Autismo Infantile: sindromi correlate e strategie di intervento educativo

Page 44

Comunicazione Facilitata si intende l’utilizzo di un metodo che ha come scopo quello di facilitare la comunicazione grazie a un terapista abilitato detto “il facilitatore,” il quale offre un sostegno alla mano o al braccio della persona con deficit nella comunicazione, per aiutarlo ad indicare immagini o lettere o ad usare una tastiera per digitare del testo (Crossley 1998). Il programma segue il criterio della gradualità; all’inizio la scelta è tra poche immagini semplici, per giungere poi a scelte sempre più difficili (Bicklen 1999). La CF, più che una terapia o un metodo psicoeducativo, è una tecnica di comunicazione aumentata: il facilitatore riduce alcuni ostacoli alla comunicazione, come l’instabilità posturale, il movimento stereotipato, il tremore e così via. Inoltre favorisce gli stimoli del bambino attraverso il supporto emotivo e verbale, oltre che ai feedback di rinforzo. Lo scopo di questo metodo è di aiutare le persone autistiche o con un grave ritardo mentale a comunicare. Secondo i sostenitori di questa metodologia, infatti, l'autistico troverebbe difficoltà a comunicare non perché non vuole o non sa farlo, ma perché non riesce ad ordinare in sequenza le nozioni che ha da dire, nè a fare il movimento giusto per indicare o scrivere quello che avrebbe in mente (Stork, Golse, Lebovic, 1996). In questo, l'autismo viene accomunato all'aprassia, ovvero la difficoltà di comunicazione sarebbe causata da questa condizione di cui soffrono gli autistici. A sostegno di questa ipotesi è giusto evidenziare che basta un periodo di addestramento, offrendo un sostegno al braccio della persona sottoposta a tale preparazione, dopo di che l'aiuto viene progressivamente diminuito fino a limitarsi al solo tocco della mano della persona, la quale intanto ha imparato a comunicare usando sempre più parole, associate a un linguaggio via via più strutturato. L’aiuto viene ulteriormente ridotto, limitandosi al solo tocco della mano sulla spalla o sulle ginocchia dell’individuo. Sono numerose le critiche riguardo a questa terapia, che sottolineano il fatto che solo pochi soggetti sono riusciti a comunicare indipendentemente senza l’aiuto del facilitatore, che sembrerebbe guidare in qualche modo le azioni della persona, condizionandone i messaggi (Arduino 2000). Un’altra critica riguarda il fatto che la CF, dando uno strumento di comunicazione alternativo alla parola, potrebbe ritardare e ostacolare il linguaggio verbale stesso, in quanto il bambino non avrebbe più gli stimoli per produrlo. A favore della CF viene invece considerato il fatto che essa è stata utile a molte persone, perché ha permesso loro di comunicare ed esprimersi e che se le basi teoriche e di 44


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.