Giornalino settembre '14

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Settembre 2014 - numero 3 - anno XXX


SOMMARIO La Casa informa

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La cittadella dell’anziano

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Mi ricordo i miei nonni ...

in primo piano ...

Cene d’estate

Progetti

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Uscite per le vie del borgo La memoria collettiva FIEROZZO: le dodici bocche d’oro L’orto sinergico

Uscite per le vie del borgo - Pagina 5

Mani per le mani

Ricordi

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Prima guerra di disperazione Quando eravamo povera gente ...

Attività

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Olimpiadi degli anziani A tutto … sport L’orto sinergico - Pagina 13

Merenda in musica Noi per i Nonni Filastrocche e indovinelli di una volta La nostra biblioteca Laboratorio di nucleo

In bacheca

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Master chef … estate Cene d’estate - Pagina 27


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EDITORIALE

LA CITTADELLA DELL’ANZIANO E DEI SERVIZI ALLA PERSONA CRESCE ANCORA

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di GIOVANNI BERTOLDI

pochi anni dall’inaugurazione della Palazzina Servizi Generali e dei relativi sottopassi pedonali di collegamento alle due strutture residenziali di via Pive e di via Marconi (correva l’anno 2010), l’Amministrazione della Santo Spirito ha avviato un ulteriore ed importante percorso di valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’A.P.S.P. finalizzato sia all’aumento ed all’implementazione di nuovi servizi che alla riqualificazione dei servizi esistenti. Dopo aver espletato tutti gli iter procedurali ed amministrativi previsti dalla normativa provinciale sui lavori pubblici, si è finalmente ottenuto il via libera dai competenti uffici provinciali con il definitivo finanziamento dei seguenti tre lotti di lavori: 1. realizzazione presso la struttura residenziale di via Pive di un Centro Servizi nello spazio attualmente occupato dal porticato esistente sotto la sala polivalente e di una nuova entrata dal piano terra alla struttura residenziale anche attraverso un moderno ascensore antincendio di accesso ai nuclei residenziali ed a servizio dei visitatori esterni. Nel centro servizi saranno realizzati diversi spazi ed ambienti modulari per l’erogazione dei servizi esterni quali pasti, bagno assistito, parrucchiera e attività di odontoiatria, podologia, nonché la presenza di una vasta area soggiorno/socializzazione. Attraverso la realizzazione di questo centro l’A.P.S.P. intende ampliare la propria offerta di servizi specializzandosi non solo sul fronte della residenzialità ma anche nell’ambito della domiciliarità e dei servizi ambulatoriali. 2. costruzione di una nuova Palazzina residenziale in aderenza alla R.S.A. di via Pive sul lato ovest dell’edificio esistente per la realizzazione al piano terra di un nuovo e moderno nucleo Alzheimer dotato di tutti i comfort e delle migliori tecnologie esistenti con la possibilità di utilizzo di un giardino Alzheimer che garantisca la massima libertà e sicurezza degli ospiti residenti che sarà realizzato nell’area antistante il muro storico che delimita la proprietà dell’A.P.S.P. con via Filzi. Nell’ambito di tale intervento verranno realizzati al primo piano di questa nuova palazzina tre alloggi protetti per un totale di numero 5 posti letto. Verranno inoltre migliorate le modalità di accesso alla struttura residenziale di via Pive anche attraverso la realizzazione di un ulteriore montalettighe a servizi dei 5 piani della R.S.A. 3. un ultimo ed importante intervento riguarderà la ristrutturazione complessiva della struttura residenziale di via Pive attraverso la riqualificazione degli spazi presenti al piano terra e semiinterrato che saranno convertiti in nuovi spogliatoi per il personale dipendente e nuovi locali/palestre per la fisioterapia sia a favore degli Ospiti che degli utenti esterni. Si procederà inoltre all’adeguamento ed all’implementazione degli impianti al fine di mettere a norma ed in sicurezza una struttura che ormai risale agli anni 70 e che necessitava da tempo di un intervento di questo tipo.


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LA CASA INFORMA/EDITORIALE

Attraverso questi tre lotti di lavori si potranno inoltre migliorare le condizioni abitative per gli ospiti residenti della struttura di via Pive in quanto verranno definitivamente eliminate le stanze a tre letti con conseguente miglior comfort residenziale. Inoltre negli attuali spazi presenti al 4° piano della R.S.A. di via Pive destinati al nucleo Alzheimer verranno accolti quegli ospiti che necessitano di maggiori cure sanitarie o che versano in situazioni di minima responsività quali le persone affette da S.L.A. o in stato vegetativo. In tal modo si potrà garantire a queste persone la massima assistenza medico sanitaria ed un maggior presidio infermieristico a tutela della salute e della dignità dei singoli. Il primo a partire di questi tre lotti di lavori sopra descritti sarà il Centro Servizi i cui lavori inizieranno già da questo mese di settembre. Entro la fine dell’anno verranno inoltre concluse le pratiche amministrative per il successivo affido dei lavori relativi agli altri due lotti che verranno pertanto avviati nel corso del 2015. È evidente che tali interventi dovranno essere fatti in presenza degli ospiti residenti ai quali chiediamo fin da subito la massima comprensione e disponibilità ma ai quali garantiremo il minor disagio possibile nella speranza che tali lavori portino ad un miglioramento complessivo delle condizioni di vita e di benessere psico-fisico per tutti.

CENTRO SERVIZI

NUOVO NUCLEO ALZHEIMER

RISTRUTTURAZIONE VIA PIVE

Importo € 560.000,00.=

Importo € 1.350.000,00.=

Importo € 1.985.000,00.=

Finanziamento PAT 100%

Finanziamento PAT 100%

Finanziamento PAT 100%

Inizio lavori: autunno 2014

Inizio lavori: primavera 2015

Inizio lavori: fine 2015


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LA CASA INFORMA/CONCORSO UPIPA

MI RICORDO CHE I MIEI NONNI ... di Giovanna Meneghini

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uesto il titolo del concorso UPIPA

2014. I nostri residenti, stimolati nei vari laboratori a ripensare, hanno iniziato ad aprire i cassettini della loro memoria. È stato un momento molto emozionante, sia per loro che raccontavano sia per noi che raccoglievamo i loro racconti. Con il gruppo espressivo figurativo abbiamo iniziato un minuzioso lavoro di ricostruzione per poter realizzare dei pannelli che rappresenteranno i ricordi di alcuni residenti. I pannelli realizzati saranno in futuro esposti nelle stanze dei residenti stessi. A nostro avviso questo percorso avrà una triplice valenza che è quella di stimolare e valorizzare i ricordi ed i vissuti, le abilità espressive, manuali e di operosità, ma anche quello di aprire “una finestra” per quanti sono obbligati per tante ore a letto.

RA SIAMO GIA’ ALL’OPE


p e r l e v i e d e l b o rgo

USCITE

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PROGETTI


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RICORDI

PRIMA GUERRA DI DISPERAZIONE di Andrea Zuccatti

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solamente di qualche chilometro con una perdita stimabile in 39 mila soldati. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Il 24 ottobre ei progetti di Guglielmo II, il kaiser, la 1917, dopo due anni di immobilità, con avanzamenti guerra doveva essere una vera e propria guerra e regressioni, gli austro-tedeschi riuscirono a sfondare il fronte italiano e ad avanzare per 150 km in lampo. "Tornerete nelle vostre case prima che siano cadute le foglie degli alberi" riferiva all'inizio direzione sud-ovest, raggiungendo Udine in quattro dell'estate del 1914 ai suoi soldati pronti per la bat- giorni. La disfatta di Caporetto fece arretrare le linee taglia. Ma le foglie cadute furono meno delle vittime italiane dall'Adriatico fino alla Valsugana e provocò di questa lunga e massacrante guerra. 16 milioni di una pesante carneficina. morti tra l'estate del 1914 e la fine del 1918. Nel 1918, infine, con il successivo ridimensionaLa velocità non fu una qualità della grande guerra, mento dell'esercito austroungarico, ci fu poi un lento che divenne ben presto, dopo un avvio scoppiettan- avanzamento dell'esercito italiano e si arrivò alla te, una logorante guerra di trincea lungo un fronte resa dell'alleanza austro-tedesca. continuo di solide postazioni fortificate. In Italia il Questa è una breve cronaca di un succedersi di batfronte della neutralità prevalse in un primo momen- taglie, ma non è un quadro chiaro di quel che fu la to, ottenendo un consenso pressoché unanime, ma guerra nel cuore degli uomini. con il passare del tempo, già dall'autunno del 1914 si formarono dei gruppi di interventisti che presero sempre maggiore consistenza. Scrive Ungaretti nella sua Sostenevano che l'Italia, mostrandosi neutrale dimoSan Martino del Carso: strasse la sua debolezza in ambito internazionale. Così, alla fine del 1914 il ministro degli esteri SonniDi queste case no cominciò a prendere contatti con entrambe le non è rimasto parti per capire quale delle due potesse offrire i miche qualche gliori compensi. brandello di muro. Dopo tanto trattare si arrivò alla firma del "Patto di Di tanti Londra" con il quale l'Italia si impegnava a entrare in che mi corrispondevano guerra entro un mese. Così fu. non è rimasto L'Italia entrò in guerra, con l'obiettivo di avanzare ad neppure tanto. est, verso il cuore dell'Austria-Ungheria. Nel settore Ma nel cuore occidentale, invece, si preferì un atteggiamento dinessuna croce manca. fensivo sulle montagne dell'impervio Trentino. E' il mio cuore L'esercito italiano, guidato dal generale Cadorna, il paese più straziato. tentò numerose offensive verso il fronte austriaco, tutte con grandi perdite e senza sostanziali avanza(San Martino del Carso, menti. Alla fine del 1914 le truppe italiane, nonoGiuseppe Ungaretti) stante la maggior forza numerica, erano progredite


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C'è un corpo in poltiglia con crespe di faccia, affiorante Per dipiù di origini contadine, i soldati della I guerra mondiale vedono un radicale stravolgimento della loro vita, dettata dal ritmo delle stagioni agricole. Ora, durante la guerra, non c'è più aratura, né semina o raccolto. C'è un'unica lunga stagione di disperazione. Le giornate non sono più scandite dal suono delle campane, dal ciclo perfetto del sole, dai cambiamenti atmosferici. Non esiste più il giorno, coperto dalla polvere dei bombardamenti; non esiste più la notte, illuminata dalle bombe e dai bengala. Le deflagrazioni durano anche per numerose giornate consecutive con lo scopo di indurre stordimento e paura nell'esercito avversario. E' proprio questo il sentimento che più si annida nell'animo del soldato, il terrore di una morte, che sembra in ogni attimo più imminente. Stipati a centinaia nelle trincee, bagnate, fredde, cariche di corpi e di deiezioni. Immobili per ore nell'attesa di un comando. Senza vestiti adeguati all'inverno, senza viveri per interi giorni, senza gli strumenti adeguati per vivere e sopravvivere sotto la neve, nel freddo o nel caldo cocente. E poi arriva il segnale e buttarsi a capofitto nell'impresa impossibile di raggiungere il fronte avversario, mutilati dalla mitraglia, raggiunti dal cecchino, straziati dal filo spinato. I loro cadaveri rimangono per giorni nel campo, divorati dagli animali selvatici, confusi con la terra, coperti dalla neve, senza la dignità di una sepoltura. Se questo è un uomo...diceva Primo Levi dopo ben altra guerra. ll monito del primo conflitto mondiale non servì a prevenire un secondo più pesante disastro e non serve oggi ad evitare nuove trincee. Il conflitto in Iraq, quello eterno israelo-palestinese, la guerra in Ucraina, i conflitti di cui non si sente mai parlare, 62 stati coinvolti nel 2014. Il copione è lo stesso e si ripete identico. La memoria dell'uomo è troppo corta, va spesso rinfrescata.

sul lezzo dell'aria sbranata. Frode la terra. Forsennato non piango: affar di chi può, e del fango. Però se ritorni tu uomo, di guerra a chi ignora non dire; non dire la cosa, ove l'uomo e la vita s'intendono ancora. Ma afferra la donna una notte, dopo un gorgo di baci, se tornare potrai; soffiale che nulla al mondo redimerà ciò ch'é perso di noi, i putrefatti di qui; Stringile il cuore a strozzarla: e se t'ama, lo capirai nella vita più tardi o giammai. (Voce di vedetta morta, Clemente Rebora)


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PROGETTI di Cinzia Zeni

LA MEMORIA COLLETTIVA Arte terapia attraverso le leggende a cura di Cinzia Zeni e con la collaborazione della scuola di Artiterapie Ondasalus di Trento

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ccoci oltre alla metà del percorso del progetto di arte terapia iniziato in maggio. Questa proposta di lavoro con gli ospiti di casa S. Spirito consisteva nella lettura di leggende all’inizio di ogni incontro per stimolare la memoria dei partecipanti, con lo scopo di far tradurre le emozioni e le sensazioni che ne scaturivano in disegni e dipinti. I risultati sono andati oltre alle aspettative, perché le leggende hanno stimolato la creatività ed i ricordi e sono servite anche come risposta ad una delle domande che sempre sono presenti nei laboratori di arte terapia cioè: ”Non so cosa disegnare”. Ecco che proprio questi racconti hanno dato una valida risposta, fornendo spunti interessanti per la realizzazione dei dipinti. Vi riporto qui un esempio di leggenda letta durante i laboratori.

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uando l’attività delle miniere d’argento era al suo culmine e la Valle dei Mòcheni era un continuo andirivieni di minatori e di carri colmi di minerale prezioso, la gente del luogo decise di erigere sul dosso della Casara una chiesetta in onore di S. Lorenzo: all’interno fecero costruire un altare a Santa Barbara, sul quale posero le insegne della miniera, mentre accanto all’ingresso posero un’acquasantiera a forma di incudine. Ma, ben presto, quando furono così ricchi da non sapere nemmeno dove nascondere i loro averi, la fede in Dio si inaridì e la carità cristiana abbandonò la valle. Pensate: i minatori erano così pieni di argento, che addirittura si recavano in miniera a lavorare, trascinandosi appesa al collo una robusta borsa colma di monete! E per trascorrere le domeniche oziando e giocando, si erano fatti fondere 12 bocce d’oro con un pallino anch’esso del medesimo metallo! Ma quando, un giorno, giunse sulla piazza di Fierozzo, ove si stava giocando l’ennesima partita a bocce, una povera donna con in braccio un bimbo piccolo e denutrito venne subito scacciata,


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FIEROZZO Le dodici bocche d’oro non appena la disgraziata ebbe chiesto un tozzo di pane duro. E da quel giorno l’argento cominciò a diminuire. Subentrò il panico, tra quella

gente dura di cuore: che avrebbe mai fatto, se le miniere non avessero più dato minerale pregiato? E quando fossero finite le loro

riserve di argento, come avrebbero potuto sfamarsi? Decisero, allora, di ricorrere ad antiche superstizioni: presero una vergine e la imprigionarono nel


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PROGETTI/FIEROZZO - LE 12 BOCCE D’ORO

pozzo più profondo dell’Aolis per sacrificarla agli spiriti della montagna. Per tre giorni e per tre notti, la fanciulla urlò disperata. Poi un silenzio spettrale cadde sull’Aolis e sull’intera valle. Gli spiriti non avevano accettato quel sacrificio umano e l’argento continuò a scemare, finché finì. Le volte delle miniere crollarono, seppellendo gli ultimi, testardi minatori; gli ingressi vennero sepolti nella boscaglia, la chiesetta di San Lorenzo cadde in rovina e i minatori, finalmente se ne andarono. Non si sa che fine abbiano fatto le dodici bocce e il pallino d’oro, ma senz’altro saranno nascosti in qualche luogo. Nessuno, però, vuole mettersi in cerca di quel tesoro, perché troppa è ancora la paura di cedere alle lusinghe della ricchezza e di veder trionfare la superbia sulla carità. Alcuni dipinti molto interessanti che sono stati realizzati duranti i laboratori prendendo spunto da questo racconto. Severina e Armando, due dei più assidui frequentatori dei laboratori, hanno usato come spunto per poter dipingere due luoghi descritti nella leggenda.


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Per Severina è stato importante riuscire a rappresentare una miniera che le ricordava luoghi familiari e con un effetto di taglio di pietre ha reso l’idea con molta efficacia. Armando, dal canto suo, ha preferito disegnare la chiesetta di San Lorenzo che gli ha fatto ritornare alla memoria quando da bambino con i suoi genitori andava in gita a far visita alle chiese dei dintorni. Da Agosto è iniziata la seconda parte del percorso di arte terapia che consiste nel trasformare i racconti dei partecipanti ai laboratori, in leggende, in modo tale che ”Loro diventino leggenda”. La loro vita i loro aneddoti, le esperienze vissute e che decidono di condividere nel gruppo di arte terapia vengono trascritte in racconti ed entrano così a far parte della memoria collettiva. Tutto questo servirà da stimolo affinché il percorso arte terapico di trasformazione delle proprie emozioni in immagini sia sempre più stimolante ed efficace.


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PROGETTI

L’ORTO SINERGICO Le idee che prendono la forma di un abbraccio

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on l’inizio di giugno ha preso finalmente forma il nostro orto sinergico. Ed è stato proprio questo uno dei primi temi che abbiamo affrontato con i residenti che hanno partecipato al progetto dell’orto sinergico: quale forma avrà il nostro orto? L’agricoltura sinergica ha tra le sue peculiarità quella della costruzione di cumuli di terra chiamati “bancali” che si prestano ad essere disposti in modi diversi e ornamentali. L’idea di adottare il simbolo dell’A.P.S.P. di Pergine, rappresentato dall’abbraccio, è stata accolta con grande entusiaGOTTARDI SONIA smo. Quindi due bancali che si fronteggiano con la forma di PARROTTO SIMONETTA mezzaluna. BERTOLDI IVANA E le teste del simbolo? Per costruire i due bei cerchi abbiamo MICHELI FRANCA creato due “spirali di spezie”. Nelle spirali abbiamo riposto le HERRERA RICHARD spezie con un ordine che tiene conto del loro bisogno di acLORENZINI GEMMA qua e delle consociazioni favorevoli (capacità che hanno alCASASSA GIOVANNA cune piante di aiutarsi semplicemente stando vicine). TOLLER CLARA L’”abbraccio sinergico” è stato coperto da un consistente straECCHER NOVELLA to di paglia (paciamatura) per proteggerlo dall’erosione delle ZANINELLI MASSIMO piogge, dalle erbacce, per tenere costante la temperatura del CANTON DANILO suolo e per dare nutrimento al terreno ed è stato poi circondato da calendule e tagete che, oltre a sottolineare la forma dell’orto, tengono lontani gli insetti nocivi per le piante.


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Grazie ai consigli di Novella e Massimo (esperti di agricoltura sinergica), ai residenti, ai volontari, ai parenti ed ai simpatizzanti, il lavoro più faticoso è stato svolto in poco tempo. “Ed ora? Cosa piantiamo?” – chiede Edda che ogni giorno va a controllare l’avanzare dei lavori. Gemma dice che siamo in ritardo ma possiamo provare con pomodori, insalata e peperoni. Romano aggiunge che siamo in tempo per i porri e per Elena è il periodo giusto per cappucci e verze. Tante altre proposte e desideri sono stati esauditi anche qualcuna più insolita con le “patate zuccherine” (patata americana) di Renato e nel giro di pochi giorni i bancali secchi e gialli di paglia si sono trasformati in un colorato e rigoglioso giardino. Ora il nostro orto ha vinto le titubanze di chi non nutriva fiducia nell’agricoltura sinergica e raccogliamo dell’ottima verdura non trattata e tanti consensi.

OLTRE IL LAVORO SUL CAMPO … Oltre al lavoro, più o meno faticoso, dell’organizzare, piantare e curare le nostre produzioni ci sono stati anche dei momenti più leggeri, emozionanti e festosi come la raccolta del primo pomodoro, che su richiesta di Domenico e Romano, come bene prezioso è stato diviso in due pezzi e assaporato direttamente in giardino. O il giorno che, mentre raccoglievamo l’insalata all’ombra del gazebo, gli ospiti che assistevano alla raccolta hanno spontaneamente intonato un canto dei tempi lontani … un canto con cui allietavano le fatiche dei campi. Il 22 luglio ci siamo dedicati alle degustazioni! Su proposta di alcuni residenti abbiamo preparato bruschette utilizzando le spezie del nostro orto e assaggiato le patate americane. Un altro momento che ha riscosso forte interesse, sia da parte dei residenti sia dai familiari e volontari, è stata la preparazione del “banchetto” e la vendita/offerta delle prime produzioni.


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PROGETTI

MANI PER LE MANI di Simonetta Parotto

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on gesti semplici come limare le unghie, scegliere il colore di smalto, massaggiare le mani con la crema, ci si

prende cura dell’altro e non solo. Tutti questi gesti possono a prima vista sembrare solo vezzosi, in realtà, se fatti in un ambiente tranquillo, con un piccolo gruppo, tutto questo porta ad un attenzione personalizzata e, attraverso il tocco, si crea un’intimità speciale che favorisce la relazione e il risveglio dei ricordi e stimola l’apertura verso l’altro. E tutto ciò che non dice la voce o gli occhi lo dicono le mani parlando un linguaggio interno: tendere una mano vuole dire dare un aiuto, ci si tiene per mano per paura di perdersi, con una stretta di mano siamo d’accordo.


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Infine, come diceva J. Salomè “…se non sai che fare delle tue mani trasformale in carezze …”


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RICORDI

QUANDO ERAVAMO POVERA GENTE … MA ERAVAMO FELICI! di Leone Chilovi

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uando sento parlare dei problemi di indigenza estrema del terzo mondo torna nella mia memoria l’immagine della situazione delle nostre valli nel decennio precedente la seconda guerra mondiale. Infatti nei nostri paesi la vita era molto grama e la povertà regnava in ogni famiglia, ricca solamente di bambini. I vestiti rattoppati, le scarpe di legno (zoccoli), nelle case trovava posto solamente quanto era strettamente indispensabile. Eppure le tradizioni sia religiose che di vita quotidiana erano autentiche, amate, capite dalla gente e vissute nella semplicità e nella normalità. Come si fa a

dimenticare gli anni più belli della nostra vita, trascorsi in momenti particolari e, anche se lontani e difficili, ancora ben presenti in chi li ha vissuti. Quando moriva una persona, nelle sere precedenti le esequie, ci si raccoglieva nell’aia della casa del defunto per la recita della “corona”. Poiché gli anziani morivano nel proprio letto (e non in ospedale come oggi) il sacramento dell’Eucarestia veniva portato dal sacerdote al fedele che stava per lasciare questa terra, come partecipazione al mistero pasquale e quindi pegno di resurrezione. Una campana segnalava che in paese c’era un malato grave. Il parroco indossava sopra la tonaca nera (sì perché allora i preti portavano sempre la tonaca

nera e il quadrato in testa) la veste bianca (cotta). Era accompagnato dal sagrestano che reggeva un piccolo baldacchino (una specie di ombrello bianco damascato) ed un chierichetto che annunciava il passaggio suonando un campanello. I futuri matrimoni venivano partecipati ai fedeli mediante le “pubblicazioni” durante la messa “grande” e per tre domeniche consecutive. La formula veniva letta dal pulpito: “Hanno contratto promessa di futuro matrimonio … chi sapesse esistere qualche canonico impedimento si ricordi l’obbligo di denunciarlo per tempo”. Intenso di significato era il suono della campana alle 15 del venerdì. Ovunque la gente si trovasse, dai contadini nei campi, agli


Fotografia: Ed. Paoli (Pergine 1933)

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operai nelle fabbriche, alle lavandaie alle fontane, tutto si fermava ed ognuno faceva il segno della croce in silenzio. Alla sera prima di coricarsi intingevano le dita nell’acqua benedetta, contenuta negli acquasantani (piccoli recipienti di maiolica appesi accanto al letto) per farsi il segno della croce. Se durante l’estate si verificava la deleteria siccità, veniva indetto un triduo di preghiere per invocare la pioggia e, una volta esauditi, il solenne “Te Deum” di ringraziamento. Gli inverni erano freddi e crudi. La neve cadeva più volte abbondantemente. Quando le strade erano colmate dal manto bianco venivano aperte dal “sliton” trainato da due paia di buoi.

Vorrei, infine, ricordare due usanze che si tramandavano di generazione in generazione e che avvenivano a Pasqua e a Natale. In preparazione del Natale veniva solennemente indetta la novena (una devozione cristiana che consiste nel recitare preghiere ripetute per 9 giorni dal 16 al 24 dicembre). Tutta la liturgia era in lingua latina. La funzione iniziava con il bellissimo canto “Regem venturum Dominum”. Erano canti latini che ora si possono udire solamente nei concerti. Era una fede e una religione fatta anche di folclore, che nulla guastava e che piaceva proprio alla gente semplice. Vale il detto latino “Nulla est in intellectum

quod pria non est in sensibus“. Durante la settimana santa, quando le campane interrompevano il suono, per annunciare le sacre funzioni i chierichetti, ai quali si univano uno stuolo di ragazzi, giravano per le vie del paese, suonando le raganelle, che peraltro si usavano anche in chiesa invece dei campanelli. Queste vicende e tradizioni fanno parte di un mondo purtroppo perduto e talvolta ingiustamente guardato con diffidenza. Però attorno a questi ricordi, per chi ne ha fatto parte nella sua giovinezza o adolescenza, potranno ricomporsi immagini e sensazioni, che, forse, stavano dissolvendosi.


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ATTIVITA’

OLIMPIADI DELL’ANZIANI Trasferta a Castel Tesino

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nche quest'anno, con alcuni residenti e volontari, abbiamo potuto partecipare alle Olimpiadi dell’Anziano; per noi, da qualche anno, più che una vera e propria competizione è soprattutto un momento di incontro, confronto e svago: “na gita” in un ambiente con un paesaggio naturalistico molto bello. Questa manifestazione è giunta alla 18° edizione.


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Le “Olimpiadi dell’Anziano” sono state ideate nel 1997 dallo staff di fisioterapia e animazione della Casa di Riposo “Suor Agnese” di Castello Tesino con il supporto fondamentale del Consiglio di Amministrazione e dell’allora Presidente Renzo Pelloso. Questo evento, a cavallo tra il ludico e lo sportivo, ha visto nel corso degli anni il coinvolgimento sempre più numeroso di Enti sia della Provincia di Trento che delle Province limitrofe e un numero di “atleti” sempre in crescita che negli ultimi anni arriva a circa 500 anziani partecipanti per edizione. Quest’anno la manifestazione organizzata dall’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “Suor Agnese” (Castello Tesino) si è tenuto dal 13 al 17 giugno presso il centro sportivo loc. "le Parti". La gara di Pesca, dell'ultima giornata si è svolta presso il parco “la Cascatella” di Castello Tesino (TN).


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ATTIVITA’

A TUTTO … SPORT

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er combattere la noia di una estate che ha lasciato poco spazio alle uscite in giardino, ci è venuta l'idea di proporre dei tornei di briscola. Da tempo ci stavamo pensando poiché abbiamo diversi residenti che trascorrono gran parte del loro tempo a giocare a briscola tra di loro o anche con famigliari o volontari. Detto e fatto! Per quattro giovedì pomeriggio ci siamo dati appuntamento nella nostra grande sala polivalente, al 1° piano di via Pive, trasformata per l'occasione in una bella sala da gioco con

TORNEO DI BRISCOLA tavoli allestiti ad hoc per le sfide. La proposta ha riscosso riscontri molto positivi e anche i residenti di via Marconi sono stati coinvolti e accompagnati da volontari e/o famigliari che hanno contribuito alla buona realizzazione dei vari tornei. La cucina ha contribuito a rendere piacevoli gli appuntamenti mettendo a disposizione dei partecipanti delle “merende” un po' speciali fornendoci a volte dei pasticcini, oppure dei gelati ed in conclusione delle fantastiche crostate con le fragole.


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TORNEO DI BOCCE

on ci speravamo quasi più di riuscire a preparare il campo di bocce per il nostro tradizionale torneo “Giochi in Amicizia” arrivato ormai alla 11° edizione. Anche quest'anno abbiamo avuto la disponibilità dei nostri residenti e delle diverse associazioni di volontariato ad esserci e a giocare assieme. Le coppie sono state formate attraverso sorteggio ma, purtroppo, spesso si è dovuti ricorrere alle sostituzioni dell'ultimo minuto, a causa di indisponibilità improvvise legate allo stato di salute dei

nostri residenti o impegni dei volontari, creando a volte alcuni malumori che però sono stati risolti grazie alla buona volontà e disponibilità di tutti. Anche quest'anno per chiudere il torneo proponiamo la “sfida Vip” tra amministratori con, alla conclusione, la premiazione di tutti i partecipanti. Lo scorso anno la sfida è stata vinta dalla coppia ospite composta dal sindaco Roberto Oss Emer e dalla bella consigliera Carla Zanella. Toccherà al nostro presidente Marco Casagrande e al direttore Giovanni Bertoldi rifarsi nella rivincita.


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ATTIVITA’

MERENDA IN MUSICA


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ATTIVITA’ Gruppo ricamo

“NOI PER I NONNI”

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n occasione del Gloria pasquale e di Pentecoste, abbiamo allestito sia in via Pive che in via Marconi un mercatino per la vendita dei lavori da noi eseguiti. Questa iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo sia dagli ospiti che dai loro familiari. Il 17 e 18 luglio scorsi, con parte del ricavato della vendita dei nostri lavori al mercatino, sia in via Marconi che in via Pive abbiamo offerto una merenda con macedonia e gelato e con buona musica eseguita dalla nostra amica Silvia con la sua fisarmonica, il tutto accolto con grande successo da parte degli ospiti, loro familiari e personale. Alla prossima!


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Attività/News dai nuclei

FILASTROCCHE ED INDOVINELLI DI UNA VOLTA … PER GRANDI E PICCINI dei Residenti di via Marconi Bòna sera e bona nòt, vò porta ‘l vòs manaròt, l’ho mes fòra sul zocat, bòna sera e bona nòt. (una delle filastrocche insegnate ai bimbi che nei giorni di carnevale la recitavano bussando di porta in porta e girando di casa in casa per essere ripagati con qualche dolcetto). Gigi Parigi, pastor dele caore, le caore le coreva e ‘l Gigi el pianzeva.

indovinello: Ve lo dico, ve lo deco, ve lo torno a replicar, se non foste un asinello lo dovreste indovinar. (il velo)

Questa l’è la storia del sior intento, che la dura da molto tempo e che mai no la se destriga, vòt che te la conta o vòt che te la diga. L’altra volta che son vegù, m’è ‘na l’asen dal cul en su, ‘n altra volta che vegnirò, peri e pomi te porterò. Veneziani gran signori, vicentini magna gati, veronesi tuti mati, padovani gran dotori, trevisani radiciòti (Proverbio: Chi magna radicio e salata fa la vita beata!). Guten tag signora Frau, quaranta vierzig di carne fleisch. (filastrocca insegnata ai bimbi che si apprestavano ad imparare la lingua tedesca nelle classi italiane).

Bòn dì, bòn an, la vossa bòna man a mi. (Lo usavano recitare i bambini il primo di gennaio del nuovo anno per prendere così qualche soldino di mancia…)

Itòtò cavalo, anderem al ballo, anderem a Schio, e tuti zò de drio. (I grandi simulavano il cavallino dondolando i bimbi sulle ginocchia…) Giro, giro tondo, casca el mondo, casca la tèra e tuti zò per tèra. (gioco passatempo proposto dalle maestre della scuola materna ai bimbi).

Indovinello: Vado ne l’orto, trovo en vecieto, ghe cavo la barba, ghe ciucio el culeto. (la nespola)


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LA NOSTRA BIBLIOTECA a cura del Centro Diurno

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empo fa un signore molto gentile ha donato al Centro Diurno tantissimi libri, “romanzi di ogni

genere”, libri praticamente nuovi, conservati molto bene. Sono circa 100 pezzi che spaziano da Wilbur Smith a Clive Cussler da Bruno Vespa a Ken Follet e tanti altri. Vista la grande quantità abbiamo deciso di catalogarli e creare così una mini biblioteca, con tanto di numeri. La nostra mini biblioteca sarà a disposizione di tutti, non vogliamo che una tale ricchezza rimanga ferma ed impolverata negli scaffali di una libreria. Così invitiamo tutti alla lettura… perché un libro è un piccolo viaggio e viaggiando si imparano tante cose. Il bagaglio da portare è un po’ di tempo per leggere. In cambio si riceveranno ricchezza culturale e non solo. Saluti a tutti e buona vita!

LABORATORIO dal 3° piano di via Marconi

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na domenica pomeriggio eravamo nel giardino d’inverno quando l’operatrice ha detto: “Sarebbe bello fare dei segnaposto per i tavoli della sala da pranzo”. Assieme all’operatrice e ai nostri famigliari presenti abbiamo pensato … e così è nata l’idea di fare degli alberelli. È stato procurato il materiale (l’interno dei rotoli dell’alluminio o della pellicola da cucina, cartoncino, colore acrilico marrone, dei dischetti di legno, colla a caldo). Una domenica dopo l’altra abbiamo ricalcato, intagliato, colorato, incollato … e soprattutto passato un po’ di tempo in compagnia, coinvolgendo anche gli altri ospiti. Pian pianino gli alberelli prendevano forma, l’operatrice ha potuto scrivere su ciascuno il nome di tutti noi ospiti. Gli alberelli sono poi stati incollati al piedistallo ed ora sono pronti per essere sui tavoli per allietare la sala. Un grazie per la collaborazione ad Anna, Anastasia, Piera, Teresina, Gemma, Ierta e ancora a Graziella (figlia di Anastasia), Daniela (figlia di Piera), Graziella (figlia di Anna) e Monica (figlia di Teresina).


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LA CASA INFORMA

LA NOSTRA ESTATE Dopo alcuni anni, in cui erano state fatte scelte diverse, sono state riproposte le cene d'estate. Il tempo un po' capriccioso ci ha fatto temere fino all'ultimo di non poter uscire ma la nostra fiducia è stata ben riposta donando grande soddisfazione ai residenti, amministratori e famigliari che hanno potuto godere di una bella serata con i propri cari gustando una ottima cena in una cornice speciale quali la terrazza per i residenti di via Marconi ed il giardino per i residenti di via Pive.


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in bacheca Appuntamenti ...

MASTER CHEF … ESTATE

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al laboratorio di cucina ad un progetto di recupero e valorizzazione delle capacità manuali e di conoscenza teorica di ricette d'altri tempi ma anche più attuali ed etniche. Questa in sintesi la proposta che è nata questa estate e che proseguirà anche in autunno coinvolgendo i nostri residenti ma anche gli amici volontari, i ragazzi del “Progetto Giovani”, i famigliari e gli Operatori. L'idea è nata dalla grande passione ed interesse dei nostri residenti rispetto all'arte culinaria in genere ed il desiderio di ricostruire antiche pietanze e nostalgici sapori senza però rinunciare alla curiosità per piatti più moderni o quelli di altre tradizioni e culture. Riattivare la memoria cercando di ricordare tutti gli ingredienti partendo dalle ricette delle pietanze più mangiate, che rievocano antiche sensazioni e ricordi più o meno piacevoli legati al proprio vissuto e alle proprie radici. Nella prima fase abbiamo raccolto alcune ricette della tradizione trentina ed ecco allora la ricetta della diffusissima “Pinza de lat” dove oltre alla ricetta base si sono aggiunte le diverse varianti tipiche di una famiglia piuttosto che di un'altra; e ricordare la variante salata che veniva chiamata “Smacafam”; per poi spiegare il perchè si considerava tanto “El Tonco de Pontesel” ovvero il sugo dello spezzatino per “toncare” la polenta visto che la carne era poca. La seconda fase che stiamo portando avanti sono le riproduzioni di queste ricette, da parte dei nostri residenti in coppia con dei volontari o dei famigliari, e poi l'assaggio da parte di un gruppo di residenti, volontari, famigliari e operatori (la nostra giuria) che daranno dei punteggi alle varie esecuzioni. Altra interessante proposta di questo progetto sono le “master class” ovvero le dimostrazioni e l'insegnamento delle corrette esecuzioni di alcune ricette, con la partecipazione straordinaria del nostro capo cuoco Michele e della nostra fisioterapista Sonia che si diletta nell'arte della decorazione di torte con la pasta di zucchero. Nella terza fase ci sarà una premiazione delle pietanze più apprezzate In conclusione saranno i nostri residenti a valutare le pietanze di amministratori, famigliari, operatori e volontari che si confronteranno in una “sfida Vip”. Siamo certi che continuando il nostro percorso si aggiungeranno altre interessanti proposte per altre degustazioni, perciò vi invitiamo a partecipare attivamente al progetto, in quanto, c'è lavoro per tutti i gusti e per tutte le abilità.

PICCOLA MOSTRA ITINERANTE L'esposizione delle opere realizzate nel corso del progetto “Dialoghiamo coi colori tra natura e benessere” che si è svolto nella scorsa primavera presso il Parco Tre Castagni si trova all'ingresso del 1° Piano della nostra struttura di Via Pive ed è visitabile negli orari di apertura della struttura e cioè tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. Trattandosi di una mostra itinerante, è possibile osservare le altre opere esposte presso: la Cassa Rurale di Pergine, il Ristorante Pizzeria Antiche Contrade, la Comunità Alta Valsugana e Bernstol, la Comunità Terapeutica Maso S. Pietro e il Centro Giovani Kairos. Questa mostra ha l'obiettivo di valorizzare e dare un ritorno di questo progetto alla collettività. FESTA D'AUTUNNO CON GLI AMICI SCHUTZEN In ottobre avremo la consueta domenica pomeriggio con tanta musica e il delizioso strudel offerti dagli amici Schutzen della delegazione di Pergine e Caldonazzo. Questa è solo una piccola anticipazione dei nostri principali eventi e vi invitiamo a tenervi aggiornati ogni mese cercando tutti gli appuntamenti sulla locandina eventi e sul programma animativo settimanale esposti sulle bacheche dei vari nuclei.

APPUNTAMENTO A DICEMBRE L’uscita del prossimo numero (nr. 3) de “Il Ponte” è programmata per inizio dicembre. Vi invitiamo quindi a trasmettere alla redazione i vostri scritti entro il 31 ottobre 2014. È gradito l’invio per posta elettronica all’indirizzo cristina.bolgia@apsp-pergine.it. Non possiamo garantire la pubblicazione degli articoli pervenuti dopo la scadenza.


staff

GLI SPONSOR ANESI FLAVIO di Pergine Valsugana (TN)

Comitato editoriale

ATTREZZATURE MEDICO SANITARIO S.r.L. di Trento BONORA ORTOFRUTTA S.r.L.

Presidente: Giovanni dott. Bertoldi Direttore: Cristina Bolgia

di Riva del Garda (TN)

BOSO S.n.C di Boso Francesco & C. di Lavis (TN) CANTINA ALDENO s.c.a. di Aldeno (TN)

In redazione: Fabrizio Cestari Giovanna Meneghini Andrea Zuccatti

CASAPICCOLA DRINK LINE s.n.c. di Pergine Valsugana (TN)

CASSA RURALE PERGINE di Pergine Valsugana (TN)

Cura redazionale e impostazione grafica: Cristina Bolgia Giovanna Meneghini Fotografie: Archivio Servizio animazione

Redazione presso: S. Spirito - Fondazione Montel Azienda Pubblica di Servizi alla Persona

38057 - Pergine Valsugana (TN) Via Marconi n. 4 tel. 0461/531002 fax 0461/532971 E-mail: redazioneilponte@apsp-pergine.it Sito: www.apsp-pergine.it

Stampa: Grafica Pasquali snc di Pasquali Paolo e Silvano www.graficapasquali.it

ENDURANCE IMPIANTI S.r.L. Società Unipersonale di Trento LABORATORIO ODONTOTECNICO di Giovannini Andrea di Mezzolombardo (TN) GUARDUCCI LA MIA CAMICIA S.a.S. di Trento PANIFICIO BRUGNARA TULLIO S.n.C. di Pergine Valsugana (TN) PERSEN VENDING S.r.L. di Vignola Falesina (TN) PREGIS S.p.A. di Riva del Garda (TN) PULINET SERVIZI S.r.L. di Baselga di Pinè (TN)

SERVIZI ANTINCENDIO S.n.C. di Osler Andrea e Fontanri Nicola di Pergine Valsguana (TN) TENDACASA di Grisenti Fabrizio di Pergine Valsugana (TN) UNIFARM S.p.A. di Trento

Distribuzione gratuita Si ringraziano tutti coloro che hanno dato il loro apporto per la realizzazione del periodico

ZET-TRE S.r.L. di Dosson di Casier (TV)

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