Schede borghi abbandonati

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204

edifici borgo

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

ABBATEGGIO

191 abitanti rimasti anzianità 198 indice

NON ABBANDONATO tipo abbandono

NON ABBANDONATO

Pescara

Sul limitare del parco nazionale della Maiella, questo piccolo comune è immerso nel verde ed è arroccato su uno sperone roccioso che sporge tra i torrenti Lavino e Lannella. La fama del paese è legata soprattutto alle arrampicate su roccia e per essere la base di escursioni a piedi ed in mountain bike nel cuore della Maiella. Il paese è anche conosciuto per i Tholos, antichissme capanne di pietra che si possono ammirare nella zona circostante il paese, zona ricca, oltretutto, di eremi. Forse di fondazione sannita, Abbateggio era conosciuto in epoca medievale con il nome di Castrum Ab Badigii. Come molti altri insediamenti della zona, il borgo era un castrum dell’abbazia di San Clemente a Casauria. Passato in proprietà a varie case nobili, nel XVI secolo fu di Margherita d’Asburgo e successivamente della nota famiglia dei Farnese.

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ACQUARATOLA

33

abitanti rimasti

anzianità ND indice

17 edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE

Teramo

E’ una frazione di Rocca Santa Maria (Teramo) posta a m.1036 s.l.m. Non del tutto abbandonata, conta ormai pochi abitanti, i quali si dedicano prevalentemente all’allevamento degli ovini. A poca distanza da altri due piccoli borghi abbandonati, Serra e San Biagio, si tratta di un gruppetto di case tra cui troviamo costruzioni di metà ottocento, ormai quasi completamente diroccate, case dei primi del novecento abilmente restaurate e qualche casa risalente agli anni 70 del ‘900 spudoratamente fuori contesto.

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ANVERSA DEGLI ABRUZZI

393 abitanti rimasti anzianità 300 indice borgo 369 edifici grado abbandono

BASSO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DENSIFICAZIONE L’ Aquila • 1150, nel “Catalogo dei Baroni” del re normanno Ruggero II, la terra di Anversa, insieme al feudo di Castrovalva, figura come appartenente al conte Simone di Sangro. Nel 1187 è già corte di cause civili e penali. I feudi di Simone sono poi ereditati da Raynaldo di Sangro che li perde per essersi schierato contro l’imperatore Federico II. • 1431, la contea passa sotto la signoria dei Caldora di Pacentro e, nel 1479, sotto quella di Niccolò da Procida. • 1656, il borgo è decimato dalla peste propagatasi da Napoli. Il violento terremoto del 1706 completa l’opera di devastazione. Nel XVIII sec. Anversa appartiene ai Recupito, fino all’estinzione del feudo nel 1806. • 1905, Gabriele D’Annunzio vi ambienta La fiaccola sotto il moggio, che definisce “la perfetta tra le mie tragedie”.

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393 abitanti rimasti anzianità 297 indice grado abbandono

BASSO causa abbandono

BARREA

602

edifici borgo

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SIAMESE

L’ Aquila

Barrea è un antico borgo medievale di circa di 750 abitanti, compreso nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. E’ situata a 1.060 m. di altitudine, su uno sperone roccioso dal quale si ammira un panorama mozzafiato che abbraccia l’alta valle del Sangro - con le spettacolari gole attraverso le quali le acque del fiume Sangro precipitano verso la pianura sangritana - e la stupenda vallata sottostante il paese, nel cui fondo verdeggia, coronato dai più alti monti del Parco, il suggestivo piccolo lago artificiale di Barrea. Nelle vicinanze del lago si trova l’antico “tratturo” proveniente da Pescasseroli. Il borgo, anticamente protetto da una muraglia con due sole porte di accesso (“porta di sopra” e “porta di sotto”) e due torrioni difensivi (“Torre Quadrata” e “Torre Rotonda”), che si conservano ancora in buono stato, ha sempre avuto una ricca industria

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739

abitanti rimasti

566

edifici borgo

grado abbandono

BASSO causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto)

tipo abbandono

SIAMESE

BUGNARA

anzianità 270 indice

L’ Aquila

Le sue origini risalgono all’epoca preromana, come dimostrano i rinvenimenti archeologici. La popolazione agli inizi ‘900 era di 3150 abitanti; negli anni ’50 scende a 2481, con una forte emigrazione diretta soprattutto verso il Venezuela e il Canada. Attualmente Bugnara conta 1161 abitanti. Fino alla seconda guerra mondiale Bugnara era considerato un paese ricco, grazie alla fiorente agricoltura, basta sulla produzione del grano, dell’olio, dei fagioli e, soprattutto, della frutta. Dopo la guerra è iniziata l’emigrazione e le campagne sono state abbandonate.

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BUONANOTTE VECCHIO

739

abitanti rimasti

566

edifici borgo

anzianità 270 indice

grado abbandono

BASSO causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto)

tipo abbandono

SIAMESE

Chieti

Buonanotte Vecchio fu abbandonato circa 25 anni fa a causa di una frana. Il paese fu abbandonato lentamente da tutti gli abitanti e fu risostruito poco distante prendendo il nome di Montebello sul Sangro. Ogg è completamente abbandonato. La via principale, una scalinata fatta di sassi, è ancora in buono stato di conservazione. Molte case stanno crollando. Questa volta non sono più immagini di saccheggio, ma si tratta del saccheggio del tempo. Infatti, molti tetti sono crollati e con essi, lentamente, le case stanno venendo giù. E’ un vero peccato che i tetti di queste case non siano stati riparati in quanto alcune di esse erano e per quelle ancora in piedi continuano ad essere la testimonianze del modo di abitare fino agli anni ‘50, non solo di questo paese, ma di tutta la zona.

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edifici 5 borgo grado abbandono

MEDIO causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto)

tipo abbandono

DISPERSIONE

CANNAVINE

ND anzianità ND indice abitanti rimasti

Teramo

Cannavine è una frazione di Valle Castellana (Teramo) a 985 metri di quota, completamente disabitata. Per la vicinanza con Castel Manfrino e per essere dislocata su un’ importante via di comunicazione interna vi transita ogni anno un gran numero di persone. Appena un po’ più verso est c’è un ruscello, oltrepassato il quale si possono ancora vedere i resti delle mura perimetrali dell’Eremo di San Benedetto. Si individuano in particolare due edifici, uno più grande, evidentemente l’antica chiesa, ed uno più piccolo, la parte destinata ad abitazione. Dell’Eremo si hanno notizie dal 1252, poichè citato da Papa Innocenzo IV. Fu attivo fino al XV secolo, poi fu abbandonato

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abitanti rimasti

768

edifici borgo

CAPESTRANO

950

anzianità 554 indice

grado abbandono

BASSO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

NON ABBANDONATO

L’ Aquila

Il Centro fu edificato presumibilmente dagli abitanti di Aufinum, che si ritirarono in questi luoghi per evitare le razzie barbariche. Nel III sec., Capestrano fu feudo di Tolomeo di Raiano, per poi passare, nei secoli seguenti, a Pietro Conte di Celano, od Antonio Piccolomini ed infine entrare a far parte nel XVI sec. del Regno di Napoli,divenendo possedimento mediceo. Oggi centro agricolo in provincia dell’Aquila, a 465 m nell’alta valle del Tirino, è un comune di 43,08 km2 con 1064 abitanti.

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CARAPELLE CALVISIO

95 anzianità 200 indice borgo 157edifici abitanti rimasti

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

ND

tipo abbandono

DISPERSIONE

L’ Aquila

Il comune di Carapelle Calvisio conta circa 120 abitanti. Piccolo paese posto nelle vicinanze del Parco Nazionale del Gran Sasso, il paese sorge ad oltre 900 m. di altezza s.l.m. i paese fu abitato già in epoca romana e presenta ancora intatta la sua forma di borgo medioevale, ben visibili infatti sono la cerchia muraria e il castello che domina l’abitato. Notizie documentate ne parlano già dal ‘700 ma si ritiene con più sicurezza che sia sorto intorno al IX-XIII secolo. Né sono riprova, le tracce ancora evidenti del periodo medioevale. Fu feudo di diverse signorie costituendo sia nel medioevo che in seguito un riferimento per altri comuni limitrofi.

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696 560

CASTEL DEL MONTE

8 abitanti rimasti

indice anzianità edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SIAMESE

L’ Aquila

Castel del Monte è un comune italiano di 480 abitanti della provincia dell’Aquila. All’età preromana risale l’insediamento d’altura del Colle della Battaglia. Alla fine dell’VIII sec. la popolazione si raccoglie nei pressi della chiesa di S. Marco dando vita al centro abitato di Marcianisci o Marzanisci. Tra XI e XII secolo per sfuggire alle scorrerie dei barbari, la popolazione si sposta ancora e va a costituire il nucleo originario di Castel del Monte nella parte più alta e antica del paese, il Ricetto, che si sviluppa intorno al castello. Nel 1298 Corrado D’Acquaviva prende possesso di una parte del borgo per diventarne poi unico proprietario, nel 1315. Nel 1474 il paese entra a far parte dei possedimenti di Alessandro Sforza, per poi passare ai Piccolomini. Nel 1579 i Piccolomini vendono Castel del Monte alla famiglia dei Medici, i signori di Firenze, che furono governatori fino al 1743. Dal 1743 al 1861 Castel del Monte è parte del Regno delle Due Sicilie sotto la dominazione dei Borboni. All’inizio del XX secolo, grazie alla ripresa economica si realizzano numerose opere pubbliche. Dopo i due conflitti mondiali, in seguito alla grave crisi economica, molti castellani emigrano verso Francia, Belgio, Germania, America per lavorare nelle fabbriche e soprattutto nelle miniere di carbone.

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613

indice anzianità

341

edifici borgo grado abbandono

ALTO causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto) tipo abbandono

SIAMESE

CASTELVECCHIO CALVISIO

0 abitanti rimasti

L’ Aquila

La zona dove sorge Castelvecchio Calvisio era attraversata, in epoca romana, dalla via Claudia Nova. Perciò è ipotizzabile ricondurre le origini del paese molto indietro nel tempo, ad un pagus vestino-romano. L’ipotesi pare attendibile perché già nel sec. VIII si attesta l’esistenza del paese e di quattro chiese nei suoi dintorni e perchè l’impianto ortogonale delle strade della cittadina è ancora evidentemente romano. Le strade centrali del paese, che ha conservato la sua antica forma ellittica, sono quasi completamente coperte da volte ed archi risalenti al Medioevo, e l’ingresso nel centro storico è lo stesso di quando si accedeva nell’abitato superando la cinta fortificata, parzialmente conservata, che lo proteggeva.

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CIVITELLA MESSER RAMONDO

351 anzianitĂ 337 indice 285 edifici borgo abitanti rimasti

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO Chieti

Il comune, che si trova in provincia di Chieti, si chiamò semplicemente Civitella fino al 1863. Le pitture rupestri della grotta La Pineta risalgono al Paleolitico. Nella Contrada Fonte Liberatori e sulla collina il Piano sono stati trovati dei ruderi archeologici tra i quali dei pavimenti con mosaico di epoca romana. Tuttavia le prime documentazioni sono riferibili al XII secolo quando viene citata come Civitellam quando fu feudo di un milite gestito da Manerius de Palena, forse discendente di Oderisio II di Valva, subfeudatario di Boemondo conte di Manoppello. Nel XIV secolo viene citato nelle decime del 1308 e 1326 date dal Prior ecclesie S. Marie de Civitella e dai Clerici di Civitella. In questo periodo Civitella fu feudo di Raimondo da Annichino. Gli ultimi feudatari del paese furono i Baglioni che costruirono il castello che da loro prese il nome.

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abitanti 15 rimasti

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

CORVARA

anzianità 338 indice borgo 241edifici

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO Pescara l piccolo e antico centro di Corvara (289 abitanti), borgo medievale (XI sec.) , è posto su uno sperone roccioso alle pendici del monte Aquileio, a 672 m. di altitudine. La parte più antica del paese, quasi completamente disabitata, si può raggiungere solo a piedi, attraverso una lunga scalinata. Il borgo, dal quale si ammira un panorama mozzafiato, conserva ancora le case-mura che fungevano da autentiche fortificazioni, una piccola torre circolare e il campanile della chiesa. Il territorio comunale di Corvara è compreso nell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga.

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546

abitanti rimasti

77 indice anzianità

ALTO grado abbandono

causa abbandono

ND

tipo abbandono

FOSSA

borgo 369 edifici

DISPERSIONE L’ Aquila Centro posto sul fianco destro della media valle del fossa Aterno. Il territorio fossolano, in cui sorgeva Aveia, città dei vestini, condivise la storia del contado aquilano. Oltre alle rovine di Aveia e al castello che sorge nel paese, Fossa conserva la chiesa di Santa Maria Assunta, innalzata nel XVIII secolo sui resti di un edificio duecentesco.

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GIOIA VECCHIO

0 abitanti rimasti

anzianità ND indice 1033 edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO L’ Aquila Borgo di origine medievale quasi completamente distrutto. Nasce come un fortilizio coronato dalla torrre di avvistamento in località Sperone, che controllava il Passo del Diavolo, In seguito al terremoto del 1915, che distrusse buona parte del paese, il nucleo abitativo si è spostato a valle, nel villaggio di Manaforno che assunse il nome di Gioia dei Marsi. Nel periodo estivo il borgo disabitato rivive grazie anche all’associazione culturale “Teatro di Gioia” diretta da Dacia Maraini.

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INTRODACQUA

920

abitanti rimasti

anzianità 104 indice

704

edifici borgo

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

L’ Aquila

L’origine dell’attuale centro abitato risale al Medioevo. Come gli altri paesi del comprensorio peligno ha subito le trasformazioni della società, passando da un’economia agro-pastorale a industriale. Si è assistito al consistente fenomeno migratorio sia estero, verso gli Usa, il Canada e il Venezuela, sia interno, verso Roma e la vicina Sulmona. Negli ultimi anni Introdacqua ha recuperato una parte della popolazione per il ritorno di emigrati in pensione e per la politica urbanistica che ha permesso lo sviluppo, verso est, di una consistente edilizia residenziale. Gran parte della popolazione si sposta per lavoro a Sulmona.

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anzianità ND indice

15

edifici borgo

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

ND

tipo abbandono

CASA GRECA

0

abitanti rimasti

SPOSTAMENTO Teramo Casagreca è una frazione di Cortino (Teramo) posta a m.833 s.l.m, conta circa una quindicina di case risalenti più o meno alla fine dell’800. Alcune di esse sono già ristrutturate, altre sono in via di ristrutturazione ed altre ancora sono divenute fatiscenti. Nel periodo invernale non vi abita ormai più nessuno, mentre nel periodo estivo i proprietari delle abitazioni ristrutturate, residenti per lo più a Teramo, ma anche a Roma ed all’estero, ripopolano il borgo.

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CASTELBASSO

56 anzianità 102 indice 1726 edifici borgo abitanti rimasti

grado abbandono

BASSO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO Teramo

Castelbasso, frazione del Comune di Castellalto in provincia di Teramo, sorge su una ripida collina del versante sinistro della vallata del Vomano, da dove gode di un panorama che abbraccia l’Adriatico, la Maiella e il Gran Sasso. Borgo fortificato tra i più suggestivi d’Abruzzo, costruito con pietre del fiume Vomano, mattoni e pozzolana, conserva ancora quasi del tutto integre le imponenti scarpate. Le origini di Castelbasso si pongono tra la tarda antichità e l’Alto Medioevo (VI-VII sec.) quando, ormai diventato anch’esso possedimento longobardo. Nel 1806 Castelbasso, da Università indipendente (il Comune di allora) quale era stata fino ad allora, diventò Università riunita a quella di Castellalto e in seguito semplicemente frazione.

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280 anzianità 274 indice borgo 177edifici grado abbandono

BASSO causa abbandono

CASTELLI

abitanti rimasti

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SIAMESE

Teramo

Castelli sorge in età carolingia con il fenomeno dell’incastellamento: nel borgo si raccolgono le popolazioni degli abitati vicini, che vi trovano migliore difesa e abbondanti risorse: estese vene di argilla, immensi boschi di faggio, acque limpide. Il villaggio cresce e diventa feudo dei Conti di Pagliara. Intorno al Mille si insediano i monaci benedettini nella Badia di San Salvatore, costruita alle falde del bosco che sovrasta Castelli. Questi monaci successivamente insegnarono agli abitanti del paese ad utilizzare l’argilla, una risorsa di questa terra, per realizzare oggetti di ceramica.

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CASTIGLIONE DELLA VALLE

0 abitanti rimasti

ND 1053 edifici borgo indice anzianità

grado abbandono

BASSO causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto)

tipo abbandono

SPOSTAMENTO Teramo

Castiglione della Valle, frazione di Colledara è l’antica Castrum Leonis Vallis Sicilianae. Oggi praticamente disabitata, soprattutto dopo gli ingenti danni causati alla viabilità dalle intemperie dell’inverno scorso e dopo il terremoto del 6 aprile di quest’anno che così tanto ha danneggiato la zona dell’Aquila. Già presente in un antico documento del 959, possedeva possenti mura di cinta, di cui oggi sono visibili solo pochi resti, e fu per lungo tempo proprietà dei Conti di Pagliara. La sua storia è legata alla figura di Lucrezia Borgia, che qui trovò rifugio nel 1499 insieme ad Alfonso d’Aragona per sfuggire al Duca Valentino. Un po’ dappertutto i segni del terribile terremoto: tutto sembra immobile.

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CIVITELLA DEL TRONTO

631 anzianità 201 indice 2254 edifici borgo abitanti rimasti

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO Teramo

Le origini di Civitella del Tronto non sono chiare, anche se in località Ripe di Civitella e nelle grotte Sant’Angelo e Salomone, sono stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e al Paleolitico superiore. Le prime testimonianze storiche certe la collocano nei secoli X-XI (l’origine dell’abitato attuale è altomedioevale) come città incastellata. Già nel secolo XIII il paese appartenente al Regno di Napoli era cinto da mura e, per la sua particolare posizione geografica di confine con lo Stato della Chiesa, ebbe sempre una grande rilevanza strategica. Nel 1557 fu posta d’assedio, in seguito a questa guerra, tra Francesi e Spagnoli, Civitella cambiò il suo nome in Civitella del Tronto. Nel 1627 e 1627 a Civitella furono avvertiti terremoti. Un altro sisma si verificò il 21 gennaio 1703.

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FARA SAN MARTINO

1560 anzianità 227 indice 2254 edifici borgo

abitanti rimasti

grado abbandono

BASSO causa abbandono

NON ABBANDONATO tipo abbandono

NON ABBANDONATO

Chieti

Fara San Martino è un comune italiano di 1.623 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo e fa parte della Comunità montana della Maielletta. Il paese appare documentato nel IX e nel X secolo quando la zona fu abitato da monaci benedettini, nella zona c’era l’abbazia di San Martino in Valle. In seguito il paese fu feudo degli abati, ma, decaduta l’abbazia, fu soppressa ed unita, nel XV secolo al Capitolo Vaticano da papa Nicolò V, indi, dopo cinque secoli, fu venduto ai Valignani di Chieti che, nel 1584 la vendettero a Melchiorre Reviglione per 4000 ducati.

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FARINDOLA

590

abitanti rimasti

anzianità 295 indice 290 edifici borgo grado abbandono

BASSO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO Pescara

Il borgo si trova su uno sperone roccioso all’interno della Val di Tavo, in provincia di Pescara. Immerso nel verde e vicino alle splendide cascate del Vitello d’Oro, il paese ha origini antichissime. Il toponimo deriva dal termine fara, termine longobardo che sta a indicare un raggruppamento di persone. Il paese ebbe il suo momento di gloria nel periodo rinascimentale, quando fu conteso da L’Aquila e Penne. Nel ‘500, essendo un castello di quest’ultima cittadina, su concessione di Carlo V entrò a far parte dei feudi di Margherita d’Asburgo, passando poi ai Farnese, che la tennero fino al 1731, e quindi al re di Napoli. Posto sulle colline dominati la vallata del fiume Tavo, il paese conserva ancora la sua struttura medievale. Oggi il comune consta circa 1700 abitanti.

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0 abitanti rimasti anzianità ND indice

ALTO grado abbandono

causa abbandono

FORNO

edifici 10 borgo

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE

Teramo

Forno è una frazione di Rocca Santa Maria (Teramo) posizionata a m.940 s.l.m. E’ abbarbicata ad un costone di roccia. E’ costituita da una decina di edifici disabitati, alcuni dei quali ristrutturati ed utilizzati nel periodo estivo, a valle di una chiesetta rurale che guarda le abitazioni come una chioccia i suoi pulcini. La chiesetta è a pianta rettangolare con aula unica; la sua facciata è quadrata ed il tetto a capanna, ristrutturato di recente, sorregge un campanile a vela che ospita una campana. La costruzione è realizzata con le caratteristiche pietre arenarie squadrate di questi luoghi, posizionate senza utilizzo di malta cementizia, il che lascia supporre che la sua costruzione risalga almeno al 1700. Forno faceva parte dello Stato di Bisegno ed i suoi abitanti erano prevalentemente pastori e tagliaboschi; agli inizi del 1800 ne contava ben 150.

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ND ND edifici borgo

indice anzianità

ALTO grado abbandono

causa abbandono

MARTESE

0 abitanti rimasti

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE

Teramo

E’ una frazione di Rocca Santa Maria (Teramo). E’ posto su uno sperone di roccia che sovrasta la valle del Tordino, nelle vicinanze di un altro borgo disabitato, Tavolero, ed oggi è un vero e proprio cantiere aperto. Il nucleo di case, disabitato ormai da anni, è costituito da una quindicina di abitazioni che risalgono quasi tutte alla metà del 1800. Nel 1668 l’intero paese fu distrutto e messo a fuoco dalle truppe spagnole durante il tentativo di reprimere il fenomeno del banditismo dilagante in quella zona montuosa. Le abitazioni sono arroccate, una vicina all’altra. Attualmente una enorme gru giganteggia sul piccolo borgo e dappertutto ci sono impalcature e betoniere: l’intento è quello di un restauro conservativo degli edifici ancora in piedi, nell’ambito di un preciso progetto voluto e curato dall’Amministrazione Provinciale di Teramo.

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356 510

indice anzianità

edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

NAVELLI

406

abitanti rimasti

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

L’ Aquila

L’attuale paese fu fondato in epoca medievale dall’unione di sei villaggi: Villa del Plano, Villa della Piceggia Grande, Villa della Piceggia Piccola, Villa di Santa Lucia, Villa del Colle e Villa di Turri. I villaggi originali si riunirono in un unico castello. Le abitazioni vennero costruite in epoca medioevale nella zona della “Villa di Piceggia grande”, ampliandosi in epoca rinascimentale verso la “Villa di Piceggia piccola”. Il 4 e 5 dicembre 1456 un disastroso terremoto distrusse numerosi centri, alcuni dei quali mai più ricostruiti.

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450

abitanti rimasti

anzianità 259 indice edifici 191 borgo

grado abbandono

OPI

BASSO

causa abbandono NON ABBANDONATO tipo abbandono

SPOSTAMENTO L’ Aquila

L’insediamento umano nel territorio di Opi ha origini remote. Nel 1284 Berardo II di Sangro, figlio di Tedino II signore di Opi, morì senza eredi ed il regno passò nelle mani della sorella Margherita, la quale sposò Cristoforo D’Aquino. Tra il 1300 e 1400 ci furono continue controversie con il feudo vicino, Pescasseroli, fino al 1816 quando fu decretata l’unione amministrativa fra i due paesi, unione che durò fino al 1854. Nel 1884 iniziò la grande migrazione verso le Americhe, in 15 anni furono in ben 520 ad aver abbandonato il territorio. Il paese di Opi non solo subì lo spopolamento dovuto all’emigrazione, ma il 31 luglio 1901 fu colpito da un disastroso terremoto causa di molte vittime.

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196 edifici borgo 258 grado abbandono

MORINO VECCHIO

0 abitanti rimasti

indice anzianità

ALTO

causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto) tipo abbandono

SPOSTAMENTO

L’ Aquila

Situato presso le sponde del torrente Lo Schioppo,nel paese sono visibili i ruderi del vecchio abitato, abbandonato completamente dopo il terremoto del 1915. Le rovine dell’antico Morino sono visibili sul colle,vicino al nuovo centro all’interno della Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, con l’omonima spettacolare cascata, la più famosa dell’intera regione.

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1217

abitanti rimasti

831

PACENTRO

anzianità 225 indice edifici borgo

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE L’ Aquila I primi segni (graffiti) di presenza umana sono stati trovati in una grotta poco distante dal paese, di quando la valle era presumibilmente un enorme lago poi svuotatosi. Intorno all’anno 1000 sorse il castello che, insieme ad altri tre doveva assicurare protezione agli abitanti del luogo. Intorno ad esso nacquero le prime case e chiese, si avviarono arti e mestieri a fianco della secolare agricoltura e pastorizia. Inevitabilmente il paese ha sofferto le conseguenze del primo conflitto mondiale e, soprattutto, della seconda guerra mondiale poiché, trovandosi sulla linea del fronte, la popolazione è stata sfollata e la zona ha subito le azioni devastanti dell’esercito tedesco. Il dopoguerra è stato caratterizzato dalla trasformazione della società contadina, con il conseguente spopolamento dovuto all’emigrazione, diretta prevalentemente verso l’Australia, gli Stati Uniti, il Venezuela, la Germania e la Francia.

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PESCOCOSTANZO

1107

abitanti rimasti

271 indice anzianità

599

edifici borgo

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

L’ Aquila

La fondazione di Pescocostanzo viene fatta risalire al X secolo. Il terremoto del 1456 che devastò l’Abruzzo offrì le condizioni al borgo per cambiare l’assetto urbanistico, con l’afflusso di una massiccia colonia di maestranze lombarde; questo singolare evento lasciò la sua impronta nel tessuto sociale e culturale del paese. La svolta per la cittadina si ebbe nel 1774, quando assumendo il titolo di Universitas Sui Domina (Comunità padrona di sè), motto che fregia tuttora lo stemma comunale, si riscattò dal dominio feudale e diventò un importante centro culturale ed artistico. A testimoniare la cultura locale vi sono i patrimoni librari custoditi presso molte famiglie e i numerosi eletti ingegni fioriti a Pescocostanzo.

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PESCOSANSONESCO

225 anzianità 151 indice edifici 122 borgo abitanti rimasti

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

Pescara

Il vecchio borgo di Pescosansonesco è stato edificato nel Medioevo ed il suo nome deriva dalla parola Latina pensulum che significa pietra sporgente. Infatti tutto l’agglomerato urbano è situato su una grande roccia che, all’epoca, rappresentava una vera fortificazione contro le invasioni nemiche. Nel 1934 questa fortezza naturale ha avuto un cedimento ed ha coinvolto gran parte del centro abitato. Le autorità dell’epoca, nel timore che anche il resto del paese potesse essere investito dal fenomeno franoso, dichiararono l’intero centro abitato pericolante e disposero il trasferimento di tutti gli abitanti. Furono pertanto costruite nuove abitazioni a circa due chilometri di distanza.

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PETTORANO SUL GIZIO

603 ND 828

abitanti rimasti

indice anzianità edifici borgo

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DENSIFICAZIONE L’ Aquila Le origini dell’attuale abitato di Pettorano sul Gizio risalgono all’epoca medievale, ma il territorio circostante e le alture vicine al paese vennero frequentate dall’uomo fin dal paleolitico. Il fenomeno economico e sociale di gran lunga più importante per Pettorano, che emerge con forza nel secolo scorso e continuerà fino a pochi decenni fa, è quello dell’emigrazione. All’emigrazione stagionale si aggiunse nel Novecento quella transoceanica. Pettorano ha avuto uno dei flussi migratori più elevati di tutto il Mezzogiorno e ciò è facilmente intuibile visitando un centro storico bellissimo ma ormai spopolato, abitato da circa un decimo della popolazione stimata agli inizi del secolo.

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PIANO MAGGIORE

ND ND ND

abitanti rimasti

indice anzianità edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

ND

tipo abbandono

DISPERSIONE Teramo

Piano Maggiore è una frazione di Valle Castellana (Teramo) e si trova a quota 1030 m., sul versante occidentale del Monte Foltrone. Si tratta di un agglomerato di sei o sette casali e di una chiesa, alcuni in buono stato di conservazione ed altri in avanzato degrado per incuria, per lo più utilizzati come rimessaggio per attrezzi agricoli. Nel 1804 risulta avesse 43 abitanti,ora non vi sono dati a riguardo.

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470 468

indice anzianità edifici borgo

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto) tipo abbandono

ND

PIETRACAMELA

162

abitanti rimasti

Teramo

Il paese sorge a 1005 m. di altitudine ai piedi del Corno Piccolo e fu definito un nido di Aquile. Probabilmente i primi abitanti del luogo furono brindisini o pugliesi, in generale pastori o cardatori di lana. Il suo nome originario sicuramente Petra che deriva dal fatto che le case furono costruite su enormi macigni portati a valle dallo scioglimento dei ghiacciai di Campo Pericoli. La storia del borgo è segnato da una moltitudine di terromoti, l’ultimo dei quali, risalente al 1950, fece trepidare gli abitanti di Pietracamela e di Isola del Gran Sasso, ove provocò consistenti danni alle abitazioni private e vistose lesioni agli edifici pubblici.

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ND ND

POMAROLO

0 abitanti rimasti

indice anzianità edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

ND

tipo abbandono

DISPERSIONE Teramo

Pomarolo è una frazione di Rocca Santa Maria (Teramo) posta ad 877 m. E’ costituita da uno sparuto gruppo di case, alcune delle quali oggi, non più abitate, sono adibite a rimessaggio di attrezzi agricoli. Si trova lungo la strada che collega Acquaratola con San Biagio.

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661

abitanti rimasti

162 edifici 400 borgo

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

PRETORO

indice anzianità

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO

Chieti

L’attuale vecchio borgo medioevale è sorto intorno al 1600 dopo la distruzione del Castello di Pretoro, arroccato sull’estremità della roccia e sempre in questo periodo, l’insediamento maggiore si è trasferito dalla valle a monte. L’attività artigianale dei Pretoresi era stata molto redditizia e costituiva la maggior fonte di ricchezza ed era prevalentemente “agricolo-pastorale”. Soltanto dopo la fine della seconda guerra mondiale e la massiccia emigrazione Pretoro ha visto stravolta la sua economia e ha sperimentato una trasformazione dell’originario tessuto artigianale in industria.

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1352

abitanti rimasti

220 indice anzianità grado abbandono

BASSO

causa abbandono

RAPINO

753

edifici borgo

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO

Chieti

Rapino è un piccolo centro collinare che guarda verso oriente la grande distesa marina dell’Adriatico e verso occidente le vicine cime del Gran Sasso. Il borgo che oggi vediamo ha origini preromane. Ancora oggi l’abitato ha una struttura allungata che collega i tre borghi origininari: una strada centrale longitudinale costituisce il corso principale, lungo il quale si allineano gli edifici più antichi. Il paese è ben curato e la tonalità cupa che vela ogni cosa conferisce una patina di antichità alle abitazioni.

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ROCCA CALASCIO

0 abitanti rimasti

ND

indice anzianità

139

edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO

L’ Aquila

Rocca Calascio è una rocca situata nel territorio del comune di Calascio, conosciuta per la presenza del castello,il più alto d’Italia, che sormonta l’omonimo borgo medievale abbandonato. Le prime notizie riguardo il Borgo di Calascio sono tra i sec. VIII e IX. Il nucleo medievale,cinto da mura, è isolato dalla rocca per mezzo di un fossato ed era abitato sino al primissimo dopoguerra; fu sottoposto a numerosi restauri conservativi necessari per impedire lo sfacelo provocato dall’abbandono delle strutture abitative (già iniziato dopo il rovinoso terremoto del 1703). Il borgo è collegato alla rocca vera e propria grazie ad un ponte.

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ND

ROCCACARAMANICO

6

abitanti rimasti

indice anzianità

66 edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE Pescara

Roccacaramanico è una frazione di S.Eufemia a Maiella a 870 m di altitudine. Negli anni ‘70 vi erano solo 20 abitanti che nel decennio successivo si ridussero a 4, fino ad un abbandono totale. Ora vi è solo una presenza periodica durante la stagione estiva che ha permesso il recupero di alcune case una prospettiva di sviluppo per il paese.

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ROCCAMORICE

240 204 indice anzianità edifici 263 borgo abitanti rimasti

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SIAMESE

Pescara

Il comune è situato all’interno del parco nazionale della Maiella su una collina che guarda il fiume Lavino. La zona è conosciuta in particolar modo per i numerosi eremi presenti ed è meta degli appassionati che si arrampicano su roccia. Le origini del borgo, sono molte antiche e sembrano risalire al periodo medioevale.

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SAN BENEDETTO IN PERILIS

145

abitanti rimasti

1950 indice anzianità

245

edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE L’ Aquila Le sue origini risalgono all’alto Medioevo, legate alla presenza di un insediamento monastico in località “Perello”. Nel 1254 prese parte alla fondazione dell’Aquila e fu uno dei castelli del Contado aquilano. Il centro storico, situato nella parte più alta del paese, racchiuso da una cinta muraria, conserva ancora abitazioni d’origine medievale e la chiesa abbaziale di S. Benedetto.

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0 abitanti rimasti

ALTO

causa abbandono

CALAMITÀ NATURALE

(terremoto) tipo abbandono

SALLE

129 indice anzianità edifici borgo 213 grado abbandono

DISPERSIONE Pescara

Il nucleo storico del paese, oggi chiamato Salle vecchia, è stato gravemente colpito dal terremoto del 1915, e completamente abbandonato. Presenta un piccolo castello con torri, adibito a museo civico. Il paese è stato interamente ricostruito più a valle durante il ventennio fascista.

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ND

SAN BIAGIO

abitanti

13 rimasti

indice anzianità

13 edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

ND

tipo abbandono

DISPERSIONE Teramo

San Biagio è una frazione di Rocca Santa Maria (Teramo) e si trova a m.1091 di quota. Posizionato tra le frazioni di Serra ed Acquaratola e nei pressi di Pomarolo, non è propriamente abbandonato, ma gli abitanti che vi risiedono, quasi esclusivamente pastori, sono ormai pochissimi. Si tratta di un gruppo di case, per lo più ottocentesche o degli inizi del novecento, per la maggior parte tenute in buono stato, asserragliate su un dosso; al suo interno, stradine strette e tortuose danno il senso di un borgo cresciuto in fretta ed in disordine.

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820 442

SANTO STEFANO DI SESSANIO

116

abitanti rimasti

indice anzianità

edifici borgo

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

L’ Aquila

Santo Stefano di Sessanio é un borgo fortificato medievale costruito su una pre-esistenza italico-romana. L’attuale configurazione urbana del borgo si costituisce nel periodo centrale del Medioevo quando si sviluppa il fenomeno dell’incastellamento. L’eccezionale integrità e fusione tra il contesto antropico e il contesto ambientale rappresenta l’aspetto più caratteristico e qualificante di questo luogo. In questi anni,dopo un periodo di abbandono, il borgo è stato recuperato e trasformato in “albergo diffuso” ad opera dell’architetto Daniel Kihlgren.

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1 abitanti rimasti

ND

indice anzianità

ALTO grado abbandono

causa abbandono

SERRA

61 edifici borgo

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE Teramo

Serra è una frazione del comune di Rocca Santa Maria in Provincia di Teramo, immersa nelle montagne Attualmente il piccolo borgo è in totale abbandono, a parte alcune abitazioni utilizzate nel periodo estivo e la casa dell’unico anziano abitante rimasto. Elemento caratteristico è La chiesa di San Salvatore di “Serra Stephanesca” che è stata ricostruita nei primi anni del secolo XX.

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SERRAMONACESCA

442 463

abitanti rimasti

indice anzianità

242

edifici borgo

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

Pescara

Serramonacesca sorge alle pendici settentrionali della Maiella a 280 m. d’altitudine. Tutta la sua storia segue le sorti del monastero di San Liberatore a Maiella. La spiegazione etimologica di Serramonacesca è serra dei monaci. I primi cittadini ebbero origine nel periodo barbarico, ma il nucleo originario del paese è costituito ad opera dei longobardi, prendendo origine da una fara, ( raggruppamenti di famiglie).

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SILVI PAESE

866

abitanti rimasti

116 indice anzianità edifici 271 borgo grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO Teramo

Nasce come piccolo borgo collinare protetto da mura per difendersi dalle invasioni provenienti dal mare. A Silvi Paese dal primo venerdì dopo la metà di Luglio fino al martedì seguente si svolge una mostra per le vie cittadine degli arti e i mestieri “di una volta” per rivivere il passato dell’antica terra abruzzese, rievocando usi e costumi della vita quotidiana in un alternarsi di suoni, racconti, colori, mestieri e sapori.

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0 abitanti rimasti

10 edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

TAVOLERO

ND

indice anzianità

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE Teramo

E’ una frazione del Comune di Rocca Santa Maria in Provincia di Teramo, sui Monti della Laga, nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Nel 1804 il borgo era abitato da 16 persone e faceva parte della parrocchia di Canili insieme a Fustagnano e a Colle. Nel 1841 gli abitanti erano 17. Oggi il paese è disabitato.

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TORRICELLA SICURA

1016

abitanti rimasti

180 indice anzianità edifici 290 borgo grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

Teramo

Il nome deriverebbe dalla presenza di un antico castello, di cui, peraltro, oggi non rimangono molte tracce, posto a nord dell’attuale abitato. In questo territorio vi sono testimonianze di vestigia italiche, romane e altomedioevali. Appena fuori il paese sono stati rinvenuti resti di un tempio, alcune tombe romane. Durante gli anni ‘50 il paese fu colpito da ripetute scosse di terremoto di elevata intensità.

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VALLE PEZZATA

ND ND ND

abitanti rimasti

indice anzianità edifici borgo

grado abbandono

MEDIO causa abbandono

ND

tipo abbandono

SIAMESE

Teramo

Valle Pezzata è una frazione di Valle Castellana (Teramo) nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Il borgo, insolitamente diffuso su un territorio piuttosto ampio, con i suoi edifici massicci, i suoi archi, i fregi e le incisioni sulle porte d’ingresso, è testimone di antiche ricchezze e prosperità. E’ diviso in due: una parte, la più significativa, si sviluppa sul versante della collina che guarda verso Nord e prende il nome di Valle Pezzata da Borea; l’altra, costituita solo da pochi casali, è sull’altro versante e prende il nome di Valle Pezzata da Sole.

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VALLE PIOLA

1 abitanti rimasti

anzianità 180 indice

72 edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE Teramo

La zona di Valle Piola e di tutti i Monti della Laga, siti in zone di confine ed isolate, hanno goduto sempre di una certa indipendenza che si identificava nell’organizzazione sociale di “comune rurale”. Ora il paese è praticamente disabitato,a causa della massiccia emigrazione iniziata negli anni’50. Anche i pochi anziani rimasti lasciarono il borgo che risulta abbandonato dal 1977. Attualmente però, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga vuole riportarlo a nuova vita con un progetto di ristrutturazione e di rivitalizzazione.

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ND ND

VALLENQUINA

0 abitanti rimasti

indice anzianità edifici borgo

ALTO grado abbandono

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

DISPERSIONE Teramo

Vallenquina è una frazione piccolissima di Valle Castellana (Teramo) a m.870 s.l.m. e si trova lungo la strada che per secoli ha consentito l’accesso al piceno ed alla Val Vibrata da Roma. Conosciuta già in età medievale, si pensa che il nucleo originario di Vallenquina fosse sulla collina di fronte, verso est, dove gli agricoltori locali hanno rinvenuto parecchi residui di coppi e laterizi. Intorno al 1600 si sa che aveva ben due chiese, il che lascia immaginare la presenza a quell’epoca di un nutrito numero di abitanti; nel 1804 contava solo 67 abitanti, ora è disabitata.

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VILLA S. LUCIA DEGLI ABRUZZI

159

abitanti rimasti

1583 indice anzianità

261

edifici borgo

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

SPOSTAMENTO

L’ Aquila

Le origini dell’insediamento vengono fatte risalire al periodo italico, dal X al IV secolo a.C. quando il centro sarebbe stato sotto il dominio di Aufinum, città vestina, ed era un avamposto di protezione della valle sottostante. In precedenza frazione di Ofena, è divenuto comune nel 1910. L’attuale impianto architettonico del centro abitato, di formazione medievale, è quello del borgo privo di fortificazioni.

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VILLALAGO

614 482 538

abitanti rimasti indice anzianità

edifici borgo

grado abbandono

BASSO

causa abbandono

EMIGRAZIONE tipo abbandono

ND

L’ Aquila

Sorta nell’XI secolo per ispirazione cristiana e benedettina, inizialmente fu fondato il monastero che richiamò coloni da ogni parte, che si stabilirono, alle dipendenze dei monaci, in più ville nella Valle de Lacu, cosi chiamata per i suoi cinque laghi. Con il tempo, per garantirsi una valida difesa, si arroccarono sul Monte Argoneta, dove già sorgevano alcune torri Longobarde, e il nuovo borgo prese il nome di Villalago.

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