Rivista Fralerighe numero 1

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D. 6 Ci parli di Sugarpulp, il movimento che hai fondato con Matteo Righetto? R. Be’ è un movimento letterario che celebra la narrativa di genere, pescando dall’estetica americana di autori come Victor Gischler e Joe R. Lansdale e la fonde con un’iconografia del territorio veneto. Letteralmente il nostro è il pulp della barbabietola da zucchero, da cui lo sugar. Molti altri aspiranti autori stanno percorrendo questa strada e pubblicano racconti per Sugarpulp. Altri sono scrittori molto affermati, cito due autrici stavolta, come Marilù Oliva e Francesca Bertuzzi che sono nate indipendentemente da Sugarpulp, ci mancherebbe, ma che credo abbiano apprezzato quello che abbiamo fatto anche perché loro stesse, in modo assolutamente indipendente, stanno sviluppando lo stesso tipo di ricerca: letteratura di genere e rapporto col territorio. D. 7 Sei in contatto con Massimo Carlotto, un grande esponente del noir italiano apprezzato anche all’estero, dai maestri americani. Ci parleresti un po’ di lui? R. Un autore straordinario, un maestro splendido e generoso, potermi confrontare con lui è un privilegio e una fonte di inesauribile insegnamento e ispirazione. Credo sia il più grande noirista italiano e uno dei più importanti a livello internazionale, unico italiano insieme ad Umberto Eco ad ottenere una nomination all’Edgar Award. Che altro aggiungere? D. 8 Ci parli de “La ballata di Mila” tenendo conto del fatto che molti nostri lettori non l’hanno letta né la conoscono? R. Be’ direi che è un romanzo assolutamente adrenalinico, con un ritmo che ho cercato di rendere il più veloce e sincopato possibile.


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