acuta apparenza. La fantasia compositiva aperta alla pacatezza dei colori esclude ogni surrogato dell’intelligenza, la sensibilità trasfigurante dell’artista nasce dall’intuizione oltre che dalla cultura; le sicure campiture nascono dalla necessità di aderire ad un linguaggio che si fa misura di esistenza oltre che di estetica.


EVENTI

TOSCANA

MICHELANGELO E IL NOVECENTO Firenze, Casa Buonarroti, (via Ghibellina, 70) 18 giugno-20 ottobre 2014 ingresso (comprendente la visita del Museo della Casa Buonarroti) € 6.50 intero; € 8.50 cumulativo con il Complesso Monumentale di Santa Croce € 4.50 gruppi e scuole secondarie di secondo grado € 3.00 scuole primarie e secondarie di primo grado orario: 10.00-17.00; chiuso il martedì su prenotazione, aperture straordinarie fuori orario per gruppi informazioni Casa Buonarroti, via Ghibellina, 70, Firenze, tel +39 055 241 752; fond@casabuonarroti.it www.casabuonarroti.it La presenza e il forte carattere iconico dell’artista non hanno eguali. Altri grandi del Rinascimento, come ad esempio Raffaello o Leonardo da Vinci, non hanno dato origine sul piano figurativo ad una ricaduta come quella cui ha dato vita l’opera michelangiolesca, talmente presente nell’immaginario del ‘900 che se ne è fatto uso e abuso, fino alla recente rappresentazione del David armato di mitragliatrice in una discussa pubblicità americana. Le icone michelangiolesche sono un unicum, dalla Pop Art in poi ritornano continuamente, spesso ridotte a oggetti kitsch o di consumo, o a statuette da bancarella.

La rassegna, inserita ufficialmente nelle celebrazioni per il 450° anniversario della morte di Michelangelo, è a cura di Emanuela Ferretti, Marco Pierini, Pietro Ruschi e si avvale del contributo di un Comitato scientifico composto da Claudia Conforti, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Emanuela Ferretti, Università degli Studi di Firenze, Carlo Francini, Responsabile Ufficio Unesco del Comune di Firenze, Elena Lombardi, Fondazione Casa Buonarroti, e Marcella Marongiu Fondazione Casa Buonarroti, Tommaso Mozzati, Università degli Studi di Perugia, Alina Payne, Harvard University, Marco Pierini, Direttore della Galleria civica di Modena, Pina Ragionieri, Direttrice della Fondazione Casa Buonarroti, Pietro Ruschi, Università degli Studi di Pisa, Davide Turrini, Università degli Studi di Ferrara.


Palazzo Vecchio, casa dei fiorentini, torna ai fiorentini. Tutti i mesi, una domenica al mese, si svolgerà la “Domenica del Fiorentino”, iniziativa che si inserisce nel programma di “Un bacione a Firenze” e che prevede appunto l’apertura straordinaria di Palazzo Vecchio e di tutti i musei civici fiorentini gratuitamente per tutti i cittadini residenti e nati a Firenze e provincia. Per accedere ai musei è necessario presentare in biglietteria la propria carta d’identità o la tessera ‘Bacione card’: chi ha partecipato alle precedenti “Domeniche” ne è già in possesso, altrimenti può sempre rivolgersi a un Ufficio relazione con il Pubblico (URP) e richiederla.. Il lunedì precedente ogni Domenica del Fiorentino viene pubblicato il programma delle iniziative con le attività, anch’esse gratuite, che si possono effettuare esclusivamente su prenotazione.

Calendario appuntamenti 2014 12 Gennaio 9 Febbraio 9 Marzo 13 Aprile 11 Maggio 8 Giugno 14 Settembre 12 Ottobre 9 Novembre 14 Dicembre Per informazioni si può chiamare il numero 055 2768224, scrivere alla mail info@muse.comune.fi.it oppure consultare il sito www.musefirenze.it

Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito museifirenze.it.


Firenze MUSEO NOVECENTO

Spedale delle Leopoldine, piazza Santa Maria Novella Suddiviso in 15 ambienti espositivi, il nuovo museo fiorentino ospita una collezione di circa 300 opere, organizzate ‘a ritroso’, in un percorso che dal 1990 risale fino ai primi anni del cosiddetto ‘secolo breve’. Da De Chirico a Morandi, da Emilio Vedova a Renato Guttuso, fino alla sezione fiorentina alla Biennale di Venezia, il Museo Novecento unisce in sé due nature: di museo civico, attraverso un racconto che lega le collezioni civiche del Novecento alla storia della città, e di museo ‘immersivo’, andando ad integrare il patrimonio cittadino con testimonianze delle vicende artistiche nazionali e internazionali, che hanno segnato il territorio dalla seconda metà degli anni Sessanta. Sede del Museo è l’antico Spedale delle Leopoldine in Piazza Santa Maria Novella. Il complesso monumentale è stato recuperato grazie a un lungo e delicatolavoro di restauro, curato dal Servizio Belle arti del Comune di Firenze grazie al determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Partner è Il Gioco del Lotto, che il 28 e 29 giugno aprirà gratuitamente il Museo, offrendo visite guidate, laboratori per famiglie “Io gioco con l’arte” e intrattenimento musicale. Con l’apertura del Museo Novecento, Firenze aggiunge un altro prezioso tassello alla sua vasta offerta artistica e culturale, e rende un omaggio non più rimandabile a tanti grandi artisti e a straordinarie esperienze ancora incredibilmente vicine.

Dalla partecipazione nel 1988 alla Biennale di Venezia dei giovani scultori fiorentini Antonio Catelani, Daniela Di Lorenzo e Carlo Guaita, risalendo fino al dopoguerra di Ottone Rosai, nelle sale del Museo Novecento si incontrano la prima musica elettronica, la poesia visiva, l’architettura radicale e ilcinema d’artista; lo shock dell’alluvione del ‘66 e l’appello di Ragghianti a cui rispondono oltre duecento artisti riuniti nella mostra Gli artisti per Firenze

(1967), primo nucleo del progetto per un Museo Internazionale di Arte Contemporanea); e ancora, à rebours, il Maggio Musicale Fiorentino e le sfilate di Pitti, accanto a molte delle opere più significative della prima metà del Novecento italiano presenti nella collezione donata nel 1970 dal colto ingegnere Alberto Della Ragione.

Orari di apertura Orario estivo (1 aprile - 30 settembre) Lunedì, Martedì e Mercoledì 10:00 - 21:00 Giovedì 10:00 - 14:00 Venerdì 10:00 - 23:00 Sabato - Domenica 10:00 - 21:00 Orario invernale (1 ottobre - 31 marzo) Lunedì, Martedì e Mercoledì 10:00 - 18:00 Giovedì 10:00 - 14:00 Venerdì 10:00 - 21:00 Sabato - Domenica 10:00 - 20:00 Costo del biglietto: Museo : € 8,50 (ridotto: € 4 per 18-25 anni e >65 anni e studenti universitari; gratuito per <18 anni e gruppi di studenti e rispettivi insegnanti, guide turistiche e interpreti, disabili e rispettivi accompagnatori, membri ICOM, ICOMOS e ICCROM) Contatti www.museonovecento.it

Per prenotazioni visite e attività: call center MUS.E 055.2768224/558 info@muse.comune.fi.it


L’opinione Lodovico Gierut

“La Toscana dell’Arte va perentoriamente incontro all’Europa” Con “Viaggio d’Artisti in Europa”, mostra di gruppo ideata da Franco Biagi e dal Gabinetto del Commissario Antonio Tajani nel 2013, la Toscana dell’Arte s’è presentata con un gruppo di protagonisti di assoluto rispetto a cavallo della primavera/estate 2014 presso Palazzo Berlaymont, Sede dei Commissari dell’Unione Europea. Curato da Lodovico Gierut e da Gigliola Fontanesi, l’evento ha polarizzato una forte attenzione da parte di migliaia di visitatori provenienti da tutte le ventotto Nazioni aderenti all’Unione Europaea, proprio per una tematica connessa al “viaggio” affrontata e risolta dai sedici protagonisti – tutti operanti stabilmente o temporaneamente in Toscana e precisamente nell’area apuo-versiliese, nota per una storia artistica di livello internazionale – con una visione caleidoscopica di siti archeologici europei, protagonisti culturali e singolari punti di vista di percorsi storici, città e paesaggi. Tali rappresentazioni/interpretazioni che dalla figurazione hanno spaziato sino ai confini dell’astrazione, hanno incuriosito il gran pubblico invitandolo a scoprire territori e sentimenti che possono offrire nuove prospettive per vivere completamente quello che è stato denominato “lo spirito europeo”. In un’Europa sempre più integrata, grazie sia alla visione politica, sia alle grandi vie di comunicazione che facilitano la circolazione dei cittadini, dei beni e delle idee tra le Nazioni, si è dunque visto che i creativi (usiamo il termine in senso ampio) svolgono un duplice ruolo promuovendo l’arte per se stessa, ma rendendo anche le persone consapevoli delle

diverse prospettive artistiche, culturali e paesaggistiche offerte dai vari Paesi. Senza entrare nel merito delle circa settanta opere esposte, tutte di grande contenuto, eseguite sulla preziosa carta Magnani di Pescia, non ci resta che elencare i nomi e i cognomi degli appartenenti ad un gruppo che ha onorato un’Italia, entrata artisticamente “col piede giusto” nel semestre che presiede: Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi, Alberto Bongini, Marcello Bertini, Sigifredo Camacho, Daniele Cerù, Ferdinando Coppola, Franco Del Sarto, Massimo Facheris, Luigi Falai, Paolo Grigò, Paolo Lapi, Riccardo Luchini, Renzo Maggi, Bruna Nizzola, Janet Stayton, Gabriele Vicari. Nel corso dell’esposizione, avente i gratuiti patrocini del Comune e del dell’Associazione degli Artigiani (ArtigianArt) di Pietrasanta, del Parco Regionale delle Alpi Apuane, del Consorzio per lo sviluppo dell’attività marmifera della Versilia (CosMaVe), del Circolo Filatelico Numismatico “Giacomo Puccini” di Viareggio e della Cartiera Magnani di Pescia, sono stati donati ai visitatori di Palazzo Berlaymont cataloghi d’arte del Comitato Archivio artistico-documentario Gierut (sorto nel ricordo della poetessa e artista Marta Gierut), pieghevoli, manifesti e altre documentazioni attinenti l’intera Toscana, nel riuscito e positivo connubio arte/lavoro. (GGL) Bruxelles 2014-Franco Del Sarto, Franco Biagi, Gabriele Vicari, Gigliola Fontanesi, Daniele Cerù, Lodovico Gierut, Paolo Grigò, Achille Pardini e Massiomo Facheris.jpg


EVENTI

UMBRIA UNSEEN A cura di Gianluca Marziani All’interno della manifestazione Festival dei Due Mondi di Spoleto, arrivata alla sua 57 edizione, sarà possibile visitare fino al 28 settembre la mostra UNSEEN, di Matteo Basilè. Le opere del fotografo sono state installate per l’occasione presso il settecentesco Piano Nobile del suggestivo Palazzo Collicola. In un dialogo tra antico e contemporaneo, UNSEEN è un viaggio che diviene traiettoria drammaturgica di una ritrattistica che da un lato trova la sua eco in certa pittura seicentesca olandese e dall’altra diviene paesaggio umano, di alto valore storico. Dal 28 giugno al 28 settembre Per info www.palazzocollicola.it www.matteobasile.com

DIARI DI SOGNI PERENNI A cura di Andrea Baffoni e Francesca Duranti Corciano Festival, nel suo 50mo anno di vita, propone, accanto ad una personale dedicata ad Omar Galliani, una mostra collettiva di artisti italiani che si sviluppa all’interno del borgo, tra proiezioni multimediali, scultura, pittura e fotografia. Visitabile dal 2 al 17 agosto, l’esposizione presenta opere di Alessandra Baldoni, Simona Bramati, Francesco Capponi, Daniele Camaioni, Giulia Corradetti, Hernan Chavar, Gabriels, Michelangelo Galliani, Massimiliano Galliani, Barbara Lachi, Elisa Pietrelli.

IKIRU, mostra di CHIGUSA KURAISHI E JUNKO ITO A cura di Andrea Baffone Officine di Borgo XX Giugno a Perugia espongono fino al 30 ottobre la personale doppia di due giovani artiste visive giapponesi, Chigusa Kuraishi e Junko Ito. Il tema verte sul concetto di trasformazione, fluire del tempo e della vita, tematiche strettamente legate alla cultura giapponese, espressa all’Officina attraverso due linguaggi distanti, ma complementari: pittura e calligrafia. Per info: www.l-officina.net


ARTISTI IN PRIMO PIANO

Alessandra Baldoni a cura di Roberta Panichi Alessandra Baldoni, fotografa e story-teller, pone al centro della sua ricerca artistica la parola, sia essa dichiarata nel titolo o in qualche altro canale di magia e fascinazione. La sensibilità dell’artista accoglie le altrui confessioni, i segreti, le paure, i sogni e desideri più profondi, li metabolizza con l’uso di un medium, ora una frase incisa su vetro, ora una foto simbolica, ancora una poesia, senza svelarne il mistero bensì mostrandoli in tutta la loro complessa profondità. La verità è il residuo che rimane a fondo, una verità narrata e molto spesso scritta, una verità vissuta o semplicemente inventata , ma sempre intima. I lavori di Alessandra Baldoni sono progetti narrativi dove la struttura ossea è costituita dalla parola, dalla scrittura, dove la macchina fotografica diviene taccuino nel quale registrare storie e le immagini scenografiche delle foto custodiscono un prima e un poi, un susseguirsi spazio - temporale, una sceneggiatura. Le trame dei suoi lavori si allacciano alle vite di chi osserva in un

Foto tratta da Ti rubo gli occhi (2014)

dialogo che pone il sentimento come possibilità di relazione tra io e l’altro.

I need protection (2014) è un’installazione ideata per la II edizione della Biennale d’arte del vetro di Sansepolcro. Costituita da 21 scrigni/libro di vetro e metallo, elementi all’apparenza freddi e respingenti, sono piccoli mondi personali che hanno interagito con Alessandra Baldoni confessandole il loro desiderio più grande o la propria paura più profonda. L’artista si è cimentata per la prima volta col vetro rendendolo intimo custode di una immagine interiore,di una sensazione alla quale si può accedere solo avvicinandosi ed aprendo questa sorta di archivio sentimentale capace al contempo di serbare gelosamente depositi emotivi e di lasciarsi accostare allo sguardo altro. Foto tratta da Ti rubo gli occhi (2014)

Ad agosto l’artista esporrà i due lavori I need protection e Ti rubo gli occhi alla cinquantesima edizione del Corciano Festival, dal 2 al 17 agosto. Alessandra Baldoni nasce a Perugia. Poetessa e fotografa, mette in scena veri e propri set, piccole sceneggiature scritte per uno scatto, poesie intense ed ammalianti, dove va costruendo un mondo metafisico e fatato in cui raccontare i luoghi dell’anima, geografie esistenziali nelle quali ognuno può riconoscersi. La narrazione del femminino e dei sentimenti è declinata in un linguaggio intimo e al contempo tecnologico. Nel 2013 un suo lavoro è stato selezionato dal prestigioso Premio Cairo alla Permanente di Milano e dello stesso anno è la presenza nella collettiva “L’arte è un romanzo”, Palazzo della Penna, Perugia, a cura di Luca Beatrice. Per info: www.alessandrabaldoni.it


ARTISTI IN PRIMO PIANO

Marco Baldicchi a cura di Roberta Panichi Il lavoro di Marco Baldicchi si incentra sul recupero della memoria umana, una memoria collettiva di storie e racconti che sono le voci della Storia; raccogliendo testimonianze di persone da lui cercate o incontrate casualmente ne diviene custode e in quanto artista le trasforma affinché possano continuare a vivere e a generare una differente facoltà di instaurarsi nella coscienza. Marco Baldicchi si pone direttamente in relazione col fatto storico, molto spesso cruento e tragico, accogliendo la narrazione di chi lo ha vissuto in uno scambio osmotico che diviene la base per la costituzione di un’identità storica solida e al contempo mediazione poetica capace di esibire il non detto attraverso la ri-costituzione di un immagine fortemente evocativa. L’artista non si impone come narratore, è invece strumento, mezzo attraverso il quale lasciare un segno di grande valore semantico e simbolico mediante un linguaggio specifico che diviene funzionale all’espressione di una serie di concetti complessi, intimi e spesso dolorosi, che lascia accogliere liberamente all’osservatore che a sua volta diverrà custode e testimone di una traccia che difficilmente potrà dimenticare. Io alle mie comodità non ci rinuncio! (2006) performance realizzata con un attore interamente dipinto di bianco come la valigia che porta con sé nella riva del Tevere rende omaggio all’esegeta Emilio Villa, appassionato narratore della generazione artistica degli anni Cinquanta di cui nel 2014 ricorre il centenario dalla nascita. La pittura – parola di Marco Baldicchi si manifesta su un corpo vivo, come è viva la poesia di Villa; l’azione si conclude nell’affidare al fiume sue composizioni poetiche e, infine, nel crearsi un giaciglio precario sul quale riposarsi, come era solito fare davvero Emilio Villa negli studi degli artisti come Nuvolo, Burri, Turcato, e altri attorno a Piazza del Popolo a Roma. A settembre l’artista esporrà un nuovo lavoro ambientato per l’occasione nel Cappellone della ex Chiesa del S.S. sacramento a Citerna (PG) Marco Baldicchi nasce a Città di Castello. Nel corso degli anni è stato fondatore o co-fondatore di varie associazioni culturali, di teatro, di arti figurative e di ricerca storica. Scrive occasionalmente su Pagine Altotiberine, su L’Altrapagina e su altre pubblicazioni. Dal 2000, e fino alla sua scomparsa, avvenuta il 10 ottobre 2008, ha collaborato con lo studio del Maestro Nuvolo in varie attività. Ha realizzato a mano, in collaborazione col Maestro, tutti i libri d’artista che lo studio del Maestro Nuvolo ha voluto produrre. Oltre a proporre eventi espositivi propri, di altri artisti e del Maestro, anche in collaborazione con Bruno Corà, Aldo Iori ed altri amici ed artisti. Per info www.marcobaldicchi.it


L’opinione Roberta Panichi SEGNO,FORMA,GESTO Opere dalla collezione della Galleria Civica di Modena 23 agosto-16 novembre, Pinacoteca Comunale di Città di Castello

L’esposizione, curata dal direttore della Galleria Civica di Modena, Prof. Marco Pierini, con il supporto tecnico ed operativo di Atlante Servizi Culturali, in collaborazione con la Fondazione Burri ed il Comune di Città di Castello propone più di cento Opere provenienti dalle raccolte della Galleria Civica e dalla collezione di don Casimiro Bettelli. Disegni ed incisioni dei massimi esponenti dell’Informale italiano in un arco cronologico che va dalla metà degli anni Quaranta alla fine degli anni Sessanta. Tra gli artisti presenti si ricordano Afro, Carla Accardi, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Pinot Galizio, Leoncillo, Toti Scialoja, Emilio Vedova e Giuseppe Zigaina. L’evento è stato concepito come punto di partenza tematico per le celebrazioni inerenti il centenario della nascita di Alberto Burri, previsto per l’anno 2015. Occasione suggestiva questa di vedere per la prima volta tre lavori inediti dell’artista, rispettivamente due disegni, una matita del 1947/48 e un inchiostro su carta del 1955, opere essenziali che sottolineano la ricerca formale di Burri e lo studio calibrato degli equilibri e una serie di sei incisioni su carta del 1965, nelle quali la dimensione ridotta non ne sminuisce la bellezza, anzi, la esalta facendoci comprendere che la potenza artistico espressiva non risiede solo in opere maestose per dimensioni. Coevi all’artista di Città di Castello sono infatti gli autori presenti in mostra, personalità che hanno vissuto lo stesso momento artistico, protagonisti della temperie informale che è giunta in Italia oltreoceano e oltralpe, dove la libertà d’espressione, il rifiuto di quelle norme provenienti sia dalla tradizione che dall’Avanguardia storica, sono elementi comuni che hanno condotto questi artisti a sperimentale una capacità espressiva autonoma e vitale. Gli artisti

scelgono il linguaggio estraneo alla figurazione per ritrovare un “grado zero”della pittura, in alcuni esempi legata alla gestualità fisica ed esuberante dell’Action Painting americana o al recupero materico dell’Informel francese, in altri riproponendo un nuovo astrattismo votato al ripristino di valori assoluti ed aniconici presenti nel neo concretismo, in altri ancora si va delineando un nuovo cifrario semantico dove la matrice pittorico - segnica diviene scrittura cristallizzata di alfabeti codificati. Sono gli anni dell’avvento dello Spazialismo e la ricerca di Fontana si basa su un nuovo linguaggio costruito sullo spazio, che diviene vera e propria ossessione. Nei numerosi lavori su carta presenti emerge con chiarezza come gli studi di Fontana partano da due diverse strade, quella della ricerca figurativa e quella della ricerca astratta. Queste diverse vie trovano collegamento nell’esplorazione delle svariate possibilità linguistiche delle forme e della materia nello spazio, l’indagine della superficie incognita arriverà, attraverso il gesto assoluto del taglio, ad aprire all’incertezza del vuoto, alla dimensione – tempo. Le opere presenti all’interno dell’esposizione ampliano, per la loro natura cartacea, la velocità di esecuzione e l’impiego di elementi grafici in un prevalere ora dell’immediatezza del gesto, del segno, della materia, dell’articolazione spaziale. La raccolta presenta uno spaccato poco noto al pubblico di lavori per i quali la freschezza di realizzazione, ma anche la precarietà, l’abbozzo e la propria natura che li rende vicini ad impronte esistenziali, ce li presentano come incunaboli di ciò che sarà e al contempo come studi preparatori, prove grafiche o di colore valide di per sé, in un periodo tanto fervido quanto ricco di lati poco conosciuti della produzione artistica italiana della metà dello scorso secolo.

Credits foto: collezione don Casimiro Bettelli, Galleria Civica di Modena


EVENTI

MARCHE GIULIANO GIULIANI. PERSONALE omaggio a giuliano giuliani. forte malatesta, ascoli piceno 15 Marzo 2014 - 2 Novembre 2014

La città di Ascoli Piceno rende un omaggio importante a Giuliano Giuliani, scultore che è stato in grado di trasformare il travertino in opere piene di poesia, forza e bellezza. Ad ospitare un'ampia selezione dei suoi lavori è il Forte Malatesta di Ascoli che, con la sua scabra potenza, offre una ambientazione ideale ad accogliere le pietre che l'artista ha piegato alla loro nuova natura. Il primo paesaggio di Giuliani, ove negli anni Settanta egli ha formato il suo laboratorio d’immagine, è stato certo quello della cava di famiglia, nell’entroterra marchigiano. Può dirsi che quell’alba del suo fare gli sia rimasta lungamente nell’animo: ad essa egli è stato ed è fedelmente avvinto, serbandone gelosamente i valori ideali e fattuali: dal che deriva in prima istanza la peculiarità della sua opera. Da allora - e poi sempre - il suo materiale d’elezione è stato il travertino, con le sue forre profonde e le sue improvvise rivelazioni; solo raramente Giuliani ha avvertito l’urgenza di aggiungere alla pietra che ha scavato qualche elemento estraneo: gessi o materiali diversi, sempre attinti dalla natura. L’opera di Giuliani non è stata tuttavia un’esperienza tutta in sé raccolta e tetragona alle suggestioni della ricerca

plastica contemporanea: in realtà il suo fare è figlio di un vasto scrutinio dei vertici della scultura internazionale del secolo XX, a cominciare dal suo primo amore per Brancusi. Dopo quella lontana suggestione, egli ha ripensato gli esiti della ricerca di Henri Moore al tempo dell'incontro fecondo con il surrealismo; quindi è la ricerca degli anni Quaranta e Cinquanta di Arp a sedurlo: quella volontà, in particolare, tante volte dichiarata dall'artista alsaziano di dar vita con la sua scultura a forme che, prossime ad una nuova nascita, conservino però il sentore del grembo, senza ripetere nessuna forma già esistente. Attraverso Arp, orienta infine Giuliani, soprattutto in certi suoi passaggi d'anni Novanta, l'opera di Alberto Viani. Da fonti diverse, dunque, oscillanti fra ricerche d'ordine astratto e suggestioni umanistiche, muove Giuliani. Del quale forse troppo spesso, all'opposto, s'è sottolineata soltanto la vocazione a una separatezza, nell'eremo dei monti marchigiani, che se è certo reale condizione d'esistenza, e rispecchia una vocazione profonda dell'animo, non ne ha impedito uno sguardo largo e consapevole dato oltre, e ben oltre, quei suoi confini

Forte Malatesta - Ascoli Piceno Piazza Vincenzo Toschi Mosca, 29, 61100 Pesaro Tel. 0721 387541 Biglietti: € 9 intero - € 7,50 ridotto Orari: tutti i giorni 10 - 13 / 15.30 - 18.30 E-mail: pesaro@sistemamuseo.it Sito web: www.pesaromusei.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del museo.


L’opinione Laura Coppa

AR[t]CEVIA C’È! Si riaccende il generatore di idee dell’arte contemporanea nell’entroterra marchigiano. “Artcevia c’è. Esiste, si riproduce, si rivitalizza, si riorganizza, ricrea forme, spazi e contenuti, si apre di nuovo al futuro... come la vita, come l’arte... nonostante la crisi, i tagli e le incertezze. Le buone idee sono piu’ forti della crudezza della realtà.” Con queste parole il Prof. Andrea Bomprezzi, giovane Sindaco di Arcevia (AN), il paese che ospita la principale manifestazione d’arte contemporane delle Marche, apre una nuova e ricca VI edizione di AR[t] CEVIA International Art Festival. Tutto pronto per l’inaugurazione del 3 agosto. Oltre 50 sono gli artisti selezionati da tutto il mondo per la collettiva, oltre 10 sono le personali che inaugureranno nell’arco dei due mesi di durata del festival presso alcune delle più belle strutture ricettive dislocate nei 126 km quadrati del fiabesco territorio arceviese. Non solo mostre d’arte contemporanea, ma anche discussioni e aperitivi con gli artisti, gustando i prodotti locali genuini e rilassandosi fra i colori brillanti di un territorio che è vero e proprio giardino d’Italia, storie di musica contemporanea, video, performances, incontri, amicizie e collaborazioni che nascono e durano in eterno. Il tutto in un’atmosfera magica: ecco perché

Per info sul festival: www.artcevia.org Per info ospitalità e territorio: www.artceviaweb.it

AR[t]CEVIA viene definita una bolla di acqua e tempera in cui tutti coloro in cui sono entrati, bramano ritornare. Nonostante la crisi e i tagli davvero disastrosi, il giovane ed entusiasta team di AR[t]CEVIA ha saputo reinventarsi attraverso collaborazioni e sinergie, mettendo in piedi un Festival ancora più ricco. AR[t]CEVIA è un treno in corsa alimentato dall’entusiasmo e dalla passioni di chi è salito, sta salendo o salirà sulle sue carrozze e non c’è niente che possa fermare l’esplosiva forza motrice delle idee nate dall’incontro fra artisti visivi di ogni genere, musicisti, attori, studiosi e scrittori, giovani e meno giovani e provenienti da ogni dove. È proprio questa la forza propulsiva di un Festival che, in due mesi, trasforma una cittadella storica dell’entroterra marchigiano in un centro focale per la contemporaneità e magma che ribolle di pura magia. AR[t]CEVIA è un immenso “salotto” intellettuale, ma non troppo, dove tutti possono accomodarsi per assistere e partecipare attivamente alla nascita di nuove idee per un futuro migliore e per cui, la cultura, è l’unico cemento possibile.


EVENTI

MOLISE

“COSCIENZA ANESTETICA” Ipotesi sottrattiva per un’arte relazionale Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise Direzione generale Paesaggio Belle Arti Architettura e Arti Contemporanee Soprintendenza per i beni archeologici del Molise Presentano: Coscienza anestetica Ipotesi sottrattiva per un’arte relazionale A cura di Tommaso Evangelista 21 giugno – 20 luglio 2014 Museo Sannitico, Campobasso Palazzo Mazzarotta, Via A. Chiarizia n. 10 Tutti i giorni 09:00-13:30, 14:00-17:30 Inaugurazione domenica 22 giugno ore 16.00 Artisti Michele Boccamazzo, Carlo Colli, Gianmaria De Lisio, Paola Ferraris, Dionigi Mattia Gagliardi, Roberto Galeotti, Claudio Greco, Giuliano Lombardo, Sergio Lombardo, Salvo Nostrato, Vincenzo Merola, Miriam Mirolla, Piero Mottola, Luigi Pagliarini, Angelo Ricciardi, Gian Maria Tosatti, Carlo Santoro, Ivana Volpe Il Museo Provinciale Sannitico di Campobasso ospita la collettiva d’arte contemporanea dal titolo Coscienza anestetica. Ipotesi sottrattiva per un’arte relazionale. L’esposizione, curata dal critico Tommaso Evangelista, inaugurerà domenica 22 giugno nelle tre nuove sale del Museo sistemate ed inaugurate per l’occasione e segna per la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise, dopo il restauro delle opere storiche del Premio Termoli, una significativa e rilevante apertura al contemporaneo con un progetto curatoriale dal preciso taglio teorico e sperimentale. Archeologia e ricerca sono pertanto chiamate a relazionarsi negli splendidi spazi di Palazzo Mazzarotta, sottolineando come un dialogo, anche per contrasto, possa essere attuato. Pertanto va dato merito alla Soprintendenza di aver voluto affrontare, con coraggio, un’esposizione complessa e ricca di implicazioni. Boccamazzo, Colli, De Lisio, Ferraris, Galeotti, Greco, G. Lombardo, S. Lombardo, Nostrato, Merola, Mirolla, Mottola, Pagliarini, Ricciardi, Tosatti, Santoro, Volpe gli artisti invitati. Tra di loro cinque, Michele Boccamazzo,

, Gianmaria De Lisio, Vincenzo Merola, Salvo Nostrato e Ivana Volpe, sono molisani con diverse significative esperienze fuori regione. Di particolare rilevanza la presenza di Sergio Lombardo con una Mappa di Heawood e due disegni di pavimenti stocastici. Psicologo e artista, Lombardo dirige dal 1977 il Centro Studi J artrakor di


Roma e dal 1979 la Rivista di Psicologia dell’Arte. Il suo percorso artistico ha avuto avvio nei primi anni Sessanta con l’esperienza della Nuova Scuola Romana di Piazza del Popolo, mentre alla fine degli anni Sessanta ha partecipato al gruppo che gravitava intorno alla galleria La Salita, dove ha esposto con Burri, Fontana e Manzoni. Nei primi anni Settanta ha fondato a Roma il Centro Studi Jatrakor, dando avvio al movimento artistico eventualista e dedicandosi per tutto il decennio a sperimentazioni nel campo della psicologia percettiva applicata all’arte. Dal 1980 lavora a una serie pittorica, incentrata su algoritmi matematici e programmi di randomizzazione, definita “pittura stocastica”. Una sala del percorso espositivo, quindi, sarà dedicata proprio all’esperienza del gruppo eventualista (attualmente formato da Paola Ferraris, Roberto Galeotti, Claudio Greco, Giuliano Lombardo, Sergio Lombardo, Miriam Mirolla, Piero Mottola, Luigi Pagliarini e Carlo Santoro), che per l’occasione presenterà un’unica installazione inedita di taglio documentario, con progetti, testi e fotografie, nella quale ogni artista ha sintetizzato, in due tavole, la propria personale ricerca nel solco della Teoria Eventualista. Carlo Colli, Angelo Ricciardi e Gian Maria Tosatti chiudono l’elenco degli artisti invitati con tre opere dalla forte carica relazionale e sperimentale. Dopo una preview per la stampa prevista per la mattina di venerdì 20 giugno, la collettiva inaugurerà domenica 22 giugno e sarà arricchita nel cortile del museo dall’installazione sonora di Ivana Volpe, la quale mapperà con dei registratori il centro storico di Campobasso, e dall’esperimento di Kinect Art di Salvo Nostrato, il quale analizzerà un preciso spazio del Museo Sannitico trasformandolo in un luogo praticabile e sonoro e presenterà, insieme all’installazione, una performance di danza contemporanea.

La condizione anestetica del titolo si configura come percorso praticabile, nel campo della sperimentazione sui nuovi linguaggi, per uscire dall’impasse del postmoderno, in cui la livellazione delle manifestazioni creative ha comportato lo sdoganamento e il riutilizzo, fino alla saturazione, di molte pratiche storiche desunte dalle avanguardie e accettate come meri formalismi. La dimensione aleatoria dell’opera d’arte “aperta” deve superare l’estetica del flusso: non deve cercare il caos della materia e delle sensazioni, né tantomeno

deve porsi come liberazione degli istinti, bensì, proprio per il perenne rapporto/scambio con il fruitore, deve ricercare un’etica interna. Il rapporto con il pubblico pensato per la collettiva, quindi, non va inteso come commercio anarchico di sensazioni, ma va guidato attraverso determinati stimoli. L’importanza dello stimolo diventa fondamentale nella creazione di un’opera. I lavori presentati in mostra sono stati scelti per la loro portata teorica e narrativa, per lo studio e la ricerca, per la tendenza alla documentalità come atto linguistico e per il tentativo di affermazione di una visione costruttiva, quasi scientifica. Quella che emerge è una riflessione sull’interazione, nel senso più ampio e immateriale, tra le intenzioni dell’autore e le possibilità determinate dal pubblico e dagli eventi. Il racconto interno, interpretato come svolgimento strutturato di un orizzonte di senso, deve evitare la banalità della soglia per privilegiare l’analisi. Alla fantasia e al sublime si sostituisce, pertanto, un incontro con la specificità di ogni fenomeno. Il richiamo alla dimensione (an)estetica comporterà anche un’incursione nel solco provocatorio del rifiuto, riducendo al minimo l’invadenza della componente puramente visiva dell’opera per un recupero del segno e dello spazio, della vertigine della lista e del flusso dell’informazione. Il concept della collettiva è sostanzialmente un dialogo generazionale tra gli artisti del gruppo eventualista, oggi l’ultima vera avanguardia in Italia, e giovani nel cui lavoro siano rintracciabili concetti estetici derivati dall’avanguardia storica e poi ripresi e sistematizzati in un’ottica che intende l’eventualismo come movimento operante e produttivo: minimalità, astinenza espressiva, strutturalità, spontaneità, interattività. Si cercherà di attivare una riflessione sulla crisi dei criteri estetici tradizionali in un luogo periferico, il territorio molisano, per segnare attraverso una forte impronta curatoriale lo spazio già fortemente storicizzato del Museo Sannitico.


FRANCO MARGARI

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.37 24 087


L’opinione

To m m a s o E v a n g e l i s t a

Mauro Rea. Senzarteneparte Le opere di Rea sono un complesso dissentire dalla logica e dalla ragione in virtù dell’accettazione eccessiva dell’espressione e dell’ingenuità visiva portate a risultati iconografici complessi e spiazzanti, sul confine di un piano pittorico irrimediabilmente riportato alla luce dalla memoria e per questo carico di “sporcizia”. I (di)segni dell’artista si configurano come grumi materici custoditi da un vortice di forze, spesse volte contrastanti, tra le quali spicca la sempiterna spirale Giduglia, simbolo patafisico per eccellenza e qui trasfigurata nel volto ossuto di un guardone in Vedo nudo. L’uso pratico di personaggi inventati, estremamente caratterizzati da elementi anticonvenzionali, o di animali-uomini, quali ermetici vasi di Pandora di tutti i mali e le angosce della società, concorre a far slittare l’irruenta e spiazzante carica surreale e satirica sul piano del perturbante che agisce sottotraccia come un’ombra risvegliata dal profondo. Rea è abilissimo nel trattare l’Interno e nel comunicarlo come superficie archeologica di visioni tanto materiali da fuoriuscire dal supporto per divenire tracce indipendenti e autonome, come sfuggite dall’integrità della pittura. Il dissentire

dalla logica e dall’integrazione non è altro che razionalità alternativa ed infatti, tornando ad Eco, «la funzione degli apocalittici ha una propria validità, nel denunciare cioè che l’ideologia ottimistica degli integrati è profondamente falsa e in malafede». L’artista è un apocalittico nella misura in cui da fondo alle proprie ansie liberandole in perenne sospensione, nel nervosismo di un respiro animale fatto soprattutto di segnali e avvisi minimi che provocano reazioni ed accordi nella materia pittorica la quale per l’occasione accoglie tracce di juta, cera, acrilici, oli e combustioni. E poiché la pittura è un perenne dissotterramento delle forme, più che uno scavo alla ricerca di fantasmi nelle opere percepiamo il processo analitico dell’accumulo per aggregazione in contrasto con l’emersione simbolica autonoma di esseri costruiti da pulsioni. Contro l’integrazione di chi non vuole dissentire, tali figure dell’assenza, richiamate in vita da ossimori e contrasti, cominciano ad agire da soli liberandosi dalle leggi della scienza per progredire attraverso ipotetici assiomi […]

Estratto dal testo critico per la personale di Rea SENZARTENEPARTE. Patafisici e integrati ovvero piccolo manuale di ipocondria fantastica svoltasi presso la galleria Officina Solare di Termoli da 4 al 16 gennaio 2014. La mostra sarà esposta presso il MuMi Museo Michetti di Francavilla al Mare dal 14 aprile all’8 maggio 2014.


EVENTI

LAZIO

Pittura inglese verso la modernità. Hogarth, Reynolds, Turner 15 Aprile 2014 - 20 Luglio 2014 L’esposizione, curata da Carolina Brook e Valter Curzi, intende offrire al pubblico una visione d’insieme dello sviluppo artistico e sociale, che si definì nel XVIII secolo di pari passo con l’egemonia conquistata dalla Gran Bretagna sul piano storico - politico ed economico. Divenuta nel corso del Settecento una vera e propria potenza internazionale, protagonista della rivoluzione industriale e dell’egemonia sulle rotte marittime, l’Inghilterra si pose per la prima volta il problema della nascita di una propria scuola artistica. Lo sviluppo economico di cui è protagonista la Gran Bretagna, permetterà la nascita di un vero e proprio mondo nuovo di figure professionali, industriali e mercanti, scienziati e filosofi, che troveranno nelle arti visive un significativo supporto all’affermazione del loro nuovo status, divenendo i mecenati di quei maestri che nell’arco del secolo contribuiranno alla definizione di una scuola nazionale. Il percorso della mostra si articola in sette sezioni e propone una selezione dei più significativi pittori anglosassoni, con l’obiettivo di documentare in particolare i generi della ritrattistica e della pittura di paesaggio che maggiormente hanno trovato fortuna durante il secolo, dando luogo a un linguaggio figurativo capace di interpretare quella modernità che diventerà nell’Ottocento riferimento comune per tutta l’Europa. In mostra si potranno ammirare pittori come Hogarth, Reynolds, Gainsborough, Wright of Derby, Stubbs, Füssli, Constable e Turner, che offriranno con le loro opere uno spaccato significativo della peculiarità e originalità dell’arte inglese, di cui mancava a Roma una rassegna dalla mostra del 1966.

Palazzo Sciarra

Fondazione Roma Museo Via Marco Minghetti, 22 - 00187 Roma

Telefono:06 692 050 60 Orari: lunedì ore 14,00 - 20,00 martedì al giovedì e domenica 10,00-20,00 venerdì e sabato 10.00 > 21.00 - See biglietti: Intero € 11,50- ridotto € 9,50 E-mail: info@fondazioneromamuseo.it Sito: www.pitturaingleseroma.it/

Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della mostra.


ALESSIA ZOLFO

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Giacinto Cerone: il massimo dell’orizzontale Opere su carta - MACRO, Roma 6 maggio 2014 - 14 settembre 2014

La mostra, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Archivio Giacinto Cerone A dieci anni dalla scomparsa di Giacinto Cerone (1957–2004), il MACRO dedica all’artista la mostra-omaggio Il massimo dell’orizzontale, presentando al pubblico una selezione di oltre 30 opere su carta, molte delle quali esposte per la prima volta, provenienti da collezioni pubbliche e private. La tensione emotiva e la fisicità espressiva delle sculture di Cerone emergono con la stessa dirompenza in queste opere, che rientrano a pieno titolo nel processo creativo dell’artista. Segni nervosi, profili vibranti e grumi di colore

fanno da contraltare ai tagli, le torsioni e le lacerazioni che contraddistinguono le sculture dell’artista. Opere di grandi dimensioni, come la serie delle Ofelie o degli Argonauti, manifestano una continua e incessante sperimentazione, capace di trasformare la fioritura di un arbusto, i viluppi di un panno, una figura senza volto, in una visione alchemica, in cui le cose cessano di essere ciò che sono per divenire ciò che noi desideriamo. A corredo delle opere, la mostra presenta un nutrito corpus di documenti (fotografie, lettere, scritti, pubblicazioni) provenienti dall’Archivio Giacinto Cerone.

MACRO 1 - via Nizza, 138 tel. 06 67 10 70 400 Biglietto:Intero: € 12,50- Ridotto: € 10,50 Orario: Martedì a Domenica ore 11.00-19.00; Sabato ore 11.00-22.00 E-mail: stampa.macro@comune.roma.it Sito web: www.museomacro.org Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della mostra.


EVENTI

ABRUZZO

OLTRE LO SGUARDO VENTI VISIONI AL FEMMINILE Sala Espositiva dell’Ente Mostra Artigianato di Guardiagrele (CH) 29 giugno-4 luglio 2014

Si terrà dal 29 giugno al 4 luglio la mostra Oltre lo sguardo, Venti visioni al femminile con le visioni di Concetta Daidone, Giuseppina Narducci, Gabriella Cellini, Roberta Papponetti, Vilma Santarelli, Liberata Mizzoni, Rita Radomile, Mae, Sonia Babini, Diana Ferrante, Paola Silvestri, Valentina Di Iorio, Daniela Cimini, Enza Cesarone Aprile, Carla Cerbaso, Dora Fabiano, Luisa Balzano, Silvana Sammassimo, Tiziana Pantalone, Ileana Colazzilli.

La mostra curata da Massimo Pasqualone nella sala espositiva dell’ente mostra artigianato di Guardiagrele (CH), vedrà l’Inaugurazione domenica 29 giugno alle ore 18, con i saluti del presidente dell’Ente Mostra, prof. Gianfranco Marsibilio e le relazioniOltre lo sguardo, del prof. Massimo Pasqualone, curatore della mostra; Le visioni al femminile, della dott. ssa Fabiola Quintili Di Ghionno, psicologa; La parola alle parole, letture di Sara Iannetti.


L’opinione Massimo Pasqualone

I COLORI DELL’ANIMA Si terrà presso la Galleria20 di Torino, dal 22 giugno al 4 luglio, la Prima edizione del Simposio Internazionale di Arte Contemporanea I colori dell’animao. L’evento è curato da Massimo Pasqualone, critico d’arte e docente di Sociologia dei Processi Culturali presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. L’inaugurazione della mostra è prevista il 22 giugno alle 11, alla presenza del curatore, del direttore della Galleria, Enzo Briscese, e delle autorità invitate. Nel catalogo allestito per l’occasione Massimo Pasqualone propone una breve meditazione sulla bellezza. “Sicuramente la bellezza è un labirinto, dove ognuno si aggira tra ragione ed istinto, creatività e norma, cultura e storia, insegnamenti e testimonianze. In questo dedalo, sono tante le visioni oniriche e gli incontri più o meno reali che si fanno, oltre la soglia

del vero e dell’essenza. Occorre il filo di qualcuno per uscirne, occorre un aiuto, una guida, una forze che ci attragga a sé, consapevoli che la vita è attrazione e labirinto al contempo, e se sbagli c’è il minotauro. Certo: cosa sia la bellezza allora non so- direbbe Durer, ma so che, dice Nazim Hikmet, scrivo quello che mi attraversa, o per Daniel Buren: “è l’indicibile della creazione artistica”, nozione misteriosa, costitutivamente sfuggente, sicuramente parente stretta dell’infinito e della vertigine, sempre mutevole ancorché immobile, è una cosa che capita ed indica brevi momenti- sottolinea Joannis Kounellis. Ti esti to kalon?- si chiedevano i greci e come vedete la domanda da duemilacinquecento anni non trova una risposta, anzi è qualcosa che si può confessare solo a sé stessi.”

Questi gli artisti in mostra: Specchiomastrodonato, Fabiola Murri, Roberto Di Giampaolo, Domenico Marcone, Gianfranco Zazzeroni, Marco Cimorosi, Concetta Iaccarino, Mario Buongrazio, Bruno e Leonardo Paglialonga, Sonia Babini, Diego Carchesio, Amilcare Di Paolo, Romina Scipione, Giulia Evangelisti, Francesca Genovesi, Alfredo Celli, Alessandro Biondo, Sergio Di Mattia, Franco Di Nicola, Carmine Galiè, Angela Di Teodoro, Mario Di Paolo, Ileana Colazzilli, Lucio Monaco, Gino Berardi, Miriam Salvalai, Roberta Papponetti, Terezina Radovani, Maria Rita Radomile, Paola Spaventa, Luisa Balzano, Francesco Ciccolone, Vincenzo De Sanctis, Concetta Daidone, Carma, Tiziana Giampaolo, Teresa Michetti, Fernanda Trozzi, Alessandra Colella, Rita Di Marcantonio, Carla Ciafardoni, Liberata Mizzoni, Silvio Fortebraccio, Maria Luisa Falanga, Carla Cerbaso, Glauco Barlecchini, Mae, Giuseppe Amoroso De Respinis, Gabriella Cellini, Renato Pillitteri, Mario Di Profio, Luciano Astolfi, Domenico Giarratano.


EVENTI

PUGLIA

L’UNIVERSO DI PIER PAOLO PASOLINI:

ARTE E BELLEZZA DA GIOTTO A PATTI SMITH Dal 26 Giugno 2014 al 30 Settembre 2014

Scostandosi dallo stereotipo della mostra d’arte fissa e silenziosa - come si scostava il protagonista di questa esposizione da una categoria artistica precisa - così da poterla definire esperienzaevento, si apre il 26 giugno (fino al 2 novembre), alle ore 18.30, al Castello Carlo V di Lecce L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith. Giovedì 26 giugno, alle ore 11, al Castello Carlo V, l’anteprima riservata alla stampa alla quale prenderanno parte il sindaco Paolo Perrone, l’assessore al Turismo, Spettacoli ed Eventi, Luigi Coclite, il dirigente del settore Cultura del Comune di Lecce, Nicola Elia e i curatori della mostra Silvia Borsari e Paola Rampini. La mostra, promossa dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese Theutra, Oasimed e Novamusa, con il patrocinio del Comune di Lecce, è curata da Gianni Canova, Silvia Borsari e Paola Rampini e ideata da Ventundodici Srl. La mostra si inserisce all’interno della programmazione per la candidatura di Lecce Capitale europea della cultura 2019. All’interno del percorso-mostra saranno presenti una selezione di film, fotogrammi accostati alle riproduzioni delle opere citate, libri di poesia e di narrativa, documentazione video, audio e radio, le canzoni scritte da Pasolini e interpretate da Aisha Cerami,

figlia del celebre sceneggiatore scomparso lo scorso anno. Non mancheranno le testimonianze della sua carriera pittorica e una raffinata selezione di scatti del fotografo Roberto Villa che ha immortalato il backstage del film “Il fiore delle mille e una notte” seguendo Pasolini durante le riprese. Ogni sabato verrà proiettato un film, tra quelli citati in mostra. Si inizia il 28 giugno alle 20 con Comizi d’amore (1965) e poi con cadenza settimanale si potrà assistere a Mamma Roma (1962), Decameron (1971) e Il fiore delle mille e una notte (1974). Sotto il segno della contaminazione pasoliniana cadono tutte le convenzioni storico-artistiche che suddividono le arti dal cinema, la cultura alta da quella popolare e il passato dal contemporaneo. In Pasolini si ricongiungono tutte le arti e si schiudono nuovi ragionamenti e punti di vista alternativi ricchi di una sorprendente immediatezza. Dunque una mostra dedicata a un grande italiano ammirato anche all’estero e alle parole di Patti Smith si affida l’ultimo omaggio:“Pasolini a New York negli anni Sessanta era considerato un maestro da tutti noi. Andare a vedere i suoi film era un rito. Ricordo che una volta mi recai al cinema con il mio amico Mapplethorpe e in sala si erano già sistemati Warhol, Morrisey, tutti i poeti e gli artisti che come noi lo studiavano e s’ispiravano a lui”.

Castello Carlo V - Lecce CURATORI: Gianni Canova, Silvia Borsari, Paola Rampini ENTI PROMOTORI: Comune di Lecce / Raggruppamento Temporaneo di Imprese Theutra Oasimed e Novamusa COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 7, ridotto € 5 (over 65; under 18; gruppi superiori a 10 persone), scuole € 3, famiglia € 15 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 348 7946585 / 335 1434264 E-MAIL INFO: info@comune.lecce.it SITO UFFICIALE: http://www.comune.lecce.it Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito della mostra.


A CONFRONTO CON L’ANTICO. CARLO GUARIENTI- PITTURA E SCULTURA 1990-2014

Dal 10 Maggio 2014 al 28 Settembre 2014 Eccezionale appuntamento, il 10 maggio prossimo, alla Pinacoteca Provinciale di Bari, con una raffinata selezione di opere di Carlo Guarienti (Treviso, 1923), messe a confronto con le opere medievali e rinascimentali della stessa Pinacoteca. Sculture e pitture appartenenti alla produzione più recente dell’artista, caratterizzate da una materia scabra, consunta, incenerita, come restituita dagli abissi e non ancora liberata dalle concrezioni che il tempo vi ha accumulato, intessono un affascinante

dialogo con le straordinarie testimonianze di scultura pugliese medievale, con le pale a fondo oro medievali e rinascimentali, con i dipinti barocchi conservati all’interno del museo, traendo da esse nuovi, sorprendenti significati e cedendone contemporaneamente altri. Promossa dall’Assessorato per i Beni e le Attività Culturali della Provincia di Bari la mostra, a cura di Clara Gelao, sarà accompagnata da un catalogo edito dalla casa editrice Arte’m di Napoli.

Pinacoteca Provinciale “Corrado Giaquinto” Bari ENTI PROMOTORI: Assessorato per i Beni e le Attività Culturali della Provincia di Bari COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 2.58, ridotto € 0.52 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 080 5412420-2-3-4-5-7 E-MAIL INFO: pinacotecaprov.bari@tin.it SITO UFFICIALE: http://www.pinacotecabari.it Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito della mostra.


EVENTI

BASILICATA

SCULTURA IN BASILICATA

Matera, Chiese della Madonna della Virtù e di San Nicola dei Greci Dal 15 Giugno 2014- 18 Ottobre 2014 Tornano nei Sassi di Matera le grandi mostre di scultura organizzate dal circolo La Scaletta.Tornano per dare un segnale di superamento della crisi e, soprattutto, per confermare la vitalità degli artisti lucani che dentro e fuori della loro terra hanno mantenuto un profondo rapporto con l'arte contemporanea. Un rapporto non marginale, ma ricco di creatività e di linguaggi assolutamente significativi. Né poteva essere diversamente in un territorio che aveva visto, tra gli altri, irrompere, negli anni '50, i fratelli Andrea e Pietro Cascella con l'arredo ceramico della chiesa di Ludovico Quaroni al borgo La Martella e la dirompente presenza nei rioni Sassi e sul prospiciente altipiano murgico delle undici grandi sculture di Pietro Consagra denominate "i ferri di Matera", oggi visibili nel parco Rossini di Monza. In quella occasione, nel 1978, Consagra con Andrea Cascella, Bonalumi, Carmi, Castellani, Dadamaino, Dorazio, Franchina, Nigro, Perilli, Pozzati, Rotella, Santomaso e Turcato, oltre Giuseppe Appella ed i soci del circolo La Scaletta, redassero e diffusero l'importante documento in difesa dell'arte e dei centri storici chiamato "la carta di Matera". Da quella esperienza prese corpo l’idea di creare negli

antichi rioni materani un annuale appuntamento con la scultura contemporanea. Il circolo La Scaletta aveva in quegl'anni perfezionato il recupero di un singolare percorso rupestre che inglobava due chiese scavate nella roccia nell'ottavo e nel XI secolo. Fu così che nel 1987 nacque una straordinaria fusione tra la calcarenite della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci e le opere di scultura degli artisti contemporanei. I visitatori della prima mostra dedicata a Fausto Melotti rimasero affascinati dalla magia creata da arte e ambiente che si rincorrevano per dare ad ognuno un plus valore, in quella straordinaria cornice di sole, roccia e uomini che fanno dei Sassi di Matera un luogo magico. Cominciò così l'avventura delle "grandi mostre nei Sassi di Matera" che hanno visto esposte le opere di grandi artisti italiani e stranieri. Manifestazioni di questo spessore, tra le tante ricadute culturali, sono certamente di conforto, di sprone, poi di confronto e quindi di crescita delle sensibilità artistiche presenti nel territorio, al pari delle esperienze che, in un mondo sempre più raggiungibile, gli stessi artisti possono avere.

Chiesa della Madonna delle Virtù e di S. Nicola dei Greci, Matera ingresso libero- tel: 0835.336726 e-mail: info@lascaletta.net Sito web:www.lascaletta.net/ Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito della mostra.


I Premio Internazionale Cinque Continenti L’Associazione Culturale “Il Circo dell’Arte” di Venosa (Pz), in collaborazione con la “Artistica Management”, indice la prima edizione del Premio Internazionale Cinque Continenti, rientrante all’interno del cartellone della decima edizione del Festival dei Cinque Continenti. Il Festival è per sua natura luogo di incontro di culture e linguaggi diversi, capaci di integrarsi, ma anche alternativi tra loro. Il Premio, di carattere multidisciplinare, si propone di dare risalto alla diversità culturale ed espressiva e al tempo stesso di contribuire a promuovere un territorio che si apre al dialogo con tutto il mondo, valorizzando attraverso nuovi linguaggi l’immensa ricchezza costituita da monumenti, castelli, chiese, chiostri, palazzi storici, etc. Il Premio vuole contribuire al confronto tra due aspetti del mondo moderno: da una parte le contaminazioni di culture, tradizioni, lingue e simboli come risultato della migrazione di popoli, idee, capitali; dall’altra l’esigenza di preservare usi, costumi, rituali e folklore propriamente locali. Il Premio si divide in quattro categorie: Video, Fotografia, Pittura, Scrittura. Ciascuna delle categorie è a sua volta suddivisa in due sezioni: “Tracce di mondo sul territorio” (raccontare la presenza di elementi riconducibili a culture non locali rintracciabili su un territorio) e “Racconta la tua terra” (raccontare l’esistenza di aspetti unici e particolari che identificano in maniera chiara e univoca un territorio e la specifica cultura cui appartiene). La partecipazione al Premio è gratuita, non comporta il pagamento di

alcuna quota di iscrizione ed è aperta a tutti, senza limiti di età, sesso, nazionalità o altra qualificazione. È possibile partecipare anche a più categorie, presentando comunque una sola opera per ogni categoria. Il Premio si articolerà in momenti e luoghi diversi: sono previsti allestimenti di esposizioni collettive in dimore di prestigio, mostre in gallerie d’arte, proiezioni, letture pubbliche. Il Premio si concluderà con una serata di gala, in programma il giorno 30 novembre 2014, all’interno della quale avverrà la premiazione dei vincitori di ciascuna categoria. La Giuria del Premio sarà composta da persone di comprovata esperienza in ciascuno degli ambiti di riferimento (critici, giornalisti, registi, fotografi, scrittori, editori, galleristi, mercanti d’arte, etc). La dotazione complessiva del Premio è di 2.600 euro, che saranno così ripartiti: 1.200 euro per la categoria Video, 400 euro per la categoria Fotografia, 1.000 euro per la categoria Pittura. Per i vincitori della categoria Scrittura è prevista la stipula di un contratto editoriale con una prestigiosa casa editrice Per partecipare è necessario inviare l’apposita scheda di iscrizione (sito www.cinquecontinentifestival.com) entro e non oltre il giorno 11 luglio per la categoria Pittura ed entro e non oltre il giorno 18 luglio 2014 per le categorie Video, Fotografia e Scrittura. Sono ammessi invii a mezzo posta tradizionale (in tal caso farà fede il timbro postale) o tramite e-mail all’indirizzo premio@cinquecontinentifestival.com .


ENZO BRISCESE

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.37 24 087


L’opinione Francesco Mastrorizzi Una fotografia per esprimere i propri sogni In un momento di forte crisi economica e valoriale, abbiamo ancora la capacità di sognare, di immaginare il nostro futuro e di lottare per realizzare i nostri sogni? E questi che forma hanno? Sappiamo ancora coronare i nostri progetti? A tutte queste domande ha provato a rispondere il contest fotografico “Uno scatto per un sogno”, lanciato dall’associazione di promozione sociale Orme di Venosa e dall’Agenzia Tancredi - Agenti Reale Mutua Assicurazioni di Potenza, nell’ambito della prima edizione della rassegna “Paroleinfoto”. Alla competizione on line hanno partecipato con i propri scatti decine di fotografi da tutta Italia, tra i quali sono stati selezionati 21 finalisti, 15 votati dal popolo del web e 6 scelti dallo staff organizzativo. Le loro foto saranno in mostra fino al 19 luglio presso la Sala Mostre della Biblioteca Nazionale di Potenza. L’impiego del termine “scatto” nel titolo della manifestazione non è casuale né va riferito al mero scatto fotografico, ma ha una doppia valenza. Indica, infatti, anche lo “scatto d’orgoglio” di chi, a dispetto delle mille difficoltà quotidiane, decide di essere propositivo, di agire fattivamente, provando a rendere possibili e concreti i sogni propri e degli altri. Ai partecipanti al contest è stato chiesto di realizzare uno scatto fotografico che interpretasse in modo creativo la

tematica del futuro, filtrandola attraverso la poetica dei sogni e dei desideri. La scelta delle migliori fotografie ha permesso di comporre un racconto per immagini capace di catturare speranze e prospettive per il futuro dal sapore universale, affinché ogni visitatore possa riconoscersi. Progetti e desideri, infatti, accomunano tutti, giovani e adulti, a prescindere dalla loro realizzabilità, e sono la linfa vitale di ciascuno di noi. Il percorso espositivo è arricchito da una serie di frasi celebri e citazioni tratte da libri, tutte riferite in qualche modo ai sogni e alla visione del domani. Questo perché la biblioteca non funga da semplice contenitore per la mostra fotografica, ma interagisca con essa attraverso un’alternanza ben studiata tra gli scatti in esposizione dedicati al sogno e i richiami a libri che trattano lo stesso argomento, partendo dal celebre discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, nel quale esprimeva le proprie speranze di cambiamento per il futuro. L’autore dell’immagine che ha ottenuto il maggior numero di consensi, Francesco Traficante di Picerno (PZ) con lo scatto intitolato “Gli occhi del cuore”, è stato premiato con un buono di 100 euro da spendere per l’acquisto di libri.


EVENTI

CAMPANIA

Pablo Picasso a Sorrento esposizione nelle sale di villa Fiorentino

La rassegna dedicata al maestro spagnolo ruota principalmente attorno a oltre 240 incisioni grafiche, ma anche 24 ceramiche, ed opere uniche, per ricreare un breve viaggio tra le tecniche e gli stili utilizzati dall’artista durante la sua vita: dal disegno alla pittura, dall’acquaforte alla puntasecca, dalla terracotta alla ceramica.

La mostra resterà aperta fino al 12 ottobre prossimo con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21, sabato domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22. Il costo del biglietto è € 5; il biglietto ridotto di € 3 è per i gruppi superiori a 20 persone; il ridotto da € 2 è per gruppi di studenti. La mostra, curata dalla fondazione Sorrento e supportata dal comitato scientifico composto da Mariastella Margozzi (direttrice del) e Claudia Casali, rispettivamente direttrici del Museo Boncompagni Ludovisi a Roma e del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza.

Il catalogo è edito dalle edizioni "con-fine". (Paolo De Luca)


www.fondazionesorrento.com/pablopicasso


Artiste campane in esposizione alla Triennale di Arti Visive di Roma Importante appuntamento per diversi artisti campani, che dal 6 al 13 giugno sono stati in esposizione alla Triennale di Arti Visive di Roma, evento che ha proposto al grande pubblico il meglio ontemporanea. Ad inaugurare la manifestazione è stato il critico d’arte prof. Achille Bonito Oliva, personalità di riferimento per il panorama artistico mondiale , il tutto a sottolineare l’importanza dell’evento e degli artisti invitati, sotto la direzione artistica del prof. Daniele Radini Tedeschi

e con l’importante pubblicazione sull’evento della Mondadori. L’Evento è stato organizzato dall’associazione “ La rosa dei venti”. Tra gli artisti campani che hanno lasciato un segno, non solo nei visitatori, ma anche negli addetti ai lavori, si sono distinti dei talenti femminili, nello specifico ricordiamo in ordine alfabetico :

Letizia Caiazzo con l‘opera Senza confini, esprime la sua creatività con l’utilizzo della “pittura digitale”, non tralasciando il senso di emotività dato dalla raffinatezza di un’immagine e di espressività coloristica contenute nell’opera ( cfr cat. Mondadori pag. 435 ).

Maria Rosaria Esposito con l’opera In…coscienza, crea un cortocircuito attraverso una contaminazione semantica tra i grandi regni: pittura e scultura, ma anche astrazione e figurazione. ( cfr cat. Mondadori pag 135)

Gabriella Teresi con l’opera Orizzonte nevoso, trova consonanza nel rilievo materico dei pigmenti, in quanto le stesse macchie di colori, stese in maniera liquida e acquerellata, servono ad evocare profumi ed essenze antiche, memoria di attimi piacevoli, rifuggendo dalle iconografie tipiche di strutture reali. ( cfr cat. Mondadori pag. 369) Tre donne, dunque, di grande spessore artistico ed umano che hanno saputo esprimere al massimo, ognuna con il proprio essere artista. La Caiazzo , da sempre nella sua costante ricerca e nel suo costante mettersi in gioco con nuove sperimentazioni, inneggia alla Bellezza , convinta che l’Arte ha questo compito: regalare una vera estetica della Bellezza che deve portare di nuovo nel mondo armonia e pace. “ E’ necessario offrire opere artistiche esteticamente gradevoli e mettere le persone nelle condizioni di non dover rimanere lontani dalla bellezza, soltanto in questo modo l’estetica e l’etica ritorneranno ad avere lo stesso fine”( cfr art. La bellezza è… Vita , Amore , Gioia di L.Caiazzo). La Esposito invita con le sue opere a superare le brutture e i disagi per approdare ad una condivisione delle problematiche odierne ed al loro superamento attraverso la condivisione e sensibilizzazione. La Teresi , con la sua arte informale, riesce a far sognare un eden paradisiaco dove regna il bello ed il bene. Queste artiste, con la loro tenacia, forza ed umiltà , riescono benissimo nel loro intento e grandi sono stati i riconoscimenti della critica e del pubblico, sia a livello nazionale che internazionale. L.C.Scorpio

“…Il critico d’arte non è colui che realizza una teoria nell’incubatrice trovando artisti silenziosi ...il critico è colui che guarda la società e cerca di leggere i movimenti del gusto, dell’estetica e della Bellezza.” Daniele Radini Tedeschi


L’opinione Letizia Caiazzo Intrighi caotici di Nicola Caroppo Nicola Caroppo nasce a Castellammare di Stabia nel 1984, artista auto-didatta consegue la laurea magistrale in Storia dell’Arte e in seguito si diploma a pieni voti alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici presso l’Università di Roma La Sapienza. La sua cultura artistica spazia con estro dal figurativoespressionista all’astratto-informale e valorizza il gesto ed il colore su superfici diverse, come il cartone, la carta, il legno e vecchi mobili. Partecipa a diverse mostre collettive e personali. Nei suoi lavori c’è forza unita all’ autenticità ed entrambe caratterizzano la sua ricerca di equilibrio, partendo dal caos

e da intrighi esistenziali e quotidiani. C’è bellezza che mira a ricercare non solo un proprio spazio, ma a regalare la scoperta e la riappropriazione del sé come persona, in simbiosi con il creato. La composizione dell’opera è formata dal colore e dalle diverse materie adoperate, che si concretizzano in volumi e spazi dimostrando una interpretazione cromatica e una ricerca pittorica ben precisa, tutta dell’artista. I suoi intrighi caotici, come io li ho voluti definire, sono di grande impatto visivo, capaci di trasmettere un’ energia positiva che fa sperare in un futuro migliore.


EVENTI

CALABRIA

I BRONZI DI RIACE. NOSTOS. IL RITORNO

Dal 1 maggio al 31 luglio, presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, è aperta la preannunciata mostra realizzata con l’esposizione di opere pittoriche di grandi maestri contemporanei che hanno omaggiato il rientro delle statue bronzee secondo la propria personale interpretazione. Sono esposte le opere di: Bruno Barla, Andrea Branzi, Giuliana Cunéaz, Riccardo Dalisi, Marco Dezzi Bardeschi, Josè Ignacio González, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Franco Purini, Denis Santachiara, Marcello Sèstito, Nik Spatari, Liu Tiefei, Wang Jianzhong

COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 5, ridotto € 3 TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 096 5898272 E-MAIL INFO: sba-cal@beniculturali.it SITO UFFICIALE: http://www.archeocalabria.beniculturali.it


LORENZO CURIONI

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TIZIANO CALCARI

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L’opinione Alessandra Primicerio Arte: Multiforme Musa “La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca”. (Leonardo da Vinci, Trattato della pittura).

Poeta, pittore, scultore, fotografo, regista e documentarista: Davide Noviello non ama identificarsi in modo specifico con una categoria di artisti ma si definisce semplicemente artista, perché si esprime con i diversi linguaggi dell’arte. La pittura si può leggere come un libro e la poesia evoca immagini potenti. Osservatore accorto e paziente della natura, ha grande rispetto per il mondo animale e vegetale; cattura immagini che normalmente sfuggono allo sguardo e si esprime attraverso l’osservazione del dettaglio. Fin dai suoi esordi riproduce fedelmente ogni particolare , un pesce , un uccello o studi dell’ anatomia umana, rendendo tramite l’espressione grafica il senso della profondità. Il disegno è composto da segni magici ed è ideato dall’immaginazione evidenziando il valore e l’importanza della linea nel definire lo spazio e il contrasto tra pieni e vuoti. Nel 1998 Noviello realizza un bozzetto per un murales ,“Antichità contemporanea”, che oggi ammiriamo al Largo delle Vergini nel centro storico di Cosenza. Il murales rappresenta una finestra, metafora della mente umana. Ricorrono alcuni simboli: l’orchidea allegoria dell’armonia e della perfezione spirituale, la civetta simbolo di saggezza e conoscenza; il geco, raffigurazione della volontà e della pazienza. Molte opere della produzione artistica di Noviello hanno valore simbolico. La natura, le cose , l’essere non si conoscono solo con gli occhi; quello di cui intuiamo solo il significato nascosto è più importante di ciò che vediamo. “Il sogno di Ulisse” evidenzia il desiderio dell’uomo di esplorare spazi nuovi. Ci troviamo all’interno di una

astronave in pietra. Ritornano simboli cari all’artista: il geco e la civetta che allude al cammino verso la conoscenza. “Sopravvissuti” è un’opera visionaria e surreale, che va “oltre lo specchio” per indagare l’ignoto e il sogno. Davide Noviello esprime una ipotesi di distruzione del genere umano in cui i sopravvissuti saranno solo gli animali. In “Verso l’ignoto” rende protagonista l’universo: al centro compare di nuovo il geco simbolo della risolutezza dell’artista che è riuscito sempre in tutte le attività artistiche con le quali si è cimentato: pittura, scultura, fotografia, canto e poesia. Altro genere approfondito è il ritratto in cui non rappresenta solo le linee somatiche del soggetto ma analizza i tratti intimi dell’animo, le linee caratteriali, in un intenso dialogo chiaroscurale. Il periodo artistico recente invece è caratterizzato dalle opere dedicate alla musica lirica. Il suono e le emozioni che esse producono sono portate sulla tela in forme e colori. “Visionismo” così ha definito Noviello la pittura delle sue opere liriche perché nascono dalle emozioni personali che si concretizzano sulla tela dando vita ad opere suggestive per cromie e forme. Il colore per l’artista acquista gusto, profumo, diventa ruvido o armonioso. Le opere liriche come afferma l’artista “non sono solo da guardare, ma da vivere”.


EVENTI

SICILIA

THEATRALIA

A partire dal 9 Maggio, in occasione e in concomitanza con l’apertura delle Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa, che quest’anno celebrano il Centenario, due suggestivi luoghi nel cuore dell’isola di Ortigia ospiteranno “Theatralia”, una grande mostra collettiva che mette insieme 10 artisti italiani contemporanei : Davide Bramante, Enzo Cucchi, Roberto Coda Zabetta, Marco Fantini, Giovanni Frangi, J&Peg, Alessandro Papetti, Luca Pignatelli, Piero Pizzi Cannella, Turi Rapisarda, chiamati a interpretare attraverso le loro opere la scena teatrale e la dimensione scenografica. L’evento espositivo si dividerà tra gli spazi dell’Ex Convento di S. Agostino e l’Ex Chiesa dei Cavalieri

di Malta, rispettivamente messi a disposizione dalla Regione Siciliana e dal Comune di Siracusa. La mostra presso l’ex Convento di S. Agostino resterà visitabile sino al 1° luglio. La seconda sezione della mostra presso l’ex Chiesa dei Cavalieri di Malta invece si protrarrà fino al 15 Agosto. Di ciascun artista saranno esposte due o più opere di formato medio e medio-grande, per esprimere - anche con la dimensione - il senso “teatrale” e “scenografico” dell’iniziativa. L’evento espositivo, nato da una idea di Davide Bramante e organizzato in collaborazione con la Associazione Culturale Fotosintesi Liquida, è interamente finanziato dal Comune di Siracusa.

ex Convento di S. Agostino - Siracusa Dal 09 Maggio 2014 al 15 Agosto 2014

Le mostre saranno visitabili tutti i giorni dalle 10 del mattino fino alle 23. Sito web: http://www.facebook.com/events/1402301243372835

Associazione Culturale Fotosintesi Liquida Tel.: +39 091 526843 / 339 6922437 e-mail: tizianapantaleo@rizzutoarte.com


ALESSANDRO PAPETTI


FULVIO DI PIAZZA: IN MOSTRA “L´ISOLA NERA”

Fulvio Di Piazza torna a esporre con un progetto pensato appositamente per gli spazi della GAM di Palermo ed espressamente dedicato alla Sicilia. Nelle sale della Galleria d’Arte Moderna troveranno spazio, dal 30 maggio all’1 settembre, tele di grandi e piccole dimensioni, un’installazione site-specific e una scultura inedita, “L’Isola nera”, da cui la personale prende il titolo. Una sede museale quella della GAM che, per la peculiarità dei suoi spazi, rappresenta una sfida per l’artista siracusano che intende realizzare un’installazione di grande freschezza, “quasi da street artist” -come lui stesso afferma-, in grado di sdrammatizzare da un lato il prestigio del luogo e dall’altro l’effetto istituzionale della tela, suo supporto d’elezione. Per questo, a poche ore dall’inaugurazione,

Di Piazza si chiuderà nelle stanze di Via Sant’Anna per realizzare un enorme murale che farà da filo conduttore a tutti i dipinti esposti e troverà la sua massima espressione e vivacità nell’ultima sala dell’allestimento. Di particolare rilievo è la scultura inedita “L’Isola nera”: risultato di un affastellamento di oggetti tenuti insieme da cartapesta dipinta di nero, la scultura - che ha la forma della Sicilia - sembra realizzata in roccia lavica. Di Piazza è poi intervenuto con il colore, quasi a realizzare un quadro tridimensionale. L’Isola nera è anche un lavoro profondamente autobiografico: “L’Isola nera sono io”, dice infatti Di Piazza. Torna in modo preponderante la dimensione dell’invenzione surreale, dell’immagine fantastica, ma anche la creatività infantile, il capriccio, l’aspetto ludico.

Galleria d’Arte Moderna, Piazza Sant’Anna 21 - Palermo Dal 30/05/2014 al 01/09/2014 ORARI: Dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.30. Chiusa il lunedì BIGLIETTI: Intero 6 euro, biglietto ridotto 4 euro, biglietto cumulativo mostra più museo 9 euro INFO: I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria della Galleria D´Arte Moderna. La biglietteria chiude alle ore 17.30 TEL.: 091 843 1605


GIUSEPPE D’ANTONIO

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EVENTI

SARDEGNA

GIUSEPPE BIASI

al TRIBU di Nuoro la mostra antologica dell’artista Dal 6 Giugno al 9 Novembre 2014 è a disposizione dei visitatori il corpus dei lavori di Giuseppe Biasi, il pittore sardo più significativo della prima metà del XX secolo. La Collezione Biasi comprende le circa 300 opere che alla morte dell’artista si trovavano nel suo studio e che la regione comprò nel 1956. Attraverso dipinti, disegni e stampe, la mostra permette di seguire il percorso di Biasi dall’esordio fino agli ultimi anni di vita, con la sola eccezione del periodo compreso tra il 1915 e il 1923, che l’artista trascorse a Milano. I nuovi acquisti, avvenuti nei primi anni 2000, hanno colmato questa lacuna con alcuni dipinti e un gruppo di disegni degli anni Trenta. La raccolta è distribuita nei due livelli del TRIBU in un dialogo/confronto con quelle di Francesco Ciusa di cui lo spazio museale ospita la mostra permanente. Un percorso denso di contenuti traccia l’articolato processo di elaborazione identitaria che entrambi gli artisti intrapresero, primi portavoce dei valori autoctoni, che seppero esprimere nella loro intensa ricerca. E proprio in questo clima di serrato dialogo si inserisce anche il confronto, proiettato nell’oggi, con le aggiornate avanguardie nuoresi.

Mattino in un villaggio sardo - 1912 - tempera su tela donazione Zely Sanna Bertolio

Giuseppe Biasi (Sassari 1885-Andorno Micca 1945) è il protagonista del movimento artistico sardo del

primo Novecento, inventore di un’immagine della Sardegna destinata a grande fortuna: quella di una terra primitiva e felice, non corrotta dal progresso. Dopo il debutto come illustratore, Biasi si afferma nel 1913 e 1914 alla Secessione romana e alla Biennale di Venezia, con una pittura decorativa elegante e sensuale, influenzata da Klimt e Zuloaga. Nel 1915 si trasferisce a Milano, dove la Mostra Sarda del 1917 ne sancisce il successo. Il soggiorno in Nordafrica (1924-27) segna un rinnovamento dei temi e dello stile sulla scorta delle avanguardie cubiste e espressioniste; ne restano nella raccolta alcuni grandi nudi, degli intensi ritratti e scene di musica e una serie di brillanti piccole tempere e disegni. Tornato in Italia, Biasi fatica a reinserirsi in una scena artistica ormai contraria all’esotismo e al decorativismo. La sua pittura è però ancora ricca di episodi di alta qualità; alla fine degli anni ’30 prevale una ricerca di tono più realistico, con un recupero dei generi ottocenteschi del paesaggio e della natura morta. Un lungo soggiorno a Biella, negli anni della guerra, si conclude tragicamente nel 1945 quando il pittore, assurdamente sospettato di essere una spia dei nazisti, viene arrestato dai partigiani e ucciso durante un trasferimento.

Sede: Piazza Santa Maria della Neve, 8, 08100 Nuoro Telefono:0784 253052 Orari: martedì-domenica 10.00 - 13.00/ 16.30 - 20.30 chiuso il lunedì Biglietti: Singolo € 2,00 (gratuito per bambini fino ai 6 anni), Unico TRIBU-MAN € 4,00 (validità 5 giorni).


ANTICA ROMA E MARMILLA Macchine da guerra e da costruzione 12 Aprile 2014 - 25 Marzo 2015

Macchine da guerra e da costruzione” è edita dalla NICCOLAI SNC ed è promossa e organizzata dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura e dal Comune di Barumini con il patrocinio del GAL Marmilla. L’esposizione, a carattere scientifico-educativo, si propone di delineare il quadro storico – culturale della Marmilla in età romana, e al contempo, di offrire un approccio interattivo all’esposizione delle macchine ad uso civile e bellico utilizzate dai Romani. Composta da ben 40 modelli – rappresentanti le antiche armature, il vestiario e soprattutto le macchine da guerra e da costruzione utilizzate dai romani – racconta la storia dell’evoluzione meccanica e dei principi fisici che ne regolano il funzionamento. La forte passione per la storia e l’ingegneria, le tecniche messe a punto nel laboratorio della famiglia Niccolai, l’interpretazione e lo studio di libri lasciati da grandi uomini, come il “De Architectura” di Marco Vitruvio Pollione – architetto ed ingegnere romano del I secolo a.C. – hanno permesso la ricostruzione dei modelli in

scala, realizzati accuratamente con materiali dell’epoca: legno, ferro, stoffa, cordame, bronzo. L’elaborazione dei disegni originali, tramite l’utilizzo di moderni software di grafica, ha portato alla riproduzione di modelli virtuali e alla successiva realizzazione di macchinari realmente funzionanti, che permettono al fruitore di sperimentarne direttamente il meccanismo, creando un contatto multisensoriale con le opere esposte. L’evento si inserisce nell’ambito delle iniziative culturali della Fondazione Barumini Sistema Cultura, rivolte alla valorizzazione di diverse discipline artistiche, scientifiche e tradizionali e alla sperimentazione di nuove tematiche votate allo sviluppo della cultura e del territorio. La mostra, inaugurata il 12 aprile 2014 sarà visitabile, fino al 25 marzo 2015, tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 presso il Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”, in viale Su Nuraxi a Barumini.

Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu” viale su Nuraxi tel.: 0709361039 E-mail:fondazionebarumini@tiscali.it - Sito web: www.fondazionebarumini.it


MARTA BETTEGA

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.37 24 087


Centro Culturale Ariele

Da sinistra: Roberto Borra, Nicoletta Balani, Rino Briscese, Giovanna Arancio, Enzo Briscese Foto: Manuela Gomez

100 Artisti Cercasi Nel contesto del Progetto 100+100 stiamo selezionando i primi 100 artisti da includere nell’iniziativa che prevede la realizzazione per ogni artista di un catalogo virtuale di 44 pagine. I book saranno inseriti nella nostra libreria e verranno proiettati nel circuito della rete Ariele, diffusa capillarmente presso Istituzioni, Associazioni culturali, curatori, critici e collezionisti a livello nazionale e all’estero. Oltre alla realizzazione del raffinato catalogo virtuale in due lingue (italiano e inglese) forniremo all’artista la versione nel formato Pdf per l’eventuale stampa cartacea. Offriamo inoltre il servizio di stampa tipografica grazie ad una convenzione che ci consente di ottenere un ottimo rapporto qualità-prezzo. Per informazioni scrivere a: info@galleria-ariele.com


NINO AIMONE

CENTRO CULTURALE ARIELE - galleriariele@gmail.com


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