Bari Economica n.3/2010

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in mezzo allo stesso mare. E secondo te, che dobbiamo

che non lo tiene più nessuno. Così, tanto per capirci.”

fare, ci dobbiamo lasciare affogare? Immagina se la pen-

“Mi dispiace di questa cosa tua, non ne sapevo niente. E

sassero tutti come te dove andremmo a finire..”

mo’ che farai?”

“E che devo fare secondo te? Avanti, sentiamo l’economista

“E che farò, Caterì. A dire il vero non ne ho idea, ma stai

nostra cosa propone. Che poi, diciamocelo, per te è tutto

sicura che io sono fatta di un’altra pasta e non mi arrendo.

più facile. Tieni il posto fisso nella scuola e lo stipendio

Ed è questo che ti voglio dire. Se vendi questa casa, ti

tuo ogni mese non te lo toglie nessuno.”

arrendi per sempre. Baratterai questo vecchio frantoio a

L’amica mia mi sconvolge ad ogni cosa che dice, perché

cui Gianni ha ridato la luce, con quella che sembra essere

mi rendo conto che sembra vivere fuori dalla realtà, chiusa

la soluzione più semplice ma è solo la peggiore.”

da un anno nella sua bolla di lutto e di dolore. “Annalì, tu

Caterina mi guarda. Ha un’espressione indecifrabile sul

parli così perché la televisione è da tanto forse che non la

viso, e non lo so, forse mi sbaglio. Forse è soltanto un

vedi, i giornali non li leggi e la riforma della scuola non

bagliore di sole che le ha illuminato un attimo gli occhi.

sai manco cos’è. Io, te lo voglio dire, da precaria che sono,

Eppure mi sembra già di vederla reagire.

a settembre il posto mio non lo ritrovo più. E devo darmi

“Va bene. Allora dammi un’idea. Non dico una soluzione,

da fare adesso per pensare a come andare avanti. E comun-

ma almeno un’idea di quello che potrei fare.”

que il miraggio del posto fisso ormai saranno vent’anni

“Caterì, parti da quello che hai. Questa casa troppo grande,


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