Babel#011

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360 ps3 pc

MIRROR’S EDGE Selvaggia

console pc 360 ps3 sviluppatore ea dice produttore ea versione pal provenienza svezia

a cura di Vincenzo “Vitoiuvara” Aversa

na volta il mondo era brutto, puzzolente e sporco. Poi sono arrivati i cattivi e lo hanno reso bello e pulito, mortacci loro. La logica dell’ordine e della polizia, neanche fossimo in Matrix, non rassicura l’animo umano ed EA è qui per ricordarcelo. I PonyExpress di un futuro improbabile e avvilente, sfrecciano alla velocità della luce tra candidi grattacieli e scale colorate. Un gioco in fuga dalla realtà, sempre sull’orlo del baratro e con un fucile piantato alle tempie. Faith corre, scappa anzi. Qualche volta cambia il nemico, qualche volta non è lei la lepre, ma Mirror’s Edge non si stanca mai di lanciarsi nel vuoto. Gli occhi attenti di un runner con l’acqua alla gola vedono colori che altri non vedono. La giusta via è sempre rossa, come Bertinotti, e la fugace occhiata può dire molto più di una guida ufficiale. Così ti lasci prendere dal ritmo forsennato, avanzi senza neppure sapere dove andare, agguanti la prima cosa che somiglia ad una via di fuga e continui a pensare al futuro. Non si torna indietro in Mirror’s Edge, mai. Si è liberi di proseguire scegliendo dove, e soprattutto come, ma quello che è stato è stato. Non c’è il tempo per guardarsi alle spalle, figuriamoci per tornare sui propri passi. Dieci livelli, nove più un cicciotto prologo per la precisione, e un solo respiro per tutta l’avventura. Ti lasci cadere, ti lasci trasportare e in un battibaleno sei ai titoli di coda. Stordito, intontito, stupefatto. Puoi fare cose che non credevi possibile, puoi arrivare fin dove non sognavi di arrivare, puoi vivere nel lato oscuro dello specchio o puoi farti bastare la sua facciata per bene. Ma quello che d’impatto sembra innovazione e fantasia, è un trucco di gusto per camuffare ingranaggi collaudati. Lo sentivo di esserci già stato in quella meravigliosa città, annusavo gli odori di un videogioco passato, ma non riuscivo a capire

REVIEW

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quale. Troppo ben nascosto nell’immaginario di un universo sterilizzato e castrato. Ma poi ho rallentato Faith, l’ho spogliata dei suoi gesti a tutta birra e ho visto Tomb Raider, solo quindi anni dopo. C’è tutto un mondo tra le gesta di Lara Croft prima maniera e la maratona di Dice, non esageriamo, ma si nutrono entrambi della stessa linfa. Uno viaggia in Ferrari, l’altro poteva permettersi solo una seicento, eppure son scuole di pensiero diverse di una identica filosofia. Lo stesso gusto per la scalata, lo stesso piacere nel trovare ciò che serve dell’ambiente circostante. Su treni e binari diversi, i due giochi inseguono i medesimi obiettivi. L’orologio è svizzero, immediato e impeccabile per tutto il tempo… o quasi. Mirror’s Edge si lascia ammaliare da una fregola sparacchina che non gli compete proprio a due passi dal traguardo. Gli scontri corpo a corpo e fucile contro fucile, evitabili per quasi tutta l’avventura, diventano necessità e obbligo. I nemici che potevi evitare con solo qualche ‘salto volante carpiato a tre quarti con capriola mortale’ diventano muri di cinta invalicabili. Non che sia difficile gestire il tutto, anzi, ma proprio si tirano i capelli le due anime di questo gioco. La prima è libera, sfida il pericolo e grida alla libertà. La seconda è vigliacca, ti dà un calcio in bocca e ti spara alle spalle. Punti di vista, io preferisco il vento in faccia. Gli avrei regalato almeno tre livelli in più d’ossigeno a questo gioco e avrei rifinito degli intermezzi tra il grezzo e il minimalista. L’illusione dura troppo poco e il meglio è quello che non si riesce ad assaggiare al primo giro. Il Time Trial sembra nato per lui, solo è materiale per equilibristi, non per tutti. Ma conto i pezzi e mi godo l’esperienza. Meglio nove livelli da leone che diciotto da pecora. 8

La protagonista parla con le disturbanti melodie vocali di Asia Argento. Pur non essendo prevenuto, devo ammettere che un grammofono avrebbe fatto meno danni


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