Attitude be free - aprile - giorno

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anno 3 _ numero 23 _ aprile 2011


IL "DRAMMA SACRO" A VITTORIA

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ittà in trepidazione in vista della Pasqua. Entrano nel vivo i preparativi dell’evento più atteso della Pasqua a Vittoria: il Venerdì Santo con il “Dramma Sacro” e la “Resurrectio”, rappresentazione della domenica sera. Due eventi legati tra loro, il primo, immerso in un’atmosfera molto suggestiva, è la rappresentazione della passione di Cristo, il secondo, invece, è il momento della resurrezione, della gioia. Un continuum, che in questa edizione 2011, prende vita sotto la direzione artistica di Massimo Leggio, attore e regista. Un’edizione che, seppur nel segno della continuità rispetto al passato, presenta non poche novità. Tra queste: l’avvio di un Laboratorio Sperimentale Teatrale Dramma Sacro di Vittoria sotto la direzione artistica di Massimo Leggio che “firma” la nuova regia della Sacra Rappresentazione Vittoriese. Un passaggio di testimone, come dicevamo, nel segno della continuità considerato che Leggio ha rappresentato quel “professionismo teatrale ” sul quale ha puntato il regista ibleo Gianni Battaglia nei suoi venti anni di direzione artistica realizzando un vero e proprio Albo d’Oro della Poesia Sacra Vittoriese. Qualche settimana fa, al Teatro Comunale Vittoria Colonna, il regista Massimo Leggio con la sua prima lectio ha dato inizio al laboratorio sperimentale teatrale Dramma Sacro a cui è affidato la “mise en scene” del Prologo del Dramma Sacro, la cui “liturgia” è, invece, tradizionalmente costituita dagli ottocenteschi ed endecasillabi versi di Alfonso Ricca che, centrati sul tema della disputa della Sepoltura di Gesù rappresentano la “Tradizione” Teatrale della Sacra Rappresentazione vittoriese, dal 2007 inserita nel registro dei Beni Immateriale della Regione Sicilia sottoposti alla tutela dell’Unesco. Da questo riconoscimento muove la seconda novità del Dramma Sacro, vale a dire la realizzazione di un “documentario” della Sacra Rappresentazione. Una sorta di memoria storica su “I Parti”, come venivano tradizionalmente chiamate. Il progetto relativo al documentario punta a fare “il punto della situazione” sulla tradizione del

NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE LE NOVITA' DI MASSIMO LEGGIO, IL NUOVO DIRETTORE ARTISTICO

Dramma Sacro e della Settimana Santa a Vittoria, dalle origini ad oggi, soffermandosi sui 20 anni di lavoro di Gianni Battaglia, sul legame con la città, le associazioni presenti nel territorio e il rapporto con le istituzioni. Un lavoro minuzioso voluto da Massimo Leggio e realizzato in sinergia con un gruppo di giornalisti locali. Tornando al Dramma Sacro in sé c’è da sottolineare che il nuovo progetto artistico e teatrale muove dall’idea che “protagonista” dell’Epilogo sarà l’Umanità ai tempi di Gesù a cui il regista ha scelto di consegnare il racconto introduttivo della Passione di Gesù. Un’umanità ai tempi di Gesù che sarà rappresentata da quaranta attori non professionisti, tra figuranti e corofei, “una sorta di coro alla greca” con il compito di portare sulla scena del Golgota una pantomima. L’elaborazione del testo teatrale del Prologo è affidata al poeta vittoriese Emanuele Giudice che sta lavorando proprio sui Vangeli Sinottici per la volontà artistica di contestualizzare il Prologo alla contemporaneità del Dramma Sacro. Sulla scena, prima dell’inizio de “I Parti” irromperà il profeta Isaia, vissuto otto secoli prima di Cristo che, giunge “in un tempo senza tempo” per scuotere le coscienze di tutti e per scoprire ancora una possibilità di salvezza. “Perché irrinunciabile è quel senso di atemporalità che ogni Umanità dolente per la Morte del Cristo si porta con sé - spiega Massimo Leggio - e lì sul Golgota quell'insieme di interrogativi sul dolore, sul senso della vita e la speranza del riscatto e della Luce che accompagna ogni essere umano lungo il cammino della sua esistenza”. L’allestimento scenografico è stato affidato a Rosalba Amorelli che sulla scia di una forte impressione visiva immagina uno spazio scenico desolato, circondato da una natura estrema. Un’altura della Palestina, quel Golgota dove venne issata la Croce di Gesù e dove si compì il suo Sacrificio. La Sacra Rappresentazione Vittoria “unica in Italia per la sua rappresentazione unitaria” come spesso stigmatizzato da Gianni Battaglia, si chiuderà la Domenica di Pasqua con la Resurrectio.



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a prossima amministrazione non potrà esimersi dall'affrontare concretamente il problema dell'economia nel territorio ibleo e per far questo bisognerà approntare una strategia capace di coinvolgere tutti i settori realmente produttivi. “Il tempo delle vacche grasse – afferma Sergio Guastella, candidato a sindaco del centrosinistra – è finito, è finito il tempo dei contributi a pioggia, bisogna saper investire le risorse comuni in quei settori capaci di creare ricchezza e posti di lavoro”. La zootecnia e l'agricoltura sono due pilastri dell'economia ragusana. Vere eccellenze del territorio ibleo, soffrono di una mancanza organizzativa atavica, un problema di commercializzazione, ci dice Guastella, che esige il suo superamento. Bisogna continuare ed anzi implementare la difesa dei nostri prodotti tipici, che spesso sono anche prodotti di nicchia, anche e sopratutto con la costituzione di associazioni di categoria affrancate definitivamente dal giogo della politica. “Troppo spesso le associazioni esistenti non riescono – continua Guastella – a fare gli interessi dei propri associati, perché devono rispondere ai loro 'protettori' politici. Noi abbiamo, ad esempio, una produzione biologica di altissima qualità che ha difficoltà ad imporsi sul mercato”. Collegata alla questione economica c'è quella dell'approvvigionamento energetico e più in generale quella della tutela del nostro territorio e del suo utilizzo. Non si può essere d'accordo con chi aprioristicamente si è schierato contro il Piano Paesistico. “Questo è uno strumento – afferma Guastella – a favore del territorio e del suo sistema produttivo, definirlo un handicap come è emerso lo scorso 12 marzo, nel convegno organizzato dalla CNA, mi sembra un atteggiamento dannoso ed inutilmente estremistico, di certo non voglio ingessare il territorio, bisognerebbe, però, comprendere che il Piano Paesistico è e va integrato col territorio e per questo è una risorsa per lo stesso e non solamente da un punto di vista ambientale. Per quanto riguarda le trivellazioni non posso che esprimere il mio netto no! Esse non sono per il progresso, sono contro una certa idea di sviluppo. E' inammissibile, è schizofrenico, pensare di concedere il nostro territorio per le attività estrattive quando lo stesso territorio lo si vorrebbe a vocazione turistica”.




L'INUSUALE DINAMISMO DI UN SINDACO ORDINARIO... DIPASQUALE

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'appuntamento elettorale di fine Maggio a Ragusa rappresenta una sfida importante per tutte le forze politiche in campo. Trattandosi dell'unico capoluogo di provincia coinvolto sarà un banco di prova impegnativo ed ha attirato l'attenzione dei vertici nazionali di molti partiti. Gli equilibri estremamente complessi che stanno caratterizzando il panorama politico italiano, a Ragusa sono stati semplificati creando una circostanza di pacifica convivenza alle spalle dei candidati sindaco. L'esempio che porta Dipasquale sui propri manifesti elettorali è il più rappresentativo. Ben 13 simboli a sostegno di un candidato, appartenenti a movimenti, liste civiche e partiti, alcuni dei quali difficilmente troveremo insieme in alte competizioni. Pdl insieme a Fli, Udc insieme ai Pid, La Destra ed i finiani, le cravatte arancioni di Micciché ed un sindaco dell'area LeontiniAlfano. Ancora: ben tre liste civiche, un neonato movimento autonomista, i Cristiani Riformisti, i Repubblicani ed i Cristiano-liberali. Ad alcuni sembrerebbe un'accozzaglia di loghi provenienti da storie tanto diverse, ad altri un “miracolo delle poltrone”. C'è chi è convinto che l'unica cosa in comune tra queste sigle è solo Dipasquale, qualcun altro, invece, crede che il collante stia nel progetto di sviluppo che si vuole mettere in campo. Ebbene: ci sembra che sia tutto vero allo stesso momento. Le prospettive da cui è possibile osservare la vicenda sono molteplici ed appoggiare Dipasquale, per tutti loro, è stata una scelta di opportunità che si trattasse del programma, dell'appartenenza ad uno schieramento politico o del rischio di venire tagliati fuori dai giochi. L'uomo, Dipasquale, ha saputo fare la sua parte impersonando al meglio il ruolo del capo coalizione, del mediatore, sapendo fare leva sulle altrui debolezze e perfino sui punti di forza di alcuni. L'attività svolta in questi cinque anni, seppur con qualche neo, sembra essere stata gradita dai cittadini ed ai parti-

ti, obbligando perfino i responsabili dei vertici Udc e Fli a rispettare la decisione della base piuttosto che la linea nazionale dei partiti. Senza dubbio poteva essere fatto di più e meglio. Dipasquale non è un uomo “straordinario”, tutt'altro. Abbiamo sentito dire che “Dipasquale ha fatto solo l'ordinaria amministrazione”. Concordiamo, è vero: un sindaco ordinario che ha gestito la cosa pubblica in modo ordinario. Ha guidato l'amministrazione in modo normale, facendo quello che il cittadino comune si aspetta dal proprio sindaco. La manutenzione delle strade (che non basta mai), qualche opera pubblica (alcune neanche sue), si è messo mano al traffico (per la città si scorre meglio, ma non abbastanza), sono state prese scelte coraggiose (demolizione ex Ipsia ad Ibla e della Camperia a Marina di Ragusa) che ovviamente possono essere contestate e tanto altro non si è fatto o lo si è fatto a singhiozzo (la raccolta differenziata per esempio). Ma è innegabile che il volto del capoluogo ibleo è mutato. Nel confronto con le esperienze precedenti, però, dove non si faceva ciò che ci si aspettava, quella di Dipasquale appare l'amministrazione più dinamica degli ultimi 15 anni. Ovviamente aspettiamo di vedere il programma elettorale, di cui tanto parlano e che nessuno ha ancora visto sappiamo che verrà presentato dopo la stampa di questo numero di Attitude. Lo analizzeremo e lo valuteremo, così come faranno i cittadini in questi due mesi. Certo è che le elezioni, mai come quest'anno non serviranno solamente ad eleggere un nuovo governo cittadino o a riconfermare quello in carica. Abbiamo l'impressione che i ragusani esprimeranno un voto di gradimento, con la loro presenza alle urne e con le loro scelte ci diranno il valore dell'amministrazione uscente e che peso dare ad un sindaco che negli ultimi anni si è proiettato nei confronti di un livello politico non più locale.


MANAGEMENT E PROGETTUALITÀ NELLA RICETTA DI SALVATORE BATTAGLIA

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agusa deve proiettarsi nel terzo millennio. Per troppo tempo è stata vittima di una gestione priva di capacità manageriale, questa la critica, forse più importante, che Salvatore Battaglia, candidato a sindaco del Movimento per l'Autonomia, rivolge alla classe dirigente ragusana. “La città che ho in mente – dichiara Battaglia – deve pullulare di energie positive e fattive, deve essere caratterizzata da un continuo fermento culturale, deve essere una città che ha nei giovani e nelle donne i suoi principali protagonisti”. Il potenziale di questa terra è enorme, bellezze paesaggistiche, architettoniche e culturali, le quali devono esser viste e considerate come le parti indissolubili di un tutto, “non bisogna fare l'errore – continua Battaglia – di pensarle scisse le une dalle altre. Il turismo, la cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia, così come il mondo delle imprese e l'economia tutta, sono i settori strategici sui quali una amministrazione consapevole e matura deve concentrare la sua attenzione”. L'università per Battaglia rappresenta il caso emblematico di come una certa politica ha gestito e continua a gestire la cosa pubblica. Infatti “piuttosto che vedere in questa istituzione una reale possibilità di rilancio del territorio, questa amministrazione ne ha fatto un mero strumento di consenso, se - continua Battaglia – non vogliamo scrivere il suo epitaffio bisogna che l'intero mondo politico faccia un passo indietro, lasciando alle imprese e alle banche la possibilità di risollevarne le sorti”. Un'altra critica che Battaglia rivolge alla nostra classe dirigente, critica derivante da quell'assenza di capacità manageriale, riguarda il turismo, un settore, a suo modo di vedere, per nulla sviluppato. “Il porto turistico di Marina di Ragusa – afferma Battaglia – è una cattedrale nel deserto. Chi lo ha costruito non doveva gestirlo. In uno

specchio di mare grande pochi chilometri esistono 5 porti turistici ed il nostro è uno dei più cari, una concorrenza che ci vede soccombere, impedendo di conseguenza la nascita e la crescita di un indotto degno di nota”. Ma il porto turistico è solo la punta dell'iceberg per Battaglia, infatti non si è riusciti a dar vita ad un sistema economico, avente nel turismo e nelle nostre peculiarità, i propri punti di forza. “Ragusa deve diventare la città della cultura nel Mediterraneo, non mi capacito – continua Battaglia – come una città come Agrigento o un territorio come il Salento siano riusciti a creare eventi di respiro nazionale come il Mandorlo in fiore o la Festa della taranta, dovremmo fare qui qualcosa di simile, da sempre penso ad un Festival mediterraneo della musica popolare”. La rivitalizzazione del centro storico, vere e proprie forche caudine nei programmi delle tre coalizioni, non può prescindere per Battaglia dal piano di rilancio turistico della città iblea. Un centro più vivibile ed a misura d'uomo, ricco di spazi donati alla fruizione pubblica, non può che calamitare su di sé residenti e turisti. “La realizzazione di nuove piazze e parchi, come la costituzione di mercatini rionali e di quartiere, vanno in questa direzione” conclude Battaglia.


LA FINE DEL MEDIOEVO INFRASTRUTTURALE NELLA PROVINCIA DI RAGUSA?

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no dei problemi della provincia di Ragusa, unanimemente riconosciuto da tutti, è l'atavica carenza infrastrutturale che caratterizza il nostro territorio. L'assenza di una rete ferroviaria, la mancanza dell'aeroporto, dell'autostrada, l'inadeguatezza del sistema viario, ma ancora il vuoto normativo e sopratutto organizzativo riguardante le aree portuali iblee, ha, negli anni, fortemente penalizzato il nostro territorio sia da un punto di vista economico che turistico. Va appena ricordato che queste carenze gravano pesantemente sui costi dei trasporti delle merci così come limitano i flussi turistici, solo per fare un esempio l'aeroporto di Trapani, nel 2009, dopo gli accordi con la Ryanair, ha visto un incremento delle presenze turistiche di circa il 30%. Un medioevo di cui oggi riusciamo finalmente a vederne la fine. Senza farci prendere da facili entusiasmi possiamo tranquillamente affermare che l'iter burocratico per la Ragusa – Catania, nelle ultime settimane, ha fatto passi da gigante. Essenziale, nel percorso di avvicinamento a questo tanto agognato traguardo, è stata l'approvazione del finanziamento del progetto da parte del Cipe, Comitato interministeriale della programmazione economica. “Ad oggi non possiamo stabilire una data precisa per la posa della prima pietra – ha dichiarato Giuseppe Reina, sottosegretario alle infrastrutture - ma sulla volontà politica e istituzionale di aprire il cantiere in questione, senza incappare in tempi morti, non ci sono dubbi”. Anche se lo stesso Reina parla di una tempistica computabile nell'arco di tre anni. Gli fa eco il dirigente del project financing

dell’Anas, Settimio Nucci “l’Anas procederà alla pubblicazione del bando di gara entro un mese dalla delibera Cipe”. Anche l'aeroporto di Comiso, il Vincenzo Magliocco, è ormai in dirittura d'arrivo. Oggi si stanno completando le procedure di certificazione e di collaudo dei sistemi di volo. Un rallentamento nella tabella di marcia fu determinato dalla decisione del sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, che allora rifiutò di affidare la gestione della gara d'appalto all'Enac, in favore della Soaco, problema, però, risolto nell'estate scorsa con l'emendamento in Finanziaria proposto da Nino Minardo. Adesso si attende solo la firma del ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che già ha confermato il suo parere favorevole. Alla luce di tutto questo ma anche dei recenti risultati ottenuti dalla Settima Commissione provinciale (nata nel 2009) e presieduta da Enzo Pelligra, che ha avviato la costituzione di un Sistema Marittimo Portuale Ibleo, il Presidente della Provincia, Franco Antoci, oggi può dichiarare: “Il quadro del piano infrastrutturale negli ultimi anni è nettamente migliorato. Il raddoppio della RagusaCatania e quindi l’autostrada comincia ad essere una realtà e non più una speranza. L’aeroporto di Comiso, che è ormai completo, ed il porto turistico di Marina di Ragusa confermano l’intraprendenza di questa provincia. Queste opere – continua Antoci - congiuntamente all’autoporto di Vittoria (in fase di appalto) e al porto di Pozzallo, sono i presupposti per una reale ed imponente crescita economica e sociale del territorio”.


Discarica abusiva. Tra Ragusa e Santa Croce Camerina.

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iscarica abusiva n° 2. A distanza di un anno e dopo la discarica scoperta e denunciata nella strada provinciale tra Modica e Scicli, la Sp. 54, il mese scorso ci siamo imbattuti in un altro scempio a cielo aperto, questa volta sul territorio ragusano. A pochi chilometri dal bivio per Santa Croce, sulla Sp. 37, nascosta tra la vegetazione, un ampio pezzo di macchia mediterranea è stata adibita, da chissà chi, a spazio comune dove chiunque può lasciare i suoi rifiuti. Frigoriferi e materassi, mobili, fogli di plastica e poltroncine in vimini, ma anche brochure di un noto locale della costa, stampanti, sdraio e naturalmente l'immancabile catasta di pneumatici. Dimenticavo c'è una bellissima collezione di lampadari, un po' démodé certo, ma perfetti per un arredamento vintage. Ricapitolando se non sapete dove buttare ciò che non vi serve più basta prendere la Ragusa-mare (direzione mare) all'incrocio per Scicli girate a destra e proseguire per Santa Croce (Sp 37), il paesaggio è molto bello e la natura è lussureggiante, ad un certo punto, sulla vostra sinistra, si apre uno slargo, una depressione naturale, bene, posteggiate e scaricate lì quello che volte. C'è un solo problema, state attenti, nella vallata si aggira una voce non proprio rassicurante, che allora ci richiamò all'ordine. Ora, può essere che se non vi dilettate a fare foto nulla succede, magari sganciate qualche decina di euro ed il vocione si tramuta in una vocina rassicurante e compiacente.


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