Brek Magazine n.15

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Ricordo ancora con un sorriso, Ottavia Piccolo quando guardò il suo ritratto, un po’ stupita mi guardò e mi disse: ”Sono io e nello stesso tempo non sono io. È uno spiazzamento incredibile”. Le foto immortalano un momento mentre i ritratti, secondo me, catturano l’anima. Secondo te è così? Perché preferire un ritratto ad una foto? Hai detto benissimo tu, e poi il ritratto, a differenza della foto, è per sempre. Quanti ritratti hai fatto durante la tua carriera? Tanti, moltissimi. È quasi impossibile quantificarli. Svelaci qualche retroscena carino capitato durante il tuo lavoro. Ricordo la preparazione di “Donne con-turbanti”. Per questo lavoro avevo scelto 24 donne molto importanti della città meneghina. Incontrarle è stato il lavoro più duro, perché c’erano una serie di filtri per rag-

giungerle, tra segretarie, uffici e altro. Quello che mi ha aiutato è stato il passa parola tra loro, le prime ritratte hanno poi contattato le altre. Ad esempio Carla Fracci, quando vide il suo ritratto chiamò subito Valentina Cortese, che aveva più difficoltà a farsi ritrarre, e la convinse. Attraverso la pittura si riescono a percepire e a trasmettere determinate sensazioni. Ci vuoi raccontare come ci si sente a ritrarre qualcuno e a provare queste emozioni? Nei ritratti contemporanei parto dal disegnare gli occhi, a volte solo con il resto accennato il ritratto è già fatto. Solo l’espressione degli occhi da la forza del dipinto. Nelle citazioni, invece, parto con l’ambiente e i particolari propri del quadro e poi passo ai visi. Quanto più mi avvicino al ritratto originale, tanto più mi approprio dell’anima degli artisti che sto citando e questo mi dà una grande emozione. L’idea della trasposizione di personaggi famosi in ritratti storici come è nata? Molto tempo fa. Semplicemente mi sono resa conto di poter spaziare nei ritratti dal 400 in poi e questo mi ha dato l’idea di iniziare con queste citazioni. E adesso raccontaci il tuo ultimo successo. Come hai iniziato a seguire George Clooney e come è nata l’idea di "Un uomo per tutte le stagioni dell’arte"? L’idea è nata perché George Clooney ha un viso e una bellezza classica che può entrare in tutte le epoche. Ho pensato che ad una persona come lui, che ama l’Italia e che passa gran parte del suo tempo qui, fosse facile far vedere o consegnare un mio ritratto, ma in realtà non è stato così. Gli ho potuto consegnare “L’Uomo con-turbante” di Van Eyck

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nel 2008 attraverso “Che Tempo che fa” il programma di Fabio Fazio e lui l’ha messo nella sua villa sul lago di Como. Per te cos’è la creatività? È un grande dono, per chi ce l’ha. I tuoi ritratti sono fatti su commissione o ti capita di fermarti a guardare e catturare l’attimo di una qualsiasi persona che hai davanti? Ovviamente è il mio lavoro quindi la maggior parte sono fatti su commissione. Però capita che ne faccia alcuni quando sono particolarmente ispirata. Ad esempio quando sono stata a Gerusalemme ho trovato personaggi che mi hanno colpito e che dovevo necessariamente disegnare. Hai trovato la felicità grazie a questa tua passione? Certamente. È uno dei lavori, per me, più belli in assoluto, quando ti viene bene. Altrimenti ti fa entrare in crisi quando non riesci a farlo al meglio. Ma se dovessi pensare ad una vita senza questo lavoro potrei cadere in depressione. E ora cosa ti aspetta? Non so cosa mi aspetta. Spero di continuare così ancora per molti anni. Andreina Serena Romano

in queste pagine: alcune opere di Franca Silva


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