Guerre Sante

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Francesco Dessolis

al potere, suo fratello, il dispotico Carlo X, che pensò di distrarre i francesi dagli innumerevoli problemi interni per coinvolgerli in una guerra coloniale. Durante le guerre napoleoniche, la Francia aveva perso (come Spagna e Olanda) buona parte delle sue colonie, a vantaggio dell'Inghilterra. Nell'America del nord Napoleone aveva anche "venduto" la Louisiana agli Stati Uniti. Carlo X pensò che fosse inutile cercare colonie lontano quando, appena al di là del Mediterraneo, c'era la vasta regione che oggi si chiama Algeria. Dai Normanni a Carlo V, gli europei avevano già cercato di insediarsi nell’Africa settentrionale da cui, oltretutto, continuavano a partire scorrerie di pirati sulle coste europee. All'alba del XIX secolo la situazione era ben diversa: la supremazia militare europea permetteva delle imprese inimmaginabili, ai tempi delle Crociate. L'Algeria era una facile preda. In teoria, il paese era un possedimento dell'"uomo malato" ottomano. In pratica, Algeri era governata da un "dey" (che rappresentava il Sultano) mentre l'interno del paese era diviso tra piccoli capi locali. Nel Luglio1830, le truppe francesi sbarcarono ad Algeri. Il dey si arrese dopo tre settimane. Carlo X non ebbe neanche il tempo di festeggiare la vittoria, perché il popolo francese nel frattempo era insorto al vecchio grido Liberté…Egalité…Fraternité. Questa volta, i borghesi francesi decisero di salvare la monarchia, mettendo sul trono Luigi Filippo d'Orleans, lontano cugino di Carlo X. Il nonno di Luigi Filippo aveva aderito alla rivoluzione, e si era fatto chiamare Filippo Egalité. Quest’atteggiamento non bastò a salvargli la testa, ma forse il suo ricordo aiutò suo nipote a diventare re. Luigi Filippo fu proclamato "re dei francesi" e regnò come "monarca costituzionale”: per volontà del popolo, e non "per grazia di Dio". In Algeria non cambiò niente. Luigi Filippo era fautore della "grandeur" della Francia, almeno quanto il suo predecessore, e l'invasione continuò. I francesi occuparono presto tutta la costa, poi proseguirono verso l'interno. La maggior parte dei capi locali venne a patti con i vincitori, ma ci fu anche chi resistette eroicamente. Per i Francesi era solo una guerra di conquista, ma per i mussulmani era sempre Jihad. Jihad e resistenza all'invasore, per molti, divennero una cosa sola. Il campione della resistenza algerina fu lo sceicco Abdelkader che per anni tenne in scacco i francesi. Nel 1847 anche Abdelkader, si arrese, e finì nelle prigioni francesi. In seguito gli fu permesso di andare a stabilirsi in Siria. Abdelkader è, giustamente, giudicato dagli Algerini moderni come un eroe. Non posso però fare a meno di notare che, Abdelkader, come Silvio Pellico, ha potuto raccontare "le sue prigioni". L'arcivescovo greco di Costantinopoli (impiccato dai turchi pochi anni prima) non è stato altrettanto fortunato!


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