Strozzi Planet 2009- Intercultura e dintorni

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VISITA AL LABORATORIO MIGRAZIONI anni. Gregoria ha chiesto ad ognuno di noi il nome, le origini e quelle dei parenti, poi ci ha fatto percuotere il tamburo. Avremmo dovuto con quel suono rappresentare ciò che provavamo in quel momento. Subito dopo siamo entrati in un'altra stanza, dove vi erano alcuni strumenti musicali . Venerdì 8 maggio, la nostra classe, Dovevamo muoverci con passo di danza accompagnata dai proff. Braggion e al ritmo della musica, senza scontrarci. Le Petrone, si è recata in visita al luci erano soffuse. E' stato davvero Laboratorio Migrazioni del Comune di divertente. Terminata la musica, ci siamo Genova, che si trova nei pressi di via seduti in cerchio sopra un tappeto ed per Ravecca. ascoltarer da Gregoria una bellissima Come siamo entrati, la responsabile storia latinoamericana , dal titolo di “La del laboratorio, Gregoria, ci ha fatto risa”, “Il riso” scritta dallo scrittore togliere le scarpe per farci entrare in uruguaiano Eduardo Galeano. Essa ha assoluto silenzio in un bellissimo come protagonisti un “murCielago”, un salone. Lì, ci siamo seduti in circolo, pipistrello, e un guerriero kayapa., che per terra, attorno a un tappeto. Al quando il pipistrello lo abbraccia e cerca centro della sala c'era un tamburo. di comunicare con lui per diventare suo Con noi, oltre a Gregoria, c'era Jussif, amico, scoppia a ridere al punto da sua amica e collaboratrice da molti cadere a terra svenuto. . Subito dopo,

Gregoria ci ha mostrato con un videoproiettore delle carte che si riferivano alla storia che avevamo appena ascoltato. Terminato il filmato, ciascuno di noi ha dovuto scegliere una parola della storia e interagire con uno o più compagni dicendo solo quella parola. Ne è nato un simpaticissimo spettacolino teatrale. Subito dopo abbiamo suonato a due a due degli strumenti musicali. Terminate le esecuzioni, ci siamo riuniti in circolo, ed abbiamo gridato “hasta luego” che significa arrivederci. Sono rimasta entusiasta di questa esperienza, che consiglio a tutti i i coetanei. . Giulia Dioguardi I B

Rigoberta Menchù Tùm UNA DONNA CORAGGIOSA “Una donna coraggiosa, una storia straordinaria”, questo pensai dopo aver ascoltato la lettura in classe di alcune pagine dell'autobiografia di Rigoberta Menchù. Mi incuriosii a tal punto che decisi di affrontare la lettura del libro, nonostante mi avessero avvisata che si trattava di un testo complesso, impegnativo e in alcune parti molto duro. “Mi chiamo Rigoberta Menchù” e’ l’autobiografia di Rigoberta Menchu’, una giovane contadina indigena appartenente all’etnia quiche’in Guatemala. Rigoberta, con l'aiuto della sociologa e antropologa Elisabeth Burgos, descrive la situazione tragica del popolo Guatemalteco, oppresso dai Conquistadores Latini. Il libro è un viaggio all’interno di una delle tante tribù amerindie, è uno scenario fatto di riti quotidiani, di credenze che ricollegano i Guatemaltechi agli antichi Maya, loro antenati. In questo libro tanti traumi sono raccontati: Morte dell’ amica Maria intossicata dalla fumigazione nella finca. Emerge un profondo odio per tutti coloro che hanno fatto la fumigazione, ritenendoli responsabili e colpevoli. Un nostro scoop. La prossima Biennale di Venezia sarà aperta dal poeta albanese Hajdari. Noto per le raccolte poetiche “Antologia della pioggia” e “Il diario del bosco” Hajdari è considerato uno tra i migliori poeti viventi. Costretto a lasciare il suo paese nel 1992, vive da allora in Italia. I temi della sua poesia sono la solitudine e il viaggio sia come esule, che come essere umano.

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SCUOLA 2000


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