Guerre Sante

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Guerre Sante

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Le manovre più subdole, gli inglesi le fecero con Arabi ed Ebrei. Nel 1915 gli inglesi presero contatti con Hussein Ibn Ali, della dinastia degli Hascemiti promettendogli un grande regno arabo. Hussein guidò la ribellione degli Arabi contro i turchi occupando, nel 1916, La Mecca, mentre i suoi figli Abdallah e Feisal combattevano i turchi sul mar Rosso e in Siria. I contatti tra Arabi e Inglesi furono tenuti dal colonnello Thomas Lawrence, noto poi come “Lawrence d’Arabia”: Lawrence ancora oggi è citato come esempio di collaborazione e amicizia, tra Arabi ed Europei. Contemporaneamente altri inglesi trattavano anche con Abdul Aziz Ibn Saud, rivale di Hussein, primo re dell’attuale dinastia dei Sauditi. Anche a lui fu promesso un grande regno… Alla fine della guerra, tutti i nodi vennero al pettine, ma intanto gli inglesi erano riusciti a vanificare il richiamo della Jihad, e a realizzare delle “alleanze trasversali” che facevano impallidire quelle che c’erano state ai tempi delle Crociate. Negli accordi cogli Arabi, gli inglesi avevano lasciato volutamente in sospeso il problema di Gerusalemme, anche perché stavano prendendo altri impegni con gli Ebrei. Gli Ebrei avevano cessato da secoli di essere una nazione. Nel 1900 erano un insieme di comunità, (sparse in Europa, Asia, Africa e America) che, avevano ben poco in comune tra loro. Gli ebrei più ricchi e potenti (tipico esempio la famiglia Rothschild) vivevano in Europa occidentale, dove, da qualche tempo, le differenze religiose contavano poco. Diverso era il caso dell’Europa orientale, dove gli ebrei erano più numerosi. Il risveglio delle nazionalità, negli imperi austro-ungarico e russo, aveva alimentato l’ostilità tra le popolazioni slave verso le comunità ebree. Tra l’altro gli ebrei polacchi e ucraini parlavano “Yiddish”, una lingua di ceppo tedesco oggi quasi scomparsa: quelli che la parlavano sono stati sterminati nei Lager della II Guerra mondiale, o sono emigrati in America e Israele. Le persecuzioni degli ebrei (i “pogrom”) in Polonia e Ucraina incominciarono intorno alla metà del secolo XIX. Molti emigrarono negli Stati Uniti ma alcuni seguirono l’invito del nuovo movimento “Sionista” andando a stabilirsi in Palestina. Nel 1914, gli ebrei sionisti erano circa trentamila. Erano stati accolti dai turchi e arabi prima benevolmente (per i capitali che portavano), poi con preoccupazione… Nel 1917, Lionel Rothschild, presidente onorario della “World Zionist Organisation”, concesse agli inglesi un grosso finanziamento. Il Ministro degli Esteri inglese, Lord Arthur Balfour, promise di favorire la creazione di una “National Home” ebraica in Palestina. L’espressione “National Home” era volutamente ambigua. Gli inglesi, ancor oggi, puntualizzano che non vuol dire “stato naziona-


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