Babel#012

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pc 360 ps3

CALL OF DUTY WORLD AT WAR It’s your duty (to shake that booty*) piattaforma pc 360 ps3 sviluppatore treyarch produttore activision blizzard versione pal provenienza usa

a cura di Gianluca “Unnamed” Girelli

lla notizia che sarebbe stata Treyarch a sviluppare il nuovo Call of Duty ho provato un brivido freddo. Per carità, Call of Duty 3 era ben lungi dall’essere brutto, ma trasmetteva come una sensazione di compitino svolto senza particolare convinzione. D’altronde Infinity Ward lasciava in dote qualità ludiche mica da ridere e rovinare un già ottimo prodotto era difficile, a meno di non accanircisi volutamente. Con questo ‘nuovo’ episodio, l’approccio di Treyarch alla serie è rimasto invariato. Per fortuna o purtroppo. Niente più ‘guerre alla maniera moderna’, si ritorna alla classica Seconda Guerra Mondiale che oramai ha ammorbato un po’ tutti, anche se lo scenario asiatico è quantomeno originale. Basta poco però per rendersi conto di come World at War sia una copia nemmeno perfettamente riuscita di Modern Warfare. La sensazione è che WaW tenti di riproporre paro paro la struttura delle missioni del predecessore, ma senza quel guizzo che caratterizzava il precedente lavoro, e soprattutto senza una storyline decente che ne faccia da collante. Il paragone è in alcuni casi impietoso. Come dimenticare la sezione di cecchinaggio di Modern Warfare curata sia dal punto di vista del (game) design, sia dal punto di vista narrativo: a pochi secondi dalla decisiva pressione del grilletto i 3 giorni virtuali di appostamento sembravano pesare come fossero reali. WaW, invece, rippa l’intera sequenza, ma stavolta le sensazioni sono le medesime di una partita a Time Crisis. E il remake della sezione aerea… lasciamo perdere. Chi ha giocato al precedente episodio non avrà difficoltà ad ambientarsi rapidamente, pregi e difetti del sistema di gioco sono fondamentalmente gli stessi. Viene diminuito in maniera sensibile il respawn dei nemici, anche se i più attenti ricorderanno che Infinity Ward aveva messo una parziale pezza al problema già in CoD4: le ondate tendono a diminuire di intensità fino a quietarsi

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quasi completamente a zona ripulita, in questo modo la sfida è tenuta alta senza dare l’impressione al giocatore di dover marciare verso il checkpoint successivo per veder esaurite le ondate di soldati. I commilitoni offrono un aiuto inferiore e questa volta, fortunatamente, non potrete contare su di loro per tirarvi fuori dai guai. Vengono infine limitate numericamente le occasioni di disimpegno nell’attacco ravvicinato: se in precedenza liberarsi dai fastidiosissimi cani era un terno a lotto, questa volta di quadrupedi se ne vedono pochi e gli stessi musi gialli difficilmente arriveranno tanto vicini da infilzarvi con le loro baionette. WaW propone un numero minore di missioni, livelli più corti e una difficoltà generale diminuita. Se CoD4 ai massimi livelli si rivelava un’avversario decisamente ostico, lo stesso giocatore non troverà troppe difficoltà a finire WaW in 2-3 giorni. Purtroppo, nemmeno l’introduzione dei similachievement sarà sufficiente a tenervi ancorati al single play per un periodo ulteriore. A quanto pare, l’impegno più concreto sembra essere stato riposto sul versante online. WaW ripropone il già ottimo sistema di gioco del precedente episodio e per la prima volta introduce il coop-online che ultimamente va molto di moda. Qualche aggiunta alle solite modalità multiplayer e, per finire, un’insolita modalità Nazi Zombie a metà strada tra l’Orda di Gears of War e Left4Dead, che nonostante le finalità di diversivo rispetto all’avventura principale è in grado di regalare abbondanti dosi di divertimento. In fin dei conti non ci si aspettava che Treyarch rivoluzionasse il franchise, ma il lavoro svolto con World At War, seppur con alcune novità, non può dirsi affatto sufficiente. WaW è un buon gioco se preso singolarmente, solo discreto se considerato nell’economia della serie. I possessori di Modern Warfare passino pure oltre, gli altri risparmino pure dindini per il precedente episodio o per giochi più meritevoli. 6

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